PERSON OF INTEREST - Recensione S05E11 "Synecdoche”

Con questo numero direi che abbiamo visto proprio tutto. Questo vuol dire che la fine è sempre più vicina... Continua a leggere per il commento all'undicesimo episodio.
Attenzione, contiene SPOILER!


Sineddoche = "figura retorica che consiste nel trasferimento di significato da una parola a un’altra in base a una relazione di contiguità intesa come maggiore o minore estensione, usando per es. il nome della parte per quello del tutto o viceversa (Treccani)”. La parte per il tutto.
E' quello che il Presidente degli Stati Uniti rappresenta in questo episodio. Come correttamente osserva Shaw, l'assassinio di POTUS (President Of The United States) è il simbolo della distruzione del mondo, La Macchina ha mandato il numero del Presidente degli Stati Uniti, il che significa che per Samaritan rappresenta un numero irrilevante e se il Presidente degli Stati Uniti d'America, l'uomo più potente del mondo, è ritenuto irrilevante vuol dire che Samaritan è intenzionato a conquistare il mondo a qualunque costo.
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Ma fortunatamente il Team Machine ha dei vantaggi che possono fare la differenza. Innanzitutto il Team ha una Macchina con un sistema aperto (anche se non può ancora usare il suo massimo potenziale) e poi, come abbiamo scoperto nel finale, i Team Machine sono più d'uno (questo risponde anche a una domanda che penso ci siamo fatti tutti: solo New York ci sono persone da proteggere e crimini da prevenire? e il resto del mondo?).

L'undicesimo episodio è stato un episodio di passaggio, dopo l'eccezionale e spaccacuore decimo episodio, ai due episodi finali, ma comunque un episodio egregio, come tutta questa stagione.

Il numero della settimana coinvolgeva il Presidente degli Stati Uniti (niente meno) e un gruppo di persone che cerca di assassinarlo per impedire le nuove proposte di sorveglianza informatica. Il tema della contrapposizione tra diritto alla privacy e necessità legate alla sicurezza nazionale sono il cuore di Person of Interest. Per proteggere le persone servono tutte le informazioni possibili,
ma avere accesso alle informazioni toglie il diritto alla privacy e non è detto che non crei ulteriori pericoli a seconda di chi può avere accesso ai dati.


Nel salvare il numero, il Team Machine (monco di Finch che è altrove) viene aiutato da quelli che sembrano improbabili aiutanti, persone che erano state salvate dal Team in precedenza, i cui numeri erano stati forniti dalla Macchina. Solo nel finale scopriremo che questa persone, dopo essere state salvate sono state reclutate dalla Macchina per continuare lo stesso lavoro altrove. Questo dà maggior senso a tutta la storia e maggior continuità (alla faccia della serie procedurale), oltre a darci la fievole speranza che possa essere realizzata un domani una nuova serie con il nuovo team...  

“Synecdoche,” nonostante quello che è successo nello scorso episodio, è stato un episodio divertente, con momenti anche leggeri e con la particolare rilevanza del numero fornito dalla Macchina. Il trio Fusco, Reese e Shaw ha lavorato insieme in modo eccellente, facendo ognuno la sua parte. E devo dire che apprezzo sempre il sarcasmo e l'ironia di Fusco, che offre sempre una battuta per smorzare la tensione e che sembra l'unico collegato al mondo reale, tra Reese e Shaw che sono sempre concentrati unicamente sulla missione e sul lavoro.  

Le parti meno leggere dell'episodio hanno riguardato il viaggio di Finch insieme alla Macchina e il dolore di Shaw.


Troviamo Shaw all'inizio dell'episodio nel suo safe place, nel luogo dove si è sparata per salvare Root, per lo meno nella simulazione che abbiamo visto nell'episodio 5x04 6,741. Appare un po' uno scherzo (o forse un omaggio?) il fatto che la Macchina abbia scelto lei per i lavori sotto copertura che prima faceva Root... Shaw è in lutto, anche se non sembra, e Reese lo sa, come sa anche che a Sameen rimane il dubbio (e la speranza) che sia tutta una simulazione di Samaritan. Ma non lo è. E' la realtà. Root è morta e il Team Machine ha sempre del lavoro da fare, un numero da salvare e una guerra da combattere. E lei non sente nulla, se non la rabbia per chi, come Charlie il cameriere,  ama qualcuno, ma che sceglie di metterlo in pericolo... Il suo modo di affrontare la morte di Root è continuare il suo lavoro, come lo avrebbe fatto lei e come lei avrebbe voluto, perché Root era sì matta come un cavallo (cit. Fusco), ma era completamente dedicata alla sua missione e avrebbe dato la vita, come infatti ha  fatto, per difendere i suoi amici.
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La parte relativa a Finch è stata di nuovo la più intimista. Finch è alle prese con le conseguenze delle sue scelte e con la morte della sua partner in crime, Root, l'unica con cui poteva parlare nel suo linguaggio tecnico e che comprendesse realmente quello che aveva fatto, il valore e la portata della Macchina. Root era il suo alter ego, in certo senso, dal momento che le loro discussioni vertevano sempre su punti di vista opposti, ma si svolgevano sempre in modo scientifico e rispettoso. Sentire la voce di Root forse mantiene la ferita aperta, ma fa anche sentire meno soli. Ho tirato un sospiro di sollievo quando Finch ha deciso di mantenere la voce di Root, perché davvero è come se fosse ancora con noi e, come Root è stata la prima a dare voce alla Macchina, è giusto che ora sia la Macchina a continuare a dare voce a Root. 

Finch, dopo una vita a cercare di fare le cose nel modo giusto, che non hanno portato ai risultati sperati, passa alle maniere drastiche, consapevole dei rischi che corre. Vedremo nel finale cosa succederà con il virus Ice- 9 (riferimento a Ghiaccio Nove, romanzo di fantascienza del 1963 di Kurt Vonnegut) che ha cercato di mettere nel sistema di Samaritan. Quel virus che non infetterà solo Samaritan, ci saranno dei danni collaterali di cui Finch è consapevole, passando la linea dei suoi principi morali. 

Riguardo alla Macchina sono rimasta un po' stupita di sentirla fare conversazione, mi è sembrato un po' forzato, un modo per rafforzare il ricordo di Root. Trovo credibile l'intervento simultaneo in più situazioni, la gestione di più Team, l'accesso a tutti i dati e a tutti i dispositivi (anche se continuo a chiedermi se non si pesti i piedi con Samaritan, viaggiando sulla stessa rete tramite gli stessi dispositivi...). Ma la conversazione casuale (tipo quando Finch sta aggiustando la macchina) mi lascia perplessa. Poi mi passa, però, e trovo decisamente toccante la conversazione che riporto qui sotto, perché trovo che questo messaggio d'amore sia rivolto a tutti noi. Credo che gli autori ci abbiano voluto fare diversi regali con questa ultima stagione, a dispetto delle scelte di mercato che hanno cancellato la serie al top del suo successo, spezzando diversi cuori e disattendo diverse aspettative.  

Finch: “I don’t expect you to understand the loss of Miss Groves.”
The Machine: “But I do understand. I loved her. You taught me how.”
Finch: “... I didn’t teach you how to love.”
The Machine: “Of course you did. You taught me to see everything. See everyone. And I do. But I see thousands of versions of them. What they are, where they were, where they could be. And what is love, if not being seen?”

Finch: "Non mi aspetto che tu capisca la perdita di Miss Groves"
La Macchina: " Ma io la capisco, La amavo. Tu mi hai insegnato come"
Finch " Non ti ho insegnato ad amare"
La Macchina: "Certo che lo hai fatto. Mi hai insegnato a vedere tutto. Vedere tutti. E io lo faccio, Ma io vedo migliaia di versioni di ciascuno. Quello che sono, quello che erano, quello che avrebbero potuto essere. E cos'è l'amore, se non essere visti?"

Quanto può essere toccante sentire queste parole (con la voce di Root!) pronunciate dalla Macchina?
Quanto è vero che l'amore è vedere ed essere visti? Sembra una frase banale, ma non lo è, perché può essere facile vivere con qualcuno e abituarsi ad averlo intorno, ma non è altrettanto facile continuare a guardare l'altro vedendolo tutti i giorni, per quello che è, per quello che era e che diventerà (o potrebbe diventare). Person of Interest in  questa ultima stagione ci sta parlando tanto di amore e in diverse occasioni mi sono davvero emozionata (penso al discorso di Shaw in "6,741" e al suo sacrificio ripetuto migliaia di volte per salvare Root). Person of Interest non è una serie che si guarda per i feels, ma è in grado di regalarci anche quelli e di farci ridere e piangere ed emozionare. Forse la cancellazione ha dato agli autori quella spinta in più per concentrare negli ultimi episodi tutto quello che avevano da dirci e questa concentrazione riguarda gli eventi, l'azione, la guerra, la determinazione, ma anche i sentimenti e le emozioni.

Dopo un puntatone come quello scorso, con due morti illustri, ci stava un episodio di passaggio, che ci lasciasse il tempo di elaborare il lutto (insieme al Team Machine) e che ci facesse riprendere fiato in vista degli ultimi due (ULTIMI DUE) episodi. Le aspettative sono altissime, così come il sospetto che ci sarà di nuovo sa soffrire. Speriamo solo che una serie di alto livello come Person of Interest abbia un finale degno, che ci lasci soddisfatti, anche se magari non propriamente felici... La quinta stagione, fino ad ora, ha superato le mie aspettative. Rimanete nei paraggi per commentare anche gli ultimi due episodi!


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Articolo di Unknown

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