AWARDS SEASON - OSCAR 2015: grandi sorprese o grandi ingiustizie? (Approfondimento)



Gli Oscar di quest'anno hanno riservato grandi sorprese, per lo più belle ma anche deludenti. Le nomination ci avevano già rattristato per la mancanza di certi titoli che avremmo voluto vedere premiati ma, tutto considerato, sembra che la cerimonia si sia chiusa con un bilancio positivo. 
Scopriamo quindi i momenti migliori degli 87esimi Academy Awards.





Prima di tutto non possiamo non considerare Neil Patrick Harris e le sue performance! Durante la splendida apertura cantata con Anna Kendrick, vengono entrambi interrotti da un "inopportuno" Jack Black (che non sentivo cantare dai tempi di School Of Rock) poi "cacciato" via con una scarpa.



Il siparietto è stato divertente come pure la canzone piena di allusioni. Per il resto della serata Neil è stato piacevole e ironico in maniera spesso pungente, d'altronde è sempre stato uno show-man azzeccato. 
Il momento migliore è stato sicuramente il tributo a Birdman, in cui ha imitato una delle scene del film presentandosi in mutande sul palco, 100 punti per il coraggio!  

Fra gli interventi musicali ci sono stati Adam Levine con Lost in Stars, Lady Gaga e il suo tributo a Julie Andrews e al musical Tutti insieme appassionatamente, Tim McGraw che ha cantato la bellissima I'm Not Gonna Miss You di Glen Campbell, Rita Ora con Grateful.. 

Ma passiamo ora direttamente alle premiazioni. 
A quanto sembra, quest'anno l'Academy ha voluto accontentare un pò tutti, evitando (o almeno tentando di evitare) di incorrere nella tipica tendenza americana del "vincere facile", ossia il creare una pellicola che, per le tematiche trattate o per il cast selezionato, diventa un "asso piglia tutto", una calamita per ottenere un numero spropositato di Oscar. 
Sono stati premiati ben 12 film e, anche se in qualche caso non mi sono trovata totalmente d'accordo, posso dire di essere soddisfatta. 


Whiplash non è passato certo -perdonate la metafora- sotto silenzio e ha collezionato ben tre statuette, anche se, per alcuni, meritava molto di più. Era il favorito dalla mia collega Dana per la sua "semplicità mai scontata e fresca". Come lei, sono d'accordo sul fatto che JK Simmons debba dividere la sua vittoria con Miles Teller, talento giovane ma che sta crescendo pian piano; speriamo che questo sia il suo trampolino di lancio. 
Simmons, nel suo discorso di ringraziamento, parla della necessità di smetterla con gli sms e le mail, esortando chi ancora ha la possibilità di farlo, di parlare con i propri genitori e di starli ad ascoltare per tutto il tempo necessario, finchè avranno qualcosa da dire. Pontificatorio e patetico? No, io l'ho trovato giusto, soprattutto perchè dalla bocca di un uomo della sua età non suona certo ipocrita come invece sembrerebbe se detto da un ragazzo.
        

Boyhood, nonostante le grandi aspettative (ben 6 nomination), non ha ricevuto alcuna gratifica, il che mi ha un pochino delusa. Patricia Arquette ha ottenuto la sua statuetta e se l'è sicuramente meritata, ma non erano certo gli attori la parte migliore di questo film! E' un vero peccato vedere che un lavoro così impegnativo sia passato inosservato, una sperimentazione durata 12 anni che meritava sicuramente un qualche riconoscimento.

Con il suo discorso, Patricia Arquette si è guadagnata l'approvazione di tutta la sala, compresa quella dell'appena sconfitta Meryl Streep (candidata per Into the Woods) che si è addirittura alzata in piedi per applaudire. Le sue parole sono dedicate a tutte le donne: "Ringrazio tutte le donne che hanno partorito, tutte le cittadine di questa nazione, abbiamo combattuto per i diritti di tutti gli altri, è ora di ottenere la parità di retribuzione una volta per tutte, e la parità di diritti per tutte le donne negli Stati Uniti". Che posso dire? Amen. 



Ma andiamo ora all'altra, grande favorita fra le pellicole, che ha conquistato soltanto un premio su cinque delle nomination che aveva ottenuto.. parlo de La teoria del tutto! Ammetto che condivido appieno la scelta fatta dall'Academy, purtroppo la storia non mi aveva colpito per originalità e, sebbene fosse ben diretta ed egregiamente recitata, mi aspettavo tutt'altro da un film sulla vita di Stephen Hawking. Ma un dato di fatto resta: Eddie Redmayne è stato grandioso. 
Les Misérables è stato il film che l'ha lanciato, La teoria del tutto quello che l'ha consacrato e qui non si discute. Ha fatto un lavoro straordinario a mio parere, non solo sullo studio del personaggio ma anche e soprattutto su se stesso.  
Detto questo.. avete visto la sua reazione? Come si fa a non adorare questo ragazzo: "A mia moglie Hannah; ti amo tantissimo, abbiamo un nuovo amico [la statuetta] che condividerà il nostro appartamento". Talmente emozionato che non riesce a spiccicare una parola. Ma davvero non te lo aspettavi Eddie?


Still Alice, pellicola che ha ricevuto una sola nomination e una sola vittoria; Julianne Moore scavalca Rosamund Pike e, dopo ben cinque tentativi, conquista finalmente la tanto agognata statuetta. Fra le lacrime di gioia dice qualcosa che, secondo me, è davvero meraviglioso: "Ho letto un articolo in cui si diceva che vincere un Oscar allunga la vita di cinque anni. Se fosse vero vorrei ringraziare l'Academy perchè mio marito è più giovane di me". Dopo questa dolcissima frase la Moore ricorda la necessità di dare spazio a film come Still Alice, che danno attenzione a malattie come l'Alzheimer, in modo da poter trovare una cura un giorno.  




The Imitation Game, altro grande favorito, porta a casa il premio per la miglior sceneggiatura non originale, superando sia Whiplash che American Sniper. Se devo essere sincera la struttura del film non mi aveva del tutto convinta sebbene la storia in sè fosse davvero interessante, ottimo il cast e le ambientazioni. Mi sarei aspettata una vittoria, ma non in questa categoria. 
Graham Moore, giovanissimo e al suo debutto, dedica il premio ad Alan Turing, il matematico gay cui il film è ispirato, e coglie l'occasione per parlare a tutti coloro che, come lui, si sono sentiti o si sentono diversi o non accettati: "Quando avevo 16 anni ho tentato di uccidermi perché mi sentivo diverso, invece ora eccomi qui. [...] Siate strani, siate diversi, un giorno potreste arrivare su questo palco anche voi, e quando sarà il vostro turno, per favore passate il messaggio". Non so perchè ma ho la sensazione che questo ragazzo farà grandi cose..  



Selma vince nella categoria di migliore canzone ed è un premio meritatissimo. Purtroppo questo film è stato fonte di molte polemiche per le poche nomination ricevute e in molti hanno gridato allo scandalo accusando addirittura l'Academy di razzismo. Voglio credere che siano soltanto parole dettate dalla delusione, perchè John Legend e Common sono riusciti a emozionare tutti quanti (sottoscritta compresa) ed è una vittoria che non deve essere, per nessun motivo, rovinata da inutili discussioni. 
Perdonate la scarsa qualità del video, per ora è il massimo in circolazione.






Chi ha dato a questo bastardo la green card?
E per il gran finale la stravincita di Birdman e di Alejandro González Iñárritu, regista e sceneggiatore! Devo ammettere che tifavo per questo film e quindi sono più che soddisfatta dei riconoscimenti che ha ottenuto. Usando le parole della mia collega Dana, è "un capolavoro d'autore, un'esperienza cinematografica, una sperimentazione straordinaria". Al di là della bravura sorprendente degli attori, come la rivelazione di Emma Stone, la conferma del genio di Keaton e l'abilità drammatico-teatrale di Norton, il modo in cui lo spazio e il tempo sono stati gestiti nella pellicola mi ha incredibilmente affascinata. Siamo in uno spazio chiuso eppure mai statico, in un tempo circoscritto eppure mai lento. Credevo che, ad un certo punto, avrei perso l'attenzione e invece non è mai successo.. un'abilità cinematografica che si è decisamente meritata l'Oscar.

Il discorso di Iñárritu mi ha stupita in positivo: "Vorrei parlare di quella piccola spina chiamata ego. L'ego ama le competizioni perchè se qualcuno vince, significa che qualcun'altro deve perdere, ma il paradosso è che la vera arte e la vera espressione individuale, cioè tutto il lavoro di questi incredibili registi, non può essere confrontato o etichettato o sconfitto perchè esiste, e il nostro lavoro verrà giudicato soltanto dal tempo"
Ed è la verità, perchè solo i veri capolavori passano alla storia. 


Vorrei cogliere l'occasione per parlare brevemente di chi, invece, è rimasto a bocca asciutta. Tutti quanti sono rimasti stupiti e io, personalmente, anche un pò irritata, dalla poca considerazione che hanno avuto film come Gone Girl, Unbroken o The Nightcrawler (con un Jake Ghyllehall da far venire la pelle d'oca). Ma non è certo un problema, c'erano molte altre pellicole degne di attenzione, finchè il patriottismo non ci va di mezzo.


La moda dei biopic sta spopolando ultimamente, La teoria del tutto ne è la conferma, ma agli americani piace tanto esaltare la propria nazione, tanto che American Sniper ha ricevuto ben 6 nomination. Risultato? Zero vittorie. Che l'Academy si sia resa conto di avere un pò esagerato?
Clint Eastwood è un grandissimo del cinema, e i suoi film più recenti sono stati un successo strepitoso ma anche lui, a partire da J. Edgar, sembra caduto nella rete dei biopic. American Sniper insegna; Clint, molla le biografie e torna alle opere d'arte come Gran Torino, Million Dollar Baby e Invictus
Quanto a Ben Affleck penso che debba andare piano con il suo tentativo di ritorno in auge. La scala è lunga e ripida, poco a poco puoi risalirla. Gone Girl ti aveva fatto guadagnare un pò di punti, non rovinare tutto quanto cercando la scorciatoia come hai fatto con American Sniper. Dimentica l'Oscar per ora, prendi il tuo "Razzie Redeemer Award" e torna a scalare la montagna di Hollywood un passo alla volta. 


Un grazie alla mia collega Dana per gli spunti, spero di essere stata degna di sostituirti. 



Fonti: Vanity Fair

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Articolo di Gotcha

2 commenti:

Seifer ha detto...

Non so di "Gran Torino" che non ho mai visto, ma "Invictus" e "Million Dollar Baby" era biografie. :P

P.S.
Cumberbacht e la Pike sono stati davvero rapinati quest'anno.

Gotcha ha detto...

In realtà Million Dollar Baby no; è tratto da un racconto e i personaggi sono inventati. Invictus, anche se parla di personaggi reali è tratto da un romanzo, che a sua volta è ispirato a fatti reali, quindi non si considera biografico.
Quello che intendo con "biopic", in questo caso, è un film interamente basato su biografie e autobiografie ;)

Comunque concordo in pieno sulla Pike, anche se la Moore meritava da tempo l'Oscar. Cumberbatch si rifarà sicuramente :D