Da
Killing Joke a No Man’s Land, Gotham conclude la sua quarta stagione citando
due tra le più celebri saghe fumettistiche di Batman nei due episodi finali.
Due
scelte d’impatto che, anche se molto libere nell’adattamento, riescono a creare
l’atmosfera cupa che ha caratterizzato anche la prima parte di stagione, grazie
al villain di Mr Pyg.
“One
Bad Day” e “No Man’s Land” riescono a creare delle situazioni più adulte e
violente che coinvolgono anche e soprattutto i personaggi più giovani come
Bruce Wayne e Selina Kyle, catapultandoli in un vortice di pazzia dal quale
usciranno inevitabilmente cambiati.
Proprio
loro, infatti, sono i protagonisti dell’arco narrativo ispirato a Killing Joke,
in un percorso coerente e centrato, anche in relazione al cliffhanger finale
del ventunesimo episodio, che trascina Bruce al limite, prima di prendere la
decisione che caratterizzerà la sua intera esistenza nell’episodio finale.
Purtroppo,
nonostante avrebbero dovuto essere suppergiù i due migliori episodi dello show,
Gotham non riesce del tutto a risollevarsi dalle trame secondarie più inutili e
scadenti che appesantiscono le due puntate, che altrimenti sarebbero state
ancora più accattivanti e interessanti.
Il
Joker (che non sarà mai chiamato in questo modo) di Jeremiah funziona nel
contesto, è un cattivo spietato folle e
razionale al tempo stesso, ma su cui pesano decisioni raffazzonate degli
autori, che per l’occasione rispolverano anche un Ra’s Al Ghul, troppo distante
dal grande personaggio dei fumetti e che a me ha già più che stancato.
Altre
scelte di trama alquanto discutibili, caratterizzano purtroppo due villain
importanti per la serie, quali il Pinguino e L’Enigmsta. Il primo, con la sua
alleanza con Barbara, Tabitha e Butch, è stato pressoché inutile fino al finale
della serie, con un “colpo di scena” interessante, ma che non mi ha convinto
del tutto nella sua costruzione, soprattutto perché Oswald della sua vendetta,
sembra ricordarsene soltanto durante questi episodi, mentre avrebbe potuto far
soffrire Tabitha anche quando era al potere. Se non altro però, Oswald ha avuto
anche dei momenti divertenti e forti, al contrario dell’Enigmista, che tra lo
scongelamento e la love story con Lee, ha perso parecchio smalto, e lo hanno
ridotto all’ombra del villain che dovrebbe e poteva essere.
L’innamoramento tra
Lee e L’Enigmista è inverosimile e costruito in maniera pessima e incoerente,
rispetto soprattutto alla riscoperta alleanza tra Nygma e Oswald, e ha
trascinato in una pessima trama anche lo stesso personaggio di Lee Thompikns,
che anche se si risolleva verso la fine grazie a una certa riaffermazione
femminile, non si capisce né la direzione del personaggio, né la sua utilità ai
fini della trama. Avrebbero potuto lasciarla a dirigere in pace la sua clinica
gratuita, indirizzandola verso la natura del personaggio della serie animata,
facendole anche allacciare un saldo rapporto di amicizia con Bruce. Invece, dal
finale sembra che diventerà una villain, e lo stesso Enigmista non so che fine
potrà fare. Teoricamente lui aveva già compiuto la sua completa evoluzione
grazie al conflitto con Oswald e ora non so sinceramente quale sarà il suo
destino.
Gotham, ci ha regalato un finale che trasporta lo show e i suoi protagonisti su una nuova strada, come ci
avevano promesso, ma che non riesce totalmente a consacrare lo show.
Il
Joker, di Monaghan, mantiene la promessa di portare distruzione a Gotham, anche
grazie all’ingerenza mistica di Ra’s Al Ghul. Entrambi vogliono portare Bruce a
una drastica trasformazione, e Ra’s è convinto che Jeremiah sia il mezzo per
spingere Bruce a diventare il Cavaliere Oscuro e suo futuro erede.
Jeremiah
non mi è dispiaciuto, ma trovo sia un Joker fin troppo serio, nonostante abbia
degli exploit di pazzia totale, come il fatto di uccidere lasciandoli a bruciare
vivi. Per altro, lui si crede più capace e lungimirante di Jerome, ma grazie ad
Harvey e a Lucius Fox i suoi piani falliscono e non sarebbe riuscito a portare
a compimento nulla senza l’aiuto di Ra’s Al Ghul.
Una
presenza che mi ha irritato (è già risorto e morto troppe volte), e ha tolto
spazio a Jeremiah che avrebbe dovuto essere il centro di questo finale. Senza
contare che, avendo avuto la visione, avrei preferito che Ra’s si facesse da
parte, in attesa della nascita del Cavaliere Oscuro, sarebbe stato preferibile,
dato che se lui non fa altro che interferire cosa ci sarebbe di profetico, dato
che piega gli eventi al suo volere?
Oltretutto,
molto facilmente Jeremiah, avrebbe potuto avere davvero dei generatori nascosti
come piano di riserva, senza necessitare ai fini di trama dei poteri mistici di
Ra’s per scappare dalla prigione e distruggere Gotham. Insomma, io avrei evitato un ulteriore
coinvolgimento della Setta Degli Assassini (uno dei punti più bassi dello show)
e piuttosto avrei dato spazio in più a Ecco, che dopo l’esordio di Jeremiah, è
totalmente sparita, nonostante fosse il suo braccio destro.
Anche
senza Ra’s, i piani di Jeremiah erano ben precisi. Era intenzionato a far esplodere gli edifici più importanti di
Gotham, così che la città cambiasse per sempre e diventasse più simile a uno
dei suoi amati labirinti, e avrebbe approfittato di quella devastazione per far
uscire la vera natura del suo amico Bruce. D’altra parte tutto ciò che serve è
soltanto una brutta giornata, e lui crea per Bruce appositamente tutte le
condizioni perché questo accada.
Il
rapimento di Alfred e la proiezione di tutte le torture che ha sùbito,
coadiuvate dalla tossina dello Spaventapasseri, portano al limite Bruce, che
riesce a uscirne senza impazzire solo grazie a Selina. Le citazioni e la messa
in scena a richiamo di Killing Joke mi sono piaciute, le proiezioni delle
torture di Alfred fanno effetto, e il maggiordomo svolge un po’ il ruolo che ha
Jim Gordon nel fumetto, peccato però che il tutto fosse più che altro una messa
in scena e il vero Alfred fosse nascosto in uno sgabuzzino. Ovviamente sapevamo
che ad Alfred non potesse succedere nulla di male, ma la sostituzione e il bluff
inscenato grazie alla tossina dello Spaventapasseri, hanno smorzato un po’
tutta l’atmosfera tesa e violenta. In compenso ho adorato l’abbraccio tra Bruce
e Alfred, e ho amato il team up con Selina.
Bruce
e Selina, ormai hanno il pieno sostegno reciproco, sono cresciuti, e lei sarà lì per lui ogni volta che ne avrà
bisogno. È lei, infatti, a combattere lo Spaventapasseri per Bruce e a scoprire
il vero Alfred. Una ship che però è perseguitata dal mai una gioia
evidentemente, perché non appena hanno un momento per loro, ecco che vengono
interrotti, e questa volta in modo decisamente più tragico. Jeremiah grazie
all’alleanza con Ra’s, riesce a entrare
di nascosto a Wayne Manor e spara a Selina, lasciando Bruce in preda alla
disperazione.
“No
Man’s Land” si apre infatti con Bruce che accompagna Selina in ospedale e le
promette di restare con lei. Promessa che non riesce a mantenere, ma non per
sua scelta.
Al
contrario di quanto pensavo, Jeremiah non è fuggito da casa Wayne, dopo
l’attacco a Selina, ma è stato menato da Alfred (io volevo vedere la scena
però) e arrestato. Lo vediamo, infatti
preso in custodia dal GCPD, in una sequenza che mi ha ricordato per
certi versi il “Cavaliere Oscuro” di Nolan, e anche in questo caso, avere il
Joker dietro le sbarre non significa poter abbassare la guardia, anzi. Tutto grazie
alle ingerenze dell’esercito (che sembravano un branco di beoni messi giusto
per mettere Gordon ancora più in difficoltà) che non solo fa tutto il contrario
di ciò che dovrebbe fare, ma espone Bruce a un confronto con Jeremiah, che era
chiaramente una trappola.
Con Ra’s al Ghul come alleato, infatti, Jeremiah ha
avuto modo di piazzare altre bombe, stavolta sui ponti di Gotham, e di poter
evadere, rapendo Bruce. Sia lui che Ra’s, intendono cambiare Gotham
radicalmente perché possa permettere al futuro cavaliere oscuro, e a Jeremiah
stesso di risorgere. A contrastarli si schierano il gruppo improbabile composto
da Barbara, Tabitha, che vuole vendicare Selina, il Pinguino e Alfred , che
ovviamente vuole salvare il suo master B.
Uno
scontro che porta all’ennesima morte di Ra’s Al Ghul, grazie a Barbara e al
pugnale riforgiato, e alla realizzazione del piano di Jeremiah. I ponti
esplodono sotto gli sguardi sconcertati di tutti, e in quel momento la città
viene isolata dal resto del mondo. Una citazione diretta alla saga
fumettistica, che viene perpetrata anche nel finale, in cui vediamo insorgere i
villain, e primo fra tutti Oswald, per rivendicare i territori e farla da
padrone. Tra i tanti, manca Poison Ivy, che hanno lasciato nel dimenticatoio,
ma è stata comunque una bella sequenza, e introduce anche un villain nuovo come
la Madre e L’Orfana.
Di
fronte a tale desolazione, Bruce non può partire con Alfred e Selina. Gotham
diventerà una sua responsabilità, e così resta a combattere, muovendo un altro
decisivo passo, per essere il Cavaliere Oscuro.
Bruce,
non è l’unico però, a restare a difesa di Gotham.
Jim
Gordon, dopo aver scampato l’esplosione, non fa che cercare di salvare Gotham
mentre combatte contro il tempo e contro le paranoie di Nygma, che geloso di
Lee, dopo averli spiati di nascosto, lo rapisce e cerca di ucciderlo sotto una
pressa.
L'unica gioia |
Insomma,
come se non avesse abbastanza gatte da pelare, il povero Gordon si ritrova a
dover avere a che fare anche con Ed. Una storyline piuttosto inutile, ma che dà
modo a Jim e Lee, di parlarsi chiaramente e dirsi addio. Lei non può più essere
la persona che lui amava e vorrebbe, e Jim avrà sempre una Gotham da proteggere
e salvare.
Ed
è quello che Gordon fa. Torna al GCPD e con Harvey e il dipartimento dalla sua
parte, fanno evacuare i ponti il prima possibile e cercano di mantenere
l’ordine. Jim, con Harvey e Lucius, sono l’ultima difesa della città, e per
dimostrare che non tutto è perduto, e che Gotham e i suoi cittadini non sono
stati dimenticati, accende un gigantesco faro sul tetto del GCPD. Un prototipo
del Bat segnale, che ha mandato in visibilio tutti i fan, e davanti al quale si
ritrovano Jim e Bruce. Perché nonostante l’oscurità, ci sarà sempre qualcuno
disposto a combattere, nonostante tutto, ci sarà luce.
Una scena, che ha commosso la fan girl che è in me, e mi ha anche fatto arrabbiare, perché penso che se gli autori avessero lasciato perdere le soluzioni soap operistiche e avessero preteso di più da loro stessi, la serie sarebbe potuta essere costruita ad arte ed essere un piccolo gioiellino.
Così però non è stato,
perché di situazioni pessime ne abbiamo avute anche in questi due episodi,
primo fra tutti con la storyline di Nygma e Lee, che si conclude con un duplice
omicidio amoroso (scena simile a quella della terza stagione con Jim e Lee) i
due sono finiti nella mani di Strange, che ora lavora per Oswald, e
sinceramente non so proprio cosa potrebbe venirne fuori.
Barbara
e le sue nazifemministe sono tornate
alla riscossa e a me hanno già stufato da morire. Non è che a Gotham, le cose
non funzionino a causa degli uomini visto che lei con le sue isterie nella
terza stagione hanno creato un casino dietro l’altro. E mi dispiace oltretutto
che le Sirene siano venute fuori così, avrebbero potuto gestirle molto meglio e
abbandonare questa ideologia nazi femminista che è del tutto inutile.
Un
po’ la colpa è anche di Oswald, c’è da dirlo, la sua vendetta è fantastica, ma sembra
troppo tirata fuori sul momento, e spreca un villain come Solomon Grundy, ma
suppongo che dato ci sarà solo un ultima stagione conclusiva, dovessero
chiudere le storie di diversi personaggi, e Butch/Grudy doveva sparire.
Una
speciale, menzione va ad Harvey Bullock, che in assenza di Jim, si è dimostrato
un eroe, e ha salvato la città guadagnandosi il giusto riscatto e riuscendo
così a ottenere di nuovo il rispetto di tutto il GCPD.
Spero
che nella prossima stagione riescano a imparare dai propri errori e che sappiano
chiudere in bellezza la serie, e soprattutto, vogliamo vedere Gordon coi baffi
prima della fine.
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