AMERICAN HORROR STORY - Recensione episodio 6x05




American Horror Story: Roanoke è giunta a metà dell'opera e da questo momento possiamo dimenticarci tutto ciò a cui abbiamo assistito fino ad ora. Questo è ciò che ci hanno promesso gli autori della serie e questo è quel che abbiamo visto in questo quinto capitolo pieno di emozioni. Falsi finali, follia pura e due attesi ritorni hanno caratterizzato l'ultima parte di quello che, a quanto pare, è solo l'inizio.

Attenzione: Spoiler!

La resa dei conti è arrivata. I coloni hanno messo alle strette Matt e Shelby e la casa “ha preso vita”, un assist perfetto per quello che AHS sa fare meglio: omaggiare l'immaginario della paura . Da Raimi a Hooper, passando per il J horror, il quinto episodio di Roanoke è stato tutto all'insegna dell'incubo. Murphy e Falchuk lo avevano detto. Dal sesto episodio tutto ciò che ci siamo finora aspettati sarebbe sfumato. In pochi infatti credevano che My Roanoke Nightmare si sarebbe concluso nell'arco di cinque episodi, soprattutto con il presunto happy ending che ha visto Shelby, Matt, Lee e Fiona nuovamente insieme, vivi e finalmente in pace, o quasi. Con ogni probabilità, i protagonisti che finora ci hanno accompagnato nel viaggio attraverso l'inferno di croatoan non li vedremo più. Il materiale raccolto dagli intervistatori servirà forse a qualcun altro, una troupe magari, che basandosi sui racconti di Shelby e Matt ripercorreranno e rievocheranno i fantasmi (in senso letterale) del loro passato.

Di tutte le sorprese che questo episodio ci ha riservato, una delle più apprezzate dai fan è l'agoniato ritorno di Evan Peters, al quale è stato assegnato il ruolo di un aristocratico ossessionato dalla solitudine e dall'arte. L'omosessualità del personaggio è un occhiolino in più degli autori al fandom, le cui reazioni, a poche ore dalla messa in onda dell'episodio, impazzano già per la rete. Peters si è dimostrato certo all'altezza delle aspettative, alzando ulteriormente gli standard di una stagione che ha saputo dimostrare come potesse continuare benissimo senza il sostegno di grandi nomi dello show. Una capacità che in AHS: Hotel sembrava venutosi a perdere.



Sir Edward Philippe Mott è chiaramente ben altro che un pretesto per accontentare una larga fetta di pubblico. Altra promessa mantenuta da parte degli autori, egli si è infatti scoperto essere un antenato di Dandy Mott, folle cattivo di turno di AHS: Freak Show. Il seme della follia sembra essere di famiglia e sir Edward, così come anche il suo erede, ne ha pagato in fretta lo scotto. Ma il suo spirito, come tutti gli altri, è tutt'oggi vincolato al terreno in cui sorge la casa di Matt e Shelby e aiuterà proprio quest'ultimi a fuggire dalle grinfie della Macellaia e dei suoi adepti.


Un altro, tanto glorioso quanto inatteso ritorno è stato infine quello di Frances Conroy, la quale sembra finalmente pronta ad affrontare l'universo di American Horror Story senza  l'imponente presenza di Jessica Lange, sua indimenticabile compagna nelle precedenti stagioni. A Conroy è toccato l'agghiacciante personaggio di Mama, capostipite della famiglia Polk, i “bifolchi” che abbiamo avuto modo di conoscere poco a poco e sui quali in questo episodio abbiamo scoperto un terribile segreto. Un segreto legato alla colonia di Roanoke e alla maledizione che li tiene intrappolati in quelle terre. Gli stessi coloni alla cui sconfitta nessuno può realmente credere. La teoria più comune, suggerita dal titolo stesso della stagione, vede gli spiriti di Roanoke protagonisti anche della seconda mid season. Noi ce lo auguriamo, così come ci auguriamo che l'incubo continui e che sia sempre in grado di tenerci incollati allo schermo

Fabio

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Articolo di Fabio Scala

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