OUTLANDER - Ronald Moore tira le somme dopo il finale di stagione



Terminata la seconda stagione di Outlander, il produttore Ronald Moore ci racconta come è andata e cosa si aspetta dalla prossima







Da quanto tempo sapevate di voler usare Time Has Come Today dei Chamber Brothers per il finale?

Ronald: "Da un po'. Penso che sia stato scritto anche nel copione. Credo che gli autori Matt Roberts e Toni Graphia l'abbiano indicata per il finale. Tutti l'abbiamo amata sin dall'inizio".



E la scheda titolo che caratterizza la scena è tratta da The Avengers!

"Per quella ha iniziato Matt. Parlavamo di fare qualcosa di particolare che riguardasse la televisione di un tempo. All'inizio, lui diceva di rifarci a Star Trek. Mi sono messo a ridere e ho pensato che fosse divertente e poi che dovessimo rifarci ad una clip di Scotty, nella quale lui indossa il kilt. Quindi, sono andato a cercare il periodo in cui c'è stata la messa in onda di Star Trek nel Regno Unito e ho scoperto che non c'era ancora nel 1968. Volevamo iniziare con una clip che ci collegasse a quel periodo. Cosa avremmo potuto mostrare di iconico e riconoscibile dal pubblico americano? Penso sia stata Marina Campbell, la nostra assistente, a proporre The Avengers".


Torniamo all'inizio di stagione, quando l'azione parte dagli anni '40 e non dai '60, a differenza del libro. E' stato un modo per dare più tempo sullo schermo a Tobias Menzies?

"No, è stato solo per il fatto che partire dal 1968 significava fare un salto di tempo troppo grande per il pubblico televisivo. Alla fine della prima stagione, infatti, Claire e Jamie stanno navigando per la Francia. Ho solo pensato che cominciare dal 1968, quando Claire non solo è tornata al 20° secolo, ma ha anche una figlia grande, fosse troppo. Era già abbastanza mostrare il suo ritorno in quegli anni. Si doveva dare il giusto valore a questo shock. Così, potevamo tenere da parte il 1968 per il finale di stagione".


Le macchinazioni politiche in Francia sono state abbastanza intense. Come hanno fatto gli autori a mantenere sempre chiarezza per gli spettatori?

"E' stato molto difficile. Nel libro, la parte riguardante Parigi è ancor più episodica. C'è la storia con Le Comte St. Germain, il rapporto con Master Raymond e, poi, il Duca di Sandringham. Abbiamo cercato di mantenere unite le varie trame. Per esempio, la grande cena a casa di Claire e Jamie dove tutto va storto.....Nel libro non ci sono né Prince Charles, né il Duca e la cena stessa non è correlata a quella trama. Volevamo riprodurre quella scena perchè è un momento chiave nel libro e, quindi, lavorarla in modo che fosse collegata alla rivolta giacobita. E' stata quella la nostra sfida: trovare il modo di unire le varie trame per attraversare gli eventi in maniera più veloce".


Cosa ha pensato Diana Gabaldon del modo in cui sono state girate le scene in Francia?

"Ha detto Ragazzi, avete fatto un ottimo lavoro. Questo è un materiale difficile! Ci ha sostenuti molto".

Avete deciso presto di mostrare molto più della battaglia di Prestonpans e meno di quella di Culloden?

"Si e in questo abbiamo seguito anche il libro che non porta dentro la battaglia di Culloden. E' stata una decisione facile da prendere. Nel libro ci sono tanti dettagli su Prestonpans. C'è pure la battaglia di Falkirk, che abbiamo deciso di omettere perchè volevamo fare una sola, grande battaglia. Prestonpans sembrava essere migliore da riprodurre per una serie di motivi".


Avete girato Prestonpans in una tenda con un sacco di fumo. 

"E' stata storicamente accurata, perchè fu un attacco a sorpresa nelle prime ore del mattino. Tanti di loro erano avvolti dalla nebbia e ciò ha contribuito al panico degli Inglesi, perchè non avevano idea di quanti fossero gli Scozzesi e da dove venissero. Ci fu un certo disorientamento quando gli Highlanders uscirono dalla nebbia urlando".


Sei stato felice di poter girare altre scene, oltre a quelle riguardanti Parigi?

"Credo che tutti volessimo tornare in Scozia, perchè è la casa del nostro show. La prima stagione è stata una lettera d'amore nei confronti della Scozia. Quando eravamo a Parigi, sentivamo che quello non era davvero Outlander, anche se avevamo lì i nostri personaggi principali".

Un'ultima domanda proprio sulle scene in Francia: esistevano davvero i dildo francesi ed erano così?

"Si, esistevano e penso che fossero così. Credo che i dildo siano con noi sin dagli Egizi".


Dopo aver trovato gli attori per Jamie e Claire, è stata una passeggiata trovare un'attrice per Brianna?

"No, è stato difficile. Sono ruoli molto difficili da coprire, specie quando stai cercando la figlia adulta di due dei protagonisti. Si vogliono vedere subito in lei entrambi i personaggi ed è una grande sfida nella ricerca. Inoltre, l'attrice doveva letteralmente fare la figlia di Claire, nell'episodio, doveva avere una certa chimica con Roger. E anche se compare in buona parte dell'episodio finale, non sarà così presente nella prossima stagione. I ruoli di Roger e Brianna crescono nel corso dei libri. All'inizio, li vedremo entrambi per brevi periodi di tempo. Tutte queste cose sommate hanno portato ad un casting molto complesso".

Brianna cresce a Boston, ma voi siete andati oltre e avete scritturato Sophie Skelton che è britannica. Avete considerato di ingaggiare un'attrice americana?

"Ne abbiamo parlato. Cercavamo tra le attrici americane. Penso che ci fossero alcune canadesi nel mucchio. E' stata una rete molto ampia".


Si suppone che Brianna usi un accento di Boston, ma Sophie finisce per non usarlo. Perché?

"L'accento di Boston è difficile. E' piuttosto facile scadere nella sua caricatura. Abbiamo tanti accenti diversi nello show e, semplicemente, non ne avevamo bisogno, tutto qui".

Era importante trovare un attore sexy per il ruolo di Roger?

"Aveva solo bisogno di essere affascinante e divertente per piacere subito e sentire che fosse un buon partner per Brianna. Richard Rankin aveva tutto e ci è piaciuto subito quando lo abbiamo incontrato".


Hai già iniziato da tempo la produzione della terza stagione?

"La stiamo facendo ora. Stiamo lavorando sui copioni e le storie. Probabilmente, faremo un programma di produzione complessiva veloce, ora abbiamo la conferma fino alla quarta stagione. Quindi, possiamo già pianificare per tempo, senza attendere. La terza stagione è uno show itinerante: inizia in Scozia, ma, poi, è tutto un viaggio per mare. Ci sono i pirati, si svolge in Giamaica, è nel Nuovo Mondo. Il quarto libro si svolge nel Nuovo Mondo e, poi, improvvisamente in North Carolina. Quindi, avendo la possibilità di fare piani a lungo raggio su dove girare certi elementi e dove dedicare le risorse è enormemente utile per la pianificazione dello show".

Sai dire dove verrà girata la terza stagione?

"La nostra base di partenza sarà sempre la Scozia. Stiamo esaminando varie opzioni in cui girare con le navi, dove trovare spiagge tropicali e giungle per riprodurre la parte caraibica della storia. Speriamo di trovare un posto che abbia entrambe le caratteristiche così da fare un solo grande viaggio per tutta la produzione".


Un Outlander per mare è un'idea che ti eccita?

"Sarà fantastico. Sarà una grande sfida. Qualsiasi cosa abbia a che fare con l'acqua è sempre molto impegnativo per una produzione. La mia casa di produzione si chiama Tall Ship. Ciò per me significa tanto divertimento. Ci saranno grandi difficoltà logistiche e tecniche".

Per quanto tempo i fans avranno la possibilità di vedere Tobias?

"Purtroppo, il suo ruolo giungerà a termine abbastanza presto. Non è ancora finita, lo vedremo nella terza stagione. Ma, a parte flashback occasionali con Frank o Jack, il suo ruolo termina nella terza stagione".

Di tutti quelli uccisi in questa stagione, quali ruoli ti sarebbe piaciuto mantenere in vita?

"Difficile da dire. Penso che mancherà un po' a tutti il Duca di Sandringham. E' un grande personaggio e mi duole la sua perdita".

                                                                                                       Lidia

                                                                                                                                                     ew.com

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Articolo di Lidia Lyn

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