Ripercorriamo gli eventi più significativi dell'ultimo episodio con interventi di Sam Heughan e Graham MvTavish.
In un posto non lontano da Gleneagles, gli
Highlanders si allenano al combattimento.
E’ una giornata di sole nella Scozia centrale. Tante tende,
fuochi e animali punteggiano la vasta prateria e uomini vestiti in tartan fanno
un duro lavoro di formazione. Sono contadini e soldati semplici, non militari
addestrati, pronti al faccia a faccia contro le baionette impugnando anche
forconi e andando alla carica.
Nelle vicinanze c’è una donna che sa che sono destinati alla
sconfitta.
Dopo aver trascorso metà della seconda stagione a Parigi
(scene girate a Praga), Outlander, appena rinnovato da Starz per altre due
stagioni, è tornato alle sue radici scozzesi. Prima tappa, Lallybroch, per riabbracciare
il resto della famiglia dopo aver tentato, con risultati disastrosi, di
cambiare il corso della rivolta giacobita di Charles Stuart.
Ora, i Fraser sono uniti agli scozzesi che si sono offerti
volontari per entrare nell’esercito giacobita che combatte gli inglesi. Claire
sa quanto sarà devastante la sconfitta per la cultura scozzese. Il suo istinto
le dice di scappare con il marito dalla guerra imminente; Jamie, al contrario,
intende combattere per salvare il suo popolo.
Le riprese esterne di questa fase di Outlander sono avvenute
in Scozia, dove il tempo l’ha fatta da padrone: dopo una settimana di piogge
terribili che ha trasformato la terra in fango, è arrivata la luce del sole e
un clima mite. Il tempo perfetto per Jamie per addestrare quei soldati all'uso delle armi con cui combattere gli Inglesi.
“In questa fase ci si sente come se le cose stessero
iniziando a decollare”, ha detto Sam Heughan, sorseggiando un bicchiere di
Laphroaig, il suo whisky preferito. “Nella prima parte della stagione c’è un
gran parlare di questa battaglia, di Culloden, del popolo scozzese e della sua
cultura. Alla fine, Jamie si rende conto che non può fermare Charles Stuart, ma
deve unirsi a lui e aiutarlo”.
Di persona, Sam è aperto, affascinante, facile alla battuta
e al dialogo, così come a discutere seriamente del suo lavoro. Ecco che, in
quest’ultimo caso, diventa Jamie Fraser: assume una cadenza scozzese più forte
dei soliti toni e dà vita ad un vero eroe scozzese del popolo.
Jamie ha vissuto una seconda stagione difficile finora, ma,
una volta giunto sul terreno di casa, ha riacquistato fiducia in se stesso. Lui
e sua moglie combattono per cambiare il futuro, puntando a sconfiggere gli
inglesi nell'imminente battaglia di Culloden e Sam interpreta un uomo fiducioso
nella possibile vittoria dell’esercito di Charles Stuart.
“E’ per questo che Jamie si butta anima e corpo nella
formazione di queste persone”, continua Sam. “La cosa migliore da fare, in
questo caso, è imparare ad essere un esercito moderno. E’ quello che sta
facendo: li sta allenando ad essere più che semplici guerrieri delle
Highlands”.
C’è un volto familiare, però, che lo sfida per il comando:
lo zio Dougal, interpretato dal grande Graham McTavish. Già dal loro primo
saluto dopo tanto tempo è evidente che c’è maretta tra i due. Dougal ci mette
un po’ a capire che il nipote che ora ha davanti è cambiato parecchio dal loro
ultimo incontro.
“Non è più la persona
che conosceva”, afferma McTavish. “Improvvisamente Dougal viene messo da parte
ed anche quello diventa molto interessante”.
Questo è quanto abbiamo visto nello scorso episodio Je Suis
Prest. Complesse inquadrature mentre Murtagh (Duncan Lacroix) addestra le
reclute urlando Cosa ridi, bastardo! in faccia ad un soldato, Jamie appare
tra una sequenza di allenamento e l’altra e alcune comparse siedono nel campo
senza essere ripresi dalle telecamere.
Si tratta della premessa alle future battaglie di Prestonpans e
Culloden.
Grande l’entusiasmo per le scene di combattimento sul set.
Outlander ha saputo ricreare le due battaglie chiave nella storia della Scozia.
Sam, che le aveva studiate a scuola, è felice di portarle in vita sullo schermo
e di farlo nel migliore dei modi.
“Bonnie Prince Charles, Robert the Bruce, William Wallace:
fanno tutti parte delle storie con cui si cresce da queste parti. In Scozia, la
storia è presente ovunque, nei nomi delle località, nella musica, nella gente,
ma soprattutto nel paesaggio. Si va in giro e si dice Oh, ecco quel posto!,
ci racconta Sam. “Non siamo lontani da Prestonpans. Attraversata Stirling, si
arriva a quello che fu un grande campo di battaglia. E’ un onore portare sullo
schermo la storia scozzese”.
L’aggiunta di autenticità alla rappresentazione di queste
scene viene dal fatto che molte delle comparse erano membri del Clanranald
Trust, un’organizzazione educativa che si sforza di diffondere la cultura
scozzese attraverso le ricreazioni del passato.
Arrivavano sul set alle 4 di ogni mattina, dormivano insieme in una
grande chiesa e lavoravano fianco a fianco come in un clan. Questa dinamica è
stata tradotta sullo schermo e il leader del’organizzazione ha interpretato
l’uomo che aiuta Jamie ad addestrare le reclute.
“E’ stato tutto molto divertente. Abbiamo rispettato un
gruppo di persone esistito realmente e la loro storia”, ha spiegato McTavish.
“Quindi, si, è stato un momento molto intenso per noi. Abbiamo lavorato con
rispetto e responsabilità in memoria di coloro che lo hanno vissuto davvero”.
Nella vita reale, la battaglia di Culloden è stata disastrosa
per i giacobiti che vi hanno preso parte. Non solo: ha rappresentato anche un
giro di vite sulla cultura Highlander. Coloro che si ribellarono furono messi
sotto processo per alto tradimento, molti furono uccisi, la Gran Bretagna fece
un passo avanti nell'annessione della Scozia e il tartan fu bandito. Fu un
punto di svolta fondamentale per la nazione, le cui ripercussioni si avvertono
ancora oggi.
Outlander porta la finzione e la magia in un momento
estremamente significativo nella storia della Scozia. Claire e Jamie cercano di
cambiare il destino, ma i fans sanno già come andrà a finire per averlo visto
proprio in una scena del primo episodio, quando la donna, tornata al 20°
secolo, viene a sapere che gli Inglesi hanno vinto a Culloden. Tuttavia, non crediate
che il finale di stagione sia così scontato solo perché il risultato sembra
essere immutabile.
“Alla fine, lo show è sempre basato sulle relazioni. Il
finale mostrerà l’apice della storia, ma anche il culmine dei rapporti
esistenti in quel momento. Non si può impedire alla storia di accadere”, ha
confessato Sam a proposito dei prossimi episodi. “La seconda stagione ha
certamente un punto culminante, ma Ronald Moore ha sempre sorprese”.
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