PERSON OF INTEREST - Recensione 4x16 "Blunt"




Prima di tutto vorremmo scusarci per l’enorme ritardo con cui recensiamo l’episodio ma entrambe abbiamo qualche problema di salute.
Abbiamo visto Blunt da poco e non possiamo fare a meno di notare una cosa: Nolan ha scritto un episodio molto ondivago, che dice tante cose, ma non arriva a concludere, non fino in fondo almeno. Non è una critica a lui, ma alla CBS. L’autore di Person of Interest sta scrivendo sui carboni ardenti perché non è chiaro se la sua serie verrà rinnovata o meno quindi non sa se deve fare un finale di stagione o di serie.
Gli ascolti sono un po’ risaliti, 9.700.000, non è male, però potrebbe non essere abbastanza. 
Inutile negare la realtà.
E non è possibile far lavorare la gente in questo modo. E’ indecente.


Se arrivasse oggi la cancellazione Nolan avrebbe il tempo di scrivere un finale accettabile.
Ma conosciamo molto bene come funzionano questi meccanismi perversi, perciò è ovvio aspettarsi che tale notizia oppure il rinnovo (come invece speriamo) arriverà solo all’ultimo.
Quindi Nolan sta cercando di non dire tutto per lasciarsi qualche porta aperta per evitare di doverla creare alla fine con i risultati pessimi già visti altrove.



 Un’altra delle sensazioni molto forti che abbiamo avuto, guardando l’episodio, è che gli autori siano alla ricerca di un personaggio con cui sostituire Sameen Shaw (come è noto la sua interprete, Sarah Shahi, è in pausa maternità). Avevamo già avuto più volte questo sentore in passato con diverse figure, tralasciate in disparte, ma in questo episodio è diventata sempre più acuta quando lo spettatore ha assistito alle vicende di Harper Rose, interpretata da Annie Ilonzeh 
che ha lavorato anche in Arrow e Drop Dead Diva
Curiosamente la Macchina di Finch non ha segnalato il suo numero di previdenza sociale, come è solita fare, ma il suo numero di tesserino universitario. 




 Difficile riassumere bene questa puntata che a noi è piaciuta, però non è priva di difetti e le varie trame e sottotrame non sono gestite sempre al meglio.
Abbiamo infatti il caso di Harper, che coinvolge Dominic, la sua guerra ad Elias e al cartello della droga messicano, in cui la ragazza si è trovata coinvolta.
E abbiamo anche Root che torna da Harold per rivelargli che la Macchina ha creato un’app che deve essere installata al suo interno. 
Finch proverà a seguirla, ma la nostra Miss Groves è troppo scaltra e riesce a seminarlo, arrivando fino ad una multinazionale, gestita da una vecchia conoscenza, ovvero Caleb Phipps, nel ruolo Luke Kleintank (Pretty Little Liars, The Man in the High Castle),  ex studente brillante di Harold, salvato proprio da quest’ultimo durante la seconda stagione, quando era in procinto di suicidarsi nonostante la sua genialità.
Provando a sbrogliare la matassa possiamo dire che il personaggio di Harper funziona alla grande sia perché non è una copia di Sameen, per fortuna, sia per la sua interazione proprio con Harold, che fa presagire un possibile legame amoroso tra i due, visto il modo in cui hanno flirtato i due per tutto l’arco dell’episodio, tanto che alla fine lei pianta il suo ragazzo.



 Non funziona invece la guerra tra il cartello e Dominic, principalmente perché è scritta in maniera pasticciata e perché il capo della fratellanza è un perfetto idiota. Non riesce ad essere credibile. Fa ridere. Sembra un ragazzino che vuole giocare a fare il duro ma non ha la stoffa né il cervello del leader. Se poi lo paragoniamo ad Elias beh il confronto diventa davvero impari. 
Senza contare che Dominic, in teoria, molto in teoria, dovrebbe essere un simbolo di quello che dovrebbe fare ed essere Samaritan (il confronto tra la lotta Samaritan vs Macchina e Dominic vs Elias è evidente) e anche qui viene da ridere. 
Samaritan è intelligente, scaltra e agisce per un fine superiore, che possiamo non capire. Dominic è un imbecille che si crede Al Capone.

Come dicevamo all’inizio dell’articolo è forte la sensazione che Nolan non stia giocando tutte le sue carte perché non sa se dovrà chiudere la serie oppure se avrà ancora una stagione a sua completa disposizione. Il fatto che la missione di Root venga semplicemente accennata, lasciando ai fan di Person of Interest il compito di ricordare l’episodio in cui il giovane Caleb Phipps compare e di capire perché, tra tutte le multinazionali che recultano giovani programmatori, la Macchina abbia scelto proprio la sua, ne è un lampante esempio.




Possiamo semplicemente ipotizzare, ma non abbiamo la certezza, che Nolan stia andando in una determinata direzione che vuole rappresentare la Macchina che sta sempre più abbandonando la fredda logica binaria per abbracciarne una di tipo più umano. E come ogni generale che si rispetti, forse, sta tentando di fare nuove reclute giocando più sul fattore delle relazioni interpersonali. Una logica che potrebbe costituire un grosso punto a favore per la Macchina di Harold Finch e per il resto dell’umanità. E del resto nella puntata “If-Then-Else” Finch aveva mostrato alla sua creatura come si gioca a scacchi, ricordandole di non considerare mai nessuno più importante di altri e forse il reclutamento di Caleb potrebbe andare in questa direzione. Chissà.


Questo Blunt è stato un episodio interessante, non ha espresso tutto il potenziale come abbiamo detto, ma non è affatto da buttare. Non è ancora il momento di essere eccessivamente severi. In fondo Nolan ha dimostrato di saper guidare sul ghiaccio a velocità folli puntando dritto alla meta.. 
Attendiamo di vedere se la CBS gli permetterà di scrivere in santa pace invece di continuare a farlo ballare sui carboni ardenti.



Vi ricordiamo che stasera “Person of Interest” non andrà in onda e tornerà invece settimana prossima.


Recensione redatta da Silvia Azzaroli e Simona Ingrassia.

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Articolo di Silvia Azzaroli

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