SPOILER ALERT: VI CONSIGLIAMO DI LEGGERE LA RECENSIONE SOLTANTO SE AVETE VISTO LA SERIE!!!
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In questi primi mesi del 2025 ci sono stati dei titoli televisivi davvero interessanti, alcuni dei quali già particolarmente attesi da quando sono stati annunciati. Uno di questi è Zero Day, miniserie di Netflix creata da Eric Newman (American Primeval, Narcos), l'ex-giornalista Noah Oppenheim e il giornalista Michael Schimdt, che vede un cast di grandi star capitanate da una leggenda indiscussa del cinema, ovvero Robert De Niro. La miniserie, rilasciata lo scorso 20 Febbraio, propone una storia davvero verosimile, grazie alla quale vengono affrontate importanti riflessioni sulla realtà in cui ci troviamo a vivere, che diventa man mano sempre più incerta.
"Freedom is what allows people like you to do whatever you want. Liberty is what protects the rest of us from people like you."
Zero Day è una miniserie in sei parti, che si muove raccontando una storia di stampo thriller, la quale però affonda le proprie radici nella realtà contemporanea. Il tutto ha inizio con un devastante attacco hacker compiuto contro gli Stati Uniti, che ha causato vittime e danni disastrosi e l'ex-presidente George Mullen viene incaricato dal governo di guidare una task force per rintracciare i responsabili, in un'indagine che fa' emergere i tratti più oscuri della razza umana, specialmente di fronte a situazioni di estrema crisi. La serie, anche grazie a una buona regia e una scrittura asciutta, ma efficace, riesce a far riflettere sul pericolo che la massiccia presenza della tecnologia possa costituire per la società, sulla sempre più maggiore divisività della società, su cosa voglia dire essere liberi di dire o di fare certe scelte, sul concetto di verità e su ciò che si è disposti a sacrificare per portarla alla luce o anche per sotterrarla, in un gioco delle parti che punta anche sull'analisi più introspettiva dei personaggi. Infatti il personaggio di George Mullen, interpretato magistralmente da Robert De Niro, è al centro di questa "sottotrama" più emotiva, che lo porta ad affrontare il proprio doloroso passato e a vedere le cose con una prospettiva più ampia man mano che si addentra nell'indagine per smascherare i colpevoli dell'attacco del Zero Day, i quali si rivelano essere molto più spietati di quello che sembrano. Naturalmente uno degli elementi di questa serie che spicca sicuramente è il cast stellare, perchè, oltre al menzionato De Niro, abbiamo interpreti del calibro di Jesse Plemons, che interpreta Roger, uno dei membri della task force di George, il quale ha un collegamento non indifferente con la trama principale, così come la sua ex-fidanzata Alex (Lizzy Caplan), la figlia di George, la quale non ha un rapporto semplice col padre, la Valerie di Connie Britton, anche lei legata in un certo modo a George, la presidente Mitchell di Angela Bassett, che si scopre essere più ambivalente del previsto e Matthew Modine, che interpreta lo spietato Richard Dreyer. Il cast vanta anche Joan Allen, che interpreta Sheila, la moglie di George, un personaggio scritto in maniera abbastanza strana, specialmente sul finale e Dan Stevens, interprete di Evan Green, rappresentazione un po' sintetica del classico tipo fissato con i complotti. Togliendo alcuni elementi poco chiari, come tutta la questione riguardo all'arma neurologica Proteus, Zero Day è una miniserie davvero interessante, che punta sul trattare tematiche umane alla luce di un evento di grande crisi, con i due aspetti che si bilanciano piuttosto bene, senza mai strafare, e, chissà, magari la serie potrebbe arrivare agli Emmy.
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