FARGO - Recensione S02E03 - The Myth of Sisyphus


Arrivata al terzo episodio Fargo mette il piede sull'acceleratore e porta in primo piano il personaggio di Lou Solverson. Ma l'azione è solo suggerita e fuori scena, mentre in primo piano si compongono i pezzi di un ampio puzzle.



Voto: 8/10



Un rapido montaggio in split screen ci ricorda rapidamente tutti i personaggi di questa tragedia umana.
La famiglia Gerhardt sta ancora lottando per ristabilire le gerarchie della malavita locale dopo il malore che ha reso quasi un vegetale il capofamiglia. La moglie è tentata di accettare la proposta della mafia di Kansas City poichè si rende conto di non poter affrontare questo tipo di criminali ma il figlio maggiore Dodd vorrebbe non cedere e combatterli alla pari. Nel frattempo, detta mafia, cerca di capire quali saranno le decisioni dei Gerhardt e pensano che trovando Rye (creduto in fuga ma morto) possano convincere la madre a cedere.

La polizia intanto indaga e lo sceriffo Solverson si reca in Tribunale per le indagini e incontra Schmidt della polizia locale e comincia a capire che il coinvolgimento della famiglia Gerhardt complica molto le cose. Famiglia che continua ad indagare sulla scomparsa di Rye.
Intanto, nel parrucchiere dove lavora Peggy, arriva il vicesceriffo per avvisare la figlia, moglie dello sceriffo, che il marito tarderà e i due iniziano a parlare della scomparsa di Rye ipotizzando proprio quello che è successo, cioè che qualcuno abbia investito Rye e sia scappato. Peggy corre da Ed per avvisarlo che la polizia potrebbe capire come si siano svolti i fatti e che si devono liberare della macchina.
 
Fuori dal Tribunale, Solverson si imbatte nel socio di Rye che lo sta cercando ma Schmidt lo lascia andare poichè non sa bene come possa essere coinvolto e non vuole problemi. Allora il socio si reca in uno degli appartamenti di Rye dove trova solo la nipote di Rye e uno degli scagnozzi della famiglia Gerhard, anche loro sempre alla ricerca di Rye. I due lo portano via.



Ed e Peggy sono in mezzo al nulla per simulare un incidente con la loro auto, così da poterne giustificare i danni. Anche se con qualche complicazione, riescono a mandare la macchina contro un albero.
Solverson e Schmidt si recano dai Gerhardt e mentre il secondo si capisce essere disposto a non pestare i piedi alla potente famiglia, Solverson è determinato a scoprire la verità e non è intimidito dalle maniere minacciose della famiglia.

Lasciata la casa dei Gerhard, Solverson e Schmidt si si ritrovano davanti al negozio di macchine da scrivere del socio di Rye. Solverson lascia andare Schmidt poichè ha capito che non è disposto ad aiutarlo perchè la famiglia Gerhardt comanda tutto e tutti in città. Ma nel negozio, Solverson ritrova Milligan e i due scagnozzi della mafia di Kansas City. La tensione sale ma alla fine i tre se ne vanno non avendo trovato nulla di interessante per scovare Rye. Ed e Peggy tornano a casa in bus dopo il finto incidente e anche lo sceriffo torna finalmente a casa dove trova la moglie e il suocero e discute delle indagini con lui.

Dodd Gerhardt raggiunge il suo scagnozzo e la nipote che hanno in custodia il socio di Rye e lo interroga cercando di capire se sappia qualcosa sulla sua sparizione. L'uomo dice a Dodd che dovrebbe cercare Milligan ma Dodd non è soddisfatto e lo fa seppellire vivo.

Terzo episodio che si mantiene sui livelli dei due precedenti segnando il ritmo della storia che procede lenta ma stabile come a comporre un puzzle. Nell'episodio non c'è azione o vera e propria violenza (se si esclude l'omidicio dei secondi finali) ma la violenza è sempre sfiorata, alla casa dei Gerhardt o nel negozio. Solverson segue pazientemente le tracce che si fanno sempre più pesanti per il coinvolgimento della mafia e per la violenza della famiglia Gerhardt che comanda su tutti.
Sul filone di Ed e Peggy, prosegue la loro storia e la coppia si mostra più unita che mai anche se Peggy sembra manipolare Ed (il suo cavaliere come lo chiama lei) che è ben felice di poter servire la moglie ma i due, al limite dell'ingenuità, si stanno invischiando in una storia che li sta trascinando sempre più giù e che non sembrano essere in grado di gestire con la lucidità necessaria.
Se cercate battute fulminanti, azione adrenalitica e montaggio tagliente, Fargo non è la serie per voi. Ma se apprezzate la costruzione di un racconto morale che si compone davanti ai vostri occhi, allora guardatela e godetevela.





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Articolo di Barbara Maio

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