DOCTOR WHO - Chi è il Dottore? Recensione episodi 1-3


Nuovo Dottore, nuovi amici, nuovi villains, nuove avventure! Tutto quello che è successo nelle prime tre puntate della nuova stagione di Doctor Who.

Per la prima volta la mia serie preferita, che non sbagliava un colpo e che ho sempre amato alla follia nel bene e nel male, mi ha fatto venire dei seri dubbi. Non mi era mai capitato di non riuscire ad avere un'opinione definita su un episodio (o più di uno, in questo caso) e, di conseguenza, non riuscire a scrivere una recensione sensata.
Quello che vi propongo oggi è un commento ragionato su vari elementi più che un resoconto delle prime tre puntate..

SPOILER ALERT: se non avete visto gli episodi e non volete spoiler, tornate più avanti.

Innanzitutto, tutte le preoccupazioni che avevo (e non erano poche!) riguardo ad un Dottore femminile sono scomparsi nei primi 15 minuti di episodio. Non ci sono dubbi: lei è il Dottore.
Il mio principale punto di domanda era "saranno in grado di rappresentare un ruolo femminile pur mantenendo le caratteristiche, quelle del Dottore, appunto, che per lungo tempo sono state prerogativa di soggetti maschili?"
Ora ho una risposta ed è del tutto affermativa; ben fatto Chibnall, ben fatto Jodie!


 I ruoli femminili fantascientifici sullo schermo, fino ad oggi, lasciano decisamente a desiderare e la "mission quasi-impossible" era riuscire a rappresentare una donna con le caratteristiche (100% male WASP fino a poco tempo fa) del Dottore senza stravolgere un personaggio di per sè iconico.
Insomma, in fin dei conti è un esercizio complesso, non ricordo nessuna donna in fantascienza (a parte Buffy, ma è un caso isolato) che abbia in sè sia le caratteristiche di leadership e "badassitudine" sia quelle di autoironia o la capacità di non prendersi sul serio. Fi
nora la fantascienza ci ha donato personaggi femminili insipidi e monolitici, dei veri e propri "ruoli" con determinate caratteristiche e poche sfaccettature, è una conseguenza normale che in molti pensino che una donna non possa avere le caratteristiche di un eroe maschile della fantascienza (la battuta facile, la presa in giro del nemico, la poca serietà ma al contempo l'eroismo, lo sguardo determinato e le capacità di combattimento).
Chibnall si è addossato una grossa responsabilità che va oltre Doctor Who, ed è una sfida non da poco, sta facendo un lavoro di tutto rispetto e dopo aver visto Jodie in azione non ho nessun dubbio che lei sia il Dottore. 

Ma veniamo ora ai personaggi.
La premiere inizia con una sequenza che solitamente caratterizza più gli episodi di presentazione dei nuovi companions piuttosto che del nuovo Dottore: quasi 10 minuti di preparazione del setting e introduzione dei nuovi personaggi e dei loro legami, con totale assenza della nostra protagonista che, come ci si aspetta, piomba all'improvviso nel mezzo dell'azione dopo che l'avevamo vista venire sbalzata fuori dal Tardis nell'episodio precedente.

Ci vengono presentati Ryan (un pò troppo alto e grosso per avere 19 anni a mio parere), sua nonna Grace e il marito Graham, successivamente Yasmin, tutti con i loro drammi personali (la disprassia motoria di Ryan, il fatto che Graham non si senta accettato dal nipote di Grace, Yasmin che vuole dimostrare il proprio valore ma non le viene permesso), le loro vite e la loro quotidianità.
Grace, quella più dinamica e più fortemente caratterizzata del gruppo (l'unica in cui io abbia notato "l'anima di companion"), purtroppo, ci lascia subito e i tre rimasti, come spesso accaduto in precedenza, vengono accidentalmente rapiti dal Dottore, che li trasporta con sè senza volerlo. Da qui inizia l'avventura e il classico tentativo del nostro alieno preferito di riportare a casa i suoi compagni, che si trasformerà, tappa dopo tappa, nell'inizio delle loro avventure (la prima delle quali ambientata negli anni '50 in USA, nel momento in cui Rosa Parks cambierà la storia).

Ma ora la nota dolente..
Comprendo che si tratta solo dei primi tre episodi e che per giudicare completamente ci sia bisogno di aspettare almeno la fine della stagione, ma non posso fare a meno di confrontare questo inizio con i precedenti "inizi" e rendermi conto che manca qualche cosa. Il Dottore e i suoi nuovi compagni sono ben interpretati e gli episodi ben scritti, dinamici, di intrattenimento, ben fatti insomma ma a questo punto, nelle stagioni precedenti (mi riferisco ovviamente alla serie moderna, non a quella classica) ricordo come una dinamica Dottore-companion si fosse già chiaramente stabilita. Secondo la tradizione, il companion di turno aiuta il Dottore in qualche modo, dimostrando il proprio valore, il proprio talento, e salvando la situazione: è in questo momento che si crea la dinamica fra il nostro alieno e il suo futuro accompagnatore/ accompagnatrice e noi, spettatori, siamo in grado di capire chi sia questa persona e perchè il Dottore decida di prenderlo/ a con sè. Benchè sia riuscita a comprendere bene uno dei companions, gli altri due mi sono sembrati "di contorno", sostituibili con chiunque; il personaggio di Graham possiede una forte caratterizzazione ed è anche magistralmente interpretato da un Bradley Walsh con i fiocchi, divertente, fortemente legato a dei sani principi e con un velo di tristezza sul viso, sia per la morte di Grace e sia per il mancato legame con il nipote acquisito, che non riesce ad accettarlo. Per quanto riguarda Ryan e Yaz, invece, non sono ancora stata in grado di dare loro "un'anima" e un carattere.
Purtroppo questa impressione si estende anche al Tredicesimo Dottore.

Non rinnegando nulla di quanto scritto sopra sul buon lavoro nel portare in scena un Dottore femminile senza perdere o stravolgere un personaggio così longevo, c'è da notare quanto poco sappiamo di questo Dottore.
Normalmente, quando un attore si cala nei panni dell'alieno, soprattutto all'inizio, siamo in grado di distinguere particolari caratteristiche e comportamenti, che lo differenziano dalle reincarnazioni precedenti, mentre in questo caso sembra quasi che Chibnall abbia pensato che essere una donna fosse sufficiente, e perciò non ci fosse bisogno di sviluppare oltre il personaggio. Ciò non significa, ovviamente, che non si riconoscano le straordinarie capacità recitative di Jodie e la competenza dello scriprwriter nel regalarci tre splendidi episodi (la potenza della terza puntata "Rosa" mi ha estremamente colpita e commossa).
Tuttavia, a confronto con le luci e le ombre proiettate dalle precedenti reincarnazioni in episodi come Rose, The Christmas Invasion, The Beast Below, Deep Breath, in cui scoprivano se stessi, con l'aiuto di chi stava loro attorno, il Tredicesimo Dottore sembra già "concluso", già consapevole.
Non ci sono dubbi che la protagonista di queste tre puntate sia il Dottore, Chibnall ce l'ha mostrato, ma non ci ha ancora fatto vedere chi sia questo Dottore.

Prima di chiudere passiamo a considerare i nuovi "big bads": gli Stenza.
Personalmente ho adorato il nuovo antagonista T'zim-Sha (o, come l'ha chiamato il Dottore, Tim Shaw) e mi è piaciuta molto l'idea di una razza aliena conquistatrice così "tribale". Nel primo episodio, infatti, apprendiamo che gli Stenza utilizzano la Terra come terreno di caccia o "campo di gioco" per il proprio rituale tradizionale, che consiste nella ricerca e nella cattura di un obiettivo designato, allo scopo di riportarlo con sè in patria, vittoriosi. Il Dottore riesce a fermare T'zim-Sha e a rimandarlo sul suo pianeta, e qui sembra terminare la storia ma, inaspettatamente, nell'episodio successivo "The Ghost Monument", sentiamo parlare di nuovo degli Stenza. Qui vengono descritti come la razza conquistatrice che sta decimando con brutalità la popolazione del pianeta da cui proviene Angstrom che, insieme ad Epzo, sta cercando di vincere una "gara di sopravvivenza" che le permetterà, appunto, di portare in salvo e garantire un futuro alla propria famiglia. Sono, inoltre, i responsabili dello stato del pianeta in cui è ambientata questa seconda puntata, tossico e morente, in cui venivano tenuti prigionieri alcuni scienziati, costretti a trovare per loro "nuovi modi di distruzione". Una razza terribilmente violenta e brutale, dunque, che probabilmente avrà un ruolo centrale con il procedere degli episodi. Infatti, sebbene Chibnall avesse assicurato che non ci sarebbe stata la presenza di una trama orizzontale, ciò non sembrerebbe essere vero: per quale motivo nominare nuovamente gli Stenza sennò? Inoltre non dimentichiamo le parole degli "straccetti volanti" che abitano il pianeta:
"We see deeper, though, further back - the Timeless Child. We see what's hidden even from yourself, the outcast, abandoned and unknown."
"Vediamo in profondità, e ancora più lontano - il Bambino Senza Tempo. Noi vediamo ciò che nemmeno tu puoi vedere, l'emarginato, abbandonato e sconosciuto."
Assenza di trama orizzontale dunque? Io non direi proprio. Queste hanno tutta l'aria di essere le premesse per una grossa svolta di trama che riguarderà il Dottore molto da vicino, oltre che questi nuovi, crudeli nemici.

Dunque, nonostate dei forti dubbi tecnici sulla caratterizzazione dei personaggi, come fan mi ritengo molto soddisfatta di questo passaggio di testimone. Chibnall sta portando alti il nome e l'onore della serie, oltre che gli scolti: quasi 11 milioni di spettatori solo in UK e uno share del 40 per cento.
Con il procedere degli episodi, spero di riuscire a vedere ciò che, per il momento, mi manca di più: non il Dottore, ma il Tredicesimo Dottore.

 P.S. Il Tardis è meraviglioso, sia dentro che fuori. Mai visto nulla di simile prima.

P.P.S. MI SONO INNAMORATA DELLA NUOVA SIGLA DI TESTA.







Il quarto episodio di Doctor Who "Arachnids in the UK" andrà in onda domenica 28 ottobre 2018 su BBC One ed è scritto da Chris Chibnall e diretto da Sallie Aprahamian.



Un saluto alle nostre affiliate
 


Non perdere neanche una notizia! Seguici sulla pagina Facebook o sul nostro Gruppo o su Twitter.
Condividi su Google Plus

Articolo di Gotcha

0 commenti: