American
Horror Story: Apocalypse entra
nel vivo, se di vivo si può parlare dopo la fine del mondo
preannunciata nella campagna promozionale della serie e presentata
senza troppi preamboli nell’episodio prémiere
di quest’ottava stagione. Con
The Morning After le
vicende interne all’Avamposto, il lussuoso quanto distopico bunker
governato dalla misteriosa Ms.
Wilhemina Venable (Sarah
Paulson), cominciano a prendere una piega inaspettata per i suoi
abitanti. Tra
nuovi arrivi e attesi ritorni, andiamo a commentare questo secondo
episodio che decide di sedurci con cautela prima di farci entrare nel
vivo dell’apocalisse.
L’arrivo
di Michael Langdon, l’Anticristo
di Murder House
e
uno dei personaggi più attesi di tutto lo show,
ha dato una svolta ai mesi di stallo dei prigionieri dell’Avamposto,
sconvolgendo e mettendo letteralmente a nudo le regole l’autorità
che Venable e Miriam
Mead
(Kathy Bates) avevano imposto sui loro ospiti senza il consenso della
misteriosa Cooperazione.
Il
ruolo di Langdon al momento si limita a quello di giudice. Egli dovrà
infatti selezionare coloro che si riveleranno meritevoli di lasciare
l’Avamposto prima che esso venga assalito dai sopravvissuti al
disastro nucleare. L’esperimento è dei più tradizionali e
l’incipit è
sufficiente a innescare delle reazioni relazionali tra i prigionieri,
in particolare quella tra
Gallant (Evan Peters) e sua nonna Evie (una straordinaria Joan
Collins). Mr. Gallant si offre volontario per essere il primo
intervistato ed è convinto di finire a letto con Langond, ma la
realtà è un’altra. Trattasi infatti del glorioso ritorno di Tate
Langdon, in arte Rubber Man, padre di Michael, il quale sembra
seguire il figlio nei suoi malvagi piani. Che Michael sia a
conoscenza della presenza del padre è ancora da scoprire. Michael
Langdon dal suo canto rifiuta e schernisce Gallant, il quale,
convinto di vendicarsi finisce con l’uccidere la nonna, la quale a
sua volta aveva tentato di sbarazzarsi del nipote denunciando il suo
rapporto carnale con l’uomo mascherato.
Scopriamo
inoltre qualcosa in più anche di Wilhemina Venable, la quale
nasconde quello che sembra essere un difetto fisico in grado di
compromettere la sua sopravvivenza alla selezione.
Ma
l’arrivo dei Langdon sconvolge le carte in tavola anche senza che
essi muovano un dito. È il caso di Timothy Campbel (Kyle Allen) e
Emyle (Ash Santos), i quali,
mossi dall’amore, decidono di intrufolarsi nella camera di Michael
per scoprire informazioni sull’esterno. Dalle e-mail contenuto in
un portatile vengono a conoscenza del bugie perpetrate da Venable e
Maid allo scopo di ottenere il controllo dell’Avamposto. Una su
tutte, il vieto di relazioni sessuali, reato che nel ‘governo’ di
Wilhemina Venable viene punito con la morte.
Dopo
essere stati scoperti i due stanno per essere giustiziati, quando
Timothy si ribella e spara a Ms. Maid, rivelando la natura
artificiale di quest’ultima. Cyborg? Difficile dirlo.
Certo
è che The Morning After ha
avuto molto più da dire di quel che sembra. Uno su tutti, il ritorno
tanto promesso della Congrega protagonista della terza stagione
Coven. Se
all’apparenza non vi è ancora alcun segno di Cordelia Foxx e delle
sue streghe, qualcosa lascia pensare che il loro ritorno sia più
vicino che mai. Basti pensare alla resurrezione dei serpenti
all’inizio dell’episodio. Un potere, quello della Resurrezione,
che soltanto la Suprema può possedere. Al contrario, il miracolo
potrebbe esser dato dall’arrivo di Michael Langdon, che a sua volta
cela o non è del tutto consapevole di chi è veramente.
Sono
davvero tante le cose da scoprire e altrettanti personaggi sono
attesi. Proprio in questi giorni girano foto del set dei futuri
episodi in cui appariranno anche la Murder House e i suoi abitanti,
compresa Jessica Lange (!!) presumibilmente in un flashback che
racconterà l’infanzia di Langdon e il suo rapporto col padre
fantasma.
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