Bentornati all'appuntamento con le recensioni di Gotham! Purtroppo ho avuto delle settimane un po' movimentate e non sono riuscita a scrivere in tempo di queste due emozionanti puntate, ma, per mia fortuna, possono formare un arco narrativo unico, quindi ho deciso di parlarne in un'unica recensione.
S02E15 Mad Grey Dawn
Diretto da: John Behring
Scritto da: Jordan Harper
S02E16 Prisoners
Diretto da: Nick Copus
Scritto da: Robert Hull
I grandi protagonisti di questi due episodi sono stati Oswald e Jim, entrambi messi di fronte a situazioni nuove e decisamente estranee alla loro condizione normale. Sono contenta che finalmente abbiano deciso di dare un po' più di spazio a Gordon, visto che il suo ruolo era l'unica cosa che non mi aveva convinta del tutto in questa seconda metà di stagione perché troppo marginale. In questi due episodi finalmente vediamo la sua storia procedere verso una direzione più definita, sebbene dagli esiti ancora incerti. Ma procediamo con ordine, cominciando dai personaggi a cui è stato dato meno spazio in queste due puntate.
Ho detto più volte di apprezzare molto il personaggio di Ed Nygma e la sua evoluzione e, dopo aver visto questi episodi, confermo ancora una volta la mia idea. Finalmente abbiamo avuto modo di vedere in azione un piano dell'Enigmista e devo dire che l'ho trovato proprio nel suo stile, a partire dagli elementi grotteschi quali la bomba lasciata nel mezzo dell'esposizione fino all'inutile complessità della costruzione del piano nel suo insieme. L'Enigmista è un personaggio cervellotico, non vuole ottenere i suoi scopi in modo semplice e lineare, ma vuole invece dimostrare di essere in grado di ottenerli con un piano contorto e progettato fin nel minimo dettaglio, vuole vincere la sua sfida contro l'avversario e affermare la sua superiorità intellettuale. Il modo in cui Nygma riesce ad incastrare Jim ne è un chiaro esempio, così come le indagini sulla scomparsa di Miss Kringle sono infondo solo una scusa per dare sfogo alla sua lucida follia. L'evoluzione di Ed si può dire quasi completa, rimane invece da vedere come decideranno di sfruttare il personaggio in futuro.
Un altro personaggio che ha finalmente intrapreso un percorso più definito è Bruce, il futuro Batman. Già in passato avevamo visto la determinazione del ragazzo, ma mai come questa volta era stata data una vera spiegazione al suo modo di agire; nonostante sia ancora un ragazzo e non possegga le immense capacità che avrà in futuro, uno dei punti di forza di Batman è già emerso chiaramente nel giovane Bruce: la sua incrollabile forza di volontà. Mi piace molto come stanno sviluppando il rapporto con Selina, personaggio decisamente più umano e infondo molto attaccato al ragazzo, che cerca insieme di capirlo e di aiutarlo. Durante il loro discorso dopo la fuga dalla serra di coltivazione dei funghi allucinogeni, in cui tra l'altro intravediamo il futuro di Poison Ivy, emerge quello che sarà uno dei tratti del supereroe: Batman è egli stesso una creatura di Gotham, ha bisogno di fare quello che fa per colmare un profondo vuoto interiore, per avere uno scopo. È ossessionato quanto i suoi nemici, anche se la sua ossessione si sfoga nel desiderio di giustizia e di protezione della sua città. Questa parte di lui viene già fuori nelle parole del giovane Bruce, non è il dolore a piacergli, ma il modo in cui il suo agire riempie il vuoto che sente dentro di sé e gli dà uno scopo nel mondo.
Ma passiamo a parlare di Jim, che per troppo tempo è stato lasciato da parte dalla serie. In "Mad Grey Dawn" vediamo la sua caduta approssimarsi sempre di più quando il passato torna a tormentarlo per mano di Nygma e grazie a questo abbiamo modo di vedere ancora una volta la sua lotta interiore: all'inizio sembra convinto delle sue azioni e scivola sempre di più verso l'utilizzo di metodi illegali per risolvere i suoi problemi e coprire le sue colpe, ma quando alla fine viene arrestato torna l'uomo di legge che infondo sa di esserselo meritato. Il motivo della sua condanna è in realtà l'omicidio di Galavan che, giustificato o meno, è stato un atto illegale che non si addice ad un uomo di legge; Jim sa di essere stato incastrato, ma si rassegna alla condanna per non far soffrire le persone che ama e che infondo crede di non meritare, come è evidente quando manda via Lee per cercare di dare una vita migliore a lei e al loro bambino.
La sua rassegnazione è ancora più evidente in "Prisoners", che comincia mostrandoci la vita alienante e sempre uguale che conduce Jim in prigione. Questo episodio è molto cupo e psicologico e ci mostra un Jim che da una parte sconta la sua pena in silenzio perché sa cosa ha fatto, ma dall'altra vede come la corruzione sia arrivata anche qui, come Gotham non possa essere in nessun modo una città pulita e onesta, dal momento che anche la sua condanna è finalizzata ad eliminarlo fisicamente con l'aiuto del corrotto amico di Loeb, gestore del carcere. Ancora una volta ci domandiamo cosa farà Gordon, che ha infine ceduto alla tentazione di risolvere i problemi in maniera illegale e ne sta scontando la pena, ma che dall'altra parte vede fino a che punto la città sia marcia e corrotta. Anche la notizia che Lee ha perso il bambino contribuisce a questo senso di impotenza e ingiustizia: nonostante lui abbia fatto tutto il possibile per proteggerli, questo non è stato abbastanza, niente sembra mai essere abbastanza.
A sbloccare la situazione intervengono dei fattori esterni, primo fra tutti il giovane Puck che, diciamocelo, sapevamo che avrebbe fatto una finaccia fin dal primo momento. Il ragazzo non vede le azione negative di Jim, le sue ombre interiori, vede solo l'eroe che il detective voleva essere e che per molti è stato, vede le sue buone intenzioni, il suo desiderio di redimere Gotham e in questo modo ci riporta la prima immagine che avevamo visto di Gordon. Mi sembra ormai evidente che questo Jim Gordon sia diverso da quello dei fumetti, molto più oscuro e contraddittorio, il cui fine ultimo sembra essere il bene più che la giustizia. Infatti ancora una volta sono delle azioni illegali ad aiutarlo, delle opportunità fornite da un personaggio ambiguo come Don Falcone, uno dei vecchi boss di Gotham; e ancora una volta Jim decide di perseguire la sua giustizia evadendo per dare a se stesso e a Puck una possibilità, che purtroppo il ragazzo non potrà sfruttare. Sono contenta del ritorno di Don Falcone, perché è un personaggio che ho sempre trovato interessante e sono curiosa di vedere cosa gli faranno fare, oltre ad essere ormai una fan sfegatata di Bullock, il migliore amico che il nostro detective possa avere. Comunque Jim è di nuovo a piede libero e deciso a ripulire il suo nome e ancora una volta mette davanti la sua città al suo rapporto con Lee, che decide di andare a cercare in seguito.
L'altro grande protagonista di questi episodi è Pinguino che, libero nel corpo ma prigioniero nella mente, è pronto a ricominciare la sua vita. Purtroppo il compito non è facile come sembra, infatti lo vediamo prima essere deriso e umiliato da Butch e Tabitha e poi scacciato da Nygma che non prova nessun interesse per la nuova versione di Oswald che gli bussa alla porta. A questo punto al povero Oswald non rimane che andare a piangere sulla tomba della madre, l'unica persona che lo abbia mai amato veramente e incondizionatamente, dimostrando ancora una volta come la solitudine sia uno dei nemici peggiori di questo personaggio. È proprio a questo punto che, come in una favola, Pinguino incontra il padre perduto, un bravissimo Paul Reubens, che non vede l'ora di recuperare il tempo con il figlio ritrovato e gli racconta la storia strappalacrime di come sia stato separato dalla madre da una famiglia che non la voleva. La somiglianza tra i due attori è molta e questo contribuisce, insieme alla loro bravura, a rendere l'interazione molto convincente. Ovviamente la famiglia di Elijah non è contenta di conoscere questo figlio perduto, perché lo vede come minaccia all'eredità ed è subito chiaro che si impegneranno per liberarsene.
L'ambiente che è stato usato per ricostruire la villa di Elijah è eccessivo e quasi grottesco, così come lo sono le azioni della moglie e dei figli adottivi, che risultano quasi caricaturali sia nel modo di agire che nella rappresentazione fisica. Sono personaggi poco approfonditi e con zero spessore, d'altra parte la loro funzione è solo quella di portare il nostro Oswald verso un nuovo trauma. Molto ben fatto invece il personaggio del padre, che perdona al figlio tutte le azioni malvagie compiute in passato ed è pronto ad accoglierlo con gioia nella famiglia; il suo essere un uomo visibilmente tormentato e problematico lo avvicina molto al figlio, così come è funzionale la rivelazione che gli fa a proposito del fatto che tutti gli uomini della famiglia abbiano delle tendenze violente e folli. La loro interazione è breve, anche se prende buona parte di "Prisoners", ma è sufficiente a mostrare il rapporto e porta il nuovo Oswald a credere davvero di avere un'altra opportunità di ricominciare. Il tutto un attimo prima di vedersi strappare via la sua nuova vita da un bicchiere avvelenato che in realtà era destinato a lui. Sono molto curiosa di vedere cosa succederà adesso, probabilmente questo episodio servirà a far liberare Pinguino dai vincoli mentali che gli sono stati imposti dal prof. Strange e a riportarlo su un sentiero molto più oscuro.
Nel complesso ho apprezzato molto questi due episodi e credo sempre di più che questa serie abbia molto potenziale e sia finalmente riuscita a staccarsi dall'essere un semplice procedurale, che alla fine stanca, per rivolgersi invece verso l'approfondimento psicologico e la storia personale di personaggi interessanti e molto ben recitati.
Adesso non ci resta che aspettare lunedì, dopo questa settimana di pausa, per vedere come proseguirà questa storia.
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