DOCTOR WHO - Recensione dell'episodio 8x04 "Listen"


Un saluto a tutti gli whovians! 
Come è di rito ogni settimana, ecco a voi una nuova recensione.
Questa settimana è il turno dell’episodio “Listen”, con il quale torna a riprendere in mano le redini della stagione il nostro amato/odiato headwriter, Steven Moffat. Che come sempre ha fatto un lavoro strepitoso, ma lasciandoci questa volta un po’ perplessi su certi punti e vi spiego il perché.

Credo che le persone che hanno visto questo episodio si possano dividere in due categorie:
- Chi considera Moffat un genio;
- Chi non ha capito nulla.

Io posso dire di collocarmi fra le due divisioni, nel senso che, ho passato metà dell’episodio a chiedermi cosa diavolo stesse succedendo per poi dire “Moffat sei un genio” sul finale. Non si può negare che l’episodio abbia lasciato molti dubbi nella mente dei fan e alcune cose non spiegate, ma solo per come è stato strutturato, sia a livello di scrittura che di regia, merita davvero molto. Ma non saremo whovians se non facessimo un po’ di polemica su ogni episodio, giusto?


Come suggerisce il titolo, “Listen”, è un episodio in cui l’udito è fondamentale.
A detta di Moffat, l’idea per l’episodio nasce da una conversazione fra lui e Brian Minchin (executive producer e script editor della serie) sul come utilizzare il suono in Doctor Who. La conclusione è stata quella di provare a creare una storia che parlasse di cosa pensa il Dottore dei mostri, sebbene quest’ultimi non appaiono mai.
Eppure siamo in grado di percepire la loro presenza fisica grazie all'eccezionale lavoro che c'è stato dietro al sound dell'episodio.


Quel “don’t look around” inevitabilmente mi ha fatto pensare a “don’t blink”, visto anche che gli episodi dai quali sono estrapolate le due frasi sono stati scritti dal medesimo scrittore.
E se ci pensate per ironia le frasi risultano essere l’opposto l’una dell’altra. Nel senso che per quanto riguarda gli Angeli Piangenti era necessario fissarli senza nemmeno battere ciglio, mentre con quest’altra creatura è necessario dargli le spalle per “contrastarla”.
Dunque qui arriva la fatidica domanda che sta assillando la maggior parte degli whovians dopo la visione dell’episodio: quella creatura o mostro esiste veramente o era solo finzione?
Bè, non vi nascondo che a me la teoria che sia una finzione mi affascina molto. Specialmente l'idea che tutto fosse una finzione del Dottore, e perché no, magari anche come l'idea  di "mostro" si è creata in lui.


Inoltre, Moffat riporta a galla una funzione del TARDIS poco utilizzata, sto parlando ovviamente dell’interfaccia telepatica del TARDIS, e la fa diventare un elemento fondamentale per lo svolgimento della storyline.
Questa funzione a molti è apparsa come una novità (persino a me), forse questo è successo a causa della nuova interfaccia, ma in verità è sempre esistita fin dalla serie classica e anche nella serie moderna è già stata utilizzata.
Giusto per fare qualche esempio; l’Undicesimo Dottore ne fa uso con Amy nel mini-episodio “Good Night”, ma soprattutto la utilizza per estrapolare dalla memoria di Clara le coordinate per arrivare su Trenzalore in “The Name of the Doctor”.
Adoro questa funzione del TARDIS, solo per il semplice fatto che ci fa capire che è si una macchina del tempo, ma è viva e pensa.

“E se non ci fosse nulla? E se non ci fosse mai stato qualcosa? Nulla sotto il letto, nulla alla porta. E se Sul finale stavo quasi per piangere, e ci tengo a sottolineare che io non piango mai per i film, il grande e grosso Signore del Tempo non volesse ammettere che ha semplicemente paura del buio?”
Sul finale ho rischiato seriamente di piangere, e io non sono il tipo che si commuove per un film o un telefilm.
Le parole di Clara sono riuscite a toccarmi il cuore, e il giungere alla conclusione finale che forse tutto l'episodio si sia basato sulla paura del buio del Dottore è un tocco di genialità al quale solo Moffat poteva arrivare.
Vedere un pezzetto dell'infanzia del più grande fra i Signori del Tempo; e scoprirlo spaventato ed vulnerabile lo rende forse un po' più simile a noi, lo rende più umano.
Solitamente sono i mostri a dover scappare dal Dottore, ma in questo episodio capiamo che anche lui non è sempre stato infallibile. C'era un tempo dove anche il più grande fra i Signori del Tempo aveva paura dei mostri.


Potete pensare quello che volete, ma io sono convinta che la sensibilità di Clara sia qualcosa che nessun’altra compagna del Dottore (almeno nella serie moderna) abbia mai avuto nei suoi confronti.
Lei vuole bene al Dottore, ma intendo un “bene” sincero, non si è certamente infatuata di lui come è successo a più della metà delle compagne che l’hanno preceduta.
Ha visto la sua intera time line, gli ha salvato la vita, ha imparato ad accettarlo dopo la sua rigenerazione e ha accettato ogni aspetto del suo carattere.
So che il fandom è spaccato in due per quanto riguarda Clara: c’è chi la odia e chi la ama. E dopo questa sorta di elogio che le ho fatto sento che verrò criticata da qualche hater, ma non importa, è normale che ci siano pareri analoghi e discordanti al mio.


Vorrei concludere la recensione utilizzando semplicemente le parole di Clara, esattamente come si è concluso l'episodio:
“Ascolta. È solo un sogno. Ma le persone molto intelligenti possono sentire i sogni. Quindi, per favore, ascolta. Lo so che hai paura, ma avere paura va bene. Perché non ti ha detto nessuno che la paura è un superpotere? La paura può renderti veloce, intelligente e forte.
E un giorno tornerai in questo fienile, e quel giorno avrai molta paura. Ma va bene, perché se sei molto saggio e molto forte la paura non ti renderà crudele o codardo, la paura ti renderà gentile.

Non importa che non ci sia nulla sotto il letto, o nel buio, se sai che non è un problema esterne spaventati. 
Quindi ascolta. Se non vuoi ascoltare nient’altro, ascolta almeno questo. Avrai sempre paura, anche se imparerai a nasconderlo.La paura è come una compagna, una compagna costante ed è sempre lì. Ma va bene, perché la paura può unirci. La paura può riportarti a casa.
Ti lascerò una cosa in modo che tu possa ricordare sempre che la paura ci rende tutti compagni.”

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Articolo di Ambra Gallo

3 commenti:

Mat DIR ha detto...

a me è piaciuto molto, ma ha un problema, l'essere sotto le coperte , cosa sarebbe?

Mat DIR ha detto...

mi spiego meglio, secondo me resta un poco incoerente con il finale, infondo come fa a essere una fantasia del dottore se la vedono tutti??? Boh secondo me o verrà approfondito più avanti o c'è un problema, di solito moffat rimane cmq coerente ma magari la visione di insieme l'avremo solo in futuro

Ambra Gallo ha detto...

@Mat DIR è uno dei dubbi che lascia l'episodio, non c'è spiegazione al momento XD