GAME OF THRONES - recensione dell'episodio 5x06 "Unbowed, Unbent, Unbroken"

Winter is coming!
L'inverno sta arrivando davvero e noi iniziamo a soffrire in perfetto stile Game of Thrones. Sebbene con enorme ritardo, ecco il mio commento al sesto episodio. Continua  a leggere e commenta con noi!  

Innanzitutto chiedo scusa per il ritardo, ma questa settimana per me è stata difficile e sono arrivata fino ad ora senza avere la mpossibilità di recensire l'episodio di lunedì scorso. Mi accingo a farlo ora. 

Dal momento che in questa settimana si è parlato tantissimo dell'episodio e che ormai è stato sviscerato a fondo, invece di una classica recensione vorrei appronfondire alcuni aspetti, che mi sono sembrati particolarmente significativi, senza addentrami troppo in quello che non mi ha convinto. 



Lasciatemi premettere che credo che tra le cinque stagioni di Game of Thrones, questa mi sembra la più debole, si sente la mancanza di Martin tra gli autori e anche da un  punto di vista tecnico non è il top. Il ritmo è lento e alcuni momenti che dovrebbero essere solenni, risultano noiosi. Ma è comunque una stagione ricca di eventi, di evoluzioni dei personaggi e di riflessioni importanti. 

La serie tv non è lo specchio della saga letteraria, che è metafora della vita, ma riesce comunque a riproporre quei grandi temi su cui ci fa riflettere Martin con i suoi libri. E ci fa soffrire. Gli appassionati di Game of Thrones sanno che seguire le vicende dello show equivale a soffrire. Gli amanti delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco lo sanno ancora meglio. Non ci si abitua mai, ma si finisce per aspettare i momenti scioccanti con la loro funzione catartica e purificatrice, con le domande e le riflessioni che ne scaturiscono. Qualunque cosa succeda, non si può rimanere indifferenti. Già questo è indice di una serie di successo e spiega il rapporto di amore e odio che lega il fandom agli autori (con Martin è tutto amplificato, ma se siete lettori, non serve che vi dica niente...)

L'episodio si apre e di chiude con le sorelle Stark, protagoniste delle scene più riuscite e convincenti.  
Arya a Bravoos.
La narrazione è un po' lenta, ma rende bene l'idea dell'addestramento lungo e ripetitivo cui è sottoposta Arya, settimane di incessante lavoro apparentemente senza scopo. Arya è impaziente di capire quali saranno i passi successivi e quali sono i segreti che nasconde la Casa del Bianco e del Nero. Non le viene spiegato cosa deve imparare o come lo deve imparare, quindi lei si trova spesso confusa. In questa Casa buia e silenziosa, si trova spesso sola con se stessa, a pulire i cadaveri, come per imparare a rispettarli e a capirli, per vedere l'unicità di ciascuno. Per poter elaergire il dono della morte, è necessario comprendere chi si ha di fronte, essere capaci di grande compassione (nel significato etimologico di "sentire con") e non essere legati alle passioni terrene.
La storyline di Arya mi ha sempre affascinato molto, già da come è raccontata nei libri (il racconto dello show è abbastanza fedele), perché è quella in cui riesco ad immedesimarmi meno. Capisco la volontà di Arya di tagliare i ponti con il passato e la voglia di acquisire il dono per poter ottenere giustizia, ma fatico a capire come possa sottoporsi ad un incomprensibile (per lei) addestramento senza conoscere quale sarà il risultato e come impatterà sulla sua vita. Ho la sensazione che quando arriverà alla fine sarà molto lontana da quello che immaginava, ma magari avrà trovato quella pace che oggi le manca, magari avrà davvero imparato a non odiare, anche se per farlo dovrà rinunciare all'amore. 



L'addestramento prosegue con vessazioni e percosse. Il gioco della verità svela una bugia che raccontava a se stessa sul Mastino: in realtà non lo odiava, ma non le rivela chi è lei o chi potrà essere. E' la sua compagna a mostrarle l'empatia e la pietà. Strumenti che lei usa quando elargisce il dono della morte a una bambina malata e sofferente, aiutandola a sentirsi meglio e ad affidarsi, prima di farle bere l'acqua della fontana.
Compiuto questo passo è pronta a scoprire dove finiscono i corpi dopo essere stati lavati. Jaqen la porta in una sala immensa piena di volti, i volti delle persone morte a disposizione del Dio dai Mille Volti.
Inquietante. Sono tante le domande che sorgono guardando Arya alla Casa del Bianco e del Nero. La scena di Arya nella sala dei volti è emozionante, accompagnata da una musica che ne sottolinea il lirismo e la solennità.


 L'episodio si chiude con il matrimonio di Sansa a Grande Inverno di cui ho già parlato nell'articolo


Sansa è arrivata al matrimonio con una nuova consapevolezza, dopo tutte le sofferenze subite pensa di poter gestire questo matrimonio e questo marito. Myranda cerca di spaventarla, ma lei è sicura di sè:

"Questa è casa mia, non riuscirai a spaventarmi". 

Myranda forse no, ma Ramsay di sicuro c'è riuscito. Le vicende si svolgono in un ambiente medievale, dove l'uomo comanda e la donna ubbidisce, quindi Sansa sa cosa la aspetta e sa che dovrà piegarsi. Quello che non sa è che Theon sarà costretto ad assistere alla loro prima cruenta notte di nozze. Questo rende il tutto più umiliante e crudo. Probabilmente questo porterà il loro rapporto a cambiare, mentre prima Sansa si è rifiutata di prendere il braccio che Theon le ha offerto per andare a sposarsi, perché lui ha tradito la sua famiglia e ucciso i suoi fratelli, ora dovrà rendersi conto che Theon è il suo unico alleato, il suo unico amico, tutto quello che le rimane della sua famiglia... Ramsay è andato oltre ogni immaginazione e Sansa non avrebbe mai potuto essere preparata a quanto è successo. Guardando la scena con gli occhi di Theon leggiamo tutta la disperazione per la violenza subita da Sansa e tutta la condanna ad un uomo che incarna quanto di più spregevole e abietto esista al mondo. La scena è stata fortissima, ma a me è sembrato più che chiaro che l'intento fosse la condanna senza appello di un gesto del genere, senza giustificazioni e senza attenuanti.

Nel frattempo Brienne veglia su Sansa e Stannis sta arrivando. Grande Inverno sarà teatro di eventi epocali per i Sette Regni!

Maggy: « Sarai regina... fino a quando non verrà un'altra regina, più giovane e più bella di te, a distruggerti e a portarti via ciò che avrai di più caro
APPRODO DEL RE
Anche ad Approdo del Re è successo qualcosa di sconvolgente. Il piano di Cersei di liberarsi della rivale più giovane, Margaery, sembra funzionare. Loras viene interrogato in udienza per verificare se le accuse siano fondate e, in caso affermativo, procedere con il processo. Margaery testimonia a favore del fratello e Olyvar viene chiamato a smentire le sue dichiarazioni. Quindi Loras viene arrestato per sodomia e Margaery per falsa testimonianza.
Pare che Cersei abbia messo nel sacco i due Tyrell con un colpo solo. La serie è stata accusata di atteggiamento omofobico da una parte del fandom. A me pare che si urli allo scandalo con troppa facilità, a volte senza provare ad andare ad un livello più profondo di lettura delle scelte narrative degli autori (dal momento che questa parte è completamente assente nei libri). L'arresto di Loras è orchestrato da Cersei, che ha come unico scopo quello di liberarsi dei due Tyrell (il suo promesso sposo e la sua rivale) e che si è affidata al Credo Militante, un gruppo di fanbatici religiosi che, pur partendo da ideali di giustizia e morigeratezza, riesce a perseguire i suoi scopi in modo tutt'altro che giusto e morigerato. Dei pazzi scatenati, insomma. Quindi anche qui io ci vedo la condanna: la condanna del Credo Militante e del fanatismo religioso e politico, non certo una condanna all'omosessualità, che è sempre stata presente (più nella serie che nei libri) senza subire particolari discriminazioni. 
 
Devo dire che in questa scena ho apprezzato moltissimo la performance di Finn Jones e il fatto che finalmente anche nella serie è stata restituita un po' di dignità a Loras, personaggio fin qui trattato un po' come una macchietta, come se appunto il suo essere omosessuale fosse la sua unica caratteristica (di Loras parlerò nell'angolino del disappunto).

TYRION E JORAH
Tyrion e Jorah vengono catturati dagli schiavisti che vogliono venderli a Volantis. Tyrion riesce con la sua parlantina a convincerli a portarli a Meereen dove sono state riaperte le fosse di combattimento, invece che a Volantis (che per loro sarebbe un bel passo indietro sulla strada vero Daenerys). La scena non è niente di particolare, la solita bella performance di Peter Dinklage. Ma quello che mi ha colpito è la scena prima. Tyrion riflette con Jorah sui piani di Daenerys, sottolineando come siano approssimativi e sconclusionati, ma soprattutto come sia difficile comprendere che una persona che non ha mai vissuto un giorno da adulta nel Continente Occidentale possa sedere sul trono di spade e regnare. Come può essere giusto? E non è una riflessione da poco, quella di Tyrion. Che non ne fa una questione di capacità, di caratura morale, di carisma o altro. Ma come può una persona che non ha vissuto a Westeros, che non conosce i territori (se non per quello che ha studiato) e che non è conosciuta dai popoli (se non per le storie che si tramandano) reclamare il diritto al trono? I sostenitori di Daenerys non apprezzeranno queste riflessioni, ma nel gioco del trono, va tenuto in conto anche questo.


DORNE
A Dorne dedicherò l'angolino del disappunto. Vergognoso tutto. Non saprei da dove iniziare, se dalla scena alla A-team dove Jaime e Bronn, travestiti in modo improbabile, sono arrivati da Myrcella nello stesso momento in cui sono arrivate le Serpi della Sabbia, se da Myrcella che vede lo zio dopo tanto tempo e invece di salutarlo, abbracciarlo, chiedere di sua madre e di suo fratello, gli chiede "cosa ci fai qua?". Si salvano solo le espressioni di Bronn. Devo dire che il tutto è stato talmente penoso che non voglio sapere cosa succederà. L'unica preoccupazione è per Bronn, ferito dalla lancia di Obara, sarà stata avvelenata come quella che ha usato Oberyn contro la Montagna? Spero proprio di no, mi dispiacerebbe perdere Bronn, è sempre stato uno dei miei preferiti, specie il Bronn della serie!

A conti fatti l'episodio, secondo me, è abbastanza riuscito. Risulta forse un po' pesante perché la parte che doveva dare un po' di leggerezza, quella di Dorne, è stata un flop colossale. Ma le scene di Braavos, Approdo del Re e Grande Inverno ripagano ampiamente l'attenzione dello spettatore con momenti di lirismo assoluto. Sebbene io ritenga che questa serie sia la meno riuscita, fino ad ora, rimane una serie di altissimo livello, che non lascia mai indifferenti e che apre discussioni infiniti. E quando se ne parla tanto è perché c'è di che parlare.


L'ANGOLINO DEL DISAPPUNTO
Nell'angolino del disappunto del lettore di questa settimana parliamo di due argomenti: Loras e l'omosessualità e Dorne e il femminismo. Niente meno.

LORAS
Di Loras avevo già accennato qualcosa. Mi ha stupito leggere di critiche alla serie per l'arresto di Loras e di non leggerne invece per aver rappresentato Loras come una macchietta, un personaggio stereotipato, unicamente interessato al sesso allegro. Loras nei libri è un personaggio di tutt'altro spessore, un cavaliere valoroso e coraggioso, fedele al suo re Renly, non solo in quanto suo innamorato.
Nei libri la relazione tra Loras e Renly è sottintesa, non rappresentata in modo così sfacciato, e anche l'omosessualità è un tema lasciato a fare da sfondo e non sbandierato. Avrei preferito che la serie seguisse la traccia dei libri, trattando l'argomento con normalità e non enfatizzandolo, rischiando appunto di ridurre il tutto a macchietta non credibile.


DORNE 
Nei libri Dorne è l'emblema del femminismo. A Dorne le donne hanno gli stessi diritti, anche successori, degli uomini, quindi se la primogenita è donna, sarà lei ad ereditare dal padre. In questo ambiente Arianne (che mi manca sempre di più) , Ellaria Sand e le Serpi della Sabbia giocano ruoli ben più complessi di quelli ritagliati e stereotipati della serie. 
Dorne non viene caratterizzata e non viene contestualizzata. Mancano i bellissimi  dialoghi tra Arianne e Doran. Manca la spiegazione della storia di quei territori (Bronn che dice che i dorniani sono pazzi non è sufficiente). 
Insomma, aspettavamo con impazienza di vedere Dorne, Lancia del Sole, I Giardini dell'Acqua.... come lettori siamo rimasti sicuramente delusi, è stata sprecata una grandissima occasione per mostrare un mondo diverso e per mostrare come anche nel tempo in cui è ambientate le Cronache, le donne possono essere potenti e considerate. Ecco, da lettrice se dovessi muovere un'accusa di sessismo alla serie tv, lo farei da qui, da Dorne. Avete negato alle donne l'occasione di essere rappresentate finalmente davvero con pari diritti e pari dignità. Peccato.

*Illustrazione di Elia Fernandez

Valar Morghulis



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Articolo di Unknown

2 commenti:

Simona LaFleur ha detto...

E' valsa la pena aspettare. Ottima analisi. Peraltro condivido tutto. La scena di Dorne veramente ridicola. Non faccio paragoni per non offendere altri prodotti ma ci siamo capiti. Tyrion è la voce di Martin secondo me. le parole su Daeny sono state una pugnalata al cuore ma in effetti non gli si può dare torto...l'ansia sale sempre di più...

Unknown ha detto...

Sì, anche Martin ha dichiarato che Tyrion è la sua voce.... staremo a vedere cosa succederà nelle ultime puntate di questa stagione. Ansiaaaaa!!!