Anche questa settimana un episodio molto significativo per Gotham, che sembra decisa a non mollare il colpo fino all'ultimo, presentandoci ogni lunedì una puntata ricca di avvenimenti rilevanti per i nostri protagonisti. Non posso che dirmi soddisfatta del ritmo che la serie sta tenendo in questa seconda stagione e di come stiano venendo evitati il più possibile i tempi morti e l'eccessivo dilungarsi delle varie trame.
S02E17: Into the Woods
Diretto da: Oz Scott
Scritto da: Rebecca Perry Cutter
Alcune delle storyline di questa stagione stanno ormai volgendo al termine, cosa del tutto normale se consideriamo che ormai manca molto poco al season finale, però a questo punto viene da domandarsi cosa intendano fare con le altre. Finora questa seconda metà di stagione mi è piaciuta molto, ma rendermi conto che siamo ormai al diciassettesimo episodio mi ha portata a chiedermi il perché di alcune scelte: all'inizio avevo apprezzato moltissimo il personaggio di Hugo Strange e la storyline del manicomio, ma negli ultimi tempi ha perso un po' di spessore; speravo che ci avrebbero mostrato più chiaramente i piani del professore che invece per adesso sembra solo intenzionato a liberare pazzi criminali per la città senza dare spiegazioni. E non mi lamento solo per il ritorno di Barbara che è un personaggio che non sopporto, ma ammetto che mi lascia un po' perplessa il suo rilascio a questo punto, così come mi chiedo cosa ne sarà dei cadaveri che Strange tiene nel suo laboratorio segreto. Forse questa storyline è destinata a continuare nella terza stagione o comunque a metterne le basi. Spero che avremo presto una risposta.
Ma passiamo a parlare di Oswald, che in questo episodio ha finalmente smesso di comportarsi come un bravo ragazzo ed è tornato ancora più maligno e vendicativo di prima. Il modo in cui la famiglia del padre è stata presentata si è confermato ancora una volta grottesco ed eccessivo, con personaggi poco approfonditi e realistici oltre che decisamente poco intelligenti. La storyline in sé non è stata proprio perfetta ed era chiaramente funzionale al ritorno del Pinguino che avevamo imparato a conoscere, ma la bellissima interpretazione di Robin Lord Taylor e la costruzione di alcune scene lo ha fatto pesare meno di quanto avrebbe potuto; apprezzo questo attore sempre di più, capace di far capire immediatamente i cambiamenti e le emozioni del suo personaggio, come nel caso della scena in cui avvelena il cane e scopre la verità. La scena successiva, quando vediamo Oswald tornare con una diversa acconciatura e movenze più sicure mentre serve in tutta tranquillità l'orribile cena alla matrigna Grace è molto ben costruita e porta lo spettatore a capire cosa stia davvero accadendo e a causare il giusto senso di disgusto.
È ormai evidente che la rieducazione del prof. Strange abbia avuto vita breve su Pinguino, che sembra invece tornato ancora più spietato di prima. D'altra parte questo personaggio è sempre stato trattenuto dai suoi affetti, ha sempre cercato l'autoaffermazione e l'apprezzamento da parte di qualcuno, tutte cose che nel corso di questa stagione gli sono state portate via una ad una, fino ad arrivare all'ultimo, tragico evento del ritrovamento del padre, subito strappatogli dalla malvagità del resto della sua famiglia adottiva. Forse è proprio per questo che Oswald reagisce con un'efferatezza superiore a quanto avevamo visto finora, arrivando addirittura a far mangiare alla matrigna i suoi figli, prima di ucciderla e comporre il tutto in una scena estremamente macabra. Credo che questo episodio abbia segnato un punto di svolta per il personaggio che, ormai solo e sempre più trascinato verso la malvagità, finirà per diventare il Pinguino che tutti conosciamo.
Punto di svolta anche per Bruce, che all'inizio dell'episodio è insieme a Selina e lo vediamo in una serie di scene molto carine, mentre alla fine si troverà di nuovo solo con Alfred, pronto a prendersi le sue responsabilità. Mi sono piaciute molto le scene tra i due ragazzi, hanno mostrato fino alla fine quanto davvero i due si vogliano bene ma anche le contraddizioni del loro rapporto che è destinato ad essere sempre meno di quello che potrebbe per via delle loro differenze; e non si tratta solo di differenze di ceto sociale, ma anche e soprattutto di carattere; infatti in questo episodio abbiamo visto una delle caratteristiche di Batman apparire nel ragazzo: nonostante sia capace di tenere molto ad alcune persone, Bruce le allontanerà sempre perché il suo incrollabile senso del dovere verrà sempre prima e lentamente si trasformerà nell'ossessione che conosciamo. È proprio lui a mandare via Selina per proteggerla, dopo un breve ma significativo discorso con Alfred, come se già capisse che la vita che ha scelto per sé non potrà mai, se non per brevi periodi, includere davvero altri che il fedele maggiordomo.
Ma veniamo a quella che è stata la parte più importante di questo episodio: il confronto tra Jim e Nygma. Prima di tutto voglio rivolgere il mio apprezzamento a Bullock, personaggio non di primo piano ma con un ruolo fondamentale nella vita di Gordon: quello di unico vero amico fedele. Il modo in cui è sempre pronto ad aiutarlo sia materialmente che emotivamente mi impediscono di non volergli bene e le sue trovate sono sempre in grado di aggiungere un tocco di leggerezza alla storyline del ben più cupo Jim.
La parte sulla ricerca di indizi è stata forse la meno avvincente, ma il confronto diretto tra Jim e Nygma è stato il momento che mi è piaciuto di più di questa puntata. Il discorso tra i due mentre aspettano di pulire il nastro della telefonata è costruito benissimo e riesce, in pochi scambi, a farci capire che entrambi sanno qualcosa e stanno continuando la loro partita. Le parole di Ed sono volte a colpire Jim nel profondo, portando in primo piano le sue contraddizioni e quello che è stato il tema portante di questa seconda stagione: nessuno è solo bianco o solo nero, tutti si trovano a combattere contro il proprio lato oscuro e nessuna decisione è davvero semplice e univoca in un mondo corrotto come quello di Gotham. Anche dal punto di vista della regia e delle inquadrature la scena mi è piaciuta moltissimo e trovo che sia riuscita a focalizzarsi bene sui due personaggi senza perdere lo stile fumettistico che ormai contraddistingue questa serie.
Anche la scena finale di Jim e Nygma nel bosco è stata costruita molto bene e ha concluso il discorso iniziato a casa di Ed: quando Gordon gli chiede come abbia fatto a diventare quello che è la sua risposta è emblematica:
"Che sciocco. Questo è ciò che sono. Ho soltanto ammesso la verità a proposito di me stesso."
Questa frase porta ancora nuovamente in luce il dilemma interiore di Jim, ancora alla ricerca della sua identità, con un profondo senso di giustizia ma con un lato oscuro molto forte e pronto a venire fuori in qualsiasi momento. In un modo o nell'altro, Gordon è di nuovo pronto a tornare al suo lavoro e a mantenere la promessa fatta a Bruce di scoprire il mandante dell'assassino dei suoi genitori, cosa che probabilmente rafforzerà ancora di più il legame tra i due. Ancora una volta voglio sottolineare la bravura di Cory Michael Smith, l'interprete di Ed Nygma, che riesce sempre così bene a rendere un personaggio allo stesso tempo folle e complesso, evidenziando ogni volta i suoi tic e le sue movenze tipiche, così come lo scontro tra le due personalità.
Nel complesso è stata una puntata molto bella e avvincente e a questo punto sono sempre più curiosa di vedere cosa hanno preparato i nostri autori per il season finale. Voi cosa vi aspettate?
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