BEEF - Recensione della prima stagione

SPOILER ALERT: VI CONSIGLIAMO DI LEGGERE LA RECENSIONE SOLTANTO SE AVETE VISTO LA SERIE!!!

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Nell'Aprile 2023 arrivò su Netflix una (mini)serie all'apparenza molto innocua, ma che col passare dei mesi è diventata uno di titoli più visti e commentati del periodo, fino ad arrivare a vincere ben otto premi Emmy, fra cui il premio come miglior miniserie. Stiamo parlando di Beef, creata da Lee Sung Jin (che rivedremo al cinema come sceneggiatore di Thunderbolts*) e prodotta da A24, una casa di produzione indipendente sempre più forte in ambito cinematografico e che sta iniziando ad approdare anche sul fronte televisivo. La storia proposta in questa serie è lo svilupparsi di un conflitto fra due persone, scatenato da una situazione banale, che inizia a cambiare e, soprattutto, a legare le vite dei due protagonisti in maniera definitiva.

"Everything fades. Nothing lasts. We're just a snake eating its own tail."

Beef è una serie che parte da una premessa apparentemente semplice e leggera, ovvero il conflitto fra due personaggi, scatenato da un incidente banale, che si evolverà in qualcosa di molto più assurdo e drammatico. Tale affermazione riassume perfettamente l'approccio con cui la serie ci viene presentata, ovvero un racconto in dieci atti, con tre/quattro episodi molto leggeri e lenti, che ingannano lo spettatore e lo portano a pensare di essere di fronte a una comedy qualsiasi, per poi cambiare tono e ritmo già dal quinto episodio, con delle forti sfumature da black comedy, arrivando a vette assurdamente elevate dall'ottavo episodio in poi, dove il dramma e l'emotività la fanno da padrone. Il ritmo della storia si adegua a questo approccio multiforme, essendo molto strutturato e adattato alle varie situazioni che vengono narrate, così come la regia, la sceneggiatura e la caratterizzazione dei personaggi, che cambia in base al tono che la storia assume e riesce a farlo senza stonare o sembrare troppo forzato. La serie si svela così come un'affascinante e inusuale studio di natura umana, che dimostra come l'odio, il conflitto e il rancore possono intrappolare due persone in un vortice di assurdità e surrealismo, che li porta a rapportarsi in maniera dapprima respingente, per poi avvicinarsi negli ultimi istanti della loro storia. I due protagonisti, ovvero Amy e Danny, sono personaggi che all'apparenza sono distanti, soprattutto nel tipo di vite che conducono, ma il conflitto che li vede coinvolti mette alla luce i loro difetti e le loro similarità, rendendoli incredibilmente speculari e orientati verso il medesimo scopo, e le loro vicende personali, più grigie di quanto appare, sono davvero credibili grazie alle interpretazioni di Ali Wong e Steven Yeun, vincitori dell'Emmy proprio per questa serie. E questo vale anche per i personaggi secondari, anche loro scritti con una caratterizzazione molto interessante e che si configura bene all'interno della serie, e fra questi spiccano Paul, il fratello di Danny (Young Mazino), la ricca sfondata Jordan Forster (Maria Bello) e Fumi, la suocera di Amy, interpretata dalla compianta Patti Yasutake. Alla luce di tutti questi elementi, si può senz'altro dire che questa Beef è una serie che va assolutamente recuperata e a quanto pare Netflix sa di avere un gran titolo fra le mani, perchè, dopo aver debuttato come miniserie, Beef è diventata una serie antologica, e la seconda stagione, che potrebbe arrivare già il prossimo anno, vanta un cast di protagonisti di tutto rispetto, con nomi come Oscar Isaac, Carey Mulligan, Cailee Spaeny e Charles Melton, insomma, non roba da poco.
 
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Articolo di Ada Bowman

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