THE PUNISHER - Recensione Episodi 1x08, 1x09 e 1x10


Tra passioni infuocate e azioni esplosive.

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I tre episodi che andiamo ad affrontare rappresentano perfettamente il tono generale di The Punisher, un prodotto che sa prendersi sul serio restando incentrato sulla tragedia che è la vita di Frank senza però rinunciare a momenti leggeri quel che basta a strappare un sorriso, piccoli episodi di vita quotidiana che, seppur inseriti nel disegno generale, riescono a caratterizzare i personaggi molto più delle missioni o dei grandi discorsi, andando a focalizzarsi sulle piccole cose e permettendo sia a Frank che agli altri di mostrare sfaccettature meno evidenti.

A questo proposito spicca particolarmente l'ottavo episodio, nel quale Frank (come avevamo ipotizzato la volta scorsa) tra un mazzo di fiori e una parolina dolce finisce per imbattersi nelle labbra della moglie di Micro sotto lo sguardo inebetito di quest'ultimo.
Naturalmente Frank declina educatamente l'offerta, ma l'effetto che il piccolo incidente ha sul povero hacker rifugiato genera tutta una serie di scene che spaziano dal puro esibizionismo a fini intimidatori fino allo scambio delle rispettive tecniche di approccio, per poi sfociare inevitabilmente nella lite subito sedata dal pugno narcotizzante di Frank.
Con metodo e disciplina infine il Punitore ha imparato a dosare correttamente la forza necessaria

L'obiettivo del Dinamico Duo resta sempre quell'agente Orange del quale finalmente si è scoperta l'identità, e mentre la discussione verte sull'eventualità di affidarsi all'agente Madani nonostante il primo tentativo sia costato non poco a Micro, la suddetta agente è intenzionata a scoprire chi le abbia messo una cimice nell'ufficio riuscendo ad arrivare a Gunner prima di lei.
Insieme al collega con il volto di un orsacchiotto e il cuore di un ghepardo, Madani inscena una finta trappola per Frank così da attirare allo scoperto chi lo vuole morto assieme a tutti i potenziali testimoni del famoso video. L'agente Orange ci casca con tutte le scarpe e manda Russo e una squadra di mercenari a sistemare la questione, la quale si risolve in una sparatoria che miete vittime da ambo le parti e si conclude in un faccia a faccia tra Russo e Teddy Bear, il quale pur avendo l'altro sotto tiro finisce per essere ucciso prima dell'arrivo della collega.
È bene ricordare che in questo momento sia Frank che Madani sono ignari delle reali attività di Billy Russo, del quale veniamo a conoscere parte dell'oscuro passato fatto di abbandoni e successive vendette servite col contagocce.
Ma arrivati a questo punto è finalmente arrivato il momento di parlare di Lewis, personaggio la cui storia si dipana fin dal primo episodio ma che soltanto nel nono si collega a quella principale.
Era anche ora, accidenti

Lewis è uno dei membri più giovani del gruppo di sostegno gestito da Curtis, un reduce di guerra che fatica particolarmente a riabituarsi alla vita in patria.
Le sue frustrazioni trovano terreno fertile in un altro membro, il quale lo istiga a prendere in mano la situazione con discorsi diametralmente opposti a quelli di Curtis, ma quando Lewis scopre che il suo nuovo amico non è altro che un impostore che non ha mai messo piede al fronte perde completamente la bussola e lo uccide.
Ora il ragazzo è deciso a rettificare un sistema che non protegge quelli come lui e diventa un terrorista a tutti gli effetti con esplosivi e lettere di incitazione. In tutto questo rimane suo malgrado invischiata Karen, la quale viene contattata da Lewis per diffondere il suo verbo e finisce per attaccarlo pubblicamente sia sul suo stesso giornale che in radio, dove riceve in diretta una telefonata dal suo ex-ammiratore permettendo così a Frank di riconoscerlo.
Purtroppo Curtis ha la stessa intuizione e lo precede, finendo per essere brutalmente malmenato e legato a un ordigno esplosivo. Al suo arrivo Frank ha un altro dei numerosi dialoghi che rendono vivida questa serie e infine riesce a ottenere il colore giusto del filo da staccare, liberando Curtis appena in tempo prima che la polizia inizi a braccarlo. 

Mentre il mondo scopre una volta per tutte che il Punitore è ancora vivo e a piede libero, Micro organizza un incontro con Madani e le rivela la vera identità di Orange. Di materiale per inchiodare l'uomo pare ce ne sia a sufficienza, ma serve la testimonianza di un Frank ricercato come non mai.
Il tutto però deve essere nuovamente messo in pausa, perché il decimo episodio è uno di quelli in cui la stessa storia viene rivista più volte attraverso gli occhi dei diversi personaggi.
Non sono mai un fan sfegatato di questa tecnica, ma fortunatamente tale accorgimento si spalma abbastanza bene lungo quarantasette minuti nuovamente ricchi di interessanti dialoghi e azione serrata.

Potete fidarvi

Questa volta avviene più o meno tutto in un albergo, nel quale Karen si accinge a intervistare il senatore contrario alla diffusione della armi che assieme a lei rappresenta il target annunciato da Lewis durante la diretta alla radio.
Conscio del pericolo, il senatore ha assoldato Billy Russo e la sua squadra per proteggersi, ragione per cui l'ex-soldato viene intimato da Frank a lasciargli campo libero quando verrà per sistemare Lewis una volta per tutte.
Billy ha però anche un'altra questione da risolvere, infatti durante il breve incontro con Madani giù nella hall dell'albergo lei gli mostra i fascicoli dei mercenari uccisi durante l'operazione in cui ha perso la vita anche Teddy, evidenziando il fatto che tutti avevano a un certo punto lavorato per la sua società.
Russo è sulla difensiva quanto basta per scriversi un bel "colpevole" sulla fronte, ma viene salvato dalla campanella sotto forma di allarme innescato da Lewis, il quale riesce a penetrare la discutibile sicurezza imbastita per difendere il senatore e arriva fino al suo obiettivo pronto a fare fuoco.
Il proiettile viene però intercettato all'ultimo da Frank in versione guardia del corpo, cosa che dà il tempo al senatore di fuggire a gambe levate e a Lewis di prendere Karen in ostaggio e scendere nelle cucine con l'ascensore.
Frank si getta sulle scale all'inseguimento, ma viene raggiunto prima da Madani e successivamente da Russo, il quale ne approfitta per sparargli sul posto confermando i sospetti sempre più fondati da parte della donna. I due ormai ex-amanti finiscono per puntarsi la pistola a vicenda, ma la scena viene interrotta dall'arrivo degli agenti di polizia che prendono in custodia un ormai smascherato Russo e una sempre più allibita Madani.
Quanto a Frank, riesce a fuggire in pieno stile Jason Bourne e a raggiungere le cucine, dove tra un trucco e l'altro alla fine Lewis si ritrova nella cella frigorifera a farsi esplodere.
Karen tenta di convincere Frank a restare per incastrare i colpevoli che sta cercando con l'aiuto di Madani (con la quale ha avuto il tempo di scambiare quattro chiacchiere sulla questione), ma il Punitore rimane convinto della sua idea e fugge ancora una volta per dirigersi risoluto e sempre più motivato verso il finale di stagione.

Come vi dicevo all'inizio, questi tre episodi racchiudono quello che è stato il nostro viaggio finora, fatto di inseguimenti, colpi di scena e momenti di approfondimento che rendono questo The Punisher una vera sorpresa, specie dopo le recenti visioni di altri prodotti Marvel tutt'altro che all'altezza.
Ma se si può sempre usare la scusa del "se ne occupa un'altra sezione" per Marvel's Inhumans, il paragone con le serie sorelle Marvel/Netflix appare forse più corretto e mostra come questa saga iniziata con Daredevil abbia trovato in Frank nuova linfa vitale dopo i recenti scivoloni non certo al livello degli Inumani di cui sopra, ma comunque in grado di dare alla curva del grafico una bella discesa che sembrava sempre più difficile da arrestare.
Uuuiiiiiiiiiiiiiiiii

Appuntamento a presto con la recensione degli ultimi tre episodi, nel frattempo vi consiglio le nostre recensioni della nuovissima Marvel's Runaways e della quinta stagione di Agents of S.H.I.E.L.D. appena iniziata.



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Articolo di Alberto I

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