La seconda stagione di The Handmaid's Tale riprende con un episodio estremamente concentrato sulla sventurata protagonista, la quale è in bilico fra l'essere se stessa e l'accettare di vivere come un ancella. Non a caso, l'episodio si intitola "Other Women", implicando un cambiamento rispetto a una condizione precedente come andremo a vedere. Alla regia rimane Kari Skogland, come nell'episodio precedente, mentre alla sceneggiatura abbiamo Yahlin Chang (Supergirl), il cui risultato è un capitolo tanto sconvolgente quanto amaro, in tema con la serie in questione.
-Di nuovo all'inferno: Riprendendo dall'epilogo dell'episodio precedente, June viene ricondotta al Centro Rosso e legata a un letto, una situazione che la fa sentire come un maiale che viene condotto al macello:
"I heard a story on NPR once about pig balls. For pigs who were being fattened in pens. The pigs rolled the balls around with their snouts. And the pig marketers said it improved their muscle tone. The pigs were curious. They liked having something to think about. Caged rats will give themselves electric shocks for something to do. There are 71 flowers on the comforter. Seventy-one. I wish I had a pig ball."
La sua riflessione viene interrotta dall'arrivo di Zia Lydia, la quale, con fare inquietante, pone un abito da ancella davanti a June. Poi si complimenta con lei per aver mangiato, cosa che in realtà non ha fatto, chiamandola Offred. June la sfida, ricordandole il suo vero nome e lei le svela che i Waterford sono disposti a riaverla, a patto che sia Offred e non June, nell'interesse del bambino, e deve dimostrare di esserne degna.-Aggressione: June accetta con riluttanza di tornare nella casa dei Waterford. Al suo arrivo, Fred la accoglie bene, dicendosi sollevato per la sicurezza del bambino e che non era stato facile rintracciare chi l'avesse rapita, mentre lo sguardo di Serena è tutt'altro che positivo. Dopo i convenevoli, June torna nelle sue vecchie stanze, riflettendo sulla storia inerente alla sua assenza, ma viene sorpresa da Serena, che le mette le mani al collo, dicendole che è stata in ansia per 92 giorni. Alla fine June le ricorda la situazione fra di loro:
"Remember. As long as my baby is safe so is yours."
-Presenza costante: June si fa' il bagno, supervisionata dall'inquietante Lydia, che le dice di lavarsi a fondo. Poi si riveste e nota che il ventre si è ingrossato, rendendo evidente che June è stata via per tre mesi. Il giorno dopo Lydia la sveglia e la fa' preparare e nel frattempo Rita la raggiunge, restituendole le lettere che lei le aveva affidato, facendo capire che le cose sono cambiate. Poi scende in cucina e nota che Nick è sano e salvo, mentre le marte stanno preparando il soggiorno per una celebrazione.
-Infierire: Alcune mogli vanno a trovare Serena per celebrare l'arrivo del bambino, portandole dei doni, mentre June viene messa in bella mostra per loro. Così per scuotere un po' le cose e provocare Serena, svela che l'altra notte il bambino ha scalciato per la prima volta, cosa apprezzata dalle altre mogli, ma non da Serena.
-Pressioni: Intanto i comandanti si divertono con il tiro al piattello e fra loro spicca Cushing, il nuovo incaricato per il Canada, il quale ha il compito di sanzionare il paese (possibile annessione in atto?). Lui chiede a Fred se le cose a casa vanno meglio e lui si dice soddisfatto che tutto vada bene, o meglio che sia tornato ad esserlo e qui notiamo che Fred subisce delle pressioni dai suoi colleghi.
-Risentimento: Serena fuma una sigaretta nel cortile, sotto pressione per la presenza di June, e viene raggiunta da Lydia, la quale le dice che nella sua esperienza come zia, la parte peggiore è quella precedente alla nascita, affermando che la sua reazione per June è assolutamente naturale. Serena ritiene che lei renda tutto più difficile e Lydia sostiene che June è forte, indicando che anche il bambino sarà forte e pertanto qualunque cosa accadrà sarà solo per il suo bene.
-Conseguenze: June è seduta sulle scale e vede Alma, a cui chiede informazioni su Mayday. Lei spiega che loro hanno smesso di aiutare le ancelle e che non parlano da molto. Poi le racconta che a Ofglen hanno tagliato la lingua a causa della vicenda di Janine e le assicura che non è stata colpa sua, almeno in parte, lasciando June perplessa. Poi le ancelle vengono chiamate assieme alle mogli, mentre June e Serena vengono poste al centro e le loro mani vengono legate da dei fili colorati di verde e rosso, in una cerimonia che dovrebbe sancire il legame fra ancella e moglie.
-L'altra donna: In un flashback June incontra Annie, la prima moglie di Luke, che le chiede di smettere di frequentarlo, convinta che debbano avere la possibilità di sistemare le cose e che lui non la ama davvero. June le dice che deve andare e Annie la insulta, dicendole che sta distruggendo la sua vita. Poi torna a casa e vede Luke che parla al telefono con Annie, infuriato per quello che ha fatto a June. Lui si scusa con June e le spiega che Annie sta ostacolando la loro vita e che lui la ama più di quanto non amasse la sua ex-moglie, chiedendole di dimenticarla per sempre, perchè presto si sposeranno.
-Limite: La festa per il nascituro si è conclusa e Serena è intenta a guardare i doni ricevuti dalle altre mogli. June interviene puntualmente e racconta che dopo la festa per Hannah, hanno dato via parte dei doni. Serena si infuria e va da Fred per chiedere di allontanare June dalla loro casa. Lui le dice di calmarsi e lei gli propone di rimandarla al Centro Rosso giusto per dare alla luce il bambino. Alla fine Fred le dice di non preoccuparsi e che non è giusto che perdano la nascita del bambino, dato che hanno già perso tanto.
-Colpa: Lydia porta June a fare una passeggiata, spiegandole che la situazione non è affatto facile per Serena, quanto non lo è per lei, che le sta dando una grande opportunità. Si fermano davanti a un uomo impiccato, che June scopre essere Omar, l'autista che l'aveva nascosta; a causa del suo reato, lui è stato condannato, Heather è destinata a diventare un ancella e Adam è stato affidato a dei nuovi genitori. June è distrutta per tutto questo e Lydia la opprime psicologicamente, dicendo che è stato il suo egoismo a portare Omar alla morte, l'egoismo di June, mentre Offred ha imparato una lezione, cioè di non portare le colpe passate su di se', invitandola a richiedere il perdono dai Waterford.
-Perdono silente: June chiede ai Waterford di essere nuovamente accolta nella loro casa e che pur non essendo degna, è grata per quanto hanno fatto per lei, chiedendole di darle un'occasione per essere buona. Lydia dice che è certa che la loro casa verrà benedetta, lasciando la stanza, seguita poi da una indispettita Serena e un impassibile Fred.
-Folle depressione: June dorme nella sua stanza e viene raggiunta da Serena, la quale si mette di soppiatto dietro di lei, toccandole il ventre. Parlando al suo bambino, lei gli garantisce che tutto andrà per il meglio e che gli vuole bene. Sconvolta per quanto sta subendo, June si alza, dopo che Serena se ne è andata, e si mette nel ripostiglio dove vi era la scritta in latino dell'ancella precedente, ora cancellata. Alla fine June si lascia andare e ripete più volte:
"My fault."
-Rassegnarsi: In un flashback, June rivive un momento lieto assieme a Luke e alla neonata Hannah, ponendolo come paragone alla sua attuale situazione:
"I have done something wrong. Something so huge I can't even see it, something that's drowning me. I am inadequate and stupid, without worth. I might as well be dead. Please, God, let Hannah forget me. Let me forget me."
Così si alza e si prepara per una passeggiata da ancella, mentre Nick la chiama. Lei non gli risponde e procede normalmente verso il cancello, ripetendo che è stato dato loro bel tempo, una tipica frase da ancella, chiudendo l'episodio con le note di Hate dei Cat Power .VERDETTO
Ancora una volta The Handmaid's Tale si dimostra essere una serie che mette alla prova lo spettatore, ponendo continuamente dilemmi morali e situazioni complesse ben arricchite da una cupa e straniante colonna sonora e inquadrature potenti e dirette. In questo quarto episodio ci soffermiamo su June, sul suo ritorno in una Gilead apparentemente diversa, più tetra e difficile di quanto non lo fosse già all'inizio. Lei vive un conflitto costante fra chi era e chi dovrebbe essere, fra June e Offred, fra la donna e l'ancella, che raggiunge il suo apice proprio nel suo ritorno in casa Waterford. L'opprimente terrorismo psicologico di zia Lydia, la smaniante depressione di Serena Joy, che June puntualmente riesce sempre a colpire, alimentano ulteriormente questa battaglia, portandola ad accettare una crudele verità, se possiamo definirla tale: la sua fuga per tre mesi non avrebbe giovato a nessuno. Non avrebbe giovato al povero Omar e alla sua famiglia, non avrebbe giovato a Ofglen, che ha perduto la lingua, non avrebbe giovato a Serena, che ha perso tre mesi della "sua" gravidanza. Insomma in uno stato di prigionia ci si aspetta di cercare la libertà ovunque possibile, ma in una situazione così buia e complicata, si arriva ad accettare la propria condizione di recluso, pur di andare avanti e sperare nel meglio. Ed è questa la transizione menzionata nell'introduzione a questa recensione: un passaggio dal combattere attivamente per la propria libertà all'accettare l'oppressione pur di sopravvivere, anche se questo per June risulta essere estremamente difficile, visto che cerca di ripetere a se stessa che è solo colpa sua se si ritrova in questa situazione, di farsene una vera e propria ragione. La storia, pur rimanendo nel suo alto tasso qualitativo e recitativo, sembra subire un'involuzione, almeno nel percorso di June, ma siamo sicuri che sia proprio così? Non ci resta che guardare i prossimi episodi per scoprirlo.Continuate a seguirci per le ultime news su The Handmaid's Tale!
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