Quando mi sono presa l’impegno
di recensire per voi la quarta stagione di Arrow, la prima domanda che mi sono
posta è stata “cosa si aspetteranno i lettori di LIAFF da me?”. Le prime tre
serie sono state recensite da un altro collega, per cui mi sono posta il
problema di riuscire a fare un compendio del mio pensiero su tutto ciò che
abbiamo visto sinora e, a tale proposito, ho messo nero su bianco il mio
personale bilancio sulla serie.
Se c’è una cosa che ho
apprezzato molto, sono i riferimenti culturali, per così dire,
latenti. Venendo dagli studi umanistici, certe suggestioni mi
strizzano l’occhio, volente o nolente. In Arrow, ne ho riscontrati abbastanza da
ritenere che non siano solo frutto di fortunate coincidenze, così ho deciso di
analizzare almeno quelli più evidenti, che mi hanno maggiormente colpita.
Un esempio? Nanda Parbat, nell’episodio 3.20, la scena clou: candele e luce soffusa, atmosfera esotica…
solo a me è venuto in mente il «talamo di odorosi balsami» su cui Afrodite
trasportò Paride, sottraendolo alla furia di Menelao?
Premetto che non ho
rivisto tutti gli episodi (ho trascorso un’estate molto impegnativa e i
cofanetti, ahimè, sono ancora avvolti nel cellofan e mi guardano con occhietto
languido), perciò mi perdonerete, quindi, qualche eventuale inesattezza o dimenticanza.
Infine, per motivi di lunghezza, l’articolo verrà pubblicato in tre parti.
Infine, per motivi di lunghezza, l’articolo verrà pubblicato in tre parti.
Episodio 2.09 "Three Ghosts". © The CW. |
* * *
INTRODUZIONE
INTRODUZIONE
«Come sto?»
«Come un eroe». (Arrow, ep. 2.09 “Three Ghosts”)
Questi ultimi anni sono
stati segnati dal ritorno alla ribalta dei supereroi, come se fosse una sorta
di risposta ai tempi difficili che il mondo sta attraversando. Gli show
televisivi e i film ci stanno mostrando eroi mascherati che combattono il
crimine e cattivi con i superpoteri che appartengono all’universo dei fumetti.
Nonostante siano dei personaggi fittizi, questi eroi sono una metafora da cui
si potrebbe trarre ispirazione ad essere “il cambiamento che vogliamo vedere
nel mondo.”
A proposito di Arrow,
sono sempre stata affascinata dal suo essere un eroe tragico e dal modo in cui
il suo personaggio si sta sviluppando con l’andare avanti dello spettacolo. A
prima vista, fino ad ora Arrow ci ha mostrato le fasi della trasformazione di
Oliver da un eroe più oscuro a uno più luminoso. Ma se analizzassimo il
personaggio nel dettaglio, appare chiaro che il suo percorso è più un passaggio
da una fase da eroe greco (stagione 1) ad una da eroe amletico1
(stagione 2) fino a trovare un equilibrio e divenire pienamente un eroe
cristiano2 (stagione 3). Se consideriamo Oliver Queen, specialmente
nella prima parte della seconda stagione, possiamo notare come condivida alcune
caratteristiche tipiche degli eroi greci e quanti riferimenti al genere tragico
possiamo trovare nello show.
1 A proposito di Amleto, è curioso notare come nel
primo incontro con Felicity (ep. 1.03 "Lone Gunmen"), quest’ultima lo paragoni proprio al famoso
principe di Danimarca, ma Oliver afferma di non aver studiato Shakespeare in
nessuno dei licei da cui è stato espulso. Ricorderà, tuttavia, in qualche
episodio più avanti, una citazione a memoria dell’Odissea di Omero.
2 Con questa definizione, si intende un eroe che
incarni i valori cristiani che sono alla base della cultura europea.
I
VALORI DI OLIVER
Analizzando la personalità di Oliver, appare evidente che egli condivide almeno due dei tre più alti valori dell’eroe greco: l’amore per la
famiglia e l’amore per la patria. Non c’è bisogno di fornire esempi della sua
attitudine, poiché sappiamo fin dove è disposto a spingersi per proteggere la
sua famiglia e i suoi amici e cosa può sacrificare per la sua città.
Gli eroi
greci erano solitamente caratterizzati da un comportamento rude (ad esempio,
Achille e Agamennone). Lo stesso vale per Oliver, che nelle prime tre stagioni, abbiamo visto raramente sorridere o dire
qualcosa più del necessario. Inoltre, si sente responsabile per tutti gli altri
e la loro sicurezza è la sua priorità.
E quando, tornato a Starling, finge di essere l'irresponsabile di sempre, mostrandosi ubriaco all'inaugurazione del centro scientifico fondato a nome di suo padre Robert da Moira e il suo nuovo marito (ep. 1.02 "Honor Thy Father"), somiglia ad Ulisse più che ad altri eroi Greci.
Proprio a proposito di Ulisse, vale
la pena menzionare che “L’Odissea” è il titolo dell’episodio 1.14, in cui in un
flashback sull’isola Oliver può superare un ostacolo ricordando a memoria una
citazione del libro:
«Tra tutte le creature che respirano e si muovono su questa terra, niente la terra nutre che sia più debole dell'uomo». (Odissea, libro XVIII)
LA CERIMONIA DELLA VESTIZIONE
Uno dei riferimenti più espliciti al mondo epico è la cerimonia della vestizione dell'eroe.
Una buona spiegazione del perché Oliver indossi il completo verde viene da Barry Allen, che spiega che la scelta del colore dipende presumibilmente dal fatto che sia stato addestrato nel bosco. Ad ogni modo, possiamo asserire che c’è
qualcosa di più. Perché usare un completo verde per combattere il crimine in un
ambiente urbano? La spiegazione per il fatto che usi un cappuccio è che ha
bisogno di celare la sua vera identità, ma sappiamo che il cappuccio ha anche
un valore affettivo che gli ricorda costantemente di Yao Fei, Shado e le
ragioni per cui ha iniziato la sua crociata.
Così come ha bisogno di tenere la sua identità segreta, allo stesso tempo l’eroe ha bisogno di essere riconoscibile: nel passato i guerrieri erano soliti avere armature che li contraddistinguessero. Solo per dare un esempio dell’importanza di ciò, pensiamo a Patroclo che morì perché indossava l’armatura di Achille.
Questo tipo di escamotage
(qualcun altro che indossa l’armatura dell’eroe, o nel caso di Oliver, il suo
costume) per ingannare le persone, è stato ampiamente usato in Arrow sia in
situazioni positive che in quelle negative. Innanzitutto, Diggle: ha indossato
il costume di Arrow due volte (quando ha “rapito” Oliver e Moira – piano di
Oliver stesso – e quando Oliver era creduto morto dopo la caduta). Ra’s al Ghul
stesso e vari Assassini della Lega (incluso Maseo) hanno fatto lo stesso per
far credere alla polizia che Arrow stesse uccidendo nuovamente le persone e,
infine, Roy Harper ha indossato il costume verde per scagionare Oliver.
Un importante momento di
svolta è rappresentato dall’episodio 2.09, quando Barry Allen lascia un regalo
per Oliver: la maschera. Prima di incontrare Barry, quando Arrow era un
vigilante che uccideva i criminali, indossava del make-up per coprire la
faccia. Ma con l’inizio della seconda stagione e Felicity Smoak che gli ha
suggerito di trovare un altro modo per perseguire la giustizia, Oliver ha messo
in discussione il suo metodo per tentare un approccio diverso. Da quel momento
in poi, ha promesso di non uccidere più. Indossare la maschera diventa allora
un simbolo della metamorfosi e il fatto che Felicity lo abbia aiutato ad
indossarla è altrettanto simbolico. Non che non potesse farlo da solo, ma era
un rituale che andava sottolineato: quella scena in particolare rappresenta la cerimonia
della vestizione del nostro nuovo (dubbioso) eroe.
Ep. 2.09. © The CW. |
LA HYBRIS DI OLIVER
Mi è capitato spesso di
leggere che Oliver ha portato solo il male a Starling City.
Ai suoi detrattori, vorrei ricordare che gli eroi greci erano caratterizzati da quello che i Greci chiamavano “ὕβρις” (di cui “hybris” è la forma traslitterata). Con questo termine, essi intendevano l’orgoglio estremo e la fiducia in se stessi che di solito finiva per offendere le divinità e veniva punita in qualche modo. E il destino tragico dell'eroe, finisce per coinvolgere anche chi gli sta intorno.
Mi piacerebbe infine far notare anche che la hybris di Oliver è ciò che mette in moto l’azione. Questa caratteristica è collegata ad altri due temi greci: giustizia come vendetta (l’argomento principale della prima stagione) e il tema della caduta (che caratterizza la terza stagione).
Ai suoi detrattori, vorrei ricordare che gli eroi greci erano caratterizzati da quello che i Greci chiamavano “ὕβρις” (di cui “hybris” è la forma traslitterata). Con questo termine, essi intendevano l’orgoglio estremo e la fiducia in se stessi che di solito finiva per offendere le divinità e veniva punita in qualche modo. E il destino tragico dell'eroe, finisce per coinvolgere anche chi gli sta intorno.
Mi piacerebbe infine far notare anche che la hybris di Oliver è ciò che mette in moto l’azione. Questa caratteristica è collegata ad altri due temi greci: giustizia come vendetta (l’argomento principale della prima stagione) e il tema della caduta (che caratterizza la terza stagione).
Bene, per il momento è tutto. Spero abbiate gradito questa prima parte del mio articolo-saggio. A presto con la seconda parte, "Giustizia come vendetta".
Roberta
Un saluto affettuoso a tutte le affiliate, con l'augurio di rivederci ancora per questa nuova avventura. La lista è un po' lunga, ma siete in tante che ci volete bene!
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Un telefilm è per sempre
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2 commenti:
Ciao , non posso fare a meno di elogiare e ammirare il tuo articolo - saggio ! aspetto con curiosità le prossime due parti !! .
Grazie per i complimenti, Stefania!
Chi ha già letto i miei post, sa che spesso mi diverto a scrivere e commentare in maniera leggera, ma altre volte amo anche fare osservazioni un po' più serie. Sono contenta quando questo tipo di operazione riesce e viene apprezzato :).
Le prossime due parti verranno pubblicate in questi giorni, perciò tieni d'occhio il nostro blog per rimanere aggiornata ;-)
Ancora grazie per il tuo commento,
Roberta
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