FOUNDATION - Recensione 3x10 "The Darkness" (SEASON FINALE)

È tradizione per Foundation avere dei finali di stagione coraggiosi ed estremamente sconvolgenti per il futuro del racconto, ma non si è mai pronti per ciò a cui si va ad assistere. Il finale di questa terza stagione conferma appieno tale affermazione, con una serie di eventi e rivelazioni scioccanti che plasmano quello che sarà il futuro della serie, che si prospetta particolarmente intrigante. Diretto ancora una volta da Roxann Dawson e scritto da David S. Goyer e Jane Espenson, "The Darkness" svela i veri antagonisti della storia e porta in campo un elemento sorprendente e fondamentale.

"-And what comes after?

-Darkness. Well, if the robe fits."

Proprio come da prassi per questa serie, la terza stagione si conclude con un epilogo che cambia letteralmente le carte in tavola e apre le porte a un futuro oscuro, ma non per questo meno interessante. Quello che pensavamo di sapere si è rivelato inesatto, soprattutto nei termni dei veri nemici di questa storia. Infatti il Mulo, che pensavamo fosse il tizio interpretato da Pilou Asbæk e che fosse stato adeguatamente presentato con dei (falsi) flashback qualche episodio fa, è in realtà un personaggio insospettabile, ovvero Bayta (Synnøve Karlsen), la moglie di Toran. E ciò spiega alcuni elementi circostanziali che col senno di poi diventano piuttosto anomali; il particolare rapporto affettivo con Magnifico Giganticus (il quale costituiva, alla fine dello scorso episodio, l'elemento instabile per il piano di Gaal), la sua insistenza nel volere che Randu, lo zio di Toran, instaurasse un dialogo con New Terminus (evento che, guarda caso, avviene poco prima dell'attacco del Mulo) e la sua strana calma nel momento in cui il Mulo l'aveva messa in detenzione assieme a Alba, il quale, ignaro della situazione, l'ha aiutata a fuggire. E tale rivelazione mette Gaal fuori gioco, la quale viene ferita da Pritcher, ormai sotto la sua influenza, e, dopo che Bayta viene neutralizzata con la musica di Magnifico, fugge dalla stazione in orbita attorno a New Terminus, dove scopriamo che ha mentito al clone di Seldon circa la possibilità di dargli un corpo. Anche a Trantor la situazione non è tanto leggera, con Giorno che torna da Mycogen portando la testa di robot a Demerzel, al fine di sbloccarla, ma lei, percependo che Tramonto sta uccidendo tutti i cloni di Cleon, decide di andare da lui. Lei e Giorno arrivano e trovano Tramonto con un neonato, il quale muore mentre Demerzel cerca di salvarlo, gesto che porta alla sua distruzione (vi sono già teorie che la vedrebbero ancora in vita). Alla fine Giorno e Tramonto si scontrano e il secondo ha la meglio, diventando l'unico solo regnante a Trantor e presentandosi come Buio, l'oscurità tanto profetizzata nelle passate stagioni. E, come ciliegina sulla torta, abbiamo un epilogo che apre le porte al ritorno di un nemico ritenuto estinto, i robot. Nello scorso episodio avevamo scoperto che Kalle, la matematica che vive nel Radiante, è una robot, ma, grazie al segnale del cranio robotico riportato da Giorno, viene rivelato che sia lei che gli altri robot sono ancora vivi e che hanno trovato rifugio sulla Luna, confermando che nella storia della serie la Terra esiste, rimanendo in attesa della possibilità di tornare a Trantor. Un finale di stagione pazzesco e che fa' davvero ben sperare per la quarta stagione, già confermata da Apple.

IL PAGELLINO

Fra le serie offerte dal catalogo di Apple TV+, Foundation è sicuramente fra le più notevoli e questa stagione lo conferma. Sul lato tecnico non si può dire davvero nulla, con un tocco scenografico e un uso dell'effettistica di grande livello, mentre dal punto di vista narrativo abbiamo la struttura tipica di questa serie, in un racconto generazionale dove vengono posti tanti elementi che trovano un senso nel finale. In questa terza stagione si nota una fretta un po' più marcata in alcune fasi, ma nulla di così irreparabile, e soprattutto c'è la volontà di voler mostrare elementi fino ad ora profetizzati e messi sullo sfondo, i quali sono ora il punto di partenza per la prossima stagione, la quale non dovrà necessariamente compiere salti temporali, visto che Gaal non è in stasi e l'intreccio stagionale è ben lontano dall'essere compiuto. Il cast è sempre sul pezzo, ma vanno menzionate le performance di Lee Pace, la grande sorpresa della stagione, che è riuscito a dare umanità a Giorno, un personaggio i cui precedenti cloni non erano sinonimo di grande simpatia, Laura Birn, Lou Llobell e Terrence Mann e le new-entry Synnøve Karlsen e Pilou Asbæk. E con un cambio di showrunner previsto per la quarta stagione, dove David S. Goyer verrà sostituito da Ian Goldberg (Fear the Walking Dead), si spera che la serie rimanga dello stesso livello, ma per saperlo dovremo aspettare almeno un paio d'anni. 

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Articolo di Ada Bowman

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