GOTHAM - "There Will Be Light" Recensione degli episodi 4x21 "One Bad Day" e 4x22 "No Man's Land"


Da Killing Joke a No Man’s Land, Gotham conclude la sua quarta stagione citando due tra le più celebri saghe fumettistiche di Batman nei due episodi finali.
Due scelte d’impatto che, anche se molto libere nell’adattamento, riescono a creare l’atmosfera cupa che ha caratterizzato anche la prima parte di stagione, grazie al villain di Mr Pyg.

“One Bad Day” e “No Man’s Land” riescono a creare delle situazioni più adulte e violente che coinvolgono anche e soprattutto i personaggi più giovani come Bruce Wayne e Selina Kyle, catapultandoli in un vortice di pazzia dal quale usciranno inevitabilmente cambiati.
Proprio loro, infatti, sono i protagonisti dell’arco narrativo ispirato a Killing Joke, in un percorso coerente e centrato, anche in relazione al cliffhanger finale del ventunesimo episodio, che trascina Bruce al limite, prima di prendere la decisione che caratterizzerà la sua intera esistenza nell’episodio finale.
Purtroppo, nonostante avrebbero dovuto essere suppergiù i due migliori episodi dello show, Gotham non riesce del tutto a risollevarsi dalle trame secondarie più inutili e scadenti che appesantiscono le due puntate, che altrimenti sarebbero state ancora più accattivanti e interessanti.


Il Joker (che non sarà mai chiamato in questo modo) di Jeremiah funziona nel contesto,  è un cattivo spietato folle e razionale al tempo stesso, ma su cui pesano decisioni raffazzonate degli autori, che per l’occasione rispolverano anche un Ra’s Al Ghul, troppo distante dal grande personaggio dei fumetti e che a me ha già più che stancato.
Altre scelte di trama alquanto discutibili, caratterizzano purtroppo due villain importanti per la serie, quali il Pinguino e L’Enigmsta. Il primo, con la sua alleanza con Barbara, Tabitha e Butch, è stato pressoché inutile fino al finale della serie, con un “colpo di scena” interessante, ma che non mi ha convinto del tutto nella sua costruzione, soprattutto perché Oswald della sua vendetta, sembra ricordarsene soltanto durante questi episodi, mentre avrebbe potuto far soffrire Tabitha anche quando era al potere. Se non altro però, Oswald ha avuto anche dei momenti divertenti e forti, al contrario dell’Enigmista, che tra lo scongelamento e la love story con Lee, ha perso parecchio smalto, e lo hanno ridotto all’ombra del villain che dovrebbe e poteva essere. 


L’innamoramento tra Lee e L’Enigmista è inverosimile e costruito in maniera pessima e incoerente, rispetto soprattutto alla riscoperta alleanza tra Nygma e Oswald, e ha trascinato in una pessima trama anche lo stesso personaggio di Lee Thompikns, che anche se si risolleva verso la fine grazie a una certa riaffermazione femminile, non si capisce né la direzione del personaggio, né la sua utilità ai fini della trama. Avrebbero potuto lasciarla a dirigere in pace la sua clinica gratuita, indirizzandola verso la natura del personaggio della serie animata, facendole anche allacciare un saldo rapporto di amicizia con Bruce. Invece, dal finale sembra che diventerà una villain, e lo stesso Enigmista non so che fine potrà fare. Teoricamente lui aveva già compiuto la sua completa evoluzione grazie al conflitto con Oswald e ora non so sinceramente quale sarà il suo destino.
Gotham, ci ha regalato un finale che trasporta lo show e i suoi protagonisti su una nuova strada, come ci avevano promesso, ma che non riesce totalmente a consacrare lo show.


Il Joker, di Monaghan, mantiene la promessa di portare distruzione a Gotham, anche grazie all’ingerenza mistica di Ra’s Al Ghul. Entrambi vogliono portare Bruce a una drastica trasformazione, e Ra’s è convinto che Jeremiah sia il mezzo per spingere Bruce a diventare il Cavaliere Oscuro e suo futuro erede.
Jeremiah non mi è dispiaciuto, ma trovo sia un Joker fin troppo serio, nonostante abbia degli exploit di pazzia totale, come il fatto di uccidere lasciandoli a bruciare vivi. Per altro, lui si crede più capace e lungimirante di Jerome, ma grazie ad Harvey e a Lucius Fox i suoi piani falliscono e non sarebbe riuscito a portare a compimento nulla senza l’aiuto di Ra’s Al Ghul.
Una presenza che mi ha irritato (è già risorto e morto troppe volte), e ha tolto spazio a Jeremiah che avrebbe dovuto essere il centro di questo finale. Senza contare che, avendo avuto la visione, avrei preferito che Ra’s si facesse da parte, in attesa della nascita del Cavaliere Oscuro, sarebbe stato preferibile, dato che se lui non fa altro che interferire cosa ci sarebbe di profetico, dato che piega gli eventi al suo volere?
Oltretutto, molto facilmente Jeremiah, avrebbe potuto avere davvero dei generatori nascosti come piano di riserva, senza necessitare ai fini di trama dei poteri mistici di Ra’s per scappare dalla prigione e distruggere Gotham.  Insomma, io avrei evitato un ulteriore coinvolgimento della Setta Degli Assassini (uno dei punti più bassi dello show) e piuttosto avrei dato spazio in più a Ecco, che dopo l’esordio di Jeremiah, è totalmente sparita, nonostante fosse il suo braccio destro.

Anche senza Ra’s, i piani di Jeremiah erano ben precisi. Era intenzionato a  far esplodere gli edifici più importanti di Gotham, così che la città cambiasse per sempre e diventasse più simile a uno dei suoi amati labirinti, e avrebbe approfittato di quella devastazione per far uscire la vera natura del suo amico Bruce. D’altra parte tutto ciò che serve è soltanto una brutta giornata, e lui crea per Bruce appositamente tutte le condizioni perché questo accada.
Il rapimento di Alfred e la proiezione di tutte le torture che ha sùbito, coadiuvate dalla tossina dello Spaventapasseri, portano al limite Bruce, che riesce a uscirne senza impazzire solo grazie a Selina. Le citazioni e la messa in scena a richiamo di Killing Joke mi sono piaciute, le proiezioni delle torture di Alfred fanno effetto, e il maggiordomo svolge un po’ il ruolo che ha Jim Gordon nel fumetto, peccato però che il tutto fosse più che altro una messa in scena e il vero Alfred fosse nascosto in uno sgabuzzino. Ovviamente sapevamo che ad Alfred non potesse succedere nulla di male, ma la sostituzione e il bluff inscenato grazie alla tossina dello Spaventapasseri, hanno smorzato un po’ tutta l’atmosfera tesa e violenta. In compenso ho adorato l’abbraccio tra Bruce e Alfred, e ho amato il team up con Selina.


Bruce e Selina, ormai hanno il pieno sostegno reciproco, sono cresciuti,  e lei sarà lì per lui ogni volta che ne avrà bisogno. È lei, infatti, a combattere lo Spaventapasseri per Bruce e a scoprire il vero Alfred. Una ship che però è perseguitata dal mai una gioia evidentemente, perché non appena hanno un momento per loro, ecco che vengono interrotti, e questa volta in modo decisamente più tragico. Jeremiah grazie all’alleanza con Ra’s, riesce a  entrare di nascosto a Wayne Manor e spara a Selina, lasciando Bruce in preda alla disperazione.
“No Man’s Land” si apre infatti con Bruce che accompagna Selina in ospedale e le promette di restare con lei. Promessa che non riesce a mantenere, ma non per sua scelta.


Al contrario di quanto pensavo, Jeremiah non è fuggito da casa Wayne, dopo l’attacco a Selina, ma è stato menato da Alfred (io volevo vedere la scena però) e arrestato. Lo vediamo, infatti  preso in custodia dal GCPD, in una sequenza che mi ha ricordato per certi versi il “Cavaliere Oscuro” di Nolan, e anche in questo caso, avere il Joker dietro le sbarre non significa poter abbassare la guardia, anzi. Tutto grazie alle ingerenze dell’esercito (che sembravano un branco di beoni messi giusto per mettere Gordon ancora più in difficoltà) che non solo fa tutto il contrario di ciò che dovrebbe fare, ma espone Bruce a un confronto con Jeremiah, che era chiaramente una trappola. 


Con Ra’s al Ghul come alleato, infatti, Jeremiah ha avuto modo di piazzare altre bombe, stavolta sui ponti di Gotham, e di poter evadere, rapendo Bruce. Sia lui che Ra’s, intendono cambiare Gotham radicalmente perché possa permettere al futuro cavaliere oscuro, e a Jeremiah stesso di risorgere. A contrastarli si schierano il gruppo improbabile composto da Barbara, Tabitha, che vuole vendicare Selina, il Pinguino e Alfred , che ovviamente vuole salvare il suo master B.


Uno scontro che porta all’ennesima morte di Ra’s Al Ghul, grazie a Barbara e al pugnale riforgiato, e alla realizzazione del piano di Jeremiah. I ponti esplodono sotto gli sguardi sconcertati di tutti, e in quel momento la città viene isolata dal resto del mondo. Una citazione diretta alla saga fumettistica, che viene perpetrata anche nel finale, in cui vediamo insorgere i villain, e primo fra tutti Oswald, per rivendicare i territori e farla da padrone. Tra i tanti, manca Poison Ivy, che hanno lasciato nel dimenticatoio, ma è stata comunque una bella sequenza, e introduce anche un villain nuovo come la Madre e L’Orfana.



Di fronte a tale desolazione, Bruce non può partire con Alfred e Selina. Gotham diventerà una sua responsabilità, e così resta a combattere, muovendo un altro decisivo passo, per essere il Cavaliere Oscuro.
Bruce, non è l’unico però, a restare a difesa di Gotham.


Jim Gordon, dopo aver scampato l’esplosione, non fa che cercare di salvare Gotham mentre combatte contro il tempo e contro le paranoie di Nygma, che geloso di Lee, dopo averli spiati di nascosto, lo rapisce e cerca di ucciderlo sotto una pressa.

L'unica gioia 
Insomma, come se non avesse abbastanza gatte da pelare, il povero Gordon si ritrova a dover avere a che fare anche con Ed. Una storyline piuttosto inutile, ma che dà modo a Jim e Lee, di parlarsi chiaramente e dirsi addio. Lei non può più essere la persona che lui amava e vorrebbe, e Jim avrà sempre una Gotham da proteggere e salvare.
Ed è quello che Gordon fa. Torna al GCPD e con Harvey e il dipartimento dalla sua parte, fanno evacuare i ponti il prima possibile e cercano di mantenere l’ordine. Jim, con Harvey e Lucius, sono l’ultima difesa della città, e per dimostrare che non tutto è perduto, e che Gotham e i suoi cittadini non sono stati dimenticati, accende un gigantesco faro sul tetto del GCPD. Un prototipo del Bat segnale, che ha mandato in visibilio tutti i fan, e davanti al quale si ritrovano Jim e Bruce. Perché nonostante l’oscurità, ci sarà sempre qualcuno disposto a combattere, nonostante tutto, ci sarà luce.


Una scena, che ha commosso la fan girl che è in me, e  mi ha anche fatto arrabbiare, perché penso che se gli autori avessero lasciato perdere le soluzioni soap operistiche e avessero preteso di più da loro stessi, la serie sarebbe potuta essere costruita ad arte ed essere un piccolo gioiellino. 


Così però non è stato, perché di situazioni pessime ne abbiamo avute anche in questi due episodi, primo fra tutti con la storyline di Nygma e Lee, che si conclude con un duplice omicidio amoroso (scena simile a quella della terza stagione con Jim e Lee) i due sono finiti nella mani di Strange, che ora lavora per Oswald, e sinceramente non so proprio cosa potrebbe venirne fuori.


Barbara e  le sue nazifemministe sono tornate alla riscossa e a me hanno già stufato da morire. Non è che a Gotham, le cose non funzionino a causa degli uomini visto che lei con le sue isterie nella terza stagione hanno creato un casino dietro l’altro. E mi dispiace oltretutto che le Sirene siano venute fuori così, avrebbero potuto gestirle molto meglio e abbandonare questa ideologia nazi femminista che è del tutto inutile.


Un po’ la colpa è anche di Oswald, c’è da dirlo, la sua vendetta è fantastica, ma sembra troppo tirata fuori sul momento, e  spreca un villain come Solomon Grundy, ma suppongo che dato ci sarà solo un ultima stagione conclusiva, dovessero chiudere le storie di diversi personaggi, e Butch/Grudy doveva sparire.


Una speciale, menzione va ad Harvey Bullock, che in assenza di Jim, si è dimostrato un eroe, e ha salvato la città guadagnandosi il giusto riscatto e riuscendo così a ottenere di nuovo il rispetto di tutto il GCPD.


Spero che nella prossima stagione riescano a imparare dai propri errori e che sappiano chiudere in bellezza la serie, e soprattutto, vogliamo vedere Gordon coi baffi prima della fine.




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Articolo di Cristina F.

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