STAR TREK: DISCOVERY - Jonathan Frakes parla del decimo episodio e del suo lavoro nella saga!


Continuiamo a parlare dell'entusiasmante decimo episodio di Star Trek: Discovery e lo facciamo dal punto di vista del regista dell'apertura di questa seconda parte di stagione. Jonathan Frakes, in un'intervista a Rotten Tomatoes, ha parlato degli eventi che hanno scosso la puntata, del suo lavoro all'interno della saga e molto altro.

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-Parliamo del tuo episodio in Discovery. L'ho visto ed è stato molto bello. Sono sussultata quando Culber è morto...
"È stata una grande morte... ma è davvero morto?"

-Penso che ogni volta che si parla di anomalia temporale in un episodio di Star Trek, le scommesse sono aperte. 
"In realtà è un'anomalia quantica."

-Certo, penso che ci sia del potenziale per far accadere molte cose.
"Si, ci sono stati dei momenti equamente drammatici in questo episodio."

-Bhe, stavo arrivando proprio a questo, perchè penso che ciò che stiamo vedendo è anche un'intensificazione del rapporto fra Michael e Ash, è esatto?
"Direi che è una descrizione accurata. Ma lui è veramente l'uomo con cui lei vuole stare?"

-Non proprio, il che è deludente visto che mi piacciono molto assieme. Sono una coppia attraente.
"Sono proprio una bella coppia. Inoltre, sono pazzo di lei, sia di Michael che di Sonequa."

-Sì? Dimmi di più.
"Lei come nuovo volto della saga, della nostra famiglia, non potevano scegliere di meglio. Avrei voluto avere anche Michelle Yeoh nel mio episodio e non è avvenuto, ma ho avuto modo d'incontrarla mentre lavoravo lì. Queste donne e Jason Isaacs, devo dirlo, sono favolosi. Sembrava come se ti trovassi nel cast di Next Generation in modo estremamente positivo. Mi ha riportato alla mente dei bei ricordi. Questa compagnia è una squadra, si vogliono bene e si sostengono l'un l'altro. Ognuno guarda le scene degli altri, escono assieme e vanno a cenare insieme. È così familiare per me, nel modo come noi lo eravamo in The Next Generation. Mi scalda il cuore."


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-È grandioso. Stavo appunto chiedendoti questo, perchè quando hai diretto The Next Generation, immagino che avrai avuto un certo vantaggio fra te e il cast, perchè tu hai recitato assieme a loro.
"Non avevano paura a fartela fare sotto. Intendo dire che erano spudorati nel modo in cui mi trattavano."

-Come regista?
"Come membro della famiglia. Bhe, questo regista in particolare. Noi eravamo rozzi con i registi comunque, perchè eravamo selvaggi. Eravamo selvaggi, soprattutto in plancia e questi ragazzi hanno lo stesso atteggiamento, c'è una grande giocosità che deriva dall'essere preparati per fare il lavoro, perciò faceva i propri compiti mentre era lì. Avevano fatto i compiti, perciò vengono a giocare, conoscono le note, se capisci che intendo. Ciò porta davvero a un'atmosfera favolosamente creativa e giocosa. Abbiamo passato un bel periodo. Io e Marina Sirtis staremmo ancora facendo una serie se fosse per noi."

-Pensi che il tuo personaggio sia nel futuro di questi nuovi elementi?
"Sì ho provato a pensare a quest'idea, ma il design di produzione, la cinematografia, il guardaroba, sono spettacolari in questa serie. Non saprei. C'è stata una reazione negativa da alcuni per i Klingon. Io penso che i Klingon siano favolosi in Discovery."


-Andando dal dirigere Star Trek negli anni 90 al dirigere Discovery ora, potresti dire un po' come gli strumenti sono cambiati nel tempo?
"Sia gli strumenti che la serie che stiamo tentando di fare sono cambiati. Intendo dire che uno dei vantaggi nel fare Discovery è che, in termini di tempo e soldi, è molto più un Game of Thrones che una semplice serie cable, perciò hai tempo. L'ampiezza della sceneggiatura è enorme. Il design di produzione, i set sono spettacolari. Ti viene dato tempo per prepararti. Ti prepari col cinematografo. Avevo questo tizio fantastico di nome Colin Hoult che era il mio direttore fotografico. Puoi pianficare le tue transizioni. Abbiamo disegnato quella favolosa lotta nel turboascensore e puoi previsualizzarla nel reparto degli effetti. È davvero come fare un film. Intendo dire, anche se un clichè dirlo, che ti incoraggia ad essere cinematico. Sai, per trovare un modo migliore per dirlo, è come nel mondo di J.J. Abrams, nella piega cinematica in cui lui ha portato la saga."

-I fan ne beneficiano, ovviamente, a causa di come la tecnologia sia cambiata in questi anni.
"La tecnologia è cambiata e il pericolo è sempre stato, specialmente con la fantascienza e con Star Trek nello specifico, una delle grandi cose di Roddenberry, tornando al fondatore, l'importanza di ricordare che si tratta più delle relazioni che delle esplosioni, dell'azione, delle navi e di tutte quelle altre cose che tutti amano e che appiano così spettacolari nei trailer. Se non ti importa dei personaggi e dei loro rapporti fra loro, non saremmo stati in onda per cinquant'anni."



-Come sei arrivato a dirigere questo episodio?
"È stato un dono. Bhe, sai, hai intervistato molte persone. Sai che quando dirigi un episodio TV, non lo scegli almeno che non sia stato scritto per te o non sia così ovvio. Feci un episodio di Castle in cui Nathan Fillion stava lavorando a una convention di Star Trek ed era piuttosto chiaro ai sceneggiatori dato che lavoravo nella serie che questo sarebbe stato grandioso 'Questo è scritto, perciò mettiamolo in lista e con Frakes come regista, questo ha tutto più senso.'. Poi quando stai producendo una serie, come sto facendo in The Librarians, certi episodi li preferisco ad altri; ad esempio io lavoro molto bene con Noah Wyle, perciò mi piace dirigere gli episodi scritti da lui. Quando invece arrivi come nuovo regista come lo ero in questa serie, e morivo dalla voglia di esserci, mi sentivo beato dal fatto che il decimo episodio fosse dopo la prima metà di stagione, il cliffhanger a cui tutte queste fantastiche storie poste dalla serie nei suoi primi nove episodi. Il treno era sui binari e correva molto bene quando arrivai, perciò ho beneficiato dall'essere lì a quel tempo, con la sceneggiatura di Sean Cochran, che era grandiosa, ed avere il supporto degli showrunner Gretchen Berg e Aaron Harberts, con cui ho lavorato in Roswell, e Ted Sullivan, che era lì come produttore della serie e grande fan della saga. C'era molta energia positiva raccolta attorno a questo episodio e a queste persone. Intendo dire, senza essere troppo pieno di me, loro erano molto curiosi riguardo alla mia esperienza come membro di un altro equipaggio o di un'altra famiglia o di un altro star trek, perciò è stato divertente condividerlo ed anche essere parte di una nuova famiglia."

-Puoi condividere alcune delle domande che ti hanno fatto e le tue risposte?
"Bhe, mi hanno chiesto cose specifiche. Abbiamo parlato dei costumi, di Roddenberry, delle convention. Abbiamo parlato dell'assurdità. Abbiamo fatto una piccola lezione sullo "ship shake" e sul quando vieni colpito dai phaser e su tutte quelle cose che sono in qualche modo divertenti e consistenti da uno Star Trek all'altro: parlare a schermi verdi, avere a che fare con gli alieni, situazioni con i fan, come questo cambierà la vita in meglio. La mia vita cambiò radicalmente il giorno che ebbi il lavoro, come tutti nel cast e come sarà per Discovery. Intendo dire, Sonequa era già una star, come anche Jason e Michelle, ma molti di questi attori sono nuovi, giovani attori che stanno cominciando a costruire il proprio percorso come è successo a noi. Le uniche persone note nella nostra serie erano LeVar Burton, da Roots, e Wil Wheaton, da Stand By Me. Erano le uniche star dell show quando abbiamo iniziato."

Fonte: Rotten Tomatoes


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Sonequa Martin-Green Italia  British Artists Addicted Multifandom il mondo che non c'è

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Articolo di Ada Bowman

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