FRINGE - Ricostruiamo la storia di Fringe con il Cast e i membri della produzione


Solo per voi, un ricco excursus storico che ripercorre il cammino di Fringe, dai suoi primi passi all'attesissima conclusione...il tutto attraverso un'intervista ad alcuni membri del cast e della produzione.




Uno scienziato pazzo, il suo geniale figlio e una giovane agente dell'FBI compongono lo strano surrogato di famiglia al centro della trama del serial Sci - Fi, "Fringe". 
Un prodotto che ha lottato contro cinque stagioni poco redditizie dal punto di vista degli ascolti, ma ricche di infiniti e affascinanti colpi di scena, che hanno tentato di raccontare la storia dell'Universo...o meglio...degli Universi. Ora che manca così poco alla conclusione di questo serial, vogliamo ripercorrere i momenti chiave della sua evoluzione attraverso i racconti di chi ha vissuto l'esperienza in prima persona. 


Dopo aver consegnato le redini di Lost a Damon Lindelof e Calton Cuse, il regista J.J. Abrams si è spremuto il cervello alla ricerca del suo prossimo successo televisivo, rivolgendosi al genio di Alex Kurtzman e Roberto Orci, ai quali poi si sono successivamente aggiunti Jeff Pinker e Joel Wyman. Insieme hanno dato alla luce un prodotto che è riuscito a fondere il loro amore collettivo per la fantascienza. 

J.J. Abrams: L'idea era quella di creare uno show ispirato ai primi film di Cronenberg, con un po' di The Twilight Zone e X-Files, un prodotto che fosse esageratamente bizzarro e sovraumano allo stesso tempo. Così mi sono messo in contatto con Alex e Bob e insieme abbiamo deciso di unire ciò che amavamo e creare qualcosa che sarebbe potuto piacere...e siamo arrivati a Fringe. Ne avevamo parlato al ComicCon di quell'anno, e alla mia prima stesura, lo chiamai "The Lab". Era ancora qualcosa di vago, poi ci siamo messi insieme tutti e tre e ci siamo arrivati..."

Jeff Pinker: "La prima volta che mi ritrovai ad avere a che fare con Fringe fu sul set 
del primo "Star Trek". I tre creatori stavano parlando tra loro dell'episodio pilota e penso che tutti noi sapevamo già che nessuno di loro sarebbe rimasto tanto a lungo a mantenere le redini di un prodotto. J.J. mi lanciò il prodotto mentre eravamo sull'Enterprise. Ciò che mi colpì fin dall'inizio furono i personaggi e poi, personalmente, ho sempre amato il tema della scienza di confine!"

Joel Wyman: "Ho sempre amato la fantascienza, ma sono più un'esistenzialista. Voglio dire, sul momento ho pensato "Non ho scritto molta fantascienza" e J.J. rispose "Non preoccuparti di questo, amico, la storia parla di una famiglia e sono tutte cose che tu ami..."


Quando arrivò il momento di dare il via al casting, la troupe incontrò numerose difficoltà per la scelta del trio principale, attorno al quale si sarebbero sviluppate le vicende dello show...

J.J. Abrams: Siamo stati molto fortunati a trovare Josh. Lo avevo conosciuto qualche anno prima, quando stavo girando "Felicity" e lui girava "Dawson's Creek". Aveva un grande senso dell'umorismo e una reale predisposizione per il dramma..."

Joshua Jackson: "Ero stato escluso da "Star Trek". Avevo sostenuto le audizioni sia per Kirk che per Bones, forse è stato questo a farmi rimanere impresso nelle loro menti. Avevo conosciuto J.J. molto tempo prima, sono un grande amico di un attore, Scott Foley, che ai tempi recitava in "Felicity", perciò praticamente lo avevo incontrato agli inizi della sua carriera televisiva. Lo avevo incrociato più volte durante gli anni, perciò penso che avesse già un'idea di chi io fossi. Il copione dell'episodio pilota lasciava trapelare molte possibilità su ciò che lo show avrebbe potuto offrire, il che è stato esattamente ciò che mi ha affascinato..."

J.J. Abrams: "Abbiamo incontrato parecchie difficoltà per il casting del personaggio di Olivia. Poi abbiamo visto Anna (Torv) e abbiamo pensato "Eccola è lei". Anna aveva un'intensità, la raffinatezza e la bellezza, ma mostrava anche tutte le caratteristiche dell'essere umano, l'intelligenza, la vulnerabilità...ho pensato che Olivia dovesse essere così!"

Anna Torv: "Penso che la lettura del copione del pilot fosse molto simile a quella di film. Soprattutto per quanto riguardava la storia di Olivia, molto chiara e concisa. Si iniziava con quest'aitante e coraggiosa agente dell'FBI che alla fine ritrova il suo mondo completamente fatto a pezzi. E' così che la incontriamo nella prima stagione. Penso che anche tutt'ora non si "guarita" del tutto, ne ha passate tante...ancora e ancora e ancora. E' un grande personaggio, così come grande è il suo percorso..."

John Noble: "Ciò che mi attirò principalmente fu il personaggio di Walter, lo sapevo prima di leggere il copione. Sapevo che era il personaggio che avrei voluto interpretare fin dal momento in cui mi presentai all'audizione. Quando lessi la parte, capii di trovarmi davanti ad una storia in evoluzione. Era uno speciale della durata di due ore. Conoscevo anche la reputazione di J.J. ...solo lui poteva creare queste cose magiche! Ci siamo ritrovati a Toronto, con un clima gelido e con 3 metri di neve per le riprese...ero davvero entuasiasta!" 


J.J. Abrams: "John mostrava una predisposizione come meraviglioso, brillante, straziante e divertente scienziato pazzo, sembrava interpretarlo senza alcuno sforzo!  E' stato fantastico..."


Il loro cast di supporto (del trio protagonista), potrebbe ritenersi allo stesso modo vitale, nonostante molti di quei personaggi siano morti prima della fine della serie, come ad esempio, Kirk Acevedo (Charlie Francis) e Mark Valley (John Scott), morto nell'episodio pilota...

Mark Valley: "Avevo letto la sceneggiatura e lui moriva nell'episodio pilota, perciò sapevo a cosa sarei andato incontro. Pensai che, per essere un personaggio morto all'inizio della serie, aveva un grande spazio nella narrazione. E' stato grandioso lavorare con gente tanto talentuosa! Anna è una grande attrice, Josh è un ragazzo davvero piacevole e ho sentito che John ha fatto cose grandiose con il suo personaggio! Non sono stato molto presente ma la gente continuava a chiedermi: "Dove sei finito? Sei in un universo alternativo?". Sono orgoglioso del lavoro fatto..."

Blair Brown: "L'episodio pilota presentava molte connessioni con "Stati Alterati", il mio primo grande film, con William Hurt, c'erano tutte queste nozioni su molteplici realtà, estensione della coscienza, tutte cose delle quali si parlava anche nel film...per questo ero molto eccitata! Mi piaceva l'idea di interpretare questa donna, perché alla fine era un continuo conflitto tra la Massive Dynamics e il suo schierarsi con o contro i servizi governativi. Chi erano i buoni? Chi erano i cattivi?"

Lance Reddick: "Quando lessi il copione, la prima cosa che pensai fu che l'unico ruolo giusto per me fosse quello di Broyles. Era esattamente il tipo di show che faceva per me, serializzato...il tipo di prodotti che amo fare e che amavo guardare..."

Jasika Nicole: "La prima volta che ho letto il copione di Fringe è stato sull'aereo per Toronto, per andare a girare l'episodio. Quando ho fatto l'audizione, non ho avuto la possibilità di leggerlo. Non avevo mai visto le reali caratteristiche del mio personaggio. Era il periodo post - Lost, perciò tutti cercavano di mantenere il più possibile il riserbo sui nuovi prodotti televisivi, senza lasciar trapelare notizie...ricordo che il pilot fu davvero bizzarro, cupo e raccapricciante..."


Il punto di svolta per la serie arrivò quasi a metà della prima stagione, con l'episodio "In Which We Meet Mr. Jones", durante il quale Fringe ha messo piede nell'ambito del "family drama"...

Joshua Jackson: "Ci sono voluti 7 o 8 episodi della prima stagione per riuscire a capire quale fosse l'orientamento della serie. Dal punto di vista creativo, l'inizio è stato piuttosto difficile, come si dice nel pilot, era come la storia di Pandora che vuole chiudere il vaso. All'inizio la storia era incentrata su questa giovane ragazza, molto forte ma emotivamente distaccata, che si trova a dover avere a che fare con persone alle quali non è collegata in alcun modo, le quali non appartengono al suo mondo...abbiamo dimostrato che in realtà lei apparteneva al mondo di Walter. Fringe è diventata una storia familiare verso metà dell'arco narrativo, quando la trama di Peter e Walter ha cominciato a venire a galla e la figura di Olivia è entrata a far parte del quadro familiare, durante la seconda stagione..."

John Noble: "All'inizio Olivia era una donna che non riuscivamo a capire. Era semplicemente una donna che stava soffrendo. Sapevamo della storia di John Scott, ma non c'era molto altro sul suo conto. Poi man mano abbiamo cominciato a scoprire il suo cuore, la storia del Cortexiphan e il fatto che, da bambina, avesse subito abusi in famiglia. Questo ci ha permesso di affezionarci ad Olivia, il che è stato un grande successo, lo sapete. J.J. voleva raccontare la storia di un padre e di un figlio e ha fatto sì che io e Josh costruissimo un certo tipo di rapporto fin dall'inizio, il che ha funzionato alla grande! L'altro personaggio importante con cui abbiamo avuto a che fare è stato quello di Astrid, interpretato da Jasika Nicole. Non so che cosa avessero in mente all'inizio per lei, ma alla fine è entrata a fare parte del nucleo. E poi c'era anche il rapporto con Broyles, il legame ricco tra Nina e Walter..."




Fonte: tvguide.com



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Articolo di Unknown

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