AMERICAN HORROR STORY - Recensione dell'episodio 7x08 "Winter of Our Discontent"



Ci siamo lasciati alle spalle l'ottavo episodio di American Horror Story: Cult e a giorni di distanza dalla sua messa in onda risulta ancora difficile metabolizzare il tutto. È difficile anche dire se questo è l'episodio più sorprendente e imprevedibile della stagione, tuttavia non sono pochi i colpi di scena che in più occasioni sono riusciti a farci sussultare di fronte allo schermo.
In primis, dopo il finale della scorsa settimana ci siamo trovati davanti alla totale assenza del personaggio più preponderante dell'episodio precedente. Bebe Babbitt, interpretata dalla splendida Frances Conroy, si era rivelata complice dei Kai e con egli aveva portato alla luce le dissidie dei membri femminili del culto, Beverly, Ivy e Winter, e delle loro intenzioni di tradire il leader.

Winter of Our Discontent si apre con una prima, attesa, risposta. Il Dottor Vincent non era a conoscenza dell'impero in costruzione del fratello e, ora che ha capito che la sua pazienta Ally non era matta, ha intenzione di distruggerlo. Per farlo si fa prima ammettere nella cerchia di Kai, poi propone ad Ally di allearsi per farlo interdire o arrestare. Sappiamo che Ally non si sarebbe accontantata di vedere Kai in manette, ma mai ci saremmo aspettati la sua prossima mossa, che andremo a commentare più avanti.

Lo SCUM comincia poi a subire le prime, definitive crepe. Winter garantisce per Kai, fiducia nei confronti del fratello che funge da spunto e da pretesto per catapultarci in un altro flashback, a tratti discutibile, in cui assistiamo al primo omicidio da parte di Kai e il suo primo atto come rappresentante dei più deboli. Questo, a sua volta, in funzione di rendere l'episodio una sorte di speciale di Halloween. Il flashback è infatti ambientato durante la festività. Prendendosi gioco degli utenti nel dark web, un Kai e una Winter ancora semi normali (almeno nei capelli, ma non dimentichiamoci i genitori mummificati al piano di sopra!) i due fratelli ricevono un invito da un predicatore, il quale si rivelerà un crudele punitore alla jogsaw. Ribellatosi al carnefice, Kai uccide il predicatori di fronte agli occhi dei suoi ostaggi, comparendo ai loro occhi e a quelli della sorella come un eroe. La storiella ovviamente non convince nè noi e nemmeno Beverly, la quale ci non intende fare passi indietro.



La strenua fiducia di Winter è tuttavia messa a dura prova, quando Kai le propone di concepire un messia in un Ménage à trois insieme a lui e Samuels. Inizialmente convinta ad assecondare le follie del fratello, Winter si ribella e viene messa ad una sorta di servizi domiciliari, costretta a raccogliere la spazzatura per strada e poi rovesciarla nuovamente. Samuels le porta il pranzo e le spiega come ha conosciuto Kai. Qui scopriamo che il detective è sempre stato corrotto e prendeva una quota dallo spaccio di ricette false da Kai. Una sera Kai lo ha colto Samuels durante una discussione con una donna e ne ha carpito le debolezze. Aiutando Samuels a mascherare la sua omosessualità, Kai ha guadagnato la sua cieca fiducia. Winter cerca di esporre a Samuels le assurdità del fratello e il poliziotto decide di punirla, tentando di violentarla. Winter sceglie finalmente da che parte stare, o così sembra, e spara in faccia all'uomo.

Nell'incredibile scena finale, Kai ha riunito i suoi pagliacci e gli uomini in divisa per giustiziare due presunti traditori: Beverly e il Dottor Vincent. La prima è accusata di avere ucciso Samuels (maledetta Winter!) mentre il secondo di fare arrestare il fratello. Kai si fa fin troppi pochi problemi a uccidere il dottore, mentre miracolosamente sceglie di risparmiare Beverly, condannandola alla reclusione. Finito il siparietto, i pagliacci si tolgono le maschere e abbiamo finalmente la sorpresa: il costume di Beverly è stato indossato da Ally. Certo, ci era stata mostrata una scena fino a pochi minuti prima in cui Ally stringeva un patto con Kai, il figlio Oz in cambio della verità sul dottore, ma in pochi ci saremmo aspettati che, pur di arrivare a Kai, si sarebbe fatta in cludere nel culto, lasciando di sorpresa, insieme a noi tutti, anche l'ex moglie.



Piace o non piace, la stagione non smette di sorprendere, a tratti, in modo frammentario, come da tradizione. Ryan Murphy e compagnia non hanno finora superato loro stessi, come per certi versi hanno fatto con Roanoke, cambiando drasticamente aspetti fondamentali della serie (sigla compresa), tuttavia sono riusciti a restare all'altezza delle migliori stagioni dello show, meglio di come hanno saputo fare un Coven o un Hotel. Non ci resta che attendere un finale di stagione sempre più vicino e domandarci come possa andare avanti il tutto ora che il dottore è stato tolto di mezzo, fin troppo facilmente, che Beverly è rinchiusa (ma state certi che la rivedremo) e che Ally è passata al lato oscuro, se pur per uno scopo superiore e vendicativo.


Chi ne esce vincitrice e sconfitta al tempo stesso è Winter, protagonista indiscussa dell'episodio a partire dal titolo e personaggio più fragile di tutta la stagione, persino di Ally stessa.


Troppo sconvolti? sarà il caso di riderci su con la nostra receironica:

HUMOUR - AMERICAN HORROR STORY - Receironica 7x08 "Winter Of Our Discontents"



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Articolo di Fabio Scala

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