THE HANDMAID'S TALE - Recensione 2x01 "June" e 2x02 "Unwomen"


La seconda stagione di The Handmaid's Tale si mostra dopo mesi di attesa con i primi due episodi, che mantengono alto il tasso di tensione presentato nella prima stagione. Riprendendo dagli ultimi istanti di "Night", queste due puntate ci mostrano la maggior parte dei personaggi, con una particolare rilevanza su due di essi, come andremo a scoprire in questa recensione, portando avanti i medesimi ingredienti che hanno caratterizzato finora questa serie.


Il primo episodio, intitolato opportunamente "June", con direzione di Mike Barter (Broadchurch, Outlander) e sceneggiatura di Bruce Miller (showrunner della serie), rivede la sfortunata protagonista della vicenda esattamente dove l'avevamo lasciata nella scorsa stagione, ovvero arrestata per essersi astenuta dal lapidare Janine, come tutte le altre ancelle. Gli Occhi conducono tutte le ancelle in un vecchio stadio di baseball, per quella che sembrava un'impiccagione di massa, momento davvero angosciante accompagnato dalle note di This Woman's Work di Kate Bush. In realtà non era altro che una dimostrazione voluta dalla malvagia Zia Lydia per ricordare loro il dovere che hanno verso la società e della lezione che hanno appreso da quel momento, cosa che June dentro di se' ritiene assurda.


In un flashback, rivediamo June con suo marito Luke e sua figlia Hannah, in una giornata normale, dove lei si accinge a uscire per comprare una medicina per la bambina. Nel presente tutte le ancelle sono fuori, sotto la pioggia, con la pietra in mano e immobili, come prima di una lapidazione, con i martellanti discorsi di Lydia come sottofondo. A un tratto una zia le bisbiglia qualcosa all'orecchio e lei punta June, dicendo che stava nascondendo un segreto, la sua gravidanza. Così la porta dentro una palestra e le da' abiti asciutti, mentre lei, nel suo psicotico pentimento, fa' suonare una campana. Poi le fa' preparare da mangiare e le garantisce che avrà tutto quello che le occorre, dicendole che Janine ora si trova nelle Colonie, e June inizialmente si rifiuta di mangiare, per poi assecondare la richiesta dopo aver visto le conseguenze del suo ribellarsi. In seguito le altre ancelle rientrano nella palestra e Lydia prende Alma come prima da punire (come se non avesse già sofferto), bruciandole la mano su un fornello.


Tornando al passato, June è al lavoro e parla con suo collega quando riceve una telefonata dalla scuola di sua figlia, che le comunica che Hannah è in ospedale. Lei si precipita sul posto e vede la bambina con un'infermiera, la quale la tempesta di domande sulla medicina che le ha dato e la ammonisce sul fatto che i bambini vanno preservati, possibile indizio sul suo futuro come ancella.


Nel presente, June viene condotta in un ospedale per un controllo e viene raggiunta da Serena Joy, la quale la avverte sulle conseguenze delle sue azioni, con June che la canzona in modo davvero fine. In seguito anche Fred arriva sul posto e insieme a sua moglie guarda l'immagine dell'ecografia. Mentre June si riveste, uno degli infermieri la chiama per nome, facendo capire che è dalla sua parte, e dentro uno stivale trova una strana chiave con un segno rosso. E così, seguendo la strada segnata da segni rossi identici, entra in una galleria, che la porta su un camion messosi in moto poco dopo il suo arrivo. Intanto Fred e Serena Joy vengono sapere della sua fuga e il Comandante chiede che venga fatto tutto il possibile per ritrovarla.


Nel passato, June e Hannah tornano a casa e trovano Luke che guarda sconvolto i notiziari; un gruppo di persone ha sparato ai civili presenti al Campidoglio, portando il Pentagono a proclamare la legge marziale e a chiamare la Guardia Nazionale nelle principali città americane; poco dopo viene riferito di un'esplosione alla Casa Bianca e June, sconvolta più che mai, va da sua figlia per consolarla.


Nel presente, June arriva in un edificio abbandonato, dove viene raggiunta da Nick, che le da' vestiti nuovi e delle forbici per tagliarsi i capelli. Lei si toglie gli abiti di ancella e li brucia dentro un forno, poi si taglia i capelli, così come l'etichetta rossa sull'orecchio sinistro (scena da film horror), concludendo l'episodio con le sue prime parole da donna libera, succeduta dalle note di Going Back Where I Belong di SugarPie DeSanto:

"My name is June Osborne. I'm from Brooklyn, Massachusetts. I am 34 years old. I stand 5'3" in bare feet. I weigh 120 pounds. I have viable ovaries. I'm five weeks pregnant. I am free."



Il secondo episodio, dal titolo "Unwomen", sempre curato dal duo Barker-Miller, vede June a bordo di una vettura, mentre riflette sul senso della libertà:

"Is this what freedom looks like? Even this much is dizzying. Like an elevator with open sides. In the upper reaches of the atmosphere, you'd come apart. You'd vaporize. There'd be no pressure to hold you together. We get so comfortable with walls. It doesn't even take that long. Wear the red dress, wear the wings, shut your mouth, be a good girl. Roll over and spread your legs. Yes, ma'am. May the Lord open. What will happen when I get out? I probably don't have to worry about it, because there probably is no out. <<Gilead knows no bounds>> Aunt Lydia said. <<Gilead is within you. Like the spirit of the Lord.>> Or the Commander's cock. Or cancer." 

Alla fine arriva in un edificio e l'uomo che l'ha accompagnata le promette che sarà al sicuro nel luogo dove si trova, che scopriamo essere la vecchia sede del Boston Globe. Nonostante ciò, June si prepara a difendersi con un martello, dopo aver sentito dei strani rumori.


L'attenzione si sposta nelle Colonie, un ambiente tutt'altro che piacevole; le nondonne sono condannate ai lavori forzati e a respirare aria contaminata, mentre le Zie sono ben riparate e danno ordini a spron battuto. Fra le detenute, vediamo la povera Emily, che non appariva dal quinto episodio della scorsa stagione. Poi scopriamo che in passato Emily era una donna felicemente sposata, con un figlio, e docente universitario della facoltà di biologia, la quale stava avendo problemi nel mantenere il suo impiego a causa del suo orientamento sessuale. Nel presente Emily si occupa di assistere le altre nondonne, a cui si unisce una moglie, di nome O'Conner (interpretata da Marisa Tomei).


June si fa' un giro all'interno dell'edificio e nota che è tutto rimasto in disordine sin da quando è arrivato il nuovo regime e cosa più sconcertante, vede dei cappi da impiccagione appesi, alla fine non utilizzati, perchè tutti gli impiegati del Globe sono stati fucilati, come provato dagli innumerevoli fori di proiettile e le chiazze di sangue sulla parete. Improvvisamente Nick arriva da lei e June gli chiede di portarla via, ma lui la avverte del rischio che correrà, visto che è un ancella incinta. Lei insiste, intenzionata a raggiungere Hannah e gli chiede le chiavi dell'edificio; lui titubante, gliele da' assieme a una pistola e lei apre la saracinesca. A un tratto June cambia idea e decide di restare, dandosi al sesso sfrenato con Nick.


Nelle Colonie si continua a lavorare e si nota che Emily è estremamente interessata a O'Conner. Durante la pausa serale, O'Conner le svela che è stata arrestata perchè ha avuto rapporti con un altro uomo all'infuori dal matrimonio e Emily le da' una fiala per farla stare meglio.


Nel passato, Emily trova il suo collega Dan impiccato all'esterno dell'università, con la scritta "faggot" ai suoi piedi. Sconvolta decide di lasciare il paese assieme a sua moglie Syl e suo figlio Oliver, per andare in Canada. Tutto sembra filare liscio finchè un agente del confine le chiede il certificato di matrimonio, purtroppo reso invalido dalla legge di Gilead. Perciò Emily è costretta a lasciare Syl e Oliver, in una sequenza dal forte tasso drammatico. Tornando al presente, O'Conner peggiora sempre di più e Emily si appresta a soccorrerla, per poi svelarle che l'ha avvelenata, per farle pagare il dolore che sta vivendo. La mattina dopo le altre nondonne trovanno O'Conner crocifissa fuori il capanno e Emily dentro di se' si sente sollevata, anche se non abbastanza, notando fra i nuovi arrivi Janine.


June sta guardando un episodio di Friends e improvvisamente decide di raccogliere gli effetti personali dei giornalisti deceduti, al fine di costruire un memoriale per loro davanti al muro coi fori di proiettile e le chiazze di sangue. Alla fine June prega perchè abbiano pace, sottolineando che la religione può essere di conforto, oltre che una scusa per mascherare atrocità indicibili, concludendo l'episodio con la trasmissione radiofonica che annunciava la vittoria dei Boston Red Sox alle World Series nel 2004:

"God, by whose mercy the faithful departed have found rest, please send Your Holy Angel to watch over this place. Through Christ our Lord. Amen."


VERDETTO

Insomma questi primi due episodi non hanno scemato nè elevato lo stile presentatoci nella serie sin dai suoi esordi. La vicenda di June resta una parte centrale nello svolgimento della trama, anche se la forza di questa serie risiede anche nei suoi personaggi secondari, di cui abbiamo avuto un gradito assaggio nel secondo capitolo. Emily, magistralmente interpretata da Alexis Bledel, incarna lo spirito di una donna che ha perso ogni cosa e che ora conosce solamente l'agonia delle Colonie e la fredda e amara vendetta, già somministrata alla neo-arrivata O'Conner, per il suo essere moglie, condizione che ha portato alla formazione del regime di terrore di Gilead, come abbiamo già appreso nella scorsa stagione. Tornando all'intreccio centrale, finalmente June Osborne è libera di essere una donna ed è disposta a tutto pur di riabbracciare sua figlia e suo marito (unica cosa di cui non mi capacito completamente è il fatto che continui a farsela con Nick, nonostante sappia che il povero Luke è ancora là fuori), di cui non abbiamo visto nulla, almeno nel tempo presente, come anche di Moira e probabilmente i prossimi episodi ci faranno capire di più in merito. Qualitativamente questi episodi mantengono lo stile angosciante tipico della serie, con inquadrature cinematografiche mozzafiato, recitazione di alto livello e colonna sonora che sottolinea i momenti chiave e si identifica con i temi e gli stati d'animo che la serie esprime, in una doppia premiere che getta solide basi per una seconda stagione entusiasmante, che noi saremo qui a raccontarvi.


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Articolo di Ada Bowman

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