CINERUBRICA: LA BESTIA NEL CUORE, un abominio tutto italiano



Negli ultimi vent'anni, il cinema italiano non ha prodotto molti capolavori. Questa affermazione può essere facilmente confermata dal fatto che dal 1999 (anno della vittoria agli Oscar di La vita è bella di Roberto Benigni) ad oggi, soltanto due film italiani sono stati candidati agli Oscar come miglior film straniero. Oltre al famoso e vincente La Grande Bellezza, però, un'altra pellicola riuscì ad ottenere l'agognata nomination: La Bestia nel Cuore, di Cristina Comencini, nel 2006.
Mai, tuttavia, una nomination fu più immeritata.



La vita di Sabina (Giovanna Mezzogiorno), una doppiatrice milanese che vive una vita molto tranquilla, viene sconvolta da alcuni incubi relativi alla sua infanzia. Non riuscendo a capire a che cosa si riferiscono (non riuscendo a ricordare parte di quel periodo), decide di incontrare suo fratello Daniele (Luigi Lo Cascio), che vive negli Stati Uniti, per poterci vedere chiaro. Purtroppo per lei, la verità si rivelerà terribile.

Il film tratta la non facile tematica delle violenze sessuali in famiglia, ma, sfortunatamente, finisce nel farlo nel peggiore dei modi.
All'incredibile superficialità con cui un argomento che ancora oggi, a dieci anni dall'uscita del film, riesce a scioccare, si unisce l'aggiunta di sottotrame che sviliscono notevolmente la narrazione. Vengono gettati nel calderone amori omosessuali, tradimenti e delusioni lavorative: Emilia (una bravissima Stefania Rocca), è non vedente ed omosessuale, innamorata da anni di Sabina, che però non corrisponde la sua attrazione poiché fidanzata con Franco (un pessimo Alessio Boni), un attore deluso dalla sua carriera. Durante le riprese di una fiction televisiva, si ritrova attratto da un'attrice di nome Anita (Francesca Inaudi), evento che mette in dubbio il suo tranquillo menage. Senza dimenticarci di Andre Negri (Giuseppe Battiston), regista della fiction cui partecipa Franco, infelice del suo lavoro.
Tutti questi intrecci sono utili solo ad allungare il brodo, poiché ognuna di queste storie si rivelerà ininfluente ai fini della trama. Senza considerare il fatto che sembrano porsi come una terribile cornice agli eventi principali della pellicola. Come se la Comencini ci volesse dire che ognuno ha i suoi problemi, e che sono tutti di eguale gravità, anche se messi a paragone con tragedie familiari.

Impossibile poi non sottolineare il fatto che il film è diretto in maniera gravemente insufficiente. La maggior parte delle scene, se non sono scritte terribilmente, mancano di logica. Franco, durante un piano sequenza, fa una doccia che dura circa quindici secondi, per poi avere una lite con Sabina, la quale afferma che, nel periodo in cui sarà da suo fratello, negli Stati Uniti, lui la tradirà con un'altra donna. Potete da soli comprendere l'involontaria demenzialità di questo segmento, che finisce col suscitare risa incoscienti più che solide riflessioni. Senza considerare quanto sia forzato e incoerente il personaggio di Angela Finocchiaro, la direttrice del doppiaggio Maria.
Il montaggio è anche un tasto dolente del film, riuscendo a regalarci una delle scene oniriche più brutte di sempre, che termina improvvisamente e disarmonicamente senza nemmeno un raccordo.
Tutti questi difetti diventano ancora più evidenti nell'ultima mezz'ora, lenta e pressoché inutile al senso dell'opera, che a quel punto ha già detto tutto quello che aveva da dire. Il finale stesso, in effetti, non risolve nulla. Tutte le questioni in sospeso rimangono tali, eppure non sembra di stare assistendo ad un finale aperto.

In definitiva, La bestia nel cuore è un film sgradevole e assolutamente sconsigliato. Certe tematiche andrebbero trattate con enorme cautela, specialmente se non si sa di cosa sta parlando non essendo stati direttamente coinvolti. Sfortunatamente non è questo il caso.

Voto: 3/10


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Articolo di Klaus Heller

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