ONCE UPON A TIME - Recap finale della seconda stagione in attesa della terza!

Letteralmente, l'espressione inglese "cliffhanger" indica chi "rimane appeso a un precipizio", una situazione che rappresenta uno stereotipo della suspense nei film e telefilm. Certi autori sono molto cattivi a riguardo!
Sono passati parecchi mesi dal finale della seconda stagione ( And Straight 'Till Morning) e l'attesa sta finendo. Questa sera andrà in onda la prima puntata della terza stagione di OUAT! Finalmente possiamo avere delle riposte, possiamo vedere dove ci stanno portando gli autori e soddisfare le nostre curiosità. 

Il cliffhanger del finale di stagione è stato un' esplosione di eventi. Volete che vi rinfreschi la memoria? Ecco qui:
Abbiamo Henry nelle mani di Peter Pan, un villan del quale anche MrGold ha paura ,Greg e Tamara che nascondono molto più di quel che ci hanno fatto vedere,Neal insieme a Philiph,Aurora e Mulan, Emma insieme a Regina,Charming, Snow, Hook e Rumple in viaggio per Neverland, Belle rimasta a Storybrooke per difendere la città, in arrivo il personaggio di Ariel e penso molti altri. 


Abbiamo scoperto grazie ad un flashback che Hook  aveva visto in Bea un figlio,una persona così simile a Milah. Quando Emma gli ha detto della scomparsa di Neal/Bae,tutto è cambiato. E' tornato indietro perchè era la cosa giusta da fare a scapito del suo egoismo.


Regina era pronta a sacrificarsi e come ha detto Henry...questo è un gesto da eroi. Ha creato lei il congegno e lei doveva distruggerlo,non chiedendo aiuto a nessuno. Emma ha salvato Regina per Herny ma per fare un gesto del genere ci deve essere anche un affetto personale che credo esista.

Tutto bene quel che finisce bene...dicono...ed ecco lì che ci portano via il nostro piccoletto!

Siamo giunti alla terza stagione e spero che la tecnica di trasmettere la serie in due blocchi da 12 puntate ciascuna senza pause riesca a far risalire gli ascolti deludenti della scorsa stagione. 

Allora siete pronti per vedere cosa accadrà in questa stagione? Io si! 







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Articolo di Dana Ghanoum

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