HOMELAND- Recensione 3x12 "The Star"

Passano i giorni e ancora mi chiedo come ho fatto a non capire dal titolo cosa sarebbe successo.


Homeland ha sempre usato titoli con uno scopo preciso.
The Star.
Sono sempre stata oggettiva nelle mie recensioni a riguardo ma questa volta ho bisogno di scrivere emozioni.

L'inizio di puntata è stato vivere d'ansia. Nessun dialogo, nessuna parola. Per tre minuti nessuno ha parlato e dopo cinque minuti, Brody lo ha fatto.
Brody ha ucciso Akbari e Carrie è così fiera di lui, così pronta a credere che sia vero e che è l'inizio di qualcosa.
Sembrerebbe esser tornati alla 2x12. Carrie guida e aiuta Brody a scappare. Questa volta non c'è la lake house, non ci sono baci, non c'è il calore di quel camino.
Questa volta...c'è il deserto.
I was born in the desert. Carrie scopre l'ultima cosa su Brody.

Le scene insieme, in quella casa vuota...racchiudono tutta l'essenza di questa storia d'amore che ci ha fulminati, ci ha dato tanto e tolto tutto.
Brody si guarda allo specchio non trovando più l'eroe di una volta. Non si può aggiustare un omicidio con un altro.  I'm a lot of things but not a marine anymore. 
Ed ecco che Carrie dice la verità. E' incinta e il padre è quest'eroe maledetto. Non ci sono stati baci, non c'è stato sesso...ma c'è stata questa frase che ha superato tutto:
I think it sounds like the only sane fucking thing left to hold onto.
Brody era pronto ad esser padre, a ricominciare...ma più di tutto era pronto a morire.
Viene catturato, viene del tutto sacrificato. Il suo paese, la sua patria, ha deciso di abbandonarlo al suo destino. Carrie, ancora una volta, vede l'uomo della sua vita andar via, costretto.

Lei è sempre stata la protagonista ma le sue azioni giravano intorno a lui. Ed eccola che chiede quei due minuti. All I'm asking for...is two minutes. 
Javadi forse ha ragione nel dire : Everyone sees him through your eyes now. 
Ora è l'eroe americano per alcuni.
Ero in lacrime, ero distrutta, è stato uno di quei momenti in cui due minuti vorresti durassero per sempre.
Carrie, it's over. I want it to be over. [...] Don't put yourself through that. 
Nulla poteva far più male di questa frase: Can you be here just for few seconds?


L'amore di una donna ucciso dal sistema, dalle apparenze, dalla burocrazia, da tutto.
Brody non si nasconde dietro a quel cappuccio e decide di morire con la testa scoperta. E la cerca, la vede ed ecco l'ultimo sguardo che veramente importi. L'amore della sua vita, quell'amore durato poco ma vissuto in ogni possibile sfumatura...



Penso che una delle cose più dolorose è il fatto che tutto ciò avviene fino a metà puntata e tu, spettatore, devi vedere l'altra metà con la consapevolezza che tutto è andato.
Non mento, io per tutto il tempo non c'ho creduto e cercavo Brody in ogni viso che appariva. Ma niente.

FOUR MONTHS LATER. 

Saul non è più nella CIA e non parla con Carrie. Lei è rimasta e farà carriera ad Istambul. Sembra tutto normale...
132 stelle saranno messe sul muro della CIA per ricordare gli eroi...132, non 133. Brody non è stato incluso.
Carrie sta crollando. Il dolore di aver perso Brody è ancora lì e in più la grande paura di non poter essere una madre adatta. That kid is a gift. Quinn, ancora una volta, è pronto ad esser parte della vita di Carrie.
Probabilmente questa stagione ci hanno fatti abituare a vederli sempre più insieme per una ragione.
Saul e Carrie si rivedono e chissà cosa ne sarà di loro. Saul è andato via per sempre?
Cosa sta succedendo alla CIA di così importante?
Non c'è scena più memorabile di Carrie che disegna la stella vicino alle altre su quel muro della CIA. Sono ancora senza parole.

DAMIEN LEWIS.
Ci sono degli attori che recitano ed altri che vivono recitando. Lui ha dato vita ad un personaggio epico, imperfetto, complesso e unico nel suo genere. Brody era l'eroe mancato, il padre mancato, l'uomo mancato che ha dato la sua vita per poter contare qualcosa. Brody era pronto e lo era anche Damien.
Trovo che la perfezione della puntata abbia raggiunto livelli altissimi.
Ogni minimo dettaglio è stato disegnato con grande eleganza e intelligenza.
Ma più di tutto, Homeland è stato coraggio.
Il coraggio di far morire un personaggio principale, amato, importante...
Pochi nella storia hanno avuto questo coraggio, senza che l'attore dovesse andarsene per forza. Era tutto scritto, tutto calcolato.
Il coraggio di farlo morire a metà episodio...rischiando di perder ascolti...ero senza parole.
Record di ascolti di sempre e c'è da dire che l'episodio è uscito 24 ore prima su internet.
Homeland è un fenomeno televisivo raro. Queste tre stagioni ci hanno abituato a goderci un telefilm scritto e diretto benissimo, dove ogni cosa è al proprio posto. Tutto torna. L'unico modo per cui Brody potesse essere una stella...era di farlo morire.
Ed ora non sappiamo cosa accadrà ma il dolore, almeno il mio, ancora c'è. Spererò sempre che qualcosa abbia salvato Brody da quell'impiccagione...
Grande attore è Damien Lewis e il suo talento sicuramente verrà sempre più visto. Siamo grati a lui di averci emozionato per questi anni e, veramente, all the awards!


Le recensioni tornano nella prossima stagione ma seguiteci per sapere news ecc!


Di Dana Ghanoum
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Articolo di Dana Ghanoum

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