AGENTS OF SHIELD - Recensione S03E03 - A wanted (Inhu)man


Agents of SHIELD giunge al terzo episodio, il cui titolo ci rimanda alla presenza degli inumani, ormai i protagonisti di questa serie. In particolare, rivedremo il caro Lincoln, che nel primo episodio era scappato dallo SHIELD.

L'episodio è stato scritto da Monica Owusu-Breen e diretto da Garry Brown.








Lincoln scappa da alcuni militari, e la cosa viene scoperta da Daisy, la quale lo rintraccia grazie ad un trasmettitore attaccatogli addosso da MacKenzie. Daisy avverte Lincoln del pericolo e del fatto che vorrebbero salvarlo, ma lui rifiuta il suo aiuto e si rende irrintracciabile. Nel frattempo, Simmons è ancora shockata dagli eventi accaduti: sembra che qualcosa la stesse cacciando nell'altra dimensione, ed il suo corpo è pieno di cicatrici.
May e Hunter sono in Inghilterra dove una conoscenza dell'agente britannico, Bob, ha delle informazioni per la loro missione. La polizia diffonde la foto di Lincoln in TV, dichiarando che è ricercato in quanto "minaccia aliena".

May e Hunter si preparano per la missione, mentre Lincoln riceve l'aiuto di un vecchio amico di Chicago, che lo porta a casa sua. Simmons mostra di avere strani problemi, dato che vibrazioni e suoni le creano delle crisi. Coulson tenta di trovare un accordo con Price, e decide di incontrarla. Nel frattempo, la sua task force anti inumani ha trovato Lincoln: il suo amico lo ha tradito, impaurito dalla notizia che lui è ricercato. Nella colluttazione che segue tra i due, Lincoln gli causa involontariamente un infarto, ed è costretto a chiedere l'aiuto di Daisy per sfuggire alla task force.


May e Hunter si ritrovano in una sorta di fight club senza regole, in cui è costretto a combattere contro Bob, il quale, però, lo affronta con violenza. May se la deve invece vedere con tre uomini nel club, che avevano strane idee su di lei. Daisy e MacKenzie raggiungono Lincoln, mentre Coulson si incontra con Rosalind Price per giungere ad un accordo. Daisy decide di tranquillizzare Lincoln, spiegandogli che lui le ha dato speranza quando si è trasformata, arrivando anche a baciarlo. Poco dopo, però, interviene la task force: Coulson è giunto ad un accordo con Rosalind, che prevede il consegnarle Lincoln. Tuttavia, questi riesce a scappare: Rosalind dà allora l'ordine di catturare la ragazza, ma Coulson giunge ad un nuovo accordo e viene lasciata andare. Poco dopo, si scopre che Coulson ha deciso di diventare consigliere della task force, in cambio della salvezza di Daisy.

Hunter si trova in difficoltà contro Bob, ma usando un tirapugni nascosto riesce a sconfiggerlo, arrivando persino ad ucciderlo. Si scopre che questo era il test per entrare nell'HYDRA: Hunter sarà un infiltrato.
Fitz porta Simmons a cena in un ristorante di lusso, ma la ragazza ha un crollo nervoso ed inizia a piangere. Poco dopo, in laboratorio, Bobbi vede Simmons trafficare con le rimanenze del monolite: quando le chiede spiegazioni, Simmons afferma che ha bisogno di tornare nell'altra dimensione.

Questo episodio di Agents of SHIELD è numerosi passi indietro rispetto alle scorse puntate.
L'episodio inizia bene, prosegue con linearità, fino a che non iniziano ad accadere eventi totalmente casuali: Daisy che bacia Lincoln, Coulson che decide di sacrificare una persona, salvo ripensarci e decidere di allearsi con il suo stesso nemico (perché "sono stanco di dover affrontare le persone"), Hunter che si infiltra nell'HYDRA pur sapendo che Ward si ricorda di lui.

Una serie assurda di personaggi che escono dal loro carattere, facendo cose senza senso. Nella scorsa stagione c'erano stati momenti di "vicinanza" tra Skye e Lincoln, è vero, ma al punto che questa, dopo mesi che non si vedono, arrivi a baciarlo (per altro in una situazione del genere) va ben oltre la semplice "sospensione dell'incredulità". Senza dimenticarsi di Coulson che decide senza alcun motivo logico di allearsi con i propri nemici e sacrificare Lincoln (nonostante loro stiano tentando di salvare gli inumani).

Salvano l'episodio il "fight club" di Hunter (una scena di combattimento che ricorda sia il film eponimo sia la cinematografia di Guy Ritchie) e i momenti tra Fitz e Simmons, intensi come sempre. Le dinamiche tra i due saranno probabilmente la parte migliore della serie, ed Elizabeth Henstridge sarà probabilmente chiamata a fare gli straordinari, poiché spero si punti su di lei nei prossimi episodi. Anche la regia di Garry Brown, soprattutto nei primi, delicati minuti dell'episodio, è stata decisamente apprezzabile.

Spero sinceramente che la serie prosegua su ritmi decisamente diversi, perché questo episodio è stato come un calcio nelle ginocchia. Sapremo se la situazione migliorerà la prossima settimana, con il nuovo episodio.





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Articolo di Klaus Heller

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