Dopo trailer e anteprime varie, finalmente lo abbiamo visto coi nostri occhi e possiamo raccontarvelo.
Avete presente quanto sia importante il potere delle aspettative, vero?
Sarà capitato anche a voi di attendere un film per un anno, stare lì a prepararvi per ricevere l'esperienza della vita, per poi finire con un pugno di mosche e una sfiducia che solo un metro di pizza può colmare.
Vi sarà altresì accaduto di finire a guardare qualcosa per il quale avevate talmente perso interesse da poi rivalutarlo fortemente una volta abbandonati la sala o il divano, finendo magari per consigliarlo a qualcuno "a patto che non ci si aspetti chissà cosa".
Ecco, dopo un po' di questi secondi casi, si può finire quasi con l'aspettarselo ogni qualvolta un film o una serie riescono a spegnere i nostri entusiasmi prima del titolo. Naturalmente non va quasi mai a finire come speriamo, ma la consapevolezza che ci sia una possibilità di redenzione anche per i prodotti dall'aspetto meno invitante può portare a strane conseguenze durante una prima (e di solito unica) visione.
È per questo che, dopo le remore di cui avevamo già parlato, quando ho sentito l'accompagnamento musicale di apertura del pilot di Inhumans ho percepito nascere per l'ennesima volta quella sensazione di cui sopra, la quale ha iniziato a suggerirmi paroline dolci all'orecchio quali "forse", "chissà", "potrebbe" e simili.
L'effetto di questo canto di sirene è durato appena un paio di minuti, giusto il tempo di immergerci nella prima scena d'azione.
Ora, non staremo qui a trovare il pelo nell'uovo per ogni cosa, perché il motivo per seguire Inhumans è chiaramente da ricercare altrove.
Non siamo approdati sulle coste di questo nuovo show per scelte registiche d'avanguardia, né per dialoghi ricercati. Non è in tali luoghi che scopriremo qualcosa di noi stessi come accade con le grandi storie, ma d'altronde lo sapevamo già da un po' ormai.
Se siamo qui è per goderci tutto ciò che Inhumans ci offre, ovvero un dramma familiare condito con quanto di più cheesy e camp si possa trovare nel genere fumettistico da almeno una decade abbondante.
Potete chiamarla come volete, ma non potrete mutarne il profumo |
I due sembrano veramente amati dal popolo della loro piccola colonia lunare, ma come sappiamo non è tutto oro quel che luccica, perché la rigida gerarchia basata sui superpoteri che vige nel regno ha creato e continua a creare non poco malcontento.
Se ricordate le lezioni di anatomia inumana durante il corso di Agents of S.H.I.E.L.D., questi esseri nascono come normali umani e sviluppano la loro unicità solo in seguito al contatto con il terrigene, un catalizzatore che invece uccide chiunque non abbia il gene mutant... ehm, inumano nelle proprie cellule.
Raggiunta la maggiore età o giù di lì, ciascun suddito partecipa alla cerimonia in suo onore cui presenzia addirittura la famiglia reale al completo e durante la quale si scopre se il festeggiato diverrà un cittadino di serie A o un lavoratore delle miniere.
Già, avete capito bene, pare che la forza lavoro di questa società sia costituita da minatori, i quali scavano tutto il giorno all'interno del nostro satellite in cerca di cibo, argilla, idrocarburi per i materiali sintetici, fibre e pellame per gli indumenti, superconduttori e naturalmente fonti di energia, insomma tutto l'occorrente per tenere in piedi questa avanzata colonia supersegreta nascosta all'interno di una gigantesca cupola dell'invisibilità probabilmente rubata a Hogwarts ai tempi del trasloco sulla luna.
Ovviamente, considerando una superficie di appena trentotto milioni di chilometri quadrati, era solo questione di tempo prima che un robottino della NASA passasse proprio di lì costringendo il capo delle guardie a frantumarlo con una zoccolata e dando inizio a una sottotrama che per il momento sembra girare intorno alla cugina Marvel di Felicity Smoak.
Ma la biondina in questione non è certo l'unica in vena di cosplay, infatti pare che su Attilan tutti quelli che non scavano nelle miniere si vestano ogni giorno come se fossero al Lucca Comics, compresa la regina Medusa in chiaro stile Reiko Mikami dell'omonima Agenzia Acchiappafantasmi.
Separate alla nascita |
E proprio come a Lucca non si entra nel tendone senza braccialetto, qui la carta d'accesso è rappresentata dalla mutazione inumana.
Se seguite le avventure degli agenti, sapete già che da un paio d'anni l'esperienza della terrigenesi ha toccato e continua a toccare individui in tutto il mondo.
Il piano del re Black Bolt è di accoglierli nella sua comunità, mentre l'idea del fratello è di andare sulla Terra e attaccare gli umani prima che avvenga il contrario così da poter attingere a tutte quelle risorse che per qualche strano motivo sembrano scarseggiare sulla luna. Quando poi si scopre che Al Satan ha perso la vita durante uno di questi reclutamenti, Maximus cavalca l'onda innescata dalla goccia che ha fatto traboccare il vaso e indice un bel colpo di stato, durante il quale i produttori gli mettono un rasoio in mano e gli spiegano che la trama non andrà avanti finché il budget non verrà sgravato dall'animazione dei capelli di Medusa, la quale in breve si ritrova senza chioma e senza regno.
Ma non tutto è perduto, perché la sorellina coi capelli a due colori manda il cane teletrasportatore a radunare la squadra per portare tutti sulla Terra, ma più di qualcosa va storto e i nostri si ritrovano ciascuno in un punto diverso della stessa isola hawaiana.
Ora, l'esistenza di un cane con superpoteri in una storia che parla dei discendenti di antichi umani geneticamente modificati dalla razza aliena Kree per fini bellici rimane un mistero, ma almeno sappiamo che anche Fufi riceve istruzioni direttamente dai produttori, ai quali come ai colleghi di altri show non è sfuggito che girare interamente alle Hawaii fa risparmiare non poco.
Il resto sono scene una più strana dell'altra, a cominciare da quello che prova a nuotare con gli zoccoli per essere soccorso da surfisti coi quali lega talmente bene da andare a spifferare tutto dei suoi amici, del suo regno nascosto e degli ordini ricevuti direttamente dal re. La cosa assume tutta un'ulteriore gravità quando pensiamo che il chiacchierone in questione è a capo dell'esercito di Attilan, ma poi tutto torna quando ricordiamo che questo posto di assoluta responsabilità è stato assegnato nientemeno che al cugino del re.
Poi abbiamo la regina che prima telefona al marito muto (potete rivedere qui questa scena fantastica), poi scrocca un passaggio in centro e infine si scontra con il braccio destro di Maximus pugnalandola per poi lasciarla lì a guarire grazie a un potere del quale la rossa in questione doveva in qualche modo essere rimasta all'oscuro.
Ma la parte del leone la fa re Black Bolt, il quale passa il tempo a guardarsi intorno stralunato e a elaborare piani geniali come quello di mimetizzarsi accumulando in trenta secondi di video tutte le stelline di GTA.
A corti discorsi, nonostante il nuovo re Maximus appaia come uno spietato manipolatore, non ci riesce di dispiacerci troppo per gli abitanti di Attilan in seguito al repentino cambio della classe dirigente...
In conclusione, i punti di forza di questa sgangherata produzione risultano essere la spudorata interpretazione di personaggi degli anni '60 con una serie che sembra uscita dai '90 e i brevi monologhi di Iwan Rheon, il quale come potevamo aspettarci domina ogni scena in cui appare a dispetto di un copione che non gli è sempre amico.
Adesso possiamo capire un po' meglio la delusione di chi ha speso non poco per vedere questi primi due episodi in anteprima sugli schermi IMAX, ma forse visti in televisione possono risultare in qualche modo simili a quelle serie che erano veramente degli anni '60 e che hanno trovato nuova linfa vitale in recenti riedizioni per collezionisti, una fra tutte il Batman con Adam West. Certo, in quel caso c'era della sana autoironia a condire il tutto, ma se proprio vogliamo spezzare una lancia in favore di Inhumans ci basta ricordare che, nel bene e nel male, si tratta sempre di un capitolo neanche troppo lungo di una ben più corposa narrazione che prende il nome di MCU.
Dite che non vi basta? Ne avevamo già parlato, e come in quell'occasione vi invito a guardare il prossimo episodio anche solo per leggere con più gusto la relativa recensione che il vostro carissimo pubblicherà tra una settimana.
Per il resto, se siete arrivati fin qui potete sempre sfogare i vostri commenti sia in fondo all'articolo che sulle nostre pagine Facebook, quella ufficiale e quella del gruppo.
Arrivederci a tra sette giorni con il terzo episodio, prima del quale non mancheremo di pubblicare news e anteprime su ciò che ci attende nel prossimo capitolo.
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