Non è facile mettere un punto a questa serie. Io onestamente ho fatto fatica. Questo è il motivo per cui arrivo solo ora. HO abbozzato questa recensione appena ho finito di vedere l'episodio, ma la bozza è rimasta lì. Difficilmente ho provato quest'ansia da prestazione, anzi di solito le grandi emozioni mi guidano e mi aiutano, mi faccio trascinare e scrivo di getto, col cuore.
Questa volta invece mi è mancato qualcosa. Forse perché io questa serie l'ho vista tutta insieme, l'ho iniziata qualche mese fa, bingewatch di famiglia fino all'inizio della quinta ed ultima stagione, quindi non so, è come se mi mancasse il titolo, come se il non avere seguito la serie negli anni, mi togliesse quel diritto che chi ha vissuto questa serie in questi 5 anni invece ha.
Ma bando alle ciance, nonostante le remore e le difficoltà sono qui a cercare di mettere un punto, di commentare quella che è davvero la fine di un'era. Rimane incomprensibile la cancellazione di una serie del genere all'apice del suo successo, ma paradossalmente per la serie può essere stato un bene, ha dato la possibilità a Nolan e co. di dare il meglio, di mettere tutto in questi ultimi 13 episodi. Person of Interest ci ha lasciato all'apice del successo, con un'ultima stagione perfetta. Non sono molte le serie che possono vantare un finale più che degno e che rimangono nel cuore dei fan senza sbavature. Person of Interest ha avuto questo privilegio. Ha avuto una quinta stagione dedicata al saluto, tredici episodi dedicati al pubblico, al cast, alla storia, al Team Machine e agli autori stessi.
Nel mio piccolo mi sento di dover ringraziare, perché sento di essere stata in qualche modo destinataria di questo saluto, di questo messaggio. Porto a casa qualcosa che rimarrà con me e dal momento che parliamo di una serie tv, direi che non è poco.
Person of Interest è iniziata come una serie di tipo procedurale per poi conquistare il cuore di fan ed entrarci dentro talmente tanto e talmente a fondo che ora l'idea di salutarla ci risulta particolarmente indigesta. Ma ci hanno pensato gli autori ad aiutarci a dire addio, con un episodio che ci ha fatto piangere, sorridere e che ci ha lasciato quel sapore dolce amaro che solo i grandi capolavori sanno lasciare.
Emozioni a pacchi, a partire dalla struttura dell'episodio, avanti, indietro, quasi a spirale, se andassimo a controllare i minuti scommetto che troveremmo i numeri di Fibonacci, perché tutto era perfetto, ogni cosa al suo posto, niente lasciato al caso...
In queste 5 stagioni abbiamo visto un percorso comune e il percorso individuale dei singoli personaggi, che erano tutti alla ricerca della stessa cosa (che è quello che cerchiamo tutti, no?): uno scopo, la redenzione. Tutti cercano di essere meritevoli, che ne vaga la pena. Che la vita abbia un senso e valga la pena di essere vissuta.
Con il Team Machine lo scopo si è concretizzato nel salvare una vita alla volta, anche se a Reese all'inizio era sembrato poco salvare una sola vita alla volta, alla CIA salvava il mondo intero ogni giorno! Ma ha imparato ad apprezzare le persone, le singole persone, a conoscerle, a entrare in contatto con loro, scoprendo la meraviglia del rapporto uno a uno, la meraviglia della normalità, la meraviglia della vita.
Samaritan ha alzato l'asticella, e il Team Machine si è ritrovato dal salvare singole vite umane (cosa che comunque hanno fatto fino alla fine), fino a salvare il mondo intero. Non da una minaccia di distruzione, ma dal rischio di un controllo che toglie il libero arbitrio (una sorta di Matrix, insomma, dove non c'è più possibilità di scelta, ma non c'è neanche consapevolezza). Per raggiungere lo scopo di distruggere Samaritan hanno bisogno di tutte le risorse possibili, di tutto il coraggio e di tutta l'umanità.
Insomma, possiamo tirarla per lunghe quanto vogliamo parlando d'altro, ma il momento spaccacuore e strappabudella è stato il sacrificio di Reese. Dopo un discorso accorato di Finch, in cui dichiara di aver trovato un ottimo collaboratore, ma soprattutto un grande amico, eravamo tutti convinti che sarebbe stato Finch a sacrificarsi per il bene dell'umanità e per la salvezza dei suoi amici. Finch, che ha un ego smisurato, sebbene tenuto a bada da un grande senso etico, ritiene di doverlo fare da solo, di essere una sorta di prescelto. LO deve fare da solo perché si muore da soli (e di questo riparleremo più avanti).
Era ovvio che andasse così, talmente ovvio che ci hanno fatto la sorpresa, una sorpresa talmente grande che anche Reese ci ha fatto il sorrisone! Reese e la Macchina avevano fatto un patto: quando fosse venuto il momento sarebbe stato Reese a sacrificarsi, la Macchina lo ha aiutato a portare a termine la missione e, contemporaneamente, a salvare Finch, che deve sopravvivere, nel caso in cui la Macchina riuscisse a sopravvivere alla battaglia finale con Samaritan (niente meno che su un satellite in orbita intorno alla Terra!).
Non eravamo pronti al sacrificio di Reese, no no. A quello di Finch sì, a una morte in battaglia pure. Ma al sacrificio così spontaneo, tranquillo, come se niente fosse, no. Il suo sorriso quando vede Finch andarsene è insieme un pugno nello stomaco e una carezza al cuore. Ha trovato il suo scopo finale, ha restituito all'amico tutto quello che ha fatto per lui, in una volta sola. In pace, con il cuore leggero e con Root/la Macchina al suo fianco.
E, come dice Tolstoj, "ha fatto quello che gli eroi fanno dopo aver compiuto la loro missione. E' morto" (Guerra e Pace).
Sì, perché ditemi che voi non vi siete emozionati quando l'avete vista! Root non c'era, certo, ma c'era...
La Macchina non ha solo preso la sua voce, ma il suo modo di fare, sono diventate un tutt'uno e anche la perla di saggezza sulla morte sembrava una frase da Root. Anzi, è lo stesso concetto che Root aveva esposto il giorno in cui è morta.
"I learnt that everyone dies alone. But if you mean something to someone, if you have someone, you love someone, if even a single person remembers you, then maybe you never die. And maybe, this isn’t the end at all."
"Ho imparato che ognuno muore da solo. Ma se tu hai significato qualcosa per qualcuno, se tu hai qualcuno, ami qualcuno, anche se una sola persona si ricorda di te, allora forse non morirai mai. E forse, questa non è per niente la fine."
Sapevamo che il team Machine avrebbe vinto, non poteva essere altrimenti, i buoni vincono alla fine no? Ma sapevamo che ci sarebbe stato un prezzo da pagare in lacrime e sangue. Dico la verità, non avrei mai immaginato che il prezzo lo avrebbe pagato Reese, non così. Hanno trovato un modo naturale, fluido e strappacuore contemporaneamente. Complimenti per la scelta, per come la scena è stata scritta, girata e recitata. Complimenti davvero.
“Maybe this isn’t the end at all.”
"Forse non è per niente la fine"
E Shaw risponde al telefono. (e già si parla di spin off....) Finch si è riunito a Grace, il suo grande amore e il suo grande rimpianto. E' ora per lui di vivere la vita vera. La sua. Mentre Shaw e Fusco sembrano essere ancora "al lavoro"...
Questo show parla di tante cose. Abbiamo visto non una, ma ben due intelligenze artificiali in lotta per dominare il mondo, ma abbiamo visto anche le persone e il valore della vita umana, che è preziosa, sempre. Abbiamo visto la reazione umana all'esistenza delle AI, chi ci vedeva una opportunità e chi un pericolo, i diversi modi di approcciarsi, di usarla, di sottomettersi a lei,
Non è la prima volta che sullo schermo vediamo un'intelligenza artificiale creata dall'uomo prendere il sopravvento (ne citerò due su tutte: "Matrix" e "Battlestar Galactica"), quindi lo sappiamo bene, noi amanti del genere, quali sono i rischi che si corrono lasciando libertà di espressione alle intelligenze artificiali: primo fra tutti, tendono a diventare più intelligenti di noi! E il Team di Nolan è riuscito a cogliere benissimo tutte le sfaccettature di un argomento complesso e controverso. Anzi, di due argomenti complessi e controversi, che, sebbene interconnessi tra loro, sono distinti: l'uso delle intelligenze artificiali e l'accesso ai dati personali dei cittadini come strumento per garantire la sicurezza nazionale.
“You built me to predict people, but to predict them, you had to understand them…I had to learn why people die…the moments, the connections, the things that explained why they did what they did.”
"Mi hai costruito per prevedere le persone... ma per prevederle, le devi capire.. Io ho dovuto imparare perché le persone muoiono... i momenti, le connessioni, le cose che spiegano perché loro erano quello che erano."
La fiducia che Finch nutre nel genere umano è incondizionata, ma anche consapevole. Abbiamo visto negli anni la corruzione e la mafia infiltrarsi ovunque e infettare le istituzioni, ma ciononostante Finch crede che l'umanità abbia una speranza di redenzione o comunque che ne abbia il diritto e che meriti piuttosto di autodistruggersi, ma conservando il libero arbitrio.
“Human life is ephemeral, which makes it precious”
"La vita umana è effimera, questo la rende preziosa"
E questo è il cuore, la mente e il corpo di Person of Interest. Cinque stagioni a salvare vite definite dalla Macchina "irrilevanti" è servito proprio a dimostrare quanto la vita dei singoli individui sia fugace e preziosa. Ogni vita è preziosa, anche fuori dalla serie. La mia, la tua. Tutte.
Ci sarebbero ancora tantissime cose da dire e tante scene emozionanti da commentare...Vi lascio con altre due brevi riflessioni.
“I made mistakes, but we helped people, right?”
"Ho fatto degli errori, ma abbiamo aiutato le persone, giusto"
Chiede la Macchina a Finch, in cerca di una sorta di assoluzione da parte del suo creatore. Sì, tutti facciamo errori, anche quando abbiamo le migliori intenzioni. Cosa che non c'entra niente con il macchiavelliano fine che giustifica i mezzi... parliamo proprio delle migliori intenzioni e di errori di valutazione, di strumenti inadatti, di inadeguatezza. A volte per quanto si cerchi di fare le cose al meglio, si sbaglia, ma questo non ci deve fermare, perché non toglie valore al nostro lavoro. Non dobbiamo farci paralizzare dalla paura di sbagliare e non dobbiamo permettere a qualche errore di inficiare il valore del nostro lavoro.
"you always thought there was something wrong with you because you don’t feel things the way other people do. but she always felt that was what made you beautiful. [...] She wanted you to know that if you were a shape, you’re a straight line… an arrow."
"Tu hai sempre pensato che c'era qualcosa di sbagliato in te, perché tu non senti le cose nel modo in cui le altre persone sentono, ma lei (Root) ha sempre pensato che era quello che ti rendeva bella. [...] Lei voleva che tu sapessi che se tu fossi una forma, saresti una linea retta... una freccia"
Root, tramite la Macchina, lascia Sameen con l'ennesima dichiarazione d'amore. Gli autori di Person of Interest conoscono l'amore e sono stati in grado di scrivere delle scene d'amore romantico emozionanti e indimenticabili, per quanto assolutamente non convenzionali. L'accettazione di Shaw per quella che è, amando il suo modo di essere così com'è è la migliore dichiarazione d'amore, Infatti aiuta Sameen ad accettare se stessa, a capire che non c'è niente di sbagliato in lei e a ricominciare una vita nuova. Una freccia scagliata verso il futuro.
Mi mancherà questa serie così particolare, con le sue citazioni auliche (solo nelle ultime puntate abbiamo visto citazioni da Ragione e Sentimento di Jane Austen e da Ghiaccio 9 di Kurt Vonnegut), le battute sarcastiche di Lionel, l'espressione impassibile di John, i battibecchi tra Finch e Root, Shaw che ha sempre voglia di sparare a qualcuno.... mi mancheranno tutti, mi mancherà tutto. Ma è un'esperienza che sono felice di aver fatto, è un percorso che mi ha divertito e arricchito. Ogni volta che finisce una serie tv, mi ritrovo con qualcosa in più, che sia una riflessione, il tempo trascorso in modo piacevole... ma questa volta mi sento davvero arricchita, perché il messaggio è davvero positivo, è davvero bello e voglio tenermelo vicino più a lungo possibile. Ogni vita è preziosa e se c'è qualcuno che ti ama e per cui hai fatto la differenza, allora vivrai per sempre.
Fantastico.
Commento alla S05E12
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