GAME OF THRONES: recensione dell'episodio 6x04, "Book of the Stranger"

La quarta puntata della serie "Book of Stranger", Il Libro della Straniero, trae il suo nome dal testo sacro del Credo, "La Stella a sette punte" a cui fa riferimento Margaery nel corso della puntata citandone un passaggio. Lo Straniero è quello più inquietante tra i Sette Dei, il Dio della morte e dell’ignoto, due elementi che hanno gran parte nel mondo del Trono di Spade e in questa puntata.
L'episodio appare nel suo complesso una delle puntate forse più belle della serie, o per lo meno una delle più belle tra quelle delle ultime stagioni. Il duo Benioff & Weiss inizia un processo essenziale se si vuole portare a termine in maniera coerente e in tempi brevi la serie, ossia, sfoltire alcune sottotrame da personaggi più inutili e ricongiungere i diversi fili narrativi, risolvendo al tempo stesso quelle situazione di stallo in cui alcune storyline versavano vedi: Daenerys e Approdo del re).

La puntata prende l'avvio dall'estremo Nord, alla Barriera. Jon Snow sta facendo armi e bagagli mentre Edd prova a convincerlo di rivedere la sua recente  decisione di abbandonare i Guardiani della Notte e la sua carica di Lord comandante. Improvvisamente i cancelli del Castello nero si aprono e fa il suo ingresso Sansa Stark, accompagnata dai suoi protettori: Brienne e Podrick. Accade l'impensabile: due linee narrative Stark convergono invece di divergere e finalmente due dei sei fratelli Stark si rincontrano, cosa che non succede dalla prima stagione, credo.
L'incontro tra i due fratelli è struggente e commovente, come lo è anche il discorso seguente fatto da Sansa sui tempi in cui erano giovani a Grande Inverno.
Dopo il forte momento alla C'è posta per te, Sansa espone a Jon quello che è il suo progetto: riprendersi il loro castello e le loro terre e vendicarsi finalmente su coloro che, dopo averli traditi, se ne sono impossessati con la violenza. 
Jon è titubante, è stanco di combattere, della guerra e delle sue conseguenze; ma alla fine è costretto a cedere alle insistenze della sorella ed è lo steso Bolton a spingerlo su questa strada, recapitandogli una lettera in cui gli comunicano che l'altro suo fratello, Rickon, è nelle sue mani. 
(10+ a D&D per la citazione al libro di Martin, infatti la lettera di Ramsay non è altro che una rivisitazione della celebre Pink letter esposta negli ultimi capitoli di A dance with dragons. Bel lavoro di citazione, well done!).



Lo scontro che si prospetta per il Nord appare abbastanza impari, un esercito ben organizzato come quello dei Bolton contro una torma di selvaggi non addestrati e inferiori di numero, ma la prossima storyline presentata anticipa che forse ci sarà per i fratelli Stark un inaspettato aiuto da un più che inaffidabile benefattore: Petyr Baelish.
Dopo un'assenza che reputo imperdonabile, torna sullo schermo anche Lord Baelish che in questo episodio si è teletrasportato a Nido dell'aquila per ricongiungersi con il nipote: Robin Arryn, che detiene probabilmente il titolo di ragazzino più odioso dei Sette regni ora che Joffrey ci ha lasciato.

alleghiamo foto per chi avesse scordato la sua faccia

La facilità con cui Petyr riesce a manipolare sia il nuovo Lord della Valle che i suoi alfieri ha dell'incredibile: riesce in poche mosse ad assicurarsi l'appoggio di Yohn Royce, il lord più potente, minacciandolo tramite il nipote, e convince quest'ultimo a mobilitare il cavalieri della Valle per soccorrere Sansa.
Ormai Baelish ha il controllo di tutto nei Sette regni, è come giocare una partita a Monopoli in cui lui ha già gli alberghi su Parco della vittoria.


Intanto a Grande Inverno, Ramsay continua il lavoro di spending review sul cast eliminando un altro personaggio secondario: Osha, la bruta al servizio degli Stark che ha "protetto" Rickon fino a questo momento.

Ciao Ninfadora cià

Cambio di scena e si passa ad Essos: Tyrion sta concludendo accordi per la pace con gli schiavisti di Yunkai, Volantis e Astapor. 
Finalmente il personaggio di Tyrion ritrova una centralità e una funzionalità, fino a questo momento, in questa stagione, è stato usato solo per fargli dire cose argute e spiritose così l'HBO poteva lucrarci sopra stampando t-shit dal dubbio gusto
Invece, adesso appare di nuovo come lo stratega abile e intelligente che abbiamo visto alla corte di Approdo del re; porta alla luce i problemi intrinseci del regno di Daenerys e prova a dargli solide fondamenta cercando l'accordo con i nemici piuttosto che una ostinata e cieca opposizione come aveva fatto la Madre dei draghi.

L'altra storyline di cui si riprendono i fili è quella di Theon, che ha sfruttato il teletrasporto di Petyr per arrivare in tempi record alle Isole di Ferro, dove si rincontra con sua sorella Yara/Asha. L'incontro tra i due è agli antipodi rispetto a quello tra Sansa e Jon.
Yara/Asha è ancora amareggiata e arrabiata con il fratello per non essere fuggito con lei e aver scelto di rimanere con Ramsay, ma Theon sta cercando di fare ammenda e offre alla sorella il suo pieno supporto per l'Acclamazione di Re (che speriamo si terrà nella prossima puntata, perché ho comprato Euron al Fantagot e non so quando schierarlo).




Anche ad Approdo del Re abbiamo un incontro tra fratelli a lungo separati: sto parlando dei Tyrell, Margaery e Loras che sono ancora imprigionati dal Credo.

Margaery dopo mesi di prigionia è comunque più figa di me nei giorni migliori, ma Loras è completamente sconvolto e distrutto.
Anche questo incontro è struggente, con Margaery che abbraccia il fratello e tenta di fargli forza.
Il Credo sta tentando di spezzare definitivamente la resistenza dei fratelli Tyrell, facendo leva proprio sull'amore che Margary prova per Loras, per indurla a confessare per risparmiare ulteriori sofferenze al fratello.




Mentre si consuma il dramma di Loras e Margaery, nella corte della Fortezza rossa tra la regina madre e la regina di spine viene forgiata una nuova alleanza che mette da parte un irresoluto Kevan Lannister.
La neonata alleanza, che ha il potenziale distruttivo di una bomba atomica, punta a riprendere con la forza il controllo della situazione ad Approdo del re, sconfiggere militarmente con l'esercito dei Tyrell (di modo tale che la Corona non ne ha alcuna responsabilità) l'Alto Passero e i suoi invasati religiosi e farsi restituire gli eredi di casa Tyrell prima che possano affrontare una pubblica umiliazione, com'è accaduto a Cersei.


Rapido cambio e ci troviamo di nuovo ad Essos: Daario e Jorah sono finalmente entrati a Vaes Dothrak per salvare Daenerys. Ma l'ultima dei Targaryen ha un'idea migliore che la porterebbe non solo a riguadagnarsi la libertà, ma anche a prendere il controllo dei Khalasar.
Daenerys in questa puntata ci dimostra, finalmente, che quando non spreca il suo (e il nostro) tempo a elencare tutti i suoi titoli è anche capace di portare a termine qualcosa di concreto, e infatti con un colpo solo riesce a prendere il controllo dei Khalasar e crearsi un forte esercito da impiegare contro i suoi nemici.
Il suo piano segue la stessa strategia di sempre: dare fuoco a tutto e a tutti per risolvere ogni problema alla radice (era già avvenuto alla Pira di Drogo alla fine della prima stagione e contro gli schiavisti di Astapor).
La scena finale, con l'edificio in fiamme e Daenerys che ne esce illesa davanti all'intero popolo dothraki che si inchina, ha una fortissima carica epica, ma è una scena così pregna di fanservice da farmela risultare piuttosto odiosa. Anche perché Martin ha dichiarato anche che i Targaryen NON sono ignifughi, e che la scena della pira di Drogo è stata un'eccezione unica e garantita dalla magia.


Il fil rouge che unisce tutte le sottotrame della puntata è il "Girl power", infatti al centro di ogni storyline ci sono donne forti e energiche che prendono in mano le redini della situazione e mettono in disparte le figure maschili.
Infatti sono le donne dello show ad avere un ruolo dominante, a spingere per l'azione come succede nella trama di Approdo del Re con Kevan che viene messo da parte da Olenna e Cersei, oppure alla Barriera con Sansa che sprona Jon ad entrare in guerra contro i Bolton; a prendere il potere e il controllo della situazione come Yara
e Daenerys, che scardinano il sistema patriarcale e decidono di subentrare all'uomo nell'esercizio del potere; ma anche a dimostrarsi forte  psicologicamente ed emotivamente, come Margaery, che fa forza al fratello e sembra anche disposta a sacrificarsi per salvarlo.

Una puntata quindi che riscatta la figura femminile, sempre un po' vilipesa all'interno della serie, riportando quelle figure di donne forti che da sempre hanno caratterizzato i libri di Martin, ma che nello show, specie ultimamente non hanno avuto lo stesso ruolo.

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Articolo di Unknown

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