Al commissariato di Vancouver la polizia era in
massima allerta. Un episodio di disordine pubblico come quello, non si
verificava da quando a Starling City The Glades si era schierata contro la
banda criminale che aveva preso possesso della città durante l’assenza del suo
eroe.
Il nuovo commissario era una giovane donna che
veniva da lontano. Non amava perdersi in chiacchiere personali e dimostrava di
avere un temperamento deciso, tanto che persino il suo collega di Starling,
l’intransigente Capitano Lance, ne aveva un po’ di timore. I colleghi la chiamavano
il Commissario Rottermeir in sua assenza, perché aveva lo sguardo deciso e la
voce severa. Dall’espressione del suo volto si intuiva che non era disposta a
fare sconti a nessuno, non importa chi avesse davanti. Dopo l’incidente al
Nassau Coliseum era necessario dare un segnale forte e il Commissario Rottermeir
auspicava una punizione esemplare.
Ma andiamo alla radice del problema. Cos’era
accaduto di tanto terribile da esigere l’attenzione della polizia di Vancouver?
Nella tarda serata del 25 maggio 2015, il Commissario Rotterm-… volevo dire il
Commissario Carter, riceve un’informazione da alcuni agenti di pattuglia al
Nassau Coliseum, dove quella sera si svolgono degli incontri di Wrestling.
“Commissario, la situazione qui è fuori
controllo!” La voce era affannata e il suono disturbato dalle grida della
folla.
“Si spieghi meglio agente, che cosa succede?”
Il Commissario balzò su dalla sedia della sua scrivania e poggiò con vigore la
mano sul piano, mettendo in agitazione il caffè ormai freddato nella sua tazza
di ceramica bianca.
“Ci troviamo all’esterno del Nassau Coliseum e
ci sono migliaia di donne che stanno facendo irruzione nell’arena! Hanno
scoperto che tra il pubblico che un certo Stephen Ombrell…”
“Amell, agente! Stephen AMELL!” Il Commissario
alzò gli occhi al cielo spazientita, poi, dopo un attimo di titubanza, cercò
con mano tremante lo schienale della sedia e si adagiò su di essa come se
avesse improvvisamente perso le forze. “Vada avanti, agente…”
“Sì, c’è quest’attore e la gente è impazzita!
Non riusciamo a tenerle fuori, sono dei bufali imbufaliti… con tutto il
rispetto, Commissa’! …ci sono anche dei feriti, qui sembra l’apocalisse!”
“Manderò subito dei rinforzi, agente! Cercate
di contenere i danni!”
Il Commissario si passò le mani tra i capelli e
tirò un lungo sospiro, afferrò la giacca di corsa e, lasciato il proprio
ufficio, tuonò nell’openspace: “Stasera nessuno si muova di qui! Voglio subito
tutte le pattuglie disponibili al Nassau Coliseum in assetto antisommossa, sono
stata chiara?!” E andò via lasciando tanti, enormi punti interrogativi sui
volti degli agenti.
Nel frattempo, all'interno del Nassau Coliseum...
Il Commissario si recò sul posto e ci volle
tutta la notte per riportare la situazione nei parametri della normalità. Il
mattino seguente tornò a casa per una doccia veloce, poi si presentò in
commissariato, dove tutti attendevano direttive. La sua assistente, le si
avvicinò appena varcò la porta, con un caffè fumante in una mano, e un block
note e una penna nell’altra.
“Buongiorno Commissario, com’è la situazione?”,
chiese, e dopo averle passato il caffè iniziò a prendere appunti.
“Grazie. La faccenda è delicata, Mona, si
tratta di Stephen Amell. Dobbiamo subito dare inizio ai preliminari”.
L’assistente si interruppe in un momento di
perplessità. “Ehm… intende dire le indagini preliminari?”
“Certo! Perché, che ho detto?”
La ragazza scosse la testa e si avviò verso la
propria postazione, mentre il Commissario si chiuse nel suo ufficio.
Da quel giorno il Commissario fu completamente
assorbita da quel caso. Era diventato una vera ossessione e un pezzo alla
volta, con determinazione ed ostinazione, riuscì a mettere insieme tutti i
pezzi del puzzle e ottenere il fermo dell’unico indagato.
Ecco cos'è emerso dalle indagini:
Portarlo al commissariato non fu impresa facile. Furono prese le massime misure
di sicurezza per evitare fughe di notizie e appostamenti e invasioni di fan
assatanate. Dopo settimane di duro lavoro, ce l’aveva fatta: Amell era
finalmente al tavolo degli interrogatori.
Con passo deciso l’avvocato A. Hedgehog fece il
suo ingresso all’interno del commissariato. Nonostante nulla del suo
paraverbale facesse trapelare i suoi pensieri, ad un occhio più attento, chi la
conosceva bene avrebbe capito immediatamente che qualcosa non andava. Era
furibonda. Con lo sguardo fisso avanti, la borsa del pc sulla spalla e una
cartellina stretta sul petto, Hedgehog non aspettò l’arrivo dell’ascensore e
fece velocemente le scale a due a due decisa sui suoi tacchi, tanto da
provocare l’istintivo e naturale spostamento delle persone che casualmente si
trovavano sulla sua strada. L’ufficio lo conosceva, ma non il nuovo
commissario.
“Mi scusi desidera?”
“Voglio parlare col mio cliente, mi lasci passare.”
Perentoria. “Non avete nessun diritto di trattenerlo qui, se prima non
formalizzate le accuse,” quasi sbattendo la cartellina con alcuni fogli
precompilati sulla cima. “E vi conviene sbrigarvi se non volete che qualche
telefonata anonima arrivi alla stampa,” porgendo una richiesta formale di
rilascio.
Mentre la poliziotta controllava velocemente
che tutti i campi fossero compilati, il Commissario Carter fece il suo ingresso
nel locale. “Lei deve essere l’avvocato Hedgehog” cordialmente, ma formale. “Il
signor Amell la sta aspettando,” soddisfatta.
“Commissario…?” chiese l’avvocato, alzando un
sopracciglio.
“Carter, Commissario Carter,” di rimando
all’avvocato.
“Bene, commissario Carter, potrei sapere di
grazia perché il mio cliente è trattenuto in stato di fermo e di cosa sarebbe
accusato?” secca.
“Certo, mi segua nella stanza degli
interrogatori e raggiungiamo il signor Amell,” dandole le spalle.
Se avesse potuto dare una randellata in testa a
quella spocchiosa commissaria lo avrebbe fatto. Come osa trattenere Stephen? Lo avrà ammanettato??? OMMIODDIO,
doveva scacciare il pensiero di Stephen ammanettato dalla sua testa se voleva
fare un buon lavoro.
“Avevamo appena iniziato con i preliminari,”
affermò il commissario quasi trotterellando. “Le indagini, preliminari... naturalmente” aggiunse, neanche avesse sentito l’avvocato trasalire
alle sue spalle.
Il commissario aprì una porta ed entrò, seguito
a distanza ravvicinata dall’avvocato Hedgehog. L’interno della stanza era
avvolto da una strana penombra. Una eccessiva penombra. Qualcosa non quadrava…
Hedgehog strabuzzò gli occhi. Sugli schedari alle pareti erano poggiate decine
di candele accese, la cui fiammella tremolante creava una luce calda e
accogliente. Uno strano odore, come di incenso, era diffuso nella stanza e sul
tavolo spiccavano due calici di cristallo balloon colmi di un liquido rosso
(presumibilmente un costosissimo vino la cui bottiglia troneggiava proprio
avanti a lei). Seduto con un polso ammanettato ad un perno del tavolo e l’altra
mano poggiata sul mento a coprire parzialmente la bocca Stephen.
“Sono felice che sia arrivata,” affermò. “Non
capisco cosa stia succedendo…” aggiunse mentre con il volto sornione portò la mano libera sul collo.
“Non lo capisco neanche io, Stephen” quindi
voltandosi verso il commissario, “Ci può spiegare cosa vuole dal mio cliente?
Ed il senso di… tutto… tutto questo???”, indicando la stanza, le candele ed il
vino.
“Mi spiace, ma ho trovato solo due bicchieri,
purtroppo non posso offrirgliene,” rispose il Commissario con falsa innocenza.
“Ad ogni modo questo è solo un modo per mettere a suo agio il suo cliente,”
indispettita, “avrebbe preferito pane e acqua?”
“Commissario venga al dunque e formalizzi le
sue accuse, altrimenti rilasci il mio cliente, se non vuole una denuncia per
abuso di ufficio e…”
“IL SUO CLIENTE” la interruppe bruscamente il
commissario alzando la voce, “ha provocato una sorta di sommossa al Nassau
Colosseum qualche giorno fa, creando seri problemi di ordine pubblico e diversi
fermi di donne invasate!”
“Sono andato a vedere i Wrestler all’arena e poi…
poi ho solo dichiarato che avrei combattuto contro Sturdust al WWE SummerSlam!”
si schernì Stephen, “Non vedo cosa c’entro con tutto questo!”
Hedgehog impallidì, quindi si voltò verso il
commissario Carter, e nelle loro menti si visualizzò la stessa, identica
immagine… Sul ring ecco fare il suo
ingresso in una sorta di moviola ovattata Stephen… pantalone di pelle verdi,
shirtless, trucco nero a mascherina sugli occhi, espressione determinata,
virile… e poi eccolo combattere, davvero questa volta, sudato, contro Stardust…
cadere a terra, rialzarsi, il tutto emanando testosterone da tutti i
poriccioli…
I feromoni di Carter ed Hedgehog non potevano
sopportare oltre.
Improvvisamente le due donne furono prese da
una strana isteria di fondo. Nella loro testa era scattato qualcosa, e si
alternavano immagini di lotta, aule di tribunali, uomini mascherati, codici
penali fino al volto di Stephen concentrato e rabbioso. Era troppo. Si
avventarono l’un l’altra tirandosi i capelli, acciaccandosi con astio le
costose Louboutin e scheggiandosi reciprocamente le unghie. “Maledetta!!!”
diceva una, “Lascialo stare,” urlava l’altra. “Cavolo mi avevano detto che il
semipermanente sarebbe durato di più” gridarono all’unisono. Ovviamente le loro
urla non sfuggirono al vicecommissario Rassalghu, che per qualche strano motivo
sembrava ansioso di sbattere in cella il povero Stephen.
“Ferme voi due!!!” cercando di separarle. “Vede
cosa ha combinato, signor Amell???” rivolgendosi al povero Stephen. “Basta
così, confermiamo lo stato di fermo e la sbattiamo in cella! Lei è un pericolo
per la società!!!!” mentre le due donne venivano portate via di forza.
L'increscioso incidente venne presto dimenticato e il giorno del processo infine arrivò. Il Commissario giunse con un paio di agenti e gli avvocati a sostenere l’accusa. Hedgehog e l’imputato scesero da un’auto dai finestrini oscurati, sotto i flash dei paparazzi e l’occhio vigile di David Ramsey, l’addetto alla sicurezza personale di Amell. Carter ed Hedgehog si scambiarono un’occhiata di fuoco sulle scale d’ingresso del tribunale, che diventò una vera e propria occhiata d’astio quando l’avvocato si serrò al proprio cliente prendendogli il braccio a mo’ di protezione.
“Andrà tutto bene Stephen” gli disse con voce rassicurante, mentre dentro di lei avveniva una lotta per cercare di non sospirare come una babbea al suo “Grazie”.
Il processo si tenne a porte aperte, tra il pubblico diversi attori e un manipolo di personaggi variopinti: le star del Wrestling, da Sting a Stardust, dalle divas a Triple H, che avrebbero deposto una testimonianza a favore della difesa.
Era il giorno del processo. Finalmente quella storia sarebbe finita. Quello che non sapevano era che il giudice aveva già le idee molto chiare sulla faccenda. Le aveva chiare al punto che convocò la difesa e l'accusa nel suo ufficio.
"Allora, ragazze mie, la situazione mi è molto chiara. Non so voi come la vedete, ma io lo vedo molto bene. Bisognerebbe vederlo più spesso uno così."
La situazione invece non era chiara nemmeno per un po', infatti le due ospiti si guardavano un po' interdette. Il Giudice, colta da compassione, decise di spiegarsi meglio. "Signorine, io non ho tempo da perdere. La situazione è chiara. E mi divertirò un mondo a giudicare la faccenda. Su, su... andiamo a sentire qualche storiella divertente."
Il processo ebbe inizio.
“Vostro onore, signori giurati” Esordì con voce decisa l’avvocato Hedgehog. “Avete un compito oggi, e quel compito prevede che siate GIUSTI.” Facendo una pausa d’effetto e scandendo quindi bene la parola. “Fatti. Vi chiedo di considerare solo i fatti. Quest’uomo,” voltandosi verso l’imputato che la fissava con occhi da cerbiatto innocente, “... questo bellissimo, splendido…", abbassando la voce e assumendo un tono … ehm…, "…generoso, altruista, talentuoso uomo,” risalendo di tono, “ha semplicemente dichiarato che avrebbe combattuto contro Stardust,” voltandosi di nuovo verso la giuria. “Combattere su di un ring… è un attore… un personaggio pubblico… è lavoro.” Guardando il giudice Carter-non-sono-imparentato-col-commissario “E il lavoro nobilita l’uomo. È un valore!” Guardando la giuria: “Quest’uomo è un valore per la nostra società!” Voltandosi verso Stephen, “Lottare è faticoso… è qualcosa di molto fisico… ci si fa male… si suda molto…" deglutì. Distolse quindi lo sguardo e si voltò di nuovo verso la giuria “FATTI! Ed i fatti sono chiari, quest’uomo è innocente!”
Triple H, interrogato dalla difesa, ebbe a dire di essere risentito per quanto accaduto perché a lui, che è una superstar del Wrestling, nella sua lunga carriera non era mai accaduto che un esercito di donne si riversasse nell'arena per poterlo vedere. Anche le Bellas deposero la loro testimonianza, dicendosi a favore dell'ingresso di Amell nel mondo del Wrestling. "A nome delle divas, possiamo dire che saremmo veramente contente di averlo con noi."
I testimoni furono ascoltati dunque, gli avvocati fecero le loro arringhe. Infine fu emesso il verdetto.
“Analizziamo bene i fatti nella loro interezza,”
disse il giudice M. Carter che non aveva nessun grado di parentela con il
Commissario. “Il signor Amell, in tutta la sua figaggine, il 25 maggio 2015, ha
visitato il Nassau Colosseum mentre vi si svolgeva uno spettacolo di wrestling
per la categoria Raw. All'ora X ha parlato ad un giornalista vociferando di un
allenamento lungo un anno. I tempi coincidono con la sua dichiarazione del
giorno 31 maggio 2015, quando ha asserito che avrebbe lottato con Stardust al
SummerSlam quindi lei, Signor Amell è colpevole! Colpevole dell'avvicinamento
repentino di migliaia di donnine al mondo del Wrestling. Sarà colpevole della
morte della libido delle suddette donnine che vedendola sudaticcio e incazzato
come una iena, non cercheranno MAI PIU' i proprio uomini sotto le coperte. Lei
sarà colpevole, Signor Amell, dell'esplosione di talmente tante ovaie che
nemmeno la notte di Capodanno. Colpevole!!! E io la dichiaro colpevole di
eccessiva figaggine e la condanno a servizi socialmente utili, cioè fare
beneficenza al genere femminile. La condanno a treventare violentemente e
ripetutamente con le donne di questa corte! Il caso è chiuso! Prendete le
generalità dell’accusato e ricordatevi di lasciargli il numero della Corte” e
si ritirò gongolante nel suo ufficio.
L'avvocato e il commissario raggiunsero il giudice. "Giustizia è stata fatta!" gridarono con soddisfazione.
"Amell, sorelle!" rispose il giudice mentre si toglieva la toga.
FINE
CAST
Robbie Carter nel ruolo del Commissario Carter
Alessia IlRiccio nel ruolo dell'avvocato Hedgehog
Micaela Carter nel ruolo del Giudice Carter
Con la partecipazione straordinaria di
Stephen Amell
nel ruolo di Stephen Amell
![]() |
| Nel penultimo post Steve aveva scritto che aveva delle mosse da Wrestling da imparare, ma nell'ultimo smentisce la notizia del suo possibile incontro con Stardust al SummerSlam. |
Sappiamo che non è esattamente il modo più convenzionale di riportare una notizia, ma abbiamo pensato di scrivere quest'articolo in forma di racconto/fanfiction per risollevare un po' il morale a chi (noi comprese) sente un po' la mancanza della comicità della rubrica OITW... speriamo vi sia piaciuto ^_^ Come vedete dal primo dei due tweet sopra riportati, Stephen ha smentito su Twitter che l'incontro avrà luogo, ma noi ci siamo divertite lo stesso a fantasticare che avremmo potuto vederlo sul ring. E voi? Lo avreste gradito nei panni di Green Arrow a combattere contro le star del Wrestling?
A presto!
A presto!
Le ARM
Un saluto come sempre alle affiliate del cuore, che ci supportano e sopportano sempre con entusiasmo:
Olicity - I love spending the night with you
The World of Olicity Italia
Arrow e The Flash
Arrow e The Flash Italia
Stephen Amell Italia
Stephen Amell Italian Fans
Subtitles on Demand
The World of Olicity Italia
Arrow e The Flash
Arrow e The Flash Italia
Stephen Amell Italia
Stephen Amell Italian Fans
Subtitles on Demand
fonti: thearrowverse.com whatculture.com
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