La seconda stagione di Stranger Things si è conclusa in modo fortemente nostalgico e intenso, pur facendo trapelare che i guai non sono ancora finiti per la città di Hawkins. Le menti della serie hanno parlato in una serie di interviste di come hanno costruito la scena finale della seconda stagione e di cosa ci sarà in ballo per la terza stagione.
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Cominciamo con un'intervista fatta da TheHollywoodReporter, dove i fratelli Duffer spiegano gli istanti finali della seconda stagione.
-Cosa vi ha ispirato di più a chiudere la seconda stagione in una nota positiva, nonostante l'istante finale?
M: Abbiamo sempre avuto questo finale in mente. In meno di una settimana di lavoro sulla seconda stagione, sapevamo che avremmo concluso col Ballo d'Inverno. Avevamo deciso che Nancy avrebbe ballato con Dustin. Ci ha dato un obiettivo finale. Ci ha dato un qualcosa verso cui aspirare. Puoi perderti nel deserto della stagione. Abbiamo sempre avuto lì quel ballo e lo abbiamo sempre scritto sulla tabella come qualcosa dove volevamo arrivare. Molto similmente alla prima stagione, volevamo dare alla storia un senso di chiusura. In quel senso sembra come una cosa a se', il proprio sequel con un proprio inizio, centro e conclusione. Fiduciosamente, è soddisfacente su quel livello. L'anno scorso abbiamo avuto un po' di cliffhanger alla fine della stagione. Non volevamo farlo di nuovo. Non volevamo chiuderci per la terza stagione. Volevamo essere in grado di aprirla in uno stato molto pulito. Sembra totalmente non necessario, quando avevamo il ballo. Ma una volta che è avvenuto, non sapevamo se volevamo fare un finale differente.
-C'è l'istante finale della stagione: il Mind Flayer incombente sulla scuola nel Sottosopra. Cosa volete che i telespettatori traggano da questa immagine? Chiaramente è un segno che ci sono ancora guai all'orizzonte, ma dovrebbero vederlo come qualcosa di più vicino di quanto possiamo immaginare?
R: Si non volevamo proprio concluderlo con una nota positiva, vero? Ci sono state discussioni al riguardo ma poi abbiamo pensato "no, diamo un indizio di quello che verrà". La speranza era che volevamo che le persone capissero che quella cosa è ancora là fuori. Hanno chiuso la porta al Mind Flayer, ma non solo è ancora lì nel Sottosopra ma è molto consapevole dei ragazzi, in particolare di Undici. Non aveva conosciuto lei e i suoi poteri fino all'episodio finale. Ora sa che lei è lì. Volevamo concluderlo con una nota un po' minacciosa in questo senso.
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-Strutturalmente la seconda stagione è ambientata un anno dopo la prima. Dato che abbiamo visto il Mind Flayer incombere sulla scuola alla fine della seconda, dovremmo aspettarci un salto temporale simile fra le due stagioni o questa è un'indicazione che potremmo tornare all'azione un po' più velocemente del solito?
M: Anche se volessimo tornare all'azione più velocemente, non potremmo. I nostri ragazzi stanno crescendo. Possiamo soltanto scrivere e produrre la serie così velocemente. Saranno quasi più grandi di un anno quando gireremo la terza stagione. Ci da' certe sfide. Non puoi partire proprio dopo che la seconda stagione sia finita. Ti costringe a fare un salto temporale. Ma quello che mi piace è che questo fa evolvere la serie. Costringe la serie ad evolversi e a cambiare, perchè i ragazzi stanno cambiando. Anche se volessimo che sia statico e volessimo continuare a riciclare la stessa storia e noi non lo facciamo, non ne saremmo in grado, semplicemente perchè i ragazzi stanno cambiando. Dopotutto, è una cosa splendida. Il pubblico sarà in grado di vedere i ragazzi crescere di anno in anno. L'esempio più vicino è Harry Potter. Guardare questi ragazzi e attori crescere davanti alla telecamera per me è stato molto potente. Intendo dire che non ero un ragazzo quando l'ho vissuto e posso solo immaginare se fossi un ragazzo e avessi la loro età, sarebbe stato anche più potente. Ecco che cosa mi emoziona. È un modo molto lungo per dire che sì, faremo un salto temporale.
-Le regole e la natura del Sottosopra restano enigmatici anche dopo la seconda stagione. Sì, sappiamo che il mondo si sta espandendo e sì, sappiamo che ora ci sono dei "Democani" nel giro. Ma la maggior parte rimane avvolta nel mistero. Vedete la natura del Sottosopra come materiale da obiettivo finale? Sarà a fuoco lento ottenere quelle risposte nella serie? Potete immaginare uno scenario dove noi non capiamo del tutto la sua vera natura alla fine della serie?
R: È un atto equilibrante. Se dici troppo, si perde un po' di quel mistero. Ovviamente faremo un po' di luce man mano che andiamo avanti, ma vogliamo farlo un po' alla volta. Anche alla fine, non penso che risponderemo a tutte quelle domande e non penso che necessariamente abbiamo bisogno di farlo. Stiamo raccontando questa storia dal punto di vista di personaggi molto umani. Non c'è modo per cui possano mai capire completamente questo luogo. Abbiamo il nostro documento sul Sottosopra che ne descrive le regole e la mitologia in dettaglio, ma penso che andremo ad analizzarlo lentamente e forse non lo useremo del tutto. La nostra cosa preferita da fare in questa serie è che questi personaggi, specialmente i ragazzi, siano in grado di fare questi salti sul Mind Flayer, su come agisce e su cosa vuole, ma lo stanno basando semplicemente sui giochi a cui hanno giocato. Non lo sanno per certo. Non c'è davvero alcun modo per cui lo possano capire. Nella vita reale, non sareste in grado di capire completamente questa entità da un altro luogo. Non potreste mai capirne le motivazioni. Ciò per noi, è più spaventoso del sapere esattamente cosa vuole.
-Mentre Mike e gli altri cresceranno, se loro sono i nostri occhi nel Sottosopra, la nostra visione di quest'universo maturerà di conseguenza?
M: Non lo so. Questo è davvero bello, dopotutto. Sì, mi piace!
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Passiamo ora all'intervista fatta da Collider ai produttori Shawn Levy e Dan Cohen, dove dicono il loro punto di vista sulla scena finale e su quello che ci aspetta nella terza stagione.
"Dall'inizio sapevamo che tutto doveva concludersi col Ballo d'Inverno. Non solo i nostri fan ne avevano bisogno, ma anche i nostri personaggi. Avevano bisogno di un momento dove potessero tornare alla normalità. Non possiamo eguagliarlo. Non renderemo mai le persone più felici di come il ballo rende loro. Perciò non lasciamo lì con la promessa di quello che verrà. Lasciamo che le persone abbiano un momento di felicità. Poi abbiamo quel brano dei The Police, che dice 'I'll be watching you' e poi appunto la telecamera si capovolge e vediamo che c'è ancora qualcosa. Originariamente c'erano degli epiloghi che furono considerati dopo quell'istante che avrebbero dato degli indizi sulla stagione 3. Ma c'è stata una decisione presa da tutti dove abbiamo detto che non saremmo tornati ad avere delle promesse di nuovo. Abbiamo sempre saputo che dopo la prima stagione dovevamo ripagare quella lumaca che Will sputa nel lavandino o di chi fosse quell'auto nera dove Hopper stava salendo e il seguito che vede lui lasciare gli Eggos in una cassetta nella foresta. Stavolta i fratelli Duffer hanno voluto consciamente promettere meno, cosicchè avessero più libertà."
Sul Demo-cane nel frigorifero: "È decisamente morto, ma se il suo stato attuale porterà al genio scientifico di Dustin di venire fuori, dovremo aspettare per scoprirlo. Noi vediamo decisamente che, quando Will viene salvato, queste particelle del male, se così possiamo chiamarle, non sono emerse nel Sottosopra, ma nel nostro mondo e forse sarà una cosa con cui avere a che fare..."
Sul lasciare Hawkins: "Nonostante il laboratorio è stato chiuso, c'è ancora tanto male che può accadere qui. Abbiamo preso una bella svolta nell'aprire la serie con un inseguimento di auto in un'altra città, poi il settimo episodio ci ha portato in un'altra città per tutta la sua durata, e se le persone sentono che questo abbia avuto successo o meno, i fratelli Duffer volevano prendere qualche svolta. E loro sanno che non farà piacere a tutti, ma c'è questa sensazione che il mondo si sta ingrandendo."
Su quello che accadrà nella prossima stagione: "Ogni stagione è connessa all'altra, ma ognuna è come un film a se' e si adegua molto entro quelle saghe come Star Wars e Harry Potter in cui ci sono cose a se' dove hai più di un'accenno per addentrarti nella storia, ma possono funzionare e possono far divertire a modo loro. La nostra serie ha un calore per questo che non è cinico ed ecco perchè non guardiamo così tanto al piano completo. E non vogliamo creare crisi di coscienza coi nostri telespettatori sul fatto che non sappiamo cosa succederà. Ma ci fidiamo dei fratelli Duffer, poichè loro sanno dove andranno a parare."
Fonti: The Hollywood Reporter, Collider
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