YELLOWJACKETS - Recensione della terza stagione

SPOILER ALERT: VI CONSIGLIAMO DI LEGGERE LA RECENSIONE SOLTANTO SE AVETE VISTO LA SERIE!!!

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Nel 2021 debuttò su Showtime, canale televisivo molto celebre che poi sarebbe stato accorpato a Paramount+, una delle serie più controverse e intriganti degli ultimi anni, che di stagione in stagione è riuscita a catturare l'interesse di moltissimi spettatori. Yellowjackets, serie mystery creata da Ashley Lyle e Bart Nickerson (The Originals, Narcos), è arrivata alla terza stagione, con un ciclo di episodi che da una parte ha saputo chiudere il cerchio rispetto a quello che avevamo visto nell'episodio pilota, mentre dall'altra ha portato a una nuova consapevolezza su quello che avverrà in seguito, ma non senza qualche intoppo lungo la strada.

"I've tried for years to remember what happened out there, to understand why it seemed like I couldn't remember so much of it. Why none of us could. I'm finally starting to realize, we can't remember it because at some point we became so alive in that place that we lost our capacity for self-reflection. The trauma people say survivors forget things to protect themselves because they were so horrible, but I think we can't or won't remember it clearly because we recognize, deep down, that we were having so much fun. That's the terrible truth we left out there, buried. Along with the people we called our friends. Except it's all coming back to me now. The danger. The thrill. The person I was back then. Not a wife, or a mother. I was a warrior. I was a fucking queen. I let all of it slip away from me. It's time to start taking it back."

Arrivata a quasi tre anni di distanza dalla stagione precedente a causa del doppio sciopero del 2023, la terza stagione di Yellowjackets aveva un compito assai difficile, ovvero ripartire dopo la morte di Natalie (Juliette Lewis) e proseguire con il racconto del passato delle protagoniste, al fine di portare a una chiusura per tutto quello che avevamo visto sin dall'episodio pilota. Tale obiettivo viene conseguito in maniera egregia e, forse anche prima di quanto ci si potesse aspettare, con un finale di stagione che è annoverabile come uno dei migliori episodi della serie. Il cammino per arrivare a tale conclusione non è stato dei più facili, dato che nella parte centrale della stagione si assiste a un vero e proprio annacquamento della narrazione, con sottotrame che vengono allungate e personaggi che non sembrano avere una vera e propria direzione, mentre la vicenda nel passato vede una ripetizione stanca delle stesse dinamiche antagonistiche fra le Yellowjackets, anche se ciò viene giustificato con il senno di poi dalla sempre più centralità della figura di Shauna Shipman, personaggio già importante nelle precedenti stagioni, ma che qui assume delle connotazioni fortemente negative, arrivando addirittura a diventare una delle antagoniste principali del racconto. Motivo per cui, dal momento in cui arriva il team dei ricercatori nel 1996 e le Yellowjackets da adulte si riuniscono per indagare sulla misteriosa morte di Lottie e la videocassetta ricevuta da Shauna, la narrazione riparte, portando con se' rivelazioni importanti e una nuova consapevolezza per la prossima stagione, qualora venga confermata. A livello tecnico la serie continua ad essere molto ben fatta, con una buona regia, che eccelle nei momenti di maggior tensione, e una buonissima scelta di brani di terze parti nella colonna sonora, elemento che ha sempre contraddistinto questa serie. Per quanto riguarda il cast, bisogna decisamente menzionare Sophie Thatcher, interprete della giovane Natalie, e vera eroina della storia (la sua presenza rende "meno" dolorosa l'assenza di Juliette Lewis, che aveva fatto un ottimo lavoro nell'interpretare Natalie da adulta), come anche Samantha Hanratty e Christina Ricci, interpreti di Misty da ragazza e da adulta, personaggio che sta diventando man mano sempre più iconico, Tawny Cipress e Jasmine Savoy Brown, interpreti di Taissa, con la parte adulta che sta acquisendo sempre più carisma (e che ha un importanza non da poco, specialmente per la questione sovrannaturale della storia), Courtney Eaton e Simone Kessell, interpreti di Lottie, personaggio che da adulto perirà per dar via a uno dei misteri della stagione e da ragazza rappresenta uno dei personaggi più emotivi del racconto e Lauren Ambrose e Liv Hewson, interpreti di Van, la quale troverà la morte per mano di Melissa, altra Yellowjackets sopravvissuta al disastro del 1996 e interpretata dalla new-entry Hilary Swank, con menzione speciale per Steven Krueger, interprete del compianto coach Ben Scott e dell'onnipresente Ella Purnell (trovano sempre un modo per farla tornare). Purtroppo il personaggio di Shauna, per quanto sia centrale per la storia, è decisamente insopportabile, tanto da ragazza, con una Sophie Nélisse che la rende ancora più insopportabile a causa della sua non-interpretazione (probabilmente è stata scelta appositamente per irritare lo spettatore), quanto da adulta, dove, nonostante la interpreti un'attrice piuttosto esperta quale è Melanie Lynskey, continua a risultare insulsa, anche a causa di una caratterizzazione troppo legnosa del personaggio. E non dimentichiamoci degli inutili Jeff Sadecki (Warren Kole) e sua figlia Callie (Sarah Desjardins), anche se potrebbe diventare più importante (specialmente se si pensa al suo legame con Lottie) e di un Elijah Wood non pervenuto. Al netto dei difetti, Yellowjackets continua a reggere e, nonostante non siano stati chiariti alcuni elementi chiave della mitologia della serie, la curiosità per ciò che avverrà non è affatto diminuita. Adesso, aspettiamo la conferma per la quarta stagione.

 
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Articolo di Ada Bowman

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