Dopo la premiere in cui ci veniva mostrata la situazione
post virus Tetch, son seguiti due episodi quasi di transizione, che intendono
gettare le basi per diverse sotto trame, portando avanti in contemporanea
diverse situazioni, ma così facendo, rischiano di togliere importanza alle
trame principali, come nel secondo episodio.
“The Fear Reaper” doveva essere il battesimo dello Spaventapasseri,
ma anziché lasciargli in giusto spazio, il tutto viene soffocato da diverse
sotto trame che si muovono lente in incipit frammentati. Ovviamente queste
situazioni si dipaneranno nel corso della stagione, anche perché è chiaro che
gli autori stiano rivoluzionando la serie e i personaggi, anche con un certa
velocità, basti pensare all’evoluzioni di Bruce e Selina (di questo parleremo
poi), e questo è apprezzabile. Un tentativo di rinnovamento, in uno show che
stava cominciando a esaurire le sue carte, può portare a una ventata d’aria
fresca, e sicuramente e nuove alleanze e evoluzioni dei personaggi potrebbero
portare a risvolti di trama interessanti in una storia che è diventate sempre
più corale.
Purtroppo però, nel secondo episodio, la coralità si rivela
un fattore negativo, poiché toglie tempo e importanza a quello che doveva
essere il fulcro dell’episodio, ossia lo Spaventapasseri.
La sequenza nel manicomio, con Jonathan Crane che ne ha
preso il controllo e Jim che gli da la caccia, è una delle sequenze più belle
dell’episodio e poteva anche essere la più interessante, peccato che duri pochi
minuti. Non viene lasciato spazio a quello che avrebbe dovuto essere il momento
topico della puntata, e la tossina di Crane viene sconfitta fin troppo in fretta
e troppo facilmente senza darci nemmeno il tempo di goderci delle atmosfere più
cupe, né di apprezzare il contesto, soprattutto se confrontiamo l’opera degli
autori di Gotham a una loro probabile fonte di ispirazione.
"Ma io non voglio andare in mezzo ai matti", disse
Alice.
"Oh, ma non puoi farci niente!, disse il Gatto.
"Qui siamo tutti matti.
Io sono matto, tu sei matta".
"Come fai a dire che sono matta?" disse Alice.
"Per forza", disse il Gatto, "se no, non
saresti venuta qui".
La situazione del manicomio potrebbe essere stata ispirata
da una graphic novel , “Arkham Asylum: A Serious House on Serious Earth” di Grant Morrison e illustrata da Dave McKean. In
una storia di impronta surrealista e che trae ispirazione da Carrol, da Jung e
Psycho, ci vengono mostrate le origini del manicomio Arkham, attraverso di un
viaggio quasi onirico di Batman attraverso il manicomio preso sotto assedio dai
pazienti, in cui spesso il nostro eroe sfiora lui stesso la pazzia.
Una storia dalle atmosfere molto cupe e molto più adulte,
che però non ritroviamo in Gotham. Forse perché la pazzia di Jim, le sue paure
e i suoi demoni erano già stati affrontati con Tetch nella terza stagione, in
una sequenza onirica molto più lunga e che esplorava molto meglio i desideri e
le paure del Detective se non altro. Qui Jim sconfigge il siero di Crane molto
in fretta, non c’è una vera sensazione di pericolo, e basta dell’acqua per
annullare gli effetti della potente tossina. Presumo che sia quindi sufficiente
tirare a Crane un bicchier d’acqua per fermarlo, oppure lui è irreversibile?
Nel dubbio, la polizia oltre all’arma di ordinanza può portarsi i super
liquidator.
Insomma, avevano tutte le carte in regola per creare
atmosfere più cupe e mettere Jim in seria difficoltà visto quanto ne ha passate
poi, eppure è come se non vogliano mai andare fino in fondo. Si prendono sul
serio, forse troppo, però evitano di scendere nei fatti in profondità, di
rischiare un po’, rimanendo in continuazione solo sulla superficie di una città
che sappiamo essere molto più oscura di questo. Basti pensare che il nome del
manicomio deriva dalla narrativa di Lovecraft, e che avrebbero numerosi fumetti
da cui poter prendere ispirazione e magari prestargli un po’ più di attenzione
non solo per idee superficiali, ma anche nella sostanza.
Il gap evoluzionistico subito dai personaggi di Selina e
Bruce, potrebbe essere interessante sicuramente, vista l’assidua presenza del
personaggio di Bruce era necessario cambiare il suo percorso e portarlo più
vicino al suo destino di vigilante, ma credo ancora abbiano diversi problemi a
gestirlo sul piano action perché si ritrova prima ad avere determinate
competenze e poi a farsi beccare in maniera stupida cadendo da un lucernario,
salvandosi poi con la scusa del rock climbing da Lucius Fox, che ovviamente non
ci casca e sulla fiducia gli fornisce una tuta in modo che il futuro Cavaliere
Oscuro non venga seccato prima del tempo.
Mi è piaciuta però per esempio la scena dell’asta, in cui
Bruce impara a dissimulare e a fingere di essere il miliardario viziato e pieno
di sé che tante volte ha salvato e protetto i veri scopi di Batman. Un po’ meno
le conseguenze e le cause. Come Bruce
abbia scoperto del pugnale mi ha un po’ lasciato perplessa, ancora una volta
troppo veloce e troppo facile e anche la scena di Selina che si introduce in
casa sua, trovandolo al tavolo ad attenderla al buio, è abbastanza ridicola, e
se non altro inspiegabile.
Perchè mai Bruce stava in attesa al buio proprio lì ?Non
aspettava di certo Selina per il pugnale, ma Ra’s o al limite Barbara, e come
poteva sapere sarebbero entrati proprio da lì?
Insomma una situazione un po’ paradossale e che regge poco,
ma che hanno inscenato perché fa evidentemente sempre fico attendere qualcuno
nel buio.
Ottimo e ben costruito il rapporto con Alfred, loro due
insieme funzionano parecchio perché c’è un rapporto padre figlio che mi è
sempre piaciuto. Alfred è infatti, l’unico reale appoggio di Bruce e colui che
lo addestra per ora, insegnandogli anche a costruire un personaggio intorno a
Bruce Wayne che gli possa permettere di agire senza costume, creando una
maschera pubblica. Certo master Bruce è troppo giovincello per fare il playboy
ma per il resto direi che ha imparato bene a passare da riccone viziato, e
Alfred è una delle poche gioie, lui è il suo british accent e fare pratico.
Al contrario invece di Harvey che mi è abbastanza caduto, segue Jim quando
sbaglia, ma stavolta che ha tutte le ragioni gli volta le spalle. Onestamente
la scusa di non perdere il dipartimento non regge perché tanto si fanno tutti
gli affaracci propri come se comandasse il Pinguino e poco cambia che al
comando ci sia lui o un altro. Diciamo più che altro che Harvey non ha avuto le
ferie e si sta godendo Danesi e un po’ di tranquillità lasciando tutto il
lavoro a Jim.
Jim, per una battaglia che vince, prima all’Iceberg Lounge,
poi al manicomio, comunque perde terreno sul dipartimento , tanto da decidere
di chiedere aiuto a Falcone.
Carmine Falcone, lo stesso Carmine che nella prima stagione
gli ha rapito la fidanzata e che voleva far arrestare a tutti i costi e a cui
poi in seguito ha ucciso il figlio Mario. Sì quel Carmine Falcone, che al
momento è in pensione a Miami o in Messico, non si è capito e che riceve e
parla a Jim come se fossero vecchi amici.
Quindi soltanto Lee per Mario se l’era presa a morte, buona
a sapersi.
In ogni caso Falcone è malato e non può aiutarlo, però in
compenso c’è la figlia Sofia. E fu così che Jim in trasferta batte il suo
record di rimorchio di donne nel minor tempo possibile da quando le ha
conosciute.
Ora, questa storyline era sul serio necessaria?
Per fortuna che al manicomio con la tossina aveva visto Lee |
No, e soprattutto, dopo che nella terza stagione hanno
inscenato tutto quel dramma amoroso intorno a Jim e Lee, che persino per il
bardo sarebbe stato troppo (scherzo ovviamente, alla qualità drammi di Shakespeare non ci
siamo manco vicini), il nostro detective come se niente fosse, si lascia andare
con la prima donna che gli capita, per altro ex cognata della sua ex. Anche no.
Soprattutto perché con le donne finisce sempre male.
Comunque possiamo prevedere che Lee si ritrovi a fare fuori
la sua ex cognata, così lei e Jim diventano pari? Tu mi hai ucciso il marito e
tu la ragazza? Così poi finiscono in uno di quei programmi trash di real time.
Senza contare che non ho ben capito se Sofia abbia le
risorse di Falcone, visto che a Jim non serviva una persona, ma un esercito per
dare battaglia al Pinguino, e a quanto pare lei si è trasferita all’insaputa
del padre. Vabbeh, dettagli.
Oswald nel frattempo si è ritrovato il pezzo forte del suo
locale scongelato, per altro in una sequenza stupida, perché un secondo spegne
la luce e entra la psico fan con la fiamma ossidrica e subito dopo il Pinguino
rientra per scoprire che Ed è sparito.
Io adoro Oswald, ma sta scena mi ha fatto troppo ridere |
La fuga di Ed avrebbe dovuto essere un momento importante,
sia per Oswald che per Nygma e viene gestita malissimo, affidando la cosa a un
personaggio inutile e che nasce e muore in questo episodio, seriamente non
avevano nulla di meglio che inventare una fan di Nygma per liberarlo? Potevano
giocarsela in un altro modo e sicuramente dargli più importanza, soprattutto
perché affidare Ed a quella pazza è stato totalmente inutile. Speravo quantomeno in una situazione pericolosa in stile Misery non deve morire, ma
decisamente qui non c’è Katie Bates e non sfioriamo nemmeno Psycho, e nemmeno diventerà una delle aiutanti de L'Enigmista, Query e Echo visto che Myrtle viene uccisa da Zasazs.
Nygma
fisicamente si riprende in fretta, ma qualcosa in lui si è incrinato e non è
più capace di risolvere indovinelli né di formularli. Non so come questo suo danno
possa essere causato dall’ibernazione ma è disorientato ora, ha perso se stesso
e il Pinguino lo sta cercando per ricongelarlo. Sono quantomeno curiosa di
vedere come tornerà se stesso.
Il Sirens club non ritornerà in auge tanto presto. Selina
cerca di essere al livello di Barbara e Tabitha, e vuole essere considerata per
riuscire a farsi una posizione. Mentre Barbara ha da fare con il suo nuovo
business che è finanziato niente meno da Ra’s Al Ghul, che l’ha resuscitata e
le ha insegnato le arti marziali, oltre ad averla fatta diventare sua amante,
perché Barbara un partner lo deve avere per forza…
Seriamente, fate fare team up alle ragazze e basta romance inutili |
Insomma Gotham era partita bene in questa stagione, ma nei
due più recenti episodi ha fatto degli scivoloni e tende a prendersi troppo sul
serio, cercando di raggiungere delle tinte dark a cui non riesce ad arrivare.
Sappiamo però che è una serie che ha anche sempre avuto alti e bassi e
nonostante tra le serie super eroistiche non si classifica a livelli di
prodotti come Daredevil o Jessica Jones, può ancora regalarci una buona
stagione se riesce a sbrogliare tutte le sottotrame e a farle ingranare e a
gestirle. Siamo solo all’inizio e Pax Penguina poneva delle basi interessanti
che ci sono tutt’ora, gli episodi sono tanti e dovrebbero dedicare a ogni episodio
solo a pochi personaggi per volta in modo da potersi concentrare pienamente
senza che risultino sequenze troppo frammentate come nel secondo episodio, così
da dare respiro alla narrazione e all’evoluzione dei personaggi.
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