SPOILER ALERT: VI CONSIGLIAMO DI LEGGERE LA RECENSIONE SOLTANTO SE AVETE VISTO LA SERIE!!!
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Nel 2019 fu ordinata una serie spin-off del franchise di Dune, riportato al cinema grazie a Denis Villeneuve, ma fra cambi creativi e l'avvento di Warner Bros. Discovery, si temeva che questo progetto sarebbe finito nell'oblio. Cinque anni più tardi, HBO scioglie ogni dubbio e lo scorso Novembre da' il via a Dune: Prophecy, serie prequel di Dune creata da Diane Ademu-John (The Haunting of Bly Manor) e Alison Schapker (Alias, Fringe, Altered Carbon). Tratta dalla trilogia Great Schools of Dune, firmata Brian Herbert, figlio di Frank J. Herbert, autore della saga originale, e Kevin J. Anderson (anche se narrativamente si colloca dopo quest'ultima), la serie si colloca 10.000 anni prima della nascita di Paul Atreides e parla delle origini dell'ordine religioso noto come Bene Gesserit, in una storia ricca di intrighi, segreti e poteri inimmaginabili.
"What holds more truth, history or prophecy? When humans rose up against the thinking machines that had enslaved them, history says it was an Atreides who led them to victory while my great-grandfather deserted the fight. When war ended and all thinking machine technology was banned, history branded my family as cowards. And so we were banished to a desolate world. Others who shared my blood were resigned to living in shame. But the history the Atreides wrote was spun out of lies. And I, Valya Harkonnen, would set out to change it."
Come già menzionato in apertura, Dune: Prophecy si ambienta 10.000 anni prima degli eventi culminanti della saga degli Atreides e degli Harkonnen, mostrando le origini di numerose situazioni che caratterizzano tale vicenda, gettando le basi per il conflitto fra le due famiglie e la sinistra presenza delle sorelle del Bene Gesserit. Con un comparto tecnico davvero notevole, sia dal punto di vista visivo, dove le scenografie, i costumi e l'uso degli effetti speciali forniscono un certo richiamo al mondo di Dune secondo Villeneuve, ma con elementi originali e forse più rudimentali, trattandosi di un racconto molto precedente a quello che conosciamo, sia a livello registico, la serie si muove mostrando i primi passi della Sorellanza nel muovere i fili dell'Imperium, fra intrighi politici, alleanze, e l'uso di capacità al di sopra di ogni comprensione umana, in un universo dove la tecnologia avanzata (o le macchine pensanti, usando una definizione interna alla serie), è proibita ai più e ogni istante vede la nascita di nuove insidie. Dal punto di vista recitativo, la serie vanta un cast variegato e guidato da interpreti di un certo livello, come Emily Watson e Olivia Williams, interpreti rispettivamente di Valya Harkonnen, madre superiora della Sorellanza e spietato leader, e Tula Harkonnen, sorella di Valya, dall'animo più premuroso, ma con un oscuro passato alle spalle, Travis Fimmel, nel ruolo di Desmond Hart, un personaggio tanto pericoloso quanto affascinante, l'immancabile Mark Strong, nel ruolo dell'imperatore Yavicco Corrino, Jodhi May, che interpreta l'imperatrice, e Sarah-Sofie Boussnina, che da' il volto alla principessa Ynez, oggetto d'interesse della Sorellanza. Insomma, a dispetto delle aspettative iniziali e del timore che sei episodi non sarebbero stati sufficienti per sviluppare una storia così complessa, Dune: Prophecy si rivela essere un prequel molto riuscito, che approfondisce un universo narrativo assai affascinante, eppure poco conosciuto. E con la certezza che avremo una seconda stagione, che apre le proprie porte a un luogo fondamentale della saga, quale è Arrakis, non possiamo che essere ansiosi di scoprire ciò che accadrà in seguito.
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