Uno di
quei casi dove se il trailer
prometteva bene, la serie è ancora meglio. Inoltrandovi in questa
recensione, sappiate che incorrerete in SPOILER col
rischio di rovinarvi la visione di una serie da fine del
(fo***tissimo) mondo.
ALERT SPOILER
Dedichiamo una riga o poco più alle origini di questa ben riuscita collaborazione tra il servizio streaming del canale britannico Channel4 (All4) e Netflix, al fine di balzare subito a qualche riflessione sul risultato finale. The End of the F**king World è l'adattamento televisivo dell'omonima graphic novel del 2011 scritta da Charles Forsman. In questa recensione andremo tuttavia a commentare esclusivamente gli otto episodi che vanno a comporre la prima stagione della serie televisiva, eludendo il dialogo con il testo di origine.
In pieno
stile flashforward, un
dato interessante sugli ascolti. Il servizio streaming All4 non ha
registrato eclatanti riscontri, mentre il boom
di utenza sembra essere stato vinto (se è il caso di parlare di
vittoria) da Netflix, dove la serie sembra avere avuto un discreto
successo.
Ma di
cosa parla The End of the F**king World?
Su carta, è l'incontro tra due giovani diciassettenni in una noiosa
cittadina inglese. James (Alex Lawhter) è convinto di essere un
sociopatico e progetta di uccidere una persona. Alyssa (Jessica
Barden) abbandonata in età infantile dal padre e oppressa dal mondo
in cui la madre l'ha costretta a vivere, si presenta al suo tavolo
della mensa al momento opportuno. Tra i due nasce una storia che
inizialmente non può certo definirsi amorosa. Lei vede in lui
qualcosa che non sa cos'è e lui vede in lei la preda perfetta.
Spinta
dal viscido compagno della madre e dall'omertà della stessa, Alyssa
decide di lasciarsi tutto alle spalle e convince James ad andare con
lei. Il ragazzo rimanda così l'uccisione, accetta su due piedi di
fuggire insieme a questa ragazza appena conosciuta e ruba l'auto del
padre dopo avergli sganciato un destro in pieno volto. Nei primi
venti minuti di cui è composto il primo episodio abbiamo tutti gli
ingredienti per amare questi due personaggi, messi in ridicolo dagli
eventi e contro ogni probabilità fatti l'uno per l'altra.
Da qui
prende piede una vera e propria road story
con due minorenni a bordo di un auto rubata (che dopo pochi secondi
dall'inizio del secondo episodio esploderà) alle prese con la
reciproca scoperta di loro stessi in un'eccentrico ma adorabile
turbinio di eventi che già a metà stagione li porta all'ombra di
quella che sembra una cura per i propri tormenti. Propizio in tal
senso il (forse troppo) casuale incontro con un violento strupatore
seriale nella propria abitazione temporaneamente occupata dai due
protagonisti. Incapace di restare a guardare l'uomo fare del male ad
Alyssa, James rivela la propria natura uccidendo l'aggressore a
sangue freddo. Questo manda all'aria l'incipit
con il quale la serie ci era stata venduta e a soli tre episodi
dall'inizio della stagione. James ha realizzato il suo scopo ed è
egli a rimettere l'anima di fronte al sangue da lui stesso versato,
non Alyssa, la quale prende in mano la situazione per eliminare le
prove e fornirne di nuove contro la vittima, nonostante internamente
stia letteralmente impazzendo.
Peculiarità
di The End of the F**king World è
proprio il monologo interiore. Uno strumento con parecchi precedenti,
qui funzionale agli scudi che entrambi i personaggi hanno ben alzati
all'inizio del loro viaggio. Quello che non si dicono tra loro lo
dicono a noi spettatori. Lui dice di volerla e invece quello che
vuole è ucciderla, lei dice di non avere paura e invece perde
progressivamente la lucidità. L'omocidio dello stupratore in qualche
modo li unisce e cambia le carte in tavola, in quello che, se non
stessimo parlando di Netflix, si potrebbe definire il mid
season finale. In un primo
momento, quanto accaduto crea una rottura nei due protagonisti, i
quali, cammufatosi con ridicoli travestimenti, prendono strade
diverse. Ad andarsene è Alyssa, la quale comincia a fare i conti con
quanto commesso da James e non riuscendo inizialmente a vederlo come
un atto difesa nei confronti di lei.
Questa
separazione è utile a entrambi i protagonisti, che si prendono il
tempo di riflettere in maniera individuale, per poi capire di non
poter più fare l'uno senza l'altra. Non sono solo complici di un
delitto, ma sono gli unici al mondo in grado di capirsi. James arriva
a farsi picchiare da un gruppo di ragazzini per riuscire a provare
qualcosa e forse 'punirsi' per avere perso per non essere riuscito
per la seconda volta a salvare una donna amata. Qui scopriamo che la
madre di James si è uccisa di fronte ai suoi occhi quando era appena
un bambino. I sensi di colpa e la reazione di Alyssa gli impediscono
di vedere la verità, ovvero che questa volta ha potuto fare
qualcosa. L'episodio in questione è chiaramente di transito, ma in
maniera decisamente funzionale alla narrazione. Alyssa deruba
dell'intimo in un minimarket (cosa che a inizio stagione lei stessa
sconsigliava) e solo una volta scampata dall'arresto capisce che si
stava per trasformare, anche al costo di rubare, nella persona che il
compagno della madre si auspiacava che fosse (sempre a inizio
stagione è Alyssa a dirci come il compagno della madre le
consigliasse di comprarsi un reggiseno). La parentesi di riflessione
individuale porta James e Alyssa a riunirsi e a proseguire il loro
viaggio, in direzione del padre di lei.
Nel
frattempo, la storia prende una piega inaspettata quando il racconto
comincia a seguire le indagini delle due detective incaricate di
risolvere il caso dell'omicdio nella villa. La madre della vittima,
una signora di vecchio stampo borghese, al ritrovo del figlio morto
ha nascosto le prove che lo collegavano alle sue vittime del passato,
foto che James e Alyssa avevano accuratamente disposto attorno al
cadavere. Il ritrovamento del coltello da caccia di James nel
depuratore della piscina e la testimonianza di un ragazzo che aveva
avuto a che fare con Alyssa durante il loro soggiorno nella casa
metteono ufficialmente le detective sulla pista dei due protagonisti.
La
ritrovata complicità di James e Alyssa ha intanto trasformato i due
personaggi principali in una delicata parodia di Bonnie e Clyde,
senza lasciarsi scappare gli ingredienti essenziali come la rapina in
una stazione di benzina, grazie alla complicità di un ragazzo di
nome Frodo (sì, è il suo nome di battesimo) il quale, convinto di
seguire l'esempio dei due, verrà poi lasciato lì, si ipotizza per
due motivi: partire con James e Alyssa significa diventare loro
complice in tutto e per tutto; in questo viaggio c'è posto solo per
due, per loro due. Il
resto del mondo può anche andare a fuoco.
La
verità tuttavia bussa alle porta dei protagonisti, che non possono
certo viaggiare all'infinito. Si torna al piano originale, mai
abbandonato in realtà, di raggiungere il padre di Alyssa. Questo
ovviamente si rivela una persona diversa dall'immaginario che Alyssa
aveva avuto tutto il tempo di costruirsi. La ragazza tuttavia non
vede le cosa come le vede James, accecata dall'ideale di un padre
finalmente ritrovato e che si offre di proteggerli. Non appena l'uomo
viene a conoscenza attraverso il notiziario della taglia sui due
ragazzi, non esita a denunciarli alla polizia. Giunti ormai da tempo
a un punto di non ritorno, James e Alyssa sembrano disposti a farsi
catturare. Ma quando viene detto loro che una volta che si saranno
consegnati verranno separati, i due colpiscono una delle due agenti,
l'unico personaggio che fino all'ultimo aveva creduto nella loro
relativa innocenza, e si mettono in fuga, intenzionati a rubare la
barca del padre di Alyssa.
In fuga
su una spiaggia chilometrica e inseguiti dalla polizia, James capisce
che l'unico modo per salvare Alyssa è addossarsi tutte le colpe.
Tramortita Alyssa, la quale non voleva accettare il suo sacrificio,
James prende a correre verso il mare, una corsa verso l'infinito che
richiama in tutto e per tutto la scena finale de I 400
Colpi di Truffaut. Dietro di
lui, gli agenti di polizia fanno fuoco mentre Alyssa grida il suo
nome. Nel giorno del suo diciottesimo compleanno, James confessa allo
spettatore di avere capito cosa significano le persone per le altre.
Un forte sparo, schermo nero e tutto e rimandato a una seconda
stagione.
Ancora
una volta l'amarezza di un finale aperto è in grado di dividere il
pubblico. C'è chi griderà alla scorrettezza, chi si mangerà le
dita in attesa di scoprire cos'è successo. La delicatezza del
cliffhanger col quale
si conclude questo gioiellino che porta il nome di The End
of the F**king World sta nel
permettere a un prodotto aperto di essere al tempo stesso ben
confezionato. James al momento è un gatto di Schrodinger, tuttavia
non importa se sia vivo o meno. Non è questo che vuole lasciarsi
questa serie. Personalmente sono tra coloro che avrebbe perferito una
stagione autoconclusiva che si concludesse comunque con lo sparo e
quindi con la morte di James. Difficile vedere un diverso futuro per
questa storia. Il rimando a Bonnie e Clyde c'è stato da metà
stagione, un happy ending
era del tutto fuori discussione e una seconda stagione non era del
tutto neccessaria.
Serie
promossa dunque a pieni voti, interpreti principali positivamente
fuori dal comune. Anche la colonna sonora ha contribuito in maniera
sorprendente. La trasformazione interiroe dei personaggi ha influenzato anche le loro scelte esterne e i loro attegiamenti. Il volto di James ne è un esempio perfetto. Un inno all'umanità, alla scoperta di se stessi ai margini degli schemi e sicuramente all'amore, quello duro. Una stellina che si va ad aggiungere alla collezione di
prodotti televisivi di qualità di produzione britannica.
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