La seconda parte della quinta stagione di Yellowstone prosegue con un'altro episodio che si muove fra passato recente e presente, preparando il tutto a quello che caratterizzerà i restanti episodi. Con la regia nuovamente affidata a Christina Alexandra Voros e sceneggiatura di Taylor Sheridan, "The Apocalypse of Change" ci mostra una tenera parentesi, che rappresenta un presagio per un presente più oscuro e orientato verso il conflitto finale per la famiglia Dutton.
"Next time is the last time. Seeing me is the last thing you'll ever do alive. I swear to God, Jamie. I'll be the last thing on this planet your rotten eyes will ever seen."
Sei settimane prima della morte di John Dutton, Rip e i mandriani si trovano ancora in Texas, trovandosi a fronteggiare un covo di serpenti a sonagli, mentre Beth va a trovare suo marito per passare del tempo con lui, e al ranch Kayce, Monica e Tate continuano a sistemare la loro futura dimora. Nel presente, Rip conforta Carter, Kayce riferisce a Monica e Tate quanto avvenuto a suo padre e Beth va ad affrontare Jamie in merito alla faccenda, ma, dalla sua reazione, capisce che è stato lui ad uccidere John e lo comunica a Kayce, il quale contatta un suo vecchio amico delle forze speciali per aiutarlo a trovare i veri responsabili.
COMMENTO: Apro questo commento con un' affermazione che non pensavo di poter fare: Yellowstone non ha più niente da dire. Una triste realtà, che chi guarda cercava di ignorare con ogni mezzo e falsa speranza durante la visione di questo episodio, il quale, a parte il faccia a faccia definitivo fra Beth e Jamie (con mezzo confronto fra la prima e Sarah, che si pensa essere preludio a ben altro), che porta la prima a capire che il fratellastro è coinvolto nella morte di suo padre, e la successiva telefonata di Kayce (la cui reazione emotiva alla morte del padre colpisce particolarmente, visto che raramente abbiamo visto il personaggio di Luke Grimes così arrabbiato) al suo ex-collega alle forze speciali, al fine di rintracciare chi ha messo a punto il piano per inscenare il suicidio del padre, non abbiamo nulla di particolarmente rilevante, almeno dal punto di vista narrativo. Capiamoci, non si sta sparando cose a caso, ma semplicemente, in quanto recensore, non posso non sottolineare la ripetitività di intere situazioni, tutte focalizzate, putacaso, alla cornice temporale di sei settimane prima della morte di John Dutton (nel presente invece abbiamo un piccolo momento fra Rip e Carter, ma resta piccolo, visto che è un momento di conforto e nulla più e che sottolinea come anche la colonna sonora appare più spenta del solito). Abbiamo, per l'appunto, una sequenza d'apertura concernente i mandriani di Rip e un covo di serpenti a sonagli, la quale fa' decisamente irritare, se si pensa che è affrontata con più realismo della tarantinata da due lire vista ad inizio quarta stagione (da buon intenditore, poche parole), susseguito dall'ennesimo momento alla Beth, con lei che parte a tutta birra nell'autostrada deserta e l'agente di pattuglia che la lascia andare perchè il marito fa' il cowboy, divertente in se', ma che fossilizza la serie sugli stessi stilemi. Poi abbiamo la parentesi tenera fra Rip e Beth, dove il primo le ricorda di essersi legato al ranch volontariamente (e ricordiamolo che lo ha fatto per il rispetto verso John e soprattutto per l'amore che ha sempre provato per lei), mentre lei vorrebbe lasciarlo se ne avesse la possibilità (potrebbe essere un motivo di contrasto fra i due, ma sappiamo che i fan si lamenterebbero se Sheridan li facesse litigare, quindi meglio non sperare in qualche febbrile stimolo narrativo), mentre Ryan gestisce i mandriani, proprio come nel presente, dato che Rip è giustamente tornato al ranch, e Kayce, Monica e Tate continuano i preparativi per la loro nuova dimora, una ripetizione della scena vista nell'episodio precedente. A questo punto chi scrive si domanda del perchè dovrebbe disturbarsi a guardare i restanti episodi, e il perchè risiederebbe nell'affetto che ha per la serie, quella che era un tempo, e i personaggi al proprio interno. Ma siete avvisati: sarò sincera nell'esprimervi quello che penso dei restanti episodi, che spero possano essere decenti.
La seconda metà della quinta stagione di Yellowstone ci ricorda con un episodio una triste verità: questa serie non ha più niente da dire. E quindi non ci resta che goderci quello che rimane senza troppe aspettative.
Promo dell'undicesimo episodio, intitolato "Three Fifty-Three".
Ci vediamo con la recensione del prossimo episodio! Continuate a seguirci!
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