OUTLANDER - Recensione 4x12: Providence



Episodio intenso e dal finale sconvolgente!

Attenzione:Spoiler!

"Il perdono libera l'anima, rimuove la paura. E' per questo che il perdono è un'arma potente" diceva Nelson Mandela.

E lo dice pure Jamie Fraser nella lettera inviata alla sua Brianna per mano di Lord John Grey. Un messaggio toccante ed importante, con cui invita la figlia a non farsi prendere dalla voglia di vendetta, a non sporcarsi le mani con un delinquente incallito come Stephen Bonnet che morirà comunque per mano di qualcun altro, visto ciò che continua a fare.
Aggiunge, poi, la personale speranza che le cose si possano aggiustare tra loro quando si rivedranno. Si, perché Jamie, Claire e il giovane Ian continuano il loro disperato viaggio per liberare Roger dai Mohawk e riportarlo da Brianna, come promesso. In questo episodio non li abbiamo visti perché l'attenzione è stata centrata sugli altri protagonisti alle prese con il proprio destino.



Brianna, dunque, a River Run, viene informata da Grey dell'arresto di Bonnet per contrabbando, pirateria e omicidio e della sua prossima condanna a morte. Il Lord si sarebbe aspettato un sospiro di sollievo, invece la ragazza gli dice che vuole incontrarlo e perdonarlo. Le parole del devotissimo padre hanno avuto effetto.
Così, si prepara l'incontro a Wilmington, nella stessa prigione in cui è racchiuso anche Murtagh. La ragazza è, ovviamente, nervosa ma entra da sola perché Bonnet è incatenato e non potrà farle alcun male.
Un dialogo forte, quello tra i due: "Sono venuta a darti il mio perdono" e gli mostra il pancione con la convinzione che sarà difficile morire per lui, a quel punto, sapendo di aver lasciato sulla Terra qualcosa di suo che non gli assomiglierà mai nel carattere perché lei gli insegnerà ad essere buono. 
In effetti, lo sguardo di Bonnet cambia in quel momento, sembra vacillare e redimersi, tanto da togliersi una gemma dalla bocca e donarla a Brianna per il mantenimento del piccolo. 
Questo incontro è una delle parti fondamentali dell'episodio e in esso vediamo una ragazza molto simile a sua madre, Claire, piena di coraggio e determinazione e anche Grey lo nota. Il rapporto tra i due sta diventando sempre più bello, c'è affiatamento e un profondo affetto. Grey, ormai, è un membro della famiglia Fraser perché, dopo, fa qualcosa di importante in contrasto con il suo ruolo.



Infatti, prende le difese del gruppo messo su da Fergus per liberare Murtagh. Tutti si incontrano all'interno della prigione e, per fortuna, non c'è esitazione nell'aprire la cella con il mazzo di chiavi di una guardia. Lo stesso Fergus si dimostra determinato a portare a termine il piano, mentre Murtagh e Grey discutono su chi debba riaccompagnare Brianna a River Run e proteggerla. Su questo ha ragione Grey: se andasse con Murtagh rischierebbe di finire impiccata anche lei. 
Il piano, dunque, riesce e la prigione viene fatta saltare in aria per creare un diversivo e lasciarli fuggire tranquillamente. C'è solo un interrogativo: Bonnet sarà fuggito dopo esser riuscito a prendere il mazzo di chiavi gettato a terra? 
Da sottolineare l'atteggiamento di Fergus che ancora non avevamo mai visto così deciso e pronto a tutto per salvare l'amico. Un comportamento in stile Jamie, potremmo dire.


E veniamo a Roger. I Mohawk lo hanno portato nel loro villaggio, Shadow Lake, nella provincia di New York, e gli danno il soprannome di Faccia di cane. Viene considerato cattivo perché la sua gente lo ha venduto e il fatto di non conoscere gli usi e i costumi dei nativi inasprisce il loro atteggiamento.
Infatti, viene messo in una capanna con un altro prigioniero, Padre Alexander Ferigault e qui viene fuori un'altra triste storia che, in parte, riassume anche quella di Roger che comprende benissimo i suoi sentimenti.
Ora, il prete è prigioniero perché si è rifiutato di battezzare la piccola nata dal suo amore per la guaritrice e la punizione che lo attende è una tortura senza fine. Roger prova in tutti i modi a fargli cambiare idea, gli racconta di quante possibilità ha avuto per fuggire ma è sempre ritornato per ritrovare la sua amata, di come il dolore provato lo abbia cambiato rendendolo un uomo diverso, più egoista....tutto è vano, il prete resta fermo nelle sue convinzioni e si lascia torturare su un pira in fiamme. Le sue urla strazianti riecheggiano nella zona e convincono Roger a tornare indietro proprio quando riesce a fuggire per l'ennesima volta. Dinanzi a un uomo sofferente, compie un gesto di compassione affinché termini la sua agonia e il prete prende fuoco interamente.
Purtroppo, Roger non ha fatto i conti con la guaritrice, la donna che lo ha amato e che, presa dall'immenso sentimento che prova per lui, bacia la bimba, l'adagia a terra e si getta sulla pira lasciandosi afferrare dalla fiamme e bruciando con il suo amore.
Una scena straziante, drammatica e commovente al massimo che gli autori di Outlander hanno scelto di girare al rallentatore, donando un effetto ancora più intenso e un finale inaspettato e sconvolgente. 

Queste sono solo le premesse di quanto ci aspetta nel prossimo episodio, ossia il finale di stagione dai mille colpi di scena che, questa volta, durerà più del solito: 80 minuti!
Siamo già in trepidazione.

Alla prossima settimana!



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Articolo di Lidia Lyn

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