SHERLOCK - Recensione dell'episodio 4x01 "The Six Thatchers"

- “I always know when the game is on. And you know why?”
- “Why?”
- “Because I love it!”

Eeeeeeeh sigla! La quarta stagione di Sherlock è ufficialmente iniziata, come sempre le domande senza risposta sono molteplici e non sono mancati i colpi di scena che ti lasciano talmente sconvolto che l’unica cosa che vuoi fare è rannicchiati in un angolino buio disperandoti. Ma andiamo per ordine.

La terza stagione si era chiusa con Sherlock costretto ad andare in esilio per aver ucciso Charles Augustus Magnussen, ma non fa in tempo a decollare con l’aereo che è costretto a tornare in dietro perché apparentemente Moriarty non è morto ed è su tutti gli schermi delle Gran Bretagna ripetendo “miss me?”.
Tutto questo viene sistemato in quattro e quattr’otto, Sherlock viene scagionato nonostante fosse colpevole e la "faccenda Moriarty" viene messa da parte (o così vogliono farci credere) e il nostro amato detective ritorna a risolvere casi con l’amico John Watson affiancati da Mary Watson.

Così durante buona parte dell’episodio sembra che Sherlock si sia dimenticato di Moriarty e del suo "ultimo regalo" post mortem, ma è solo apparenza. In realtà quel "miss me" continua a tormentarlo esattamente nello stesso modo in cui lo faceva la sua nemesi in vita, al punto che tutto quello che gli accade gli sembra far parte della grande ragnatela del criminale consulente.
La mia personale teoria è che dietro a tutto questo ci sia il nuovo cattivo, che verrà introdotto nel prossimo episodio, Culverton Smith. Non dimentichiamoci però che il gioco è appena cominciato e i pezzi del puzzle sono ancora tutti sparsi nella scatola, quindi non è il caso di trarre conclusioni affrettate. Mi riferisco il particolar modo a diversi commenti negati che affermano di essere rimasti delusi da questa puntata. Anche se un po' li capisco, d'altronde la terza stagione si era aperta dopo lo shockante finale di "The Reichenbach Fall" che non è minimamente paragonabile a quello di "His Last Vow".

Quando Mark Gatiss ha affermato che questa stagione sarebbe stata la più dark che abbiano mai realizzato, non esagerava affatto. Infatti è chiaro fin da subito che la tematica dell'episodio sarebbe stata la morte. 
Tenendo conto della storia dei libri, alla quale la serie fa sempre numerosi riferimenti e anche in questo episodio non sono stati da meno, Mary Watson muore in circostanze che non vengono mai effettivamente descritte quindi in un certo senso potevamo aspettarci che prima o poi il personaggio ci avrebbe lasciati anche nella serie. 

“His Last Vow”, tradotto “Il Suo Ultimo Voto”, non è solo il titolo dell’episodio conclusivo della terza stagione ma sta anche per la promessa che ha fatto Sherlock nei confronti della famiglia Watson. “Not under my watch”, egli doveva proteggere Mary a tutti i costi ma ha infranto la promessa, per questo John riversa tutta la colpa e la sua rabbia su di lui. 
A questo punto vorrei aprire una piccola parentesi sulla recitazione: Martin Freeman è stato al dir poco eccezionale nell'esprimere la rabbia di John nel momento in cui Mary gli è morta fra le braccia. Date un Emmy a quest'uomo!

Nonostante questo sul finale a Sherlock viene data la possibilità di redimersi proprio da Mary stessa, che gli lascia un messaggio in caso fosse morta. “Save John Watson” e tutti sappiamo che questa promessa Sherlock è assolutamente in grado di mantenerla.




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Articolo di Ambra Gallo

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