GAME OF THRONES - Recensione 6x05 "The Door"



Anche questa settimana Game of Thrones non ci ha deluso in quanto a sofferenza, presentandoci una delle puntate più drammatiche e cariche emotivamente di questa stagione, che forse potrebbe essere considerata addirittura la migliore fino a questo punto. Tra grandi rivelazioni e un addio davvero sofferto "The Door" è riuscita a tenerci con il fiato sospeso fino all'ultimo, tragico istante.


L'episodio si apre con un incontro a lungo atteso, quello tra Sansa e Ditocorto, e tutti tremiamo temendo la reazione della giovane Stark; fortunatamente quella che vediamo non è più una ragazzina spaventata pronta a lasciarsi raggirare e trascinare dagli eventi, ma una donna che ha capito di dover prendere in mano il suo destino se non vuole essere per sempre la pedina di qualcun altro. Mi è piaciuta molto questa scena e in generale mi sono piaciute tutte le scene che hanno coinvolto Sansa perché penso che mostrino molto bene l'evoluzione di questo personaggio che per troppo tempo è stato relegato al ruolo di burattino. Anche nelle scene che seguono la vediamo prendere un ruolo attivo, addirittura è lei a dare forza al fratello Jon che sembra essere nuovamente sul punto di lasciarsi andare, e sembra quasi presiedere il consiglio di guerra. Molto bella anche la scena con Jon, quando simbolicamente gli consegna il mantello simile a quello di Ned cucito da lei.

Alcuni potrebbero dire che l'evoluzione di questo personaggio sia stata troppo rapida, ma io la trovo appropriata: finora Sansa ha sofferto molto ed è passata dall'essere una ragazzina egoista ad essere una ragazza perduta, senza la sua famiglia e bisognosa di trovare la forza da qualche altra parte, fino ad arrivare, finalmente, a capire che la forza deve trovarla in se stessa se vuole prendere in mano il suo destino. Le parole crude e dirette che rivolge a Ditocorto, così come la determinazione a riprendersi Winterlfell, casa della sua famiglia, mostrano una grande crescita emotiva, ma allo stesso tempo si vede l'inesperienza nelle sue parole, come fa notare Davos durante il consiglio, e nel suo comportamento, quando decide di mentire al fratello a proposito del modo in cui ha ottenuto l'informazione sul Pesce Nero e la sua armata. Sono certa che Ditocorto avrà avuto le sue ottime ragioni per dare questa informazione a Sansa e la ragazza non è ancora abbastanza esperta per confrontarsi con un uomo come lui, ma un passo nella direzione giusta è stato fatto e spero che l'evoluzione continui in questo senso.

La sorella minore Arya sembra invece molto più insicura mentre procede il suo addestramento nella Casa del Bianco e del Nero. In questa puntata la vediamo ottenere un altro incarico, quello di uccidere un'attrice di nome Lady Crane, ma alla fine dell'episodio possiamo dirci ancora incerti di quello che succederà. Finalmente la storyline di Arya trova un punto di contatto con le altre quando la ragazza si trova ad assistere ad uno spettacolo che mette in scena in modo ridicolo la morte del padre. L'espressione allo stesso tempo fredda e addolorata della ragazza ci lasciano molti dubbi sul fatto che riuscirà davvero a portare a termine quella che è palesemente una prova scelta ad hoc da Jaqen. Anche questa scena l'ho trovata fatta molto bene, riesce a coinvolgere chi guarda nel dramma personale di Arya che deve assistere una seconda volta alla morte del padre, mentre una folla di persone ride della sua stupidità e del suo supposto tradimento, e allo stesso tempo ci si chiede come possa la ragazza rimanere così fredda davanti alla scena, mentre l'Arya impulsiva che conoscevamo sembra davvero essere sparita.

Personalmente non credo che Arya diventerà davvero Nessuno, non dobbiamo dimenticare che ha nascosto Ago, penso anzi che la sua identità sia ancora viva e pronta ad emergere, anche perché altrimenti non riesco proprio a vedere un possibile collegamento con le altre storie né un'effettiva utilità del personaggio. Inoltre più avanti nell'episodio si mostra ancora curiosa, pone delle domande sul perché sia necessario uccidere quella che infondo sembra una brava donna, solo per la probabile invidia di un'attrice più giovane e la risposta di Jaqen non sembra soddisfarla. La strana morale della Casa del Bianco e del Nero, che come la morte si mostra imparziale di fronte alle sue vittime, non mi sembra appropriata al personaggio e al suo grande desiderio di giustizia, anche dopo che questo si è trasformato in un desiderio di vendetta. Non so se davvero ucciderà Lady Crane nel prossimo episodio, ma sono pronta a scommettere che ci saranno dei passi avanti in questa storyline, che finora era rimasta un po' troppo uguale a se stessa e scollegata dal resto, risultando anche abbastanza noiosa. 

Passiamo alla parte che mi è piaciuta meno dell'episodio: Pyke. Dopo lo scempio che è stato fatto con Dorne ero molto preoccupata di come potesse risultare la trasposizione dei Greyjoy e penso di aver avuto ragione a metà. Di sicuro la storyline è stata trasposta in modo migliore (peggio era difficile), anche se molto semplificata, però non si possono non notare parecchie superficialità. Il personaggio di Euron è stato reso molto più piatto di come risulta nei libri, dove è comunque un uomo piuttosto malvagio ma almeno ha un piano degno di questo nome e non ammette apertamente di essere l'assassino del fratello. Anche le faccenda dell'Acclamazione sembra abbastanza forzata, insomma io capisco che i Greyjoy non siano famosi per il loro acume politico o per la loro intelligenza, ma prima sembrano pronti a eleggere Yara loro regina e un momento dopo sono pronti ad uccidere lei e Theon su ordine del nuovo sovrano? Sinceramente l'ho trovato molto poco coerente. Anche il discorso di Euron ha lasciato parecchio a desiderare, così come il suo piano per allearsi con Daenerys che sembra risolversi nel fatto di essere un uomo e di possedere un pene. Ah, e delle navi. È vero che le Isole di Ferro sono note per essere il più maschilista dei Sette Regni, ma tutta questa scenetta mi è sembrata riduttiva anche tenendo conto di questo. L'unica parte che ho davvero apprezzato è stata la scena in cui Euron viene affogato, che ho trovato resa bene e con una buona atmosfera. (O forse segretamente ci speravo...)

Il breve scorcio sulla storyline di Mereen ci porta a quello che era un punto abbastanza ovvio delle storia, cioè la comparsa di una Sacerdotessa di R'hllor che vede in Daenerys la reincarnazione di Azor Ahai, così come Melisandre l'ha vista prima in Stannis e adesso in Jon. Jon e Daenerys sono sempre stati i nomi che sono venuti fuori più frequentemente quando si parla di questa profezia, visto che entrambi hanno molti punti a loro favore, ma sarà interessante vedere la reazione della Madre dei Draghi a questa novità. Personalmente credo che potrebbero essere entrambi in qualche modo o che comunque le loro storie siano correlate, ma per avere questa risposta dovremo aspettare ancora un po'. Per quanto riguarda Daenerys, anche lei comparsa molto brevemente dopo i numeri della scorsa puntata, la vediamo in una scena davvero commovente con Jorah che devo dire mi è piaciuta molto perché ci ha fatto rivedere per un attimo la donna infondo buona e sensibile e non solo la regina che deve mostrarsi anche spietata e impassibile. 

Ma veniamo al punto più importante di questa puntata: quello che avviene oltre la Barriera. Questa storyline non ci ha regalato solo molte lacrime, ma anche due rivelazioni importanti; infatti viene confermata la teoria che voleva che i White Walkers fossero stati  creati dai Figli della Foresta per difendersi dagli attacchi degli Uomini. Finalmente le visioni di Bran, anche se ancora non ci hanno dato la conferma che cercavamo con la Torre della Gioia, risultano interessanti e ci permettono di scoprire nuovi elementi della storia. Purtroppo, come già sapete, hanno anche causato la morte di uno dei comprimari più amati della serie: il gigante gentile Hodor.

Nonostante la sofferenza ho amato molto questa parte della puntata, l'ho trovata raccontata molto bene, a partire dalla scoperta che Hodor era un ragazzo normale che avrebbe potuto avere una vita felice per arrivare al triste epilogo in cui si scopre che è stato proprio Bran a a farlo impazzire, a trasformarlo nell'uomo che tutti conosciamo e infine a causarne la morte per permettere a lui e Meera di fuggire. La voce disperata che grida "Hold the door" in modo sempre più confuso ci porta a realizzare quasi subito quale sia l'origine del nome, che oltre ad essere un nome è la condanna del personaggio, da lui ripetuta ogni giorno. La storia di Hodor è tragica e trovo che farcelo scoprire un attimo prima di ucciderlo sia stato un tempismo perfetto, che ha ottenuto il maggiore impatto drammatico possibile. Infondo è di Benioff e Weiss che stiamo parlando e non si può dire che non sappiano come fare per far soffrire noi poveri spettatori.

E così si chiude questa puntata, che ho trovato davvero ben fatta, in particolar modo nella parte di Bran, che fino a questo momento non mi aveva entusiasmata per niente. Sarà interessante scoprire come il giovane Stark farà i conti con la consapevolezza di aver causato sia la morte del Corvo a Tre Occhi e i Figli della Foresta, sia del suo metalupo Estate e di aver di fatto condannato Hodor ad essere quello che era e infine sacrificarsi per permettergli di fuggire. L'errore di addentrarsi da solo nel sogno, finendo per farsi marchiare, mostra che non è ancora pronto a prendere il posto del Corvo a Tre Occhi e allo stesso tempo potrebbe avergli insegnato che deve essere più cauto in futuro. Ma riuscirà a resistere ora che ha scoperto nel modo peggiore che può davvero influire con gli eventi del passato? Anche se non può essere incolpato del tutto della sorte di Hodor, visto che si tratta di un paradosso temporale, come prenderà il fatto di aver causato la follia dell'uomo che lo ha protetto per così tanto tempo?

Questo quinto episodio ci ha dato alcune risposte ma ci ha lasciati con altrettante domande, proprio come dovrebbe fare un ottimo episodio di metà stagione, quindi non posso che dirmi soddisfatta. Voi cosa ne pensate? 

Come sempre, un saluto alle affiliate:

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Articolo di Venere B.

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