TWIN PEAKS - “The stars turn and a time presents itself” David Lynch parla del finale di Twin Peaks


Twin Peaks ha trasformato la nostra estate, portandoci in un viaggio strano e meraviglioso, seguendo una strada di mattoncini gialli. David Lynch ha mantenuto i segreti sulla serie sin da quando veniva girata e lo fa ancora. Poco interessato a darci risposte lineari che segnino una verità inconfutabile tra le tante teorie, deciso piuttosto a incoraggiare ogni tipo di pensiero, dando importanza a ciò che lo spettatore crede e alle sue emozioni.
In questi giorni però, ha rilasciato le sue prime dichiarazioni su Twin Peaks, prima in occasione di una conferenza Skype per la sua mostra fotografica “Small Stories”, e ora grazie a Entertainment Weekly, che riesce a intervistarlo ancora una volta.

TWIN PEAKS - "I'll see you in 2.5 years, maybe?" David Lynch parla del finale di Twin Peaks per la prima volta

JEFF JENSEN: L’ultima volta che abbiamo parlato, per la premiere, stavi costruendo un tavolo.

Hai ricevuto la foto?

JEFF JENSEN: Sì, l’ho ricevuta, grazie. È un tavolo magnifico

Ottimo, sono felice che ti piaccia


JEFF JENSEN: Dov’eri quando il finale è stato mandato in onda? Stavi facendo qualcosa di particolare?

Ero a un corso di meditazione a Orlando in Florida

JEFF JENSEN: Come ci si sente ora, ad essere riusciti a ultimare un lavoro incompiuto?

È una bella sensazione. È andato molto bene in tutto il mondo. Sono molto grato e felice che lo abbiamo fatto.

JEFF JENSEN: In passato hai detto che ripensando agli anni 90, dopo Twin Peaks, c’era della negatività a quel tempo.  Credi che aver rimesso mano a Twin Peaks abbia attenuato un po’ di quella negatività ?

A tutti captano queste cose nella vita. Come dice la Signora Ceppo, “The stars turn and a time presents itself”. A volte non è un tempo piacevole. Nei primi anni '90, penso di aver avuto un po’ di nuvola nera sopra di me. Ma sai, queste cose vanno e vengono.

JENSEN: Lo show finisce con questa sequenza incredibile che potrebbe implicare i viaggi nel tempo. Mi chiedo se “The Return” possa essere stato come un viaggio nel tempo per te.

È strano come va il mondo. All’inizio Twin Peaks è stato molto popolare, d’impatto, ma poi accadono certe cose e tutto prende una direzione diversa. Quando è andato in onda Fuoco Cammina Con Me, le persone ne avevano abbastanza di Twin Peaks, e l’accoglienza non è stata buona.  Il film negli anni è sempre stato più rivalutato, pensa un po’.


FRANICH: La prima stagione di Twin Peaks si conclude con Cooper in una posizione molto precaria. La seconda stagione finisce con lui in due differenti posizioni precarie. Molte persone avevano anticipato ci sarebbe stata un chiusura nel Return, ma sembra che ancora una volta Cooper sia in una condizione di pericolo. È un elemento centrale della tua concezione di Twin Peaks  che questo personaggio non sia mai completamente al sicuro?

Alcune cose arrivano a una conclusione. E alcune cose rimangono là fuori. È un po’ come succede nella vita (Lunga pausa)

JENSEN: Kyle interpreta diverse sfaccettature  di Cooper…

Fantastico, Kyle ha fatto un lavoro fantastico, incredibile. Kyle è uscito fuori in tutto il suo splendore.
Letteralmente David Lynch ha detto: “Kyle came out of this smelling like a rose! Not a blue rose!”
  
JENSEN: Qual’è stato il tuo Cooper preferito ?

Li amo tutti. Non so che tipi di persone siano, ma devono essercene molte che semplicemente adorano Dougie. Kyle ha fatto un gran buon lavoro con Dougie. Vuoi avere un Dougie a casa, di cui prenderti cura e con cui a sederti a mangiare torte e altro.

FRANICH: Hai concepito il  “Richard” di Kyle in part 18, come un personaggio differente dall’Agente Cooper che avevamo visto fino a poco prima? Dobbiamo considerarlo come una versione leggermente diversa del personaggio di Cooper ?

Dovresti riguardare quella parte di nuovo, e potrai vederla in modi differenti. Non parlerò di questo, comunque.

JENSEN: La parte 8 è stata incredibile dall’inizio alla fine, una delle più straordinarie ore televisive che abbiamo mai visto. Da dove è venuta l’ispirazione per inserire la bomba atomica nell’universo di Twin Peaks ?

È una strana storia. Nel mio primo lungometraggio, Eraserhead, Henry ha la foto della stessa bomba atomica appesa al muro. Quindi la bomba atomica è nelle nostre vite, sperando che non esploda, semplicemente messa lì in un armadio. Ma sai, le cose cambiano. Una cosa o un’altra possono aprire portali. (lunga pausa)

JENSEN: C’era una bomba atomica nella foto in Eraserhead e ora nel Return. Sono fortunate coincidenze?

Una specie. Non ci ho mai pensato se non dopo.



JENSEN: Sembra che abbiamo avuto molto di te in questa serie. Ci pare di aver colto allusioni agli altri film, implicite, sottointese. Stavi proiettando molto della tua vita e del tuo lavoro in Twin Peaks ?

No, è solo una coincidenza. Penso che semplicemente mi piacciono certe cose. Era il mondo di Twin Peaks a parlare. Non ho pensato agli altri film.

FRANICH: Tutti I membri del cast originario sono stati fantastici, ma ti volevo chiedere di Grace Zabriskie in particolare. Molte delle sue scene sono inquietanti e emozionanti. A cosa ti sei ispirato per portare Sarah Palmer in questo modo in questo Return?

Non posso parlare di quello che hai visto. Ma posso dire questo, e sbaglieresti a pensare che non considero fantastici anche tutti gli altri attori, ma Sarah Palmer, voglio dire, Grace Zabriskie, è una grande e straordinaria attrice. Ed è bellissimo lavorarci insieme. Potrei non farne mai  a meno. È incredibile e fa le cose così intensamente che non puoi distogliere lo sguardo. Sei con lei al cento per cento. È una vera artista.

JENSEN: Freddie ci ha rubato il cuore nel finale di Twin Peaks. Il guanto verde: da dove ti è venuta l’ispirazione per questo?

Ho avuto quest’idea molto tempo fa. E si è fatta strada in Twin Peaks. E Freddie, cioè Jake Wardle, l’ho scoperto su internet. Un mio amico mi ha scritto dicendo “Dovresti dare un occhio a questo ragazzo. Lui lascia un impronta, con quei diversi accenti”. Questo penso, cinque anni fa, almeno. L’ho visto e l’ho contattato e l’ho voluto per questa parte.  Ed è successo. Lui viene dall’East London, un Cockney, e un vero talento. È fantastico.

JENSEN: Hai detto che il guanto è un idea che avevi da un bel po’. Per un film? Un dipinto?

No, no. Sapete le idee arrivano quindi le scrivi e le butti giù. Ho scatole piene di queste cose. Il guanto era una di queste.

FRANICH: parlando degli attori con cui hai lavorato in questa stagione, uno degli attori con cui hai lavorato era…te stesso.

Incredibile! Incredibile ! Una spina nel fianco con cui lavorare! Parla con Sabrina di questo tipo.

FRANICH: Ho una domanda, Gordon Cole ha guardato Viale del Tramonto ?

(Ride) E' uno dei suoi preferiti da sempre.

FRANICH: Cosa pensa Gordon Cole quando il suo nome viene nominato ad alta voce in Viale del Tramonto?

Pensa: “Qualcuno lo ha avuto prima di me!” Ti ho mai raccontato questa storia? Il nome per il mio personaggio in Twin Peaks è venuto fuori da Viale del Tramonto. Billy Wilder lavorava agli studios della Paramount. Se vieni da est, guidando verso ovest, per andare alla Paramount su Melrose, passi per Gordon Street e Cole Street. Non è incredibile? È da lì che hanno preso il nome.

JENSEN: Una delle scene migliori di Gordon in questa stagione, è una sequenza comica con questa donna francese che deve lasciare la stanza del suo hotel. Da dove ti è arrivata l’ispirazione per elaborare questa scena ?

Albert. È fantastico da guardare. Albert che vede questa situazione.



FRANICH: Ci sono tutte queste scene al Roadhouse in questa stagione, in cui incontriamo questi nuovi personaggi, alcuni giovani, alcuni adulti, alcuni con problemi, e alcuni legati a qualcuno di nome Billy. Mi piacerebbe sapere come tu e il co-creatore Mark Frost abbiate concepito queste scene, quali fossero le vostre intenzioni con questi nuovi personaggi.

Beh, Billy è un’altra storia. È il Roadhouse a Twin Peaks. Ascoltare due o tre personaggi parlare di cosa accade nella loro vita fa parte di Twin Peaks. Hanno tutti i loro problemi e devono averci a che fare.

FRANICH: Veloce domanda supplementare: Qual’è la storia di Billy?

Lynch ride e non risponde.

JENSEN: Alla fine, ci sono molte trame e storylines su cui drovò ritornare e cercare di capire come siano connessi tra loro, che sia Billy o Audrey. Incoraggeresti questo tipo di revisione?

Sai non è una scienza esatta. Se è divertente pensarci, lo incoraggio assolutamente. Sherilyn Fenn non è stata fantastica?

JENSEN: Sì, e le hai dato una parte difficile da interpretare.

Sì.


JENSEN: C’è una bellissima immagine alla fine, quando Cole e Diane e Cooper camminano nei sotterranei del Great Northern. Com’è stato per te portare quest’immagine sullo schermo, quasi una commemorazione a te a ai tuoi due collaboratori di lunga data,  Kyle MacLachlan e Laura Dern? È stato speciale per te?

Molto speciale. Sono successe molte cose fantastiche con Kyle e Laura, dai tempi di Blue Velvet. Tornare a lavorare tutti insieme di nuovo è stato fantastico, dentro e fuori dal set.



JENSEN: L’episodio in cui muore la Signora Ceppo è devastante. Com’è stato per te guidare Catherine Coulson in quelle scene?

È stato estremamente emozionante. Ma grazie al cielo è stato fatto. Cathrine è morta quattro giorni dopo aver girato quelle scene. Certe cose accadono nel momento giusto.

JENSEN: Penso sia bellissimo che tu abbia potuto avere quei momenti nella serie

Bellissimo e importante.

JENSEN: Showtime ti ha parlato della possibilità di continuare Twin Peaks?

No, non ne abbiamo parlato. La serie è finita. Se anche ci fosse ancora Twin Peaks, ci vorrebbero quattro anni da adesso prima che qualcuno possa rivederlo. Dobbiamo solo aspettare e vedere.

JENSEN: Hai qualche idea su cosa potrebbe succedere?

No, non posso parlarne.

FRANICH: Hai mai avuto sogni con Monica Bellucci?

Più di quanti tu possa contarne.

JENSEN: Ritornando a queste 18 ore, c’è così tanta ricchezza. E mi fa venire voglia di avere altro da te, David! Non per forza Twin Peaks, ma più film!


Beh, darò un occhiata alle scatole allora.


Caro David Lynch, se può essere d’aiuto, ci offriamo volontari per aiutarti con quelle scatole.




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Articolo di Cristina F.

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