GOTHAM - "Poison Ivy domina a Gotham, ma Jerome è sempre Jerome" Doppia Recensione degli episodi 4x13 "A Beautiful Darkness" e 4x14 "Reunion"


“A Beautiful Darkness” e “Reunion” hanno di nuovo ribaltato la scacchiera di Gotham, ma stavolta sono i conflitti interiori dei personaggi a farla da padrone, alla costante ricerca delle loro identità nell’immagine riflessa di uno specchio rotto.
Questi due episodi di Gotham, mantengono un ritmo dinamico e coinvolgente, rivelandosi un preludio di quello che sarà il punto focale di questa seconda metà di stagione e che potrebbe scuotere la città dalle fondamenta.

Tutti stiamo aspettando il suo fugone da Arkham 
In questa stagione Gotham si è reinventata e hanno saputo dare nuova linfa a uno show che era alla frutta, nonostante a volte ci siano comunque degli scivoloni e del trash, ci hanno saputo proporre nuovi villain accattivanti come il Professor Pyg e Sofia Falcone e hanno indirizzato verso precise direzioni i personaggi che già conoscevamo.
Una stagione che anche se non viene ripagata con gli ascolti, dimostra di avere qualcosa da dire rispetto alle precedenti, mostrando anche scene un po’ più violente e più vicine all’universo fumettistico e cartoonesco al quale siamo abituati.
Questi due episodi ne sono un esempio, e danno il giusto spazio alla pazzia di Jerome Velaska e alla nuova super villain Poison Ivy e alle sue adorate piante.
Ed è proprio Ivy, l’espediente narrativo in cui convergono quasi tutti i personaggi, con l’esclusione di Oswald e Nygma.
Dopo la sua piena rinascita e disgustata dagli umani, è decisa a vendicarsi di tutti coloro che le hanno fatto del male e a salvare le piante. Per questo motivo si mette sulle tracce di un progetto segreto della Wayne Enterprise (che scopriremo essere un campione della fonte di lazzaro) per dare nuova linfa e forza a suoi adorati fiori.
Riusciamo così a vedere i suoi poteri totalmente in azione, dagli incubi che causa a Bruce, di cui parleremo più avanti, all’ipnosi sotto cui soggioga tutto il GCPD, con l’eccezione di Gordon.
Nonostante l’attrice non abbia particolari doti recitative, né sia granché somigliante alla Poison Ivy canonica, riesce a essere abbastanza credibile nel personaggio da farmela apprezzare, aiutata dal fatto che gli autori la stanno usando molto bene, e i suoi poteri sono mostrati con scene interessanti, come le piante che crescono e fuoriescono dalle persone squarciandogli il petto, in un richiamo alle scene culto di Alien.


Oltretutto, come dicevo, le azioni di Ivy mettono Jim Gordon sulle sue tracce, e coinvolgono Selina.


Ivy l’ ha ricontattata in nome della loro vecchia amicizia, ma la loro alleanza è durata poco. Selina si è subito resa conto che la piccola e ingenua Ivy è diventata un assassina spietata, e aiuta prima Gordon nelle sue indagini, per poi rendersi conto di volerla affrontare da sola.
Selina non è mai stata una che si preoccupa degli altri, ma è cresciuta, come ha dimostrato a Bruce, e non può e non vuole lasciare che Ivy uccida persone innocenti. Una crescita per il personaggio della proto-catwoman, che dimostra di essere conscia dei suoi limiti etici e morali e di non ignorare qualcosa di malvagio.


Selina, per altro, si scopre all’altezza di fronteggiare un villain “evoluto”, battendosi ad armi pari e giocando di furbizia, riuscendo così a a togliere a Ivy parte del suo potere distruggendo la provetta con la fonte di lazzaro.
Lo scontro Ivy vs Selina, mi è piaciuto, non è uno scontro tipico tra villain, non c’è una vera e propria lotta fisica, ma è più che altro una situazione di stallo che fa emergere le intenzioni di entrambe. Selina, vuole fermare gli omicidi di Ivy, ma non vuole essere costretta a ucciderla, e Ivy non vorrebbe farle del male perché la considera ancora sua amica.

Il loro scontro comunque è andato più o meno così
 In qualità di nuovo super villain, Ivy non poteva non attirare e attenzioni di Gordon e di tutto il GCPD. Jim fallisce nel cercare di recuperare il progetto M rubato alla Wayne Enterprise, e questo porta Ivy a aumentare il potere delle sue piante, per utilizzarlo in una crociata contro chi le ha fatto del male. Una delle vittime designate è proprio Harvey, colpevole di aver ucciso Mario Pepper, per proteggere Jim. Questo riporta lui e Jim a incrociare le proprie strade e tornare a lavorare insieme, più o meno.
Una trama che incarna perfettamente il titolo dell’episodio “Reunion” e che ci risulta a tratti divertente e un po’ nostalgica grazie alle battute di Harvey e ai dialoghi tra lui e Jim. I due si ritrovano a collaborare per cause di forza maggiore, e il caso di Ivy non è altro che un espediente perché siano costretti a confrontarsi e ricucire il loro rapporto.
Harvey, riesce ad ammettere i suoi errori come Capitano, e di essere sfuggito alle sue responsabilità addossando tutte le colpe a Jim; e Gordon, dal canto suo, riesce finalmente a confidarsi, e ad ammettere ad Harvey tutta la verità sul Professor Pyg e Sofia Falcone.

Harvey trasuda sempre epicità 
Ora che entrambi hanno ammesso i propri errori, forse Jim potrà di nuovo contare su Harvey. Gli servirà tutto l’aiuto possibile visto che il suo obiettivo è la morte di Sofia Falcone.
Sappiamo bene che chi occupa il trono di Gotham è destinato a cadere, e spero lo sappia anche la cara Sofia, che dopo aver dato il meglio (o il peggio) di sé nello scontro con Oswald, si ritrova a essere un personaggio di contorno ma non privo di bastardaggine. Il suo scopo è ottenere il totale controllo su Gordon e il GCPD, e per farlo ha deciso di usare Lee Thompkins.
Non ho ben capito dove voglia arrivare, perché nonostante Lee le proponga di darle in pasto Jim e la polizia, Sofia per tutta risposta si prende il controllo delle Narrows, rompendo con un martello la mano alla ex cognata e buttandola per strada.


Non so quindi se Lee le sia servita solo come provocazione per Jim, o se voglia usare le Narrows in qualche modo, sta di fatto che Sofia forse ha fatto una mossa di troppo.  
Jim Gordon, fino a questo momento, stava cercando di districarsi dalla sua morsa, ma senza agire contro di lei, ora invece la vuole distruggere. Il grilletto a Jim gli deve essere partito alla vista di Lee in ospedale, è abbastanza palese, e proprio per questo non so quanto sia stata una mossa intelligente quella di Sofia, ma contenta lei…

Come si vede Jim Gordon nelle prossime puntate

Mi chiedo però che cosa diventerà il personaggio di Lee e quale dimensione avrà. Non è più regina delle Narrows e decisamente non può nemmeno più metterci piede, quindi che direzione daranno al suo personaggio? Una relazione tra lei e Jim sembra impossibile, anche se sono ancora chiaramente legati l’uno all’altra, e non so davvero qualche altra linea narrativa potrebbero darle. È obiettivamente uno dei punti deboli della serie, per quanto mi riguarda la sua utilità è esaurita da molto tempo e non saprei nemmeno cosa augurarmi se non che esca di scena.



Una delle trame più interessanti di questi episodi, si svolge ad Arkham. Le interazioni tra il Pinguino e Jerome, non sono state quelle che mi aspettavo, non abbiamo avuto un alleanza, ma la loro contrapposizione risulta comunque ben riuscita e divertente da guardare, per non parlare del finale che culmina in uno scontro con delle gag, in un mix che ricorda la comicità dei Looney Tunes unita a una violenza più esplicita.


Jerome vorrebbe che Oswald abbracciasse la sua visione caotica e malata, che “fosse divertente”, così come tutti i suoi seguaci, anche a costo di farlo finire come un vegetale. Se inizialmente, vediamo Oswald venire torturato e subire queste attenzioni sgradite e violente, in un certo senso, sono proprio il pericolo e l’istinto di autoconservazione (oltre alla visita di Ed) a portare Oswald a reagire, senza però arrendersi a Jerome.
Il Pinguino riesce a farsi strada nella mente malata del Joker, battendolo e guadagnandosi così un po’ di tranquillità e il rispetto di quello che ormai è il capo di Arkham.
Sì, perché è chiaro sin dalle prime scene che Jerome ha preso il controllo del manicomio. Si prepara a scappare per riversare il suo caos nella città di Gotham, una svolta nella trama che forse sarà cruciale e non avverrà prima del finale.
A quel punto però, Oswald dovrà decidere sul serio se allearsi con Jerome, a meno che non sia già evaso grazie all’Enigmista.



Ora, io non sono una fan della doppia personalità di Ed perché la trovo fuori luogo associata al villain canonico, e sinceramente anche nella serie mi ha un po’ stufato, perciò sono molto contenta che Ed sia tornato a essere finalmente l’Enigmista . Il confronto tra Nyma e Oswald è anche commuovente, col Pinguino che finalmente pronuncia il reale nome del rivale per permettergli di prendere il controllo. L’enigmista è di nuovo a piede libero e collaborerà con Oswald per aiutarlo a evadere.

  
Gli autori la ship Ed/Oswald la toccano piano...
Mia personalissima opinione è che L’Enigmista voglia aiutarlo soltanto per poter continuare a  scontrarsi con lui, perché ha capito che senza la sua nemesi si rammollisce, un po’ come ne film Megamind, per intenderci.
Ad ogni modo questo ritorno come partners in crime mi piace parecchio e credo che ci possano dare un sacco di soddisfazioni.



Ho lasciato il personaggio di Bruce appositamente per ultimo perché finalmente il suo personaggio sembra arrivato alla svolta definitiva. In questi due episodi riesce alla buon ora a uscire dalla parentesi playboy e il personaggio torna ad avere anche un peso per la trama.
Incredibile che a tirarlo fuori dalla spirale autodistruttiva in cui era caduto sia involontariamente proprio Ivy. Il suo veleno a quanto pare, riesce a creare anche delle allucinazioni, facendo cadere Bruce in un trip inconscio, inizialmente un po’ assurdo, con Bullock che accarezza una gallina e Bruce che si ritrova senza faccia e privo di identità, sostituito da qualcuno identico a lui. Forse una metafora per indicare come Ra’s Al Ghul lo abbia portato a cambiare fino a diventare il playboy festaiolo degli ultimi mesi e a perdere sè stesso.
Gordon coi baffi
In questa allucinazione però, Bruce trova anche la sua oscurità, quella da cui è sempre scappato, e ciò che essa comporta, in una visione dove i suoi demoni assumono una forma molto simile al Batman che conosciamo, con tanto di caverna e pipistrelli. Una scena che mi ha ricordato i film di Nolan (Batman Begins) e lo stesso fumetto di Frank Miller. Una scena ben fatta e citazionistica che mi ha fatto provare anche un brividino davanti alla sagoma di Batman. L’unico neo è che per il momento Bruce non è legato ai pipistrelli, per cui non dovrebbero avere significato per lui, ma pazienza.


Alla fine di queste visioni oscure, Bruce capisce quanto fosse smarrito e solo, alla ricerca costante di un identità non come Bruce Wayne ma, senza saperlo, come Batman. Accetta che l’oscurità e i suoi demoni sono parte di lui, grazie anche al conforto di Jim Gordon, che gli fa capire come chiunque abbia un lato oscuro con cui deve fare i conti.
Così come lo ha consolato la notte della morte dei suoi genitori, Jim Gordon, anche se per brevi istanti, riesce a essere per Bruce una figura di riferimento, e mi piace molto il modo in cui riescano a capirsi e a darsi forza in un certo senso, senza bisogno di lunghi dialoghi o situazioni prolisse.


Il percorso di accettazione di Bruce non si è ancora concluso però, e ce lo ricorda Alfred in “Reunion”, quando respinge l’offerta di pace di Bruce, perché dice di non poterlo aiutare. Devo dire che all’inizio questa scena mi ha lasciato un po’ perplessa, perché non capivo dove volesse arrivare Alfred. Ovviamente in primo luogo rifiuta anche per orgoglio, ma mi ha stupito quella che poi si scopre essere la reale motivazione di Alfred, che nonostante tutto, non riesce a smettere di comportarsi come un padre per Bruce e di dargli consigli. La verità è che Alfred non vuole che Bruce accetti la sua parte oscura, o almeno non solo. Vuole che il suo ragazzo capisca che sotto quei demoni, ancora più in fondo, c’è un cuore, ed è per quello che ha iniziato a fare il vigilante.


La scena del galà alla Wayne Foundation mi è piaciuta molto proprio per questo. Bruce scopre che Ivy sta attaccando la sala, e non esista a entrare coperto da un passamontagna e il giubbotto antiproiettile, nonostante la polizia abbia già fatto irruzione. Ed è lì, mentre lo soccorre, che Alfred gli fa capire quello che Bruce non era stato ancora pronto ad accettare fino a quel momento. Parecchio figa, anche la scena in cui Gordon gli spara, pensando sia uno degli ipnotizzati di Ivy e Bruce si ritrova a scappare dal tetto, scomparendo all’improvviso. Spesso e volentieri Batman viene braccato o attaccato dalla polizia nei fumetti e nei film, specialmente in quelli di Nolan, e non mi dispiacerebbe una simile situazione anche per il Bruce di Gotham.


Due episodi che mi sono piaciuto molto e riescono a intrattenere e a incuriosire, cosa non da poco visto i precedenti della serie.




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Articolo di Cristina F.

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