THE HANDMAID'S TALE - Recensione 2x03 "Baggage"


La seconda stagione di The Handmaid's Tale prosegue nella maniera più contentuta e angosciante possibile, fra ricordi, traumi e un ansioso viaggio, la cui conclusione è estremamente dura e incerta. Il terzo episodio, dal titolo "Baggage", diretto da Kari Skogland (The Walking Dead) e scritto da Dorothy Fortenberry (che aveva già curato nella scorsa stagione l'episodio Faithful), ci mostra tutto questo, attraverso gli occhi della sventurata June e di Moira, la quale avrà serie difficoltà a riadattarsi a una vita normale.


-Abituarsi: L'episodio si apre con June, che decide di fare una corsa nell'intero edificio, per tenersi in forma e non solo, sulle note di Go! di Santigold. Arrivata davanti al memoriale per sistemare qualche oggetto lì vicino, lei riflette sulle parole di sua madre:

"Women are so adaptable, my mother would say. It's truly amazing what we can get used to. What have I gotten used to?" 

Anche Moira si tiene in forma, per poi rientrare nella sua abitazione, condivisa con Luke e la ragazza muta che abbiamo visto nella scorsa stagione. Luke le dice che stanno facendo esercitazioni militari lungo il confine, probabilmente per prepararsi a un invasione.


-Reclamare se stessi: June è intenta ad ascoltare un nastro di una vecchia intervista e continua a pensare a sua madre e al passato:

"I'm grasping at straws, I know. But straws can be useful. One of the little pigs built a whole house of them. You were there. All the time. But no one noticed you." 

Poi la sua mente va a un giorno della sua infanzia, in cui sua madre la portò ad assistere a una protesta fatta da vittime di stupro; lei racconta che amava vedere sua madre fare queste cose e che in quella protesta le donne scrissero il nome del loro aggressore, per poi bruciarlo. Tornando al presente, Nick raggiunge June portandole del caffè, dicendole che lui deve andare via, come anche lei. Lui le promette che la raggiungerà nel nuovo rifugio appena possibile, ma lei non vuole andarsene finchè non avrà salvato Hannah e lui la convince, garantendole che è l'unico modo per restare al sicuro.


-Traumi: Moira offre supporto alle persone che sono appena arrivate a Little America. E uno di loro racconta la sua storia, del fatto che era un soldato, trasformato in guardiano dal nuovo regime e che la sua unità impiccava le persone, per essere traditori di genere, fra cui una persona che lui frequentava. Moira gli propone di rivolgersi a un consulente per i traumi e che tutto si aggiusterà, una cosa che probabilmente ripeterà anche a se stessa.


-Misurati e pesati: June si prepara a partire per la sua nuova destinazione e intanto ripensa al passato, a un incontro avvenuto fra lei e sua madre. Lei è andata a trovarla per prendere un frullatore e una delle donne ospiti le chiede che cosa vuole cucinare. Lei svela che assieme a Luke prepareranno la cena a Moira. Poi arriva un commento sul suo vestito e June spiega che è appena tornata dal lavoro, come impiegata in un editoria, una cosa che sembra non piacere a sua madre.


-Aspettative: June arriva alla sua destinazione, una vecchia rimessa con dei cartelli stradali ammassati. Poi viene raggiunta da un uomo, Omar, che la porterà in una casa sicura. A un tratto riceve una telefonata e decide di non portare più June con se', ma lei lo implora e alla fine accetta, portandola a casa sua, localizzata nel quartiere degli Econopeople, luogo in cui lei sarebbe andata se non fosse stata adultera, se fosse andata in chiesa o altre cose del genere. L'arrivo di June è disapprovato dalla moglie di Omar, Heather, la quale critica il suo stile di vita forzato, mentre il loro figlio Adam sembra essersi affezionato a lei, al punto che lei rivede Hannah in lui. La mattina dopo la famiglia va in chiesa, lasciando June sola in casa e lei ritorna al passato. Sua madre ritiene che sia troppo sciocca per lavorare in un editoria e le rammenta quanto la volesse come figlia, nonostante le difficoltà patite e che lei abbia sacrificato tutto per darle un futuro che a suo dire sta sperperando. Poi le sconsiglia di sposare Luke, dicendo che non vale la pena dare la propria passione a un uomo, che piuttosto bisogna lottare per se stessi.


-Credo celato: Qualcuno bussa alla porta della casa di Omar e June resta in silenzio e si nasconde, aspettando che se ne va. Lì trova un Corano, presumibilmente di Omar, e ripensa al fatto che anche Luke sia musulmano, così stende il tappeto e prega. Intanto il tempo passa e lei è preoccupata del fatto che non siano ancora tornati.


-Triste verità: In un flashback, vediamo June insieme alle altre ancelle nel Centro Rosso, durante una delle "lezioni" tenute da Zia Lydia. Lei ricorda loro che la Terra è un dono di Dio, che è stato corrotto dall'inquinamento e dalle malattie, ma che attraverso il loro "lavoro", potrà guarire. Fra le diapositive scorse, June vede una foto di sua madre alle Colonie e ciò la sconvolge. Di notte Moira le chiede come possano essere arrivati a lei, dato che i registi degli aborti sono stati distrutti. June pensa che sua madre sapesse bene a cosa andava incontro e che lotterà con qualunque mezzo, anche nelle Colonie.


-Basta aspettare: June, non vedendo che Omar e la sua famiglia non ritornano, prende l'iniziativa ed esce dalla casa, vestendosi come una del posto. Così si incammina con le altre donne verso la stazione per aspettare il treno. Arrivata all'ultima fermata, June si dirige verso un bosco, che sembra essere lo stesso dove lei si è vista strappare dalle braccia sua figlia e rivedendo quelle immagini, inizia a pensare a cosa accadrà:

"She's too young. It's too late. We come apart. My arms are held, and the edges go dark and nothing is left but a little window. A very little window. Like the wrong end of a telescope. She left me once. Now I have to leave her. Raise your daughter to be a feminist. She spends all her time waiting to be rescued by men."



-Assenza di piacere: Moira è in un locale notturno a bersi un drink e il suo sguardo si incrocia con quello di una ragazza, con cui finisce per avere un rapporto intimo nel bagno. La ragazza sembrava soddisfatta, ma Moira è rimasta impassibile, al punto da presentarsi col suo nome da Jezebel, Ruby. Poi torna a casa e la ragazza muta inizia a parlare, benedicendo i cereali alla frutta.


-Imprevisto: June intravede un aereo e il pilota la invita a fermarsi. Lei dice di essere l'ancella e lui le chiede dove siano i suoi abiti. Poi arriva una terza persona, un ex autista, il quale ha bisogno di un passaggio sicuro. Così salgono a bordo e la mente di June ripensa a sua madre, a una giornata passata insieme in auto, cantando Hollaback Girl di Gwen Stefani. Quel ricordo alimenta in lei una particolare riflessione:

"No mother is ever, completely, a child's idea of what a mother should be, and I suppose it works the other way around as well. But, despite everything, we didn't do badly by one another. We did as well as most. I wish my mother were here, so I could tell her I finally know this. So I could tell her I forgive her. And then ask Hannah to forgive me." 


A un tratto l'aereo viene colpito da colpi di pistola e la situazione precipita. Il pilota viene ucciso e l'autista viene arrestato, come anche June, chiudendo l'episodio nell'incertezza più assoluta.

 

VERDETTO

Il terzo episodio ha continuato lo stile presentato dai primi due, con una particolare attenzione alla fotografia, costruita in modo raffinato nei momenti più importanti. Quello che emerge da questo episodio è che June continua il suo disperato viaggio, pur portando con se' qualche speranza di migliorare le cose (i ricordi con sua madre, Hannah, il Corano), un legame con quello che è sempre stata e di come è sempre stata abituata a vivere. Perchè l'abitudine è la parola chiave dell'intero episodio, e se June era stata abituata a pensare che tutto si sarebbe aggiustato, che lottare per quello in cui si crede porta dei risultati, ora la sua realtà è più buia e incerta del previsto, come da scena finale. E se Moira era stata abituata a non avere paura del proprio corpo, della propria sessualità, del proprio essere, ora deve temere le angoscie e i traumi provocati dalla sua esperienza a Gilead, vividi quando ascolta il racconto dell'ex soldato, quando tenta di appagarsi stando con una bella donna, oppure soltanto convivendo col suo amico Luke, unico aggancio con la vita che aveva prima. Insomma la seconda stagione continua su un sentiero oscuro e incerto e chissà come si evolverà il tutto nei prossimi episodi.

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Articolo di Ada Bowman

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