GOTHAM - "Il Pigmalione di Gotham" Recensione dell'episodio 4x06 "Hog Day Afternoon"


“Two mother pigs lived in a pen. Each had four babies, and that made ten.
These four babies were soft and pink. These four babies were black as ink
All eight babies loved to play. And they rolled, and they rolled, in the mud all day.
At night, with their mothers, they curled up in a heap, and squealed and squealed until they went to sleep”.
Un innocua filastrocca per bambini viene recitata dal nuovo villain che terrorizza la città di Gotham.

Il professor Pyg, uno dei più insani e splatter cattivi dell’universo del Cavaliere Oscuro, ha fatto il suo debutto nella serie proprio nell’episodio di giovedì sera.
Se le premesse dello Spaventapasseri sono state un po’ deludenti, il Professor Pyg di Michael Cerveris si dimostra efficace e inquietante al punto giusto, portando con sé un atmosfera più adulta e dark.
“Hog Day Afternoon”, è un episodio in cui sembra essere ritornati ai fasti della prima stagione, dove il protagonista erano il GCPD, i poliziotti e i casi che dovevano affrontare.
La formula procedural si continua a dimostrare vincente per questa serie, lasciando comunque spazio a una trama orizzontale e senza dimenticare la coralità dell’opera.  Un ritorno alle care e vecchie indagini old fashion, in cui Jim Gordon e la polizia sono protagonisti in tutti i sensi, in un episodio adulto e dalle tinte cupe, come da molto tempo non ne  avevamo a Gotham.


La città viene improvvisamente sconvolta dagli omicidi di un serial killer che prende di mira i poliziotti corrotti coprendo i loro volti con delle teste suine. L’indagine riporta Jim e Harvey sulle strade della città, alla ricerca del brutale e psicopatico assassino.
Il professor Pyg è deciso a distruggere l’impero di Oswald, o se non altro a purificare il GCPD dalla corruzione nel suo personalissimo modo.
Originariamente, il professor Pyg è un personaggio dei fumetti DC apparso per la prima volta sulle pagine di Batman #666 e creato da Grant Morrison e Andy Kuber. Ha geniali capacità chirurgiche con le quale “perfeziona” l’aspetto delle persone, e in Gotham ne vediamo una personale e efficace rivisitazione da parte degli autori. Al posto di perfezionare l’aspetto delle persone, il professor Pyg, con quelle teste di maiale identifica la corruzione dei poliziotti e quindi la loro marcia natura. 

 

Quantomeno questo è ciò che sembra per il momento. La sua devianza sembra essere derivata da delle perdite causate dall’inerzia delle istituzioni di polizia, e proprio per questo prende di mira i poliziotti, anziché i criminali del Pinguino. L’ideale estetico che lo ossessionava nei fumetti, qui diventa un ideale etico, è deciso infatti a punire chiunque non si comporti in maniera corretta secondo i suoi parametri. In questo caso, è ossessionato dal ripulire la polizia, non importa quante vittime debba mietere. 
Vuole riportare Gotham sulla retta via, senza riconoscere di essere diventato lui stesso un criminale. È un serial killer con una missione precisa, e si ritiene moralmente superiore ai poliziotti che uccide, cercando addirittura in Jim un alleato, proprio perché in lui vede l’unico detective che non si è piegato al Pinguino e alla criminalità.
Non ne vediamo mai il volto, e questo lo rende ancora più inquietante perché indossa sempre una maschera di maiale come quelle poste sulle facce delle sue vittime, non sappiamo se per pura citazione fumettistica o perché deciso ad abbassarsi moralmente, a diventare anche lui un maiale, per poter punire i corrotti della città.
Le sue origini rimangono un mistero per ora, il che lo rende ancora più interessante e misterioso.



Il suo caso non si risolve in questo episodio, anzi da come si conclude sembra che il Professor Pyg abbia un piano su vasta scala e la sua scure calerà ancora, possiamo quindi supporre che ritornerà presto se non direttamente nel prossimo episodio.


Le indagini contro di lui vengono anche utilizzate come pretesto per rispolverare e muovere il rapporto tra Jim e Harvey.
Era da un bel po’ che non li vedevamo indagare insieme, il ruolo da capitano di Harvey lo ha tenuto lontano dalla strada e attaccato alla scrivania, e le differenti visioni hanno portato lui e Jim ad allontanarsi.
In questo episodio, però, rivediamo tornare in gioco la vecchia squadra a indagare su un pazzo criminale, così come facevano sin dai tempi della prima stagione.
Un idillio che dura poco. Quando vengono catturati dal Professor Pyg, Jim si ritrova da solo con lui, e oltre a svelarci  il suo piano e la sua missione, capiamo che al centro dei suoi obiettivi c’è anche Harvey Bullock, anche lui è un corrotto.


   
Jim riesce a liberarsi e a salvare Harvey, ma non è un lieto fine. Il professor Pyg scappa, perché Jim soccorre Harvey, ferito alla gola. Una ferita sufficiente a non ucciderlo, ma che costringe Jim a doverlo soccorrere.
Se ho trovato inizialmente un po’ deludente, per un villain così brutale, non aver sgozzato Harvey quando ne aveva l’occasione, mi è piaciuta la sua trovata per liberarsi di Jim e dei rinforzi. Era un piano logico, c’è un motivo per cui non l’ha ucciso immediatamente e mi sta bene. È un azione che ha senso e che oltretutto porta alla luce la corruzione di Harvey, svelando a Jim che il Professor Pyg aveva ragione. Un modo quasi per avvicinare il detective alla sua ideologia.


Tutte le obiezioni di Harvey, non erano per tenesi il dipartimento e tentare di salvare il salvabile, ma per tenere buono il suo collega e amico e intascarsi i soldi.
Se era prevedibile un risvolto simile (che Harvey si fosse adagiato era palese) il modo in cui è costruito il tutto è molto buono. Jim sospettava, come noi, ma non voleva crederci e non voleva vedere. Il professor Pyg, lo ha messo nella condizione di non poter più negare l’evidenza.


E così Jim Gordon deve affrontare il fatto di essere veramente solo contro tutti. Non sa se può fidarsi di Sofia, il Pinguino lo sbeffeggia, l’amore della sua vita è ancora latitante e persino il suo migliore amico, l’unica persona su cui ha sempre potuto contare gli ha voltato le spalle nel modo peggiore, facendosi corrompere.
Ecco perché la scena in ospedale mi è piaciuta molto, il confronto tra  Harvey e Jim è secco, non ha giri di parole, e Gordon affronta la verità con un’amara freddezza, lasciando Harvey e andandosene dall’ospedale.


Questo potrebbe portarlo a voler a tutti i costi distruggere l’impero del Pinguino e pretendere che Sofia acceleri i suoi piani, che anche a noi risultano ancora oscuri.



La trama “gangster” si rivela anch’essa buona, e comunque meglio di quanto pensassi. Oswald si sta dimostrando un po’ troppo credulone, ma una delle sue maggiori debolezze è il bisogno di affetto. Oswald è acido, fa il sostenuto, ma soprattutto dalla morte della madre, ha sempre ricercato una figura in cui porre la stessa totale fiducia e da cui ricevere un po’ di affetto. Lo abbiamo conosciuto quando era solo il galoppino e l’ombrello di Fish Mooney, è passato da un doppio gioco ad un altro con soltanto l’unica costante presenza della madre fino alla sua morte per mano di Tabitha. Non ha mai avuto un amico vero, prima di Ed, e ora che Sofia gli mostra amicizia, fingendosi disinteressata e totalmente innocente, lui, poco abituato a piacere e che qualcuno si interessi a lui non riesce a resistere alla sua amicizia.
Certo, dubita di lei, facendo però il suo gioco e avvicinandosi per questo molto di più a Sofia. Fossi in lui avrei fatto indagini più accurate perché temo che invece i suoi incontri e l’orfanotrofio possano nascondere qualcosa, e basterebbe mettere delle telecamere e delle spie per scoprire Jim Gordon che entra e esce dalla Falcone Mansion, ma Oswald e il suo bisogno di qualcuno gli impediscono effettivamente di vedere un reale pericolo e di abbassare troppo la guardia. Una debolezza per ora che è più che altro insita nel carattere del personaggio che nella trama, e per Gotham questo è senza ombra di dubbio un passo verso la giusta direzione, per ora. È anche semplicemente adorabile vedere Oswald così poco avvezzo a gesti d’affetto che non sa come rispondere a una semplice carezza alla mano.

 

Sofia si sta dimostrando sempre meglio di quel che pensavo. La sua entrata in scena mi aveva fatto tremare al pensiero di una love story con Jim e di una trama sguazzante nelle profondità del non sense. Invece, a sorpresa, è una ragazza sveglia, fredda e calcolatrice, e questo senza che noi riusciamo a comprendere totalmente le sue intenzioni, perché che voglia togliere di mezzo il Pinguino o voglia allearsi con lui per governare Gotham e tradire Jim (che ricordiamo ha ucciso il compianto Mario Chi?) il suo piano ha comunque una logica e lo sta organizzando al meglio. Potrebbe tranquillamente essere decisa a togliere di mezzo sia il Pinguino che Jim Gordon e non ci sarebbe nessuna incoerenza. Quindi per il momento è un personaggio promosso, voglio però vedere cosa sta effettivamente tramando e come, a parte conquistare la fiducia e l’amicizia o amore di Oswald, perché ha assicurato a Jim di averlo in pugno ma non è vero.



Tornando al Cherry Bar e alle bische clandestine, questa trama ricopre il ruolo di alleggerire la trama cupa dell’episodio con battute non esagerate o forzate. Non abbiamo siparietti alla Stanlio e Onlio, come nella scorsa puntata, tra Ed e Solomon, ma ci sono invece dei dialoghi abbastanza brillanti tra Nygma e Lee che, ammettiamolo, ci hanno fatto sorridere. I tentativi di Nygma, di ricattarla senza successo e Lee che gli ride in faccia per poi spiegargli come avrebbe potuto effettivamente ricattarla sono stati divertenti. 
Nygma è totalmente instupidito, anche peggio di prima e vede in Lee l’unica che potrebbe riuscire a curarlo. Sappiamo che tra i due non corre buon sangue, come gli fa notare Lee, ha ucciso Miss Kringle ed è il responsabile dell’arresto di Jim, e non ha intenzione di aiutarlo affatto.

È stata una situazione divertente, e tramite i tentativi di Ed di riuscire a costringerla ad aiutarlo, scopriamo anche il motivo per cui Lee bazzica nel sottobosco criminale di Gotham.
La Dottoressa cerca di espiare le sue colpe e curare le persone povere, prive di assistenza sanitaria, per riparare alla diffusione del virus di Tetch di cui si sente responsabile. Gestisce una clinica gratuita nei bassifondi, e per farlo ha dovuto sottostare ai gestori della bisca.
Una motivazione sensata e se non altro migliore di quanto temessi. Il personaggio di Lee mantiene una sua coerenza, non sappiamo perché non abbia avvertito Jim della sua presenza a Gotham, ma probabilmente non è ancora pronta ad incontrarlo, soprattutto perché si è dovuta abbassare a frequentare criminali.
L’unico motivo per cui alla fine Lee accetta di aiutare Nygma è la necessità di avere i soldi per procurarsi medicinali per i suoi pazienti.
Onestamente non so perché non vada a chiedere un finanziamento a Bruce Wayne (non è che lui non fosse responsabile del virus, anzi) ma probabilmente si vergogna di ciò che ha fatto e non vuole incontrare nessuno, diamo per buona questa spiegazione.
Se non altro i soldi vinti da Solomon agli incontri verrano destinati a un nobile scopo.
Solomon Grundy, come era prevedibile, diventa la gallina dalle uova d’oro della bisca, battendo tutti gli avversari.


 Io dubito delle doti da psicologa di Lee dai tempi di Barbara,  ma questo inizio di collaborazione mi incuriosisce. È stato anche molto carino vedere Lee che cerca di avvertire il fu Butch Gilzean della slealtà di Ed, senza molto successo.
Era esilarante poi vedere Ed che sorride malignamente anche quando il suo evil plan era imbarazzante e ottiene quello che vuole per semplice fortuna.


La perla dell’episodio però la destiniamo a Victor che chiede per essere precisi se per "fare quattro chiacchiere " s'intendano chiacchiere reali o nel senso "Ho una vanga nel bagagliaio". Le perle dell’episodio sono quasi sempre sue.


GOTHAM - "No Licence, No Crime" Recensione dell'episodio 4x01 "Pax Penguina"

“Hog Day Afternoon” si rivela perciò uno dei migliori episodi della serie,  in una stagione già segnata da alti e bassi. L’assenza di Bruce, non pesa affatto, anzi. Ho sempre trovato che con l’avanzare delle stagioni avessero dato a Bruce troppo spazio senza saperlo gestire, spesso coinvolto in storyline caratterizzate da parecchi plot hole e non sense. La giovane presenza di un futuro Batman, a volte ha limitato troppo una serie che avrebbe potuto lasciare da parte la figura già molto esplorata del vigilante, per concentrarsi sui villain e sulla polizia di Gotham.
Invece, hanno deciso di lasciare a personaggi come Bruce e Selina sempre più spazio e questo non sempre è stato un bene, soprattutto perché la serie dà il meglio di se con tinte più adulte e meno teen.
Ultimamente poi, si è dato molto spazio a Bruce e al suo percorso per diventare il futuro Batman, e una pausa dal suo personaggio, non ha potuto che giovare alla serie, lasciando più respiro alle altre trame.
Con questo non intendo dire di non apprezzare personaggi come Bruce o Selina, la loro presenza è necessaria nel panorama di Gotham, ma andrebbe dosata, così come viene gestita in modo più oculato la presenza dei vari villain.
Un migliore utilizzo e una presenza più dosata e pensata, potrebbe persino giovare al personaggio di Bruce e alla sua evoluzione, senza bruciare le tappe e creare percorsi incoerenti.
In qualche modo Gotham è ancora in grado di poterci sorprendere in positivo, la serie sembra avere ancora molto da dire e mi auguro che riescano a sfornare più episodi come questo.


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Articolo di Cristina F.

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