Quando Netflix ha rilasciato la prima stagione di Sense8 mi
sono avvicinata a questa nuova produzione con molta curiosità ed aspettative:
il genere che prediligo, lo sci-fi, i Wachowskis, dei promo accattivanti…
E sono rimasta completamente spiazzata.
Binge watching
spinto, poi estasi. Una settimana per elaborare il lutto, quel trauma tipico di
quando leggi un libro che ti entra nelle viscere e dal cui mondo non riesci più
ad uscire, ma il libro ed il suo mondo finisce, ed anche questa serie e la sua prima stagione.
Con pochi libri mi è successo, ma con le serie tv, da quando seguo le serie tv,
mai così. Neanche con quelle del cuore, quelle che ho seguito per anni, quelle che
amo da anni e che considero le mie basi nel campo "seriale". E quindi vai con i
re-watching, nell’attesa della conferma della seconda stagione (poi arrivata l'8 agosto, il giorno del compleanno dei sensates, insieme ad un bellissimo documentario, Sense8: Creating the world, come potete leggere qui).
Sense8 è stato il mio nirvana seriale, la mia illuminazione,
la scoperta della nutella. E’ un gioco di incastri tra me e gli 8 senzienti.
Tra me e la fotografia. Tra me e la scelta della musica. Tra me e la
sceneggiatura. Tra me e la regia. Ogni cosa tocca il tasto più sensibile dei miei canali percettivi, mi coinvolge e mi sconvolge. Ho pianto per numerose scene, per numerose immagini, ho pianto perchè ho dovuto dirgli addio e lasciarli sospesi, almeno per un po'.
E credo di non esser la sola.
Alla base la loro convinzione dell’esistenza di una connessione
universale tra gli uomini che supera tutto, anche quello che invece li
spingerebbe in prima battuta alla solitudine, all’individualismo ed allo scontro;
l’unione è la vera forza della nostra specie, al di là di qualsiasi differenza
di nazione, di etnia, di genere.
Da lì a concepire otto diversi personaggi, ognuno con la propria storia da raccontare, ma con un’unica grande storia da condividere, il passo è stato breve.
Nascono così le storie di Sun, Wolfgang, Lito, Capheus, Riley, Kala, Nomi e Will, otto diversi personaggi sparsi in otto diversi posti del mondo, con in comune la loro data di nascita (8/8/88), che improvvisamente acquisiscono tutte le abilità e tutti i ricordi degli altri del gruppo (cluster), entrano nelle loro menti, hanno accesso alle loro informazioni, ai loro segreti, a tutte le cose che non avrebbero altrimenti voluto far conoscere a nessuno e che sarebbero per sempre rimaste custodite nel più intimo e profondo angolo del loro essere.
Tutte le distanze vengono annullate, sia mentali che fisiche, ed i ragazzi riescono a vivere la sintonia completa tra di loro, sovrapponendosi ed affiancandosi, per alcuni in modo anche più forte.
La serie, strutturata in 12 episodi in una visione lungimirante di 5 stagioni complessive (di cui della seconda è già pronta da mesi la bozza dell'arco narrativo di circa 30 pagine), è stata concepita come un film di 12 ore.
Con i suoi rilasci completi Netflix si configura quindi come il luogo ideale per la sua diffusione, consentendo allo spettatore il binge watching così come consigliato dagli showrunners (sebbene Straczynski "consenta" la divisione in 3 parti, ognuna di 4 episodi, necessari a suo avviso a non intaccare la continuità narrativa).
La sfida degli autori, possibile grazie a Netflix, è quella di non spiegare nel primo episodio le regole in cui si muove la realtà di Sense8 (scelta molto rara, soprattutto nel genere sci-fi e nella serialità), ma di svelarle mano a mano che i protagonisti le apprendono (solo Jonas avrà la funzione di spiegare in alcuni momenti mitologia ed antefatti), con un occhio quindi soggettivo sulla storia che ci fa camminare fianco a fianco ai personaggi, ed arrivare con loro ad una visione più o meno chiara solo alla fine di questa prima stagione.
Questi 12 episodi iniziali quindi servono a farci conoscere i personaggi, le loro storie individuali e le regole del nuovo mondo in cui stanno entrando con noi, e ci avviano a quello che sarà invece una grande storia corale, di cui inizieremo ad avere già degli elementi alla fine di questa stagione, ma di cui vivremo appieno il racconto solo dalla prossima.
Ma cosa rende così speciale
questa serie da renderla così totalizzante? Posso raccontarvi ovviamente solo cosa
la rende così speciale per me.
Sense8 nasce dalle brillanti menti di Andy e Lana Wachowski (Matrix, Cloud Atlas, solo per fare alcuni nomi) e J. Michael Straczynski (Babilon 5 e tanti comics, scritti e sceneggiature, ma leggete la sua biografia) che, volendo creare insieme qualcosa per la televisione, un bel giorno si sono chiusi un intero weekend nella casa di Lana a San Francisco ed hanno cercato l’idea giusta. J. Michael Straczynski, Lana ed Andy Wachowski |
Da lì a concepire otto diversi personaggi, ognuno con la propria storia da raccontare, ma con un’unica grande storia da condividere, il passo è stato breve.
Nascono così le storie di Sun, Wolfgang, Lito, Capheus, Riley, Kala, Nomi e Will, otto diversi personaggi sparsi in otto diversi posti del mondo, con in comune la loro data di nascita (8/8/88), che improvvisamente acquisiscono tutte le abilità e tutti i ricordi degli altri del gruppo (cluster), entrano nelle loro menti, hanno accesso alle loro informazioni, ai loro segreti, a tutte le cose che non avrebbero altrimenti voluto far conoscere a nessuno e che sarebbero per sempre rimaste custodite nel più intimo e profondo angolo del loro essere.
Tutte le distanze vengono annullate, sia mentali che fisiche, ed i ragazzi riescono a vivere la sintonia completa tra di loro, sovrapponendosi ed affiancandosi, per alcuni in modo anche più forte.
La serie, strutturata in 12 episodi in una visione lungimirante di 5 stagioni complessive (di cui della seconda è già pronta da mesi la bozza dell'arco narrativo di circa 30 pagine), è stata concepita come un film di 12 ore.
Con i suoi rilasci completi Netflix si configura quindi come il luogo ideale per la sua diffusione, consentendo allo spettatore il binge watching così come consigliato dagli showrunners (sebbene Straczynski "consenta" la divisione in 3 parti, ognuna di 4 episodi, necessari a suo avviso a non intaccare la continuità narrativa).
La sfida degli autori, possibile grazie a Netflix, è quella di non spiegare nel primo episodio le regole in cui si muove la realtà di Sense8 (scelta molto rara, soprattutto nel genere sci-fi e nella serialità), ma di svelarle mano a mano che i protagonisti le apprendono (solo Jonas avrà la funzione di spiegare in alcuni momenti mitologia ed antefatti), con un occhio quindi soggettivo sulla storia che ci fa camminare fianco a fianco ai personaggi, ed arrivare con loro ad una visione più o meno chiara solo alla fine di questa prima stagione.
Questi 12 episodi iniziali quindi servono a farci conoscere i personaggi, le loro storie individuali e le regole del nuovo mondo in cui stanno entrando con noi, e ci avviano a quello che sarà invece una grande storia corale, di cui inizieremo ad avere già degli elementi alla fine di questa stagione, ma di cui vivremo appieno il racconto solo dalla prossima.
- Limbic Resonance - La risonanza limbica -
Il primo episodio si apre con una scena importante, che
avvia la serie e ci introduce alla rinascita
degli 8. Angelica (una matura Daryl Hannah, incontro piacevole per chi come me
ha l’età per ricordarla nei film Blade
Runner, Splash - Una
sirena a Manhattan o nella commedia / thriller con Robert
Redford e Debra Winger Pericolosamente
insieme), tra le rovine di una chiesa nel cuore di Chicago, si lamenta e si
dimena in preda al dolore, in una sorta di crisi di astinenza. Ci sono droghe,
ma non è così semplice. Si contrae ed afferra una mano nel vuoto, la mano di
Jonas (Naveen Andrews, Lost), che la incoraggia a proseguire, perché così loro avranno una possibilità di
combattere.
Loro. I senzienti.
Angelica li trova, ed in un maestoso crescendo
musicale (Sense8 theme) incontriamo per la prima volta gli 8:
Non sappiamo ancora molto, ma
qualcosa accade. Angelica si materializza negli 8 luoghi, che sia in una discoteca, per strada, tra la folla, in un parco, non importa dove e quando. Gli 8 la vedono e la percepiscono, e sanno che
quella donna spettinata, in camicia da notte, sbucata fuori dal nulla è
l’inizio di qualcosa.
E lo sa Will Gorski, il
poliziotto di Chicago dai sogni inquietanti, il primo dei senzienti con cui
stabiliamo un contatto. Will sogna, e una bambina che chiede aiuto si
sovrappone alla figura della strana donna che ha visto, o pensato di vedere,
per strada. Will, bambino e adulto, segue il richiamo per arrivare al
corpo all’apparenza senza vita di Angelica, ma poi di nuovo lo sparo. Il brusco
risveglio è accompagnato dal rumore assordante della musica.
Il primo dialogo tra Riley e Will |
Ma le note di World Falls Apart
non è dal vuoto appartamento della porta accanto che provengono, ma da Londra,
da Riley.
Riley, la DJ islandese che vive a Londra. E’ la prima connessione tra
due senzienti che vedremo. E sono i primi due del cluster che vedremo interagire consapevolmente alla fine dell'episodio.
E non è un caso.
Will e Riley.
Apprendiamo quindi che Riley non è così integrata nella città che la ospita. Riley si isola, la sua musica
diventa un muro che la protegge, e le droghe un mezzo per darle quiete. Riley
soffre, una sofferenza profonda che nasconde gelosamente, di cui porta i segni sui
polsi. Capiamo che Riley non lascia avvicinare nessuno, soprattutto chi può
arrivare a toccarla sul serio. E se qualcuno lo fa, Riley ha paura. Ma in
questo episodio vediamo sorprendentemente Riley sorridere a qualcuno, un
sorriso dolce, stupito e naturale. Lei sorride a Will.
Da Chicago a Londra, da Londra a
Città del Messico dove facciamo conoscenza con Lito, attore incarnazione del
vero macho latino, che improvvisamente sbaglia le battute e si ritrova in preda
ad una sconcertante eccitazione sessuale che quasi non riesce a gestire, sebbene
respinga “per amore” una collega. Non riusciamo a sapere molto su Lito, ma
capiamo mentre continua a chiedersi (come provando una battuta) chi sia e a ripetere come si chiama, che
qualcosa lo tormenta, il tutto mentre a San Francisco Nomi viene amata da
Amanita, la sua compagna, in una esplicita e molto intima scena di sesso.
Nomi,
blogger impegnata, è anche una transessuale, e viviamo insieme a lei il ricordo
dolce e amaro di un pride in cui si è sentita per la prima volta amata e
protetta. Anche Nomi ha sofferto, e questa sofferenza si affaccia
periodicamente nella sua vita per ricordarle chi è e da dove viene, la sua storia, la sua identità.
Intanto Kala sente la pioggia che
non sembra cadere dal cielo di Mombai, ma che bagna il volto di Wolfgang a
Berlino. Kala, giovane farmacista devota al suo dio Ganesha, che confessa
davanti ad un piatto di modak con gli anacardi ed una proboscide, di non amare
l’uomo che deve sposare da lì a pochi giorni. Kala non sceglie chi vuole
veramente, Kala non sceglie chi vuole veramente essere. Kala fa quello che pensa sia giusto
fare per la sua cultura, per la società in cui vive, per la sua famiglia.
Per
suo padre che ama immensamente.
Mentre Wolfgang a Berlino piscia sulla tomba
del padre.
Scopriamo quindi tra i ricordi di bambino del giovane scassinatore tedesco le umiliazioni che gli ha inflitto il padre con la sua volgare risata, il suo senso di fallimento e la sua voglia di riscatto. Wolfgang ama la musica, ama cantare. Wolfgang è un grande scassinatore, e riesce ad aprire la cassaforte che non può essere aperta, quella che il padre non è stato capace di
aprire. Wolfgang vince suo padre.
Vince?
A Seul intanto Sun, di cui del suo padroneggiare le arti marziali come e meglio di un uomo abbiamo già avuto un assaggio, si confronta con una società maschilista e retrograda, una società travestita
in uomini d’affari col completo scuro in grandi grattacieli. Sun fissa attonita
una cartellina rossa e rifiuta mentendo una telefonata. Qualcosa non
va, qualcosa la angoscia nonostante la sua coriacea e apparente forza.
Nonostante riesca a scansare una gallina dalla sua scrivania.
Quella gallina che costituisce il pagamento
di una corsa fino in città sulla Van Damn, il furgoncino guidato da Capheus, con cui
il giovane cerca di sbarcare il lunario in una sovraffollata baraccopoli di Nairobi, mentre si prende cura della madre malata, sperando in un giorno migliore.
Si delineano quindi già chiaramente in questo primo episodio
le tematiche dell’identità e della connessione, che faranno da sfondo all’intera
stagione.
Di rilievo anche alcuni spunti dati dal personaggio di Nyx,
spacciatore londinese interpretato da Joseph Mawle
(Game of Thrones, Ripper Street) che ci regala due differenti passaggi chiave:
- il concetto di risonanza limbica, la più antica forma di
linguaggio umano che permette di percepire in maniera sensoriale (ma senza l’utilizzo diretto dei sensi!) gli altri, che a suo avviso l’uomo moderno può rievocare solo tramite
l’utilizzo di determinate droghe (riferimento importante nella mitologia
complessiva della serie, che spiega e spiegherà alcuni passaggi).
- L’isolamento in cui istintivamente l’uomo si rifugia per
proteggersi porta alla fine alla vera solitudine e alla sofferenza, che può
essere superata solo abbattendo questi muri ed abbandonandosi ad una sorta di
connessione universale (nel suo caso portata dalle droghe), che permette di sentirsi veramente
vivi.
Un’ultima
nota meritano le musiche che fanno da sottofondo all’episodio, la cui scelta
accurata e attenta contribuisce ad immergerci negli eventi raccontati.
Sense8 Theme: La sigla è spettacolare,
un susseguirsi di immagini di luoghi, razze, colori, natura, simboli ed icone: dalla multietnica
e aperta San Francisco alla natura introspettiva
e selvaggia islandese, da Londra a Mumbai,
da Nairobi in Kenia a Seul, dalle rovine messicane e alla colorata Città del
Messico alla variegata Berlino fino alla
importante Chicago. Le splendide musiche sono curate da Tom Tykwer e Johnny Klimek (già conosciuti con la splendida colonna sonora di Cloud Atlas), e orchestrate da Gene Pritsker.
Dash Berlin feat. Jonathan Mendelsohn - World Falls Apart: Il pezzo fa da sottofondo alla serata di Riley al Koko, ma riecheggia anche nelle stanze dell'abitazione di Will a Chicago.
Youth Lagoon - Mute: Tra le colonne del Palace of Fine Arts Theatre di San Francisco Nomi e Amanita (e Riley) mangiano wraps, nachos e brownies allucinogeni ricordando il loro primo pride insieme.
The Antlers - Kettering: Pezzo molto d'atmosfera che avvolge Riley mentre, a casa di Nyx, si isola grazie al suo i-pod quando tutti gli altri si fanno di crack.
Sigur Rós - Dauðalogn: Riley, persuasa da Nyx, fuma crack e si lascia andare. Questo le permette di raggiunge Will a Chicago con consapevolezza, arrivando poi alla prima vera interazione tra due sensates. (I Sigur Rós verranno utilizzati spesso tra le musiche scelte, con mia personale soddisfazione!).
Miei cari sensies che mi avete letto fin qui (ma anche se mi avete letto a metà) vi saluto e vi ringrazio per aver resistito alle mie chiacchere, prometto che la prossima volta sarò più breve, ma capitemi... l'introduzione alla serie era d'obbligo!
Buon proseguimento di visione quindi e ci vediamo al prossimo episodio!
Alessia
(credits: http://www.hitfix.com/the-fien-print/j-michael-straczynski-says-viewers-have-evolved-to-be-ready-for-sense8
http://www.indiewire.com/article/sense8-co-creator-j-michael-straczynski-interview-netflix-season-2-20150605)
Salutiamo le nostre affiliate:
1 commenti:
Bellissima introduzione e recensione! Quanto mi mancano i sensates!
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