THE PUNISHER - Recensione Episodi 1x04-1x07


E qui le cose si scaldano.

Leggi anche: THE PUNISHER - Recensione Episodi 1x01, 1x02 e 1x03

Ci eravamo lasciati l'ultima volta con il Team Punisher appena formato, un'alleanza tra braccio armato e mente informatica uniti nella lotta contro il comune nemico.
In questi quattro episodi vediamo i primi risultati di suddetta collaborazione, fonte di piani ben congeniati alternati a qualche improvvisata qua e là.
Durante i capitoli che concludono la prima metà della stagione fanno inoltre la loro comparsa nuovi personaggi forieri di importanti rivelazioni per Frank, il quale in più di un'occasione si ritrova a dover fare una scelta che influenzerà completamente l'esito della sua ricerca.
Ma andiamo con ordine.

Se avete seguito fin qui, saprete che i guai tanto di Frank quanto di Micro sono legati agli eventi che ruotano intorno al famoso video nel quale veniva ucciso un agente della polizia afghana che era sulle tracce di un'operazione illecita all'interno della squadra di Frank, utilizzata per attività criminali estreme quali appunto tortura ed eliminazione di personaggi scomodi.
Questa storia ha naturalmente lasciato un segno indelebile nella già travagliata mente del nostro protagonista, il quale in seguito avrebbe scoperto un'ulteriore mostruosità celata dalla sua operazione in Afghanistan, un traffico di stupefacenti portato avanti da alcuni membri del team utilizzando come corrieri i cadaveri rimpatriati dei caduti al fronte.
Come già avevamo visto seguendo Daredevil, tra questi simpatici elementi figurava anche il sergente di Frank conosciuto in seguito come "Il Fabbro" (la cui storia ha trovato il suo epilogo nella serie dedicata al Diavolo di Hell's Kitchen), ma in questo The Punisher veniamo a sapere che a dare gli ordini a tutti i livelli della torbida operazione era il misterioso agente Orange, un uomo della CIA cui Frank a un certo punto aveva quasi staccato la testa a suon di pugni di ritorno dalla missione fallita di cui avevamo già sentito parlare durante il suo processo.
Quest'uomo è il centro di tutto, l'obiettivo finale che accomuna le ricerche ora congiunte di Frank e Micro. 
Mmm... Sì... Va bene, torna tutto

Per mettersi sulle tracce di Orange, però, a Frank serve un piccolo arsenale, e per rifornirsi pensa bene di ripulire un carico di armi pronte per essere vendute sul mercato nero.
Anche l'instancabile agente Madani è sulle tracce di quelle armi, ma grazie ai valenti sforzi del Dinamico Duo tutta la sua squadra va in tilt e il carico le sparisce da sotto il nasino a punta.
Decisa a non mollare, Madani salta in macchina alla ricerca delle armi perdute lungo le vie del porto senza chiedere rinforzi per un motivo mai chiarito, e alla fine si ritrova faccia a faccia con la Mustang rossa di Frank. I due si caricano come tori inferociti puntando l'uno verso l'altra in una sfida a base di riflessi e sangue freddo, ma all'ultimo incrocio la donna viene travolta dal furgone delle armi guidato da Micro e finisce in un mare di rottami.
Sempre intenzionato a non lasciar morire una persona innocente, Frank la trascina fuori dal veicolo facendosi riconoscere e intimandole di lasciarlo in pace prima di ripartire con il prezioso carico. 

Ora che l'armeria è di nuovo piena Frank si mette sulle tracce dell'ex-compagno Gunner, il quale è l'autore del famigerato video e potrebbe conoscere l'identità dell'agente Orange. Poiché l'uomo vive in stato di totale isolamento, si rende necessaria una visita di persona.
Il viaggio in macchina è solo una delle molteplici scene che vedono crescere l'affiatamento tra Frank e Micro, i quali perfino quando sono in forte disaccordo finiscono per bisticciare come marito e moglie producendo dei dialoghi che ci riportano indietro ai tempi dei battibecchi tra Albin e Renato ne Il Vizietto



Purtroppo per Frank anche Madani è sulle tracce dei suoi ex-commilitoni, e grazie alla cimice impiantata nel suo ufficio Orange decide di precederla e mandare una squadra armata fino ai denti per eliminare il pericoloso testimone proprio mentre questi si sta ancora scusando per aver trafitto Frank con un colpo di balestra.
I due soldati si battono fino all'ultimo sangue e riescono a sterminare l'intero team nemico, ma a scontro concluso sono entrambi ormai stremati e sul punto di morire. Fuggito per cercare aiuto, Frank viene recuperato da Micro e portato in salvo per un soffio.

Nel frattempo Madani rimane sulle tracce del Punitore, cosa che non sfugge a Billy Russo dopo aver dato giusto un'occhiata al relativo file a seguito di una notte di passione trascorsa a casa dell'agente più disordinata dell'Homeland Security.
Deciso a ritrovare l'amico prima di chiunque altro, l'ex-soldato invia un messaggio radio talmente insistente da riuscire infine a stanare Frank per un incontro a tu per tu. Qui i due hanno un momento toccante di ricongiunzione tra fratelli d'armi, durante il quale Billy offre a Frank una via d'uscita sicura e una nuova vita all'estero per tornare a combattere fianco a fianco.
Allettato dalla proposta, alla fine Frank rinuncia e torna da Micro non prima però di aver fatto l'ennesima visitina alla famiglia Lieberman, con la quale sta intrecciando un rapporto sempre più confidenziale costantemente sorvegliato dal Grande Fratello.
Non sappiamo se la tensione tra Frank e la moglie di Micro sfocerà mai in qualcosa di davvero inappropriato, ciò che invece scopriamo è che Russo lavora direttamente per Orange fin dai tempi dell'Afghanistan.
What a twist!

Il settimo episodio è interamente dedicato alla mossa successiva di Frank, il quale durante il breve tempo trascorso assieme a Gunner è venuto a sapere che anche il colonnello Bennett faceva parte dell'operazione di contrabbando capeggiata da Orange. Sperando che il colonnello lo conduca al suo obiettivo finale, Frank si introduce nella base protraendo la breve visita appena il tempo necessario per clonare il telefono dell'ufficiale. Naturalmente Billy Russo è lì ad attenderlo con una squadra d'assalto, ma alla fine Frank riesce a fuggire senza uccidere nessun soldato innocente.
Il colonnello viene portato in una delle case sicure della CIA per un ultimo colloquio con Orange prima di venire anch'egli eliminato, e in questo modo alla fine dell'episodio Frank ha finalmente il suo bersaglio al centro del mirino di un bel fucile di precisione. Non rimane che premere il grilletto, un compito che il Punitore non ha nessun problema a portare a termine, ma il suo proiettile di calibro mega e velocità ultra viene fermato dal campione in carica dei vetri antisfondamento.
Ora l'intera zona è in allarme, e a Frank non rimane che mettersi ancora una volta in salvo ed escogitare un nuovo piano.
Bull's-eye!

In effetti non vi ho parlato di tutta la storia del reduce Lewis, ma poiché finora le sue vicende sono state completamente slegate dal resto dei filoni attenderò ulteriori sviluppi per poi parlarne nelle prossime recensioni.

Detto ciò, la serie a mio modesto parere sta proseguendo davvero bene, bilanciando sapientemente azione serrata ed evoluzione dei rapporti tra i vari personaggi, prima fra tutti la dolce coppietta formata dal burbero soldato sempre con qualche ferita da ricucire e l'amabile hacker sempre infilato in qualche vestaglia di seta. I loro dialoghi sono l'elemento più inaspettato per me finora, qualcosa che ha permesso ad altri aspetti del carattere di Frank di emergere senza però stravolgere la natura del personaggio, la cui tragicità è se mai ulteriormente accentuata dall'apparizione sporadica del suo lato più leggero.

Ovviamente qualche appuntino se si vuole si riesce sempre a fare, come il fatto che la natura di Billy Russo fosse palese fin dal primo fotogramma. A questo proposito una piccola parte di me aveva sperato in un reale colpo di scena nel quale avremmo scoperto che Billy era in realtà l'amico buono e Curtis il traditore, ma visto che ci siamo liberati di questa ambiguità già nel sesto episodio possiamo almeno tirare un sospiro di sollievo nel constatare che questo dettaglio non faceva parte di una mal costruita rivelazione finale.
Un altro aspetto del quale purtroppo non sono un fan è la caratterizzazione dell'agente Madani, che però ha ancora mezza stagione per evolversi e diventare protagonista assieme ai suoi comprimari un tantino meglio costruiti.
Per quelli di voi che seguono le mie recensioni, potete immaginare quanto mi sembri strano andare a cercare quello che è poco più di un pelo nell'uovo dopo aver passato otto episodi a cercare qualcosa di salvabile nella visione di Inhumans.

In conclusione questo The Punisher finora non solo non ha deluso, ma ha riservato anche qualche gradita sorpresa. Oltre a una regia pulita e un montaggio serrato che danno il loro meglio durante le scene in stile "Full Punisher", è l'interpretazione dei dialoghi a rendere il tutto scorrevole e interessante facendo di questa serie un prodotto accattivante e fruibile da tutti, dai fan sfegatati ai neofiti che l'hanno iniziata per semplice curiosità.

Ci sentiamo presto con la prossima recensione, nel frattempo potete ingannare l'attesa con le nostre recensioni di Marvel's Runaways o con quella di Agents of S.H.I.E.L.D. di prossima uscita. Se poi volete avere un serio metro di paragone per vedere come se la sono cavata altre produzioni Marvel di recente uscita, vi consiglio caldamente le nostre già citate ma sempre attuali recensioni di Inhumans



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Articolo di Alberto I

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