TWIN PEAKS - Kyle MacLachlan rivela dettagli sul malvagio doppleganger di Cooper



Nelle prime stagioni di Twin Peaks, Kyle MacLachlan era l’Agente Cooper, uno dei più grandi eroi nella storia della tv. Nella nuova serie di Twin Peaks, l’attore interpreta più di un Cooper, ma nessuno di questi è l’Agente Cooper che conoscevamo.
È lo spirito incorporeo di Cooper. Il suo malvagio doppleganger guidato da un implacabile desiderio di sopravvivenza. E l’altro doppleganger di Cooper è stupido, adultero, un uomo comune (adesso deceduto). È un Cooper reincarnato ma lento di mente, privo di memoria e senza molta personalità (sebbene baciato da un incredibile fortuna al gioco d’azzardo).
È come se i creatori David Lynch e Mark Frost abbiano lavorato con il loro attore per trasformare l’Agente Cooper in un progetto artistico: la perdita delle virtù eroiche del protagonista a favore del crescendo del suo anti-eroe.

Questa è solo una teoria di Entertainment Weekly. MacLachlan stesso si sta divertendo molto.
L’attore, 58 anni, dice che la nuova stagione ha presentato per lui una sfida snervante e entusiasmante insieme, ed è contento di poterlo fare per il suo amico di lunga data, Lynch, che lo ha già diretto in Dune e Velluto Blu.
Ci ha detto che non abbiamo ancora visto nulla da Twin Peaks, sebbene abbia giurato di tenere per sé i dettagli più segreti. “È David Lynch” dice Kyle “E vi sta portando in un posto in cui lui vuole andare. È nella sua mente, stiamo partendo per questo viaggio con lui, quindi allacciate le cinture, partiamo!”

Entertainment Weekly si è incontrato con Kyle MacLachlan per un caffè e una breve chiacchierata prima che partisse per la Francia per portare Twin Peaks al Festival Di Cannes e qui di seguito abbiamo tradotto l’intervista.

EW: Sei contento della risposta che lo show ha avuto finora?

Kyle Maclachlan: Lo sono, penso che i critici sappiano di stare guardando qualcosa di inusuale e molto difficile da giudicare, perché è una piccola parte di quello che senza dubbio è un lungo viaggio. Alla fine ci saranno molti articoli, posso immaginare, riguardo l’esperienza, se sia soddisfacente o no. Ma adesso, sembra che le reazioni che stiamo ricevendo siano: se ti va a genio è un gran bel viaggio da fare.

Hai visto la premiere quando è stata mandata in onda?

No, non l’ho fatto. Ho visto i primi due episodi quando li hanno proiettati alla premiere a Hollywood e l’impatto per me è stato piuttosto intenso. Quindi mi sto abituando a questo prima di rivederlo di nuovo perché so che la seconda volta che ci passerò, diventerò molto critico. Penso che sia parte del processo. A differenza di molte cose in televisione (e questa non è una critica, è solo come stanno le cose) è qualcosa su cui davvero hai bisogno di soffermarti. Risuona e continua a risuonare se glielo lasci fare.

Cosa hai pensato del malvagio doppleganger di Cooper quando te lo hanno presentato per la prima volta nel copione o quando David e Mark ti hanno parlato di lui?

Mi sono sentito subito stimolato. Quando ci siamo incontrati, inizialmente, David mi ha chiesto “Faremo Twin Peaks, ho bisogno di Cooper, tu ci stai?” e io ho detto sì, non ci dovevo pensare, e allora lui ha detto “Bene, ci saranno un po’ d’altre cose” e non è sceso nei dettagli di queste ‘altre cose” che avrei dovuto fare a che ricordi. Ma quando ho letto il copione ero “Oh, wow, ok”. Ero nervoso, ma ero, e sono tutt’ora, anche incredibilmente grato che David mi abbia dato l’opportunità di interpretare un personaggio così lontano da me e da quello che ho fatto, e che abbia creduto nelle mie capacità abbastanza da lasciarmelo fare. Perchè non aveva scelta! Aveva me! Io sono Cooper! Ma che si fidasse di me per fare funzionare la cosa significa molto.
Non sapevo se avrebbe funzionato finché non l’ho visto l’altra notte. Voglio dire, ricordo mentre lo giravamo, ricordo di essermi sentito piuttosto a mio agio, ma vederlo e realizzare che ha avuto successo, mi ha fatto molto piacere.

Come hai costruito il look e il tono di questo Cooper malvagio?

Ricordo, durante le prime fasi, di aver detto a David, inizialmente per la mia insicurezza, che pensavo che delle lenti a contatto nere avrebbero potuto aiutare.
Le avevo già viste utilizzare per creare l’effetto di un entità interna, nascosta dietro agli occhi.
Gliel’ho proposto. Mi aspettavo quasi che dicesse di no, che non ne avremmo avuto bisogno, ma invece disse che poteva essere una buona idea. Così abbiamo provato diverse lenti a contatto, diversi stili, dalle più scure a quelle meno.
Ho continuato a chiedere a David “Questo ti sta portando fuori progetto, ti sta allontanando dal percorso di questo personaggio?” e lui disse di no, funzionava alla grande.
È come se ci fosse qualcosa di oscuro, ma non se ne è completamente sicuri.
Tutto di lui è oscuro. La mia pelle è chiazzata  e i capelli sono lunghi e unti.
Sai l’aspetto che aveva Javier Bardem in “Non è un paese per vecchi”, aveva quel look particolare, sembrava angelico ma in un modo demoniaco? Volevamo qualcosa di molto simile ma non troppo sopra le righe. Niente capelli lunghi e incolti, per esempio. Questo è un tipo di pettinatura piuttosto imbarazzante.
Anche il look gioca un ruolo importante. Abbiamo trovato questi elementi separatamente e hanno funzionato. È stato un procedimento interessante. Non lo faccio spesso.

E ovviamente, dovremmo notare una parte del demone Bob lì dentro, giusto?

Oh sì, certo.

E per quanto riguarda l’abbigliamento, la maglia e la giacca?

Quello è merito di David. Ne abbiamo provato diverse prima di trovare la combinazione che ci convincesse appieno. Abbiamo considerato alcune opzioni di gioielli che abbiamo scartato, meglio così. Semplice è sempre la via migliore. Riguarda sempre il riuscire a trovare il personaggio senza snaturarlo. A mio parere, vuoi solo metterci un po’ di pepe.
Vuoi lavorarci a fondo e fermarti quando lo hai trovato senza andare oltre. Sapere quando fermarsi è molto importante.

Abbassi anche il tono di voce, e mentre percepiamo l'intensità e proviamo interesse nel gioco di restare vivo e nel nostro mondo, comunque non interpreti la sua malvagità come se ne fosse contento.

Sì, penso sia necessaria molta seriosità, deve esserci calma. Doveva essere diverso nel ritmo, diverso su molti aspetti. Tendo a essere un po’ più dinamico nella vita reale e quando lavoro, e Cooper è certamente dinamico nella vita e nel mio lavoro. Questo tipo non ha nulla del genere. Ed eccotelo servito.

Come hai concettualizzato il personaggio nella tua testa? Lo consideri come un essere umano? Un demone? Un idea?

È uno squalo. Non ha rimorso, non prova felicità, ha quella qualità di uno squalo quando si nutre, la frenesia, inalare l’anima di qualcuno, questo è lui.
Lui, per me, è reale, per quanto sia una cosa vivente. Ma è molto di più che interpretare la sua forza, la sua energia, il suo essere. Queste sono  le cose su cui mi sono concentrato, piuttosto che renderlo reale. Mi ha condotto in posti che di rado ho visitato come attore. C’era un progetto che ho fatto diversi anni fa, s’intitolava “Where The Day Takes You” (1992), dove interpretavo uno spacciatore di droga.
Questo personaggio è un po’ simile ma è stato molto, molto, tempo fa, per cui è una novità per me. E sono contento di averlo fatto. Ricordo di aver pensato, se mai mi inoltrerò in posti sconosciuti, chi potrebbe dirigermi meglio come regista che David?  Perché so che sarò completamente protetto e tutelato. E questo è molto buono per me come attore perché non ho un monitor per vedermi.

Ho una reazione viscerale per le scene in cui i personaggi vomitano, quindi il terzo episodio è stato un po’ una gioia. I tuoi Cooper vomitano un bel po’ in quell’ora. Deve essere stato divertente farlo.

È stato disgustoso, disgustoso. Sì, non è la sequenza che più mette a proprio agio in quell’episodio.
Ero un po’ sopraffatto dalla quantità! È tutto ciò che posso dire al riguardo. È stato disgustoso e tanto.

Di cos’era fatto?

So che c’era della crema di mais, ma a parte questo non sono sicuro di cosa abbiano usato.

Interpreti anche un’altra versione di Cooper, Dougie Jones.

È stata una piccola e divertente partenza. Stava tutto nel cercare di catturare in piccoli momenti, l’imbarazzo di quella realtà, di quell’uomo, e del divertimento in esso. È un casinista, un adorabile casinista. È stato divertente, e molto breve. Sono stati solo due giorni di girato.

Nei primi due episodi, e parte del terzo, l’Agente Cooper esiste in questo spazio ultraterreno e metafisico, è cervellotico e sono scenari molto personali dell’imaginario di David. Com’è, come attore, muoverti in queste scene mentre le stai interpretando? E quanto di questi set è stato costruito e quanto hai dovuto invece immaginartelo?

Alcuni erano costruiti, altri solo descritti, ma in ogni caso mi confronto sempre con David per cogliere quante più informazioni posso sull’ambiente. In cosa sto precipitando? Com’è la struttura? Cosa potrei vedere? Quanto sono travolto e sopraffatto da questa esperienza?
Ho sempre una preoccupazione di base. Cerco sempre di trovare il giusto equilibrio per essere nel giusto stato mentale per quel momento.

Quali consigli ti ha dato per poterti muovere nella sequenza che apre il terzo episodio, quando Cooper si trova nello spazio con quella donna con gli occhi sigillati?

Ciò che ho capito in queste situazioni è che il pubblico fa il più del lavoro per te. Quindi mentre David mi dice cose come “ Guarda oltre il bordo e osservala cadere” , non ho la vostra stessa reazione di shock perché è il pubblico a farlo.
Ciò che io faccio come Cooper è essere lì in quel momento, con la mia intelligenza, accogliendo tutto, e riconoscendo di essere in uno strano e insolito viaggio.
Ho deciso che Cooper sappia che sarà una cosa pazzesca, che accadrà qualcosa di bizzarro e deve solo lasciarlo accadere. Dovrà utilizzare la sua furbizia per trovare una via d’uscita al meglio che può, ma ultimamente, sta andando nella direzione giusta.
È ciò a cui mi sono aggrappato. Abbiamo girato queste sequenze in vari punti attraverso il tempo e non vedo l’ora di vedere il loro effetto nell’insieme.

Come è stato recitare con quell’albero parlante nelle scene nella stanza rossa?

Non ne ho idea, era una X sul tendaggio. La prima volta che ho visto l’albero è stato quando ho visto l’episodio proiettato alla prima.

Era descritto sul copione?

No, era solo una voce. Non penso ci fosse nemmeno nessun dialogo. Sì, quello era strano.

L’Agente Cooper è tornato sulla terra, ma non è ancora il Cooper che conosciamo. Puoi descriverci un po’ come hai trattato questo Cooper?

È un uomo ma in realtà un bambino, no nemmeno un bambino, un neonato, ha l’attenzione e le capacità di un neonato. Quindi se c’è qualcosa che gli interessa tutta la sua attenzione è su quell’oggetto, finché non c’è altro che attiri la sua attenzione. Tutto è nuovo per questo personaggio. È divertente anche solo l’interpretarlo e trovare momenti bizzarri e divertenti.
E giocare con il tempo…per quanto tempo puoi tenere in scena qualcosa? E questo gioca con una delle cose per cui David è così brillante, che è il ritmo. Il ritmo e il tempo. Quindi è davvero bello potersi muovere nello spazio e nello stile che crea.

C’è un momento nell’episodio 4 quando Cooper prende quel sorso di caffè e ho pensato che forse in quel momento la sua mentre avrebbe cominciato a tornare.

Sì, l’ho pensato anche io. Sarà interessante vedere come giocherà la tensione e come risponderà il pubblico. Ci stavo giusto pensando, a come le persone stiano reagendo adesso, c’è così tanto che deve ancora arrivare! Ogni momento, ogni parte, ci saranno molte cose nuove. E le persone ci ripenseranno e metteranno i pezzi insieme e cominceranno a costruire la storia. Non è niente di simile a ciò che avete visto in tv finora.


A detta di Kyle MacLachlan c’è molto che ancora dobbiamo vedere, e conoscendo David Lynch non possiamo che credergli.





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Articolo di Cristina F.

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