SLOW HORSES - Recensione della quarta stagione

SPOILER ALERT: VI CONSIGLIAMO DI LEGGERE LA RECENSIONE SOLTANTO SE AVETE VISTO LA SERIE!!!

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Lo scorso 4 Settembre è arrivata su Apple TV+ la quarta stagione di Slow Horses, la serie di genere spy-drama creata da Will Smith e tratta dalla saga letteraria della Slough House targata Mick Herron (nello specifico la quarta stagione è tratta dal libro Spook Street). A seguito dei numerosi riconoscimenti ricevuti, fra cui l'Emmy per la miglior sceneggiatura per una serie di genere drama, la serie decide di alzare il livello per questo quarto ciclo di episodi, offrendo una storia avvincente e piena di risvolti importanti.

"I think you know that people are sent to Slough House for one of two reasons. One, they’re a total fuckup. [...] And two, they’ve unwittingly pissed someone off."

La quarta stagione mantiene i toni tipici della serie, mettendo in scena una trama che è in linea con quanto visto nelle precedenti stagioni, con una buonissima componente thriller di stampo spionistico che non annoia mai, ma che stavolta verte sull'approfondimento di uno dei protagonisti. Infatti l'intreccio stagionale riguarda da vicino River Cartwright, il personaggio interpretato da Jack Lowden, il cui passato viene svelato nel corso dei sei episodi, dove capiamo di più anche sui suoi genitori, uno dei quali è l'antagonista della stagione, interpretato da un sempre carismatico Hugo Weaving. Sul lato tecnico la serie non perde le sue tipiche connotazioni, come l'ottima messa in scena delle sequenze d'azione, come anche sulla scrittura dei personaggi e dei vari dialoghi, quest'ultimi ancora pregni di un' ironia molto pungente. Per quanto riguarda il lato recitativo, il cast è ormai amalgamato perfettamente, ed è sorretto divinamente dallo straordinario Gary Oldman, che ormai è completamente fuso col personaggio iconico di Jackson Lamb. Ma non dobbiamo dimenticarci degli altri comprimari, dove possiamo senz'altro menzionare Jack Lowden, Kristin Scott Thomas, il cui personaggio in questa stagione si è scontrato con un' avversario tutt'altro che superficiale, ovvero il Claude Whelan di James Callis, in una storyline che fa' emergere nuovamente le crepe del servizio segreto britannico, Saskia Reeves e la sua favolosa interpretazione di Catherine Standish, Rosalind Eleazar, l'ironico Christopher Chung, la spericolata Aimee Ffion-Edwards e Kadiff Kirwan, il cui personaggio, Marcus Longridge, perde la vita alla fine di questa stagione, e Jonathan Pryce, nei panni di David Cartwright, il nonno di River, mentre sul lato delle new-entry, oltre ai già menzionati Weaving e Callis abbiamo le nuove aggiunte della Slough House, ovvero la Moira di Joanna Scanlan e l'enigmatico J.K. Coe di Tom Brooke. Insomma Slow Horses continua ad essere la serie spionistica perfetta per gli appassionati del genere, ma adatta anche a chi non è proprio abituato a questo tipo di storie, soprattutto grazie alla semplicità e all'ironia con cui vengono raccontate. In attesa dell'arrivo della quinta stagione, prevista per il prossimo anno, e della sesta, ancora in produzione, non vi resta che (ri)vedere questa serie davvero imperdibile.

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Articolo di Ada Bowman

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