STAR TREK: PICARD - Recensione 1x01 "Remembrance"



"Don't let them promote you. Don't let them transfer you, don't let them do anything that takes you off the bridge of that ship, because while you're there, you can make a difference."

(James T. Kirk a Jean-Luc Picard, Star Trek: Generations)
Dopo 18 anni, Patrick Stewart torna nell'universo di Star Trek nel ruolo di Jean-Luc Picard, e il prologo di questa nuova avventura non ha affatto ingannato le aspettative, presentando un prodotto più profondo e congeniato di quanto si possa immaginare. "Remembrance", un titolo che richiama al passato del nostro protagonista, ci mostra con toni articolati e non affrettati la vicenda centrale di questa prima stagione, in un mondo molto diverso e più incerto di quanto si possa ricordare in questo universo. Diretto da Hanelle M. Culpepper (regista di due episodi di Star Trek: Discovery) e scritto dal ricco team composto da Akiva Goldsman, James Duff, Kirsten Beyer, Alex Kurtzman e Jenny Lumet (tutti scrittori che hanno in qualche modo lavorato nel mondo di Star Trek), il prologo vede Jean-Luc Picard, ormai lontano dal suo incarico nella Flotta Stellare, iniziare una nuova missione che lo coinvolge molto da vicino.


-Incubi dal passato: Il primo episodio si apre nello spazio, sulle note di "Blue Skies" di Irving Berlin (brano già apparso nel film Star Trek: Nemesis), mentre da una nebulosa appare l'Enterprise-D. La scena si sposta all'interno dell'astronave, nel bar di prora, dove Picard e Data stanno giocando una partita a poker. Picard fa' notare al suo collega androide che quando bluffa usa un espressione neutrale e Data risponde che dovrà usare un altro metodo con lui. Picard offre a Data del te' ma lui gli risponde che non lo vuole, notando che il suo capitano lo osserva e domandandogli perchè stia agendo così, e Picard risponde in maniera triste e nostalgica:

"I don't want the game to end."

I due continuano la partita e a un tratto Picard nota che l'Enterprise è in orbita su Marte, una cosa che lui ritiene sbagliata. A un tratto il pianeta viene attaccato da un gruppo di sintetici (lo stesso attacco è stato visto nello Short Trek "Children of Mars") e Picard si agita, svegliandosi nel suo letto, rincuorato dal suo cane, Numero Uno.


-Istinto represso: A Greater Boston, la giovane Dahj festeggia col suo fidanzato, uno Xaheano, la sua ammissione all'istituto Daystrom, nel reparto Intelligenza Artificiale e Coscienza Quantica. Purtroppo la festa viene interrotta da un gruppo di uomini misteriosi che uccidono il Xaheano e prendono in ostaggio la ragazza, mettendole un sacco in testa, dato che stando a loro, lei non è si è ancora "attivata" e che pertanto non risulta essere una minaccia. Ma a un tratto Dahj scatta e attacca i suoi rapitori come una combattente esperta, uccidendoli tutti. Dopo essersi tolta il sacco, Dahj assiste atterrita alla scena e mentre abbraccia il suo fidanzato, ormai morto, nella sua mente appare il volto di Jean-Luc Picard.


-La storia non dimentica: Picard conduce una vita tranquilla nella tenuta di famiglia, lo Chateau Picard, assieme al suo cane Numero Uno e alla coppia di Romulani, Zhaban e Laris, che lo aiutano nel gestire il vigneto. Durante la colazione Picard parla a Zhaban e Laris di come i suoi sogni siano belli e che al risveglio prova una forte malinconia, mentre si prepara per un intervista col servizio giornalistico federale. Prima di andare nel soggiorno per accogliere i cronisti, Laris gli chiede se abbia dimenticato chi sia e che cosa abbia fatto, affermando che nè lei nè Zhaban lo hanno fatto e alla fine il secondo invita Picard ad essere il capitano che tutti ricordano. L'intervista si apre con una presentazione degli elogi e dei conseguimenti ottenuti da Picard, per poi passare a una domanda concernente la tragedia che ha devastato Romulus, in particolare sul suo ruolo in quel periodo e Picard esprime il suo punto di vista, che si trasforma in una vera presa di coscienza di quanto avvenne:

"P: There are no words to describe the calamitous scale of that change. Which is one of the reasons... 

 

R: You can't tell us how you felt, but your initial actions were to call for a massive relocation of Romulans? 

 

P: Well, the Romulans asked for our help, and I believed we had a profound obligation to give it. Many felt there were better uses for our resources than aiding the Federation's oldest enemy. 

 

R: Well, fortunately, the Federation chose to support the rescue effort. 

 

P: Yes. Initially. I have been known to be persuasive. But the Federation understood there were millions of lives at stake. 

 

R: Romulan lives. 

 

P: No. Lives. 

 

R: You left the Enterprise to command the rescue armada. 10,000 warp-capable ferries. A mission to relocate 900 million Romulan citizens to worlds outside the blast of the supernova. A logistical feat more ambitious than the pyramids. 

 

P: The pyramids were a symbol of colossal vanity. If you want to look for a historical analogy: Dunkirk. 

 

R: Dunkirk. 

 

P: Yes. And then the unimaginable happened.

 

R: Can you tell us about that? Admiral? 

 

P: I thought we were here to talk about the supernova. 

 

R: A group of rogue synthetics dropped the planetary defense shields and hacked Mars's own defense net. [...] Wiping out the rescue armada and completely destroying the Utopia Planitia Shipyard. The explosions ignited the flammable vapors in the stratosphere. Mars remains on fire to this day. 92,143 lives were lost, which led to a ban on synthetics.

 

P: We still don't know why the synthetics went rogue and did what they did that day, but I believe the subsequent decision to ban synthetic life-forms was a mistake. 

 

R: Lieutenant Commander Data, operations officer on the Enterprise, was synthetic. Did you ever lose faith in him? 

 

P: Never. 

 

R: What was it that you lost faith in, Admiral? You've never spoken about your departure from Starfleet. Didn't you, in fact, resign your commission in protest? Tell us, Admiral. Why did you really quit Starfleet? 

 

P: Because it was no longer Starfleet. 

 

R: I'm sorry? 

 

P: Because it was no longer Starfleet! We withdrew. The galaxy was mourning, burying its dead, and Starfleet had slunk from its duties. The decision to call off the rescue and to abandon those people we had sworn to save was not just dishonorable. It was downright criminal! And I was not prepared to stand by and be a spectator. And you, my dear, you have no idea what Dunkirk is, right? You're a stranger to history. You're a stranger to war. You just wave your hand and it all goes away. Well, it's not so easy for those who died. And it was not so easy for those who were left behind. We're done here."


-Estranei: Dahj vede l'intervista a Picard in uno schermo per strada mentre sta scappando e riconosce in lui l'uomo che ha visto nella sua mente. Intanto Picard è nel porticato con Numero Uno, bevendo vino e citando Shakespeare in merito all'importanza dell'onestà. A un tratto Numero Uno abbaia e Dahj arriva, avvicinandosi a Picard, il quale le chiede perchè sia venuta. Lei gli racconta dell'attacco al suo appartamento e del fatto che sapeva come sconfiggere i suoi assalitori, paragonandolo a un fulmine che colpisce il terreno. Picard cerca di confortarla e Dahj gli confessa perchè sia giunta proprio nella sua dimora:

"In my mind, I kept seeing you. I kept seeing your face. [...] I came because the same lightning that got me out of there alive led me here. [...] Because everything inside of me says that I'm safe with you." 

Picard la accoglie in casa e Zhaban e Laris si occupano di curare le sue ferite. Dopo essere rimasti soli, Picard chiede a Dahj dell'insolita collana che porta al collo e lei racconta che gliela regalata suo padre, per poi rivolgere a Picard una domanda che lo riguarda da vicino:


"D: Have you ever?


P: Ever what?


D: Been a stranger to yourself?


P: Many, many times. [...] May I ask your name? 

 

D: Dahj. 

 

P: Dahj. I'm Jean-Luc. 

 

D: I know. And not because of the interview or because you're the great man. I know you. 

 

P: Well, I've spoken, lectured.

 

D: No, it's... it's older. Deeper. Much, much deeper. 

 

P: You may be right. Do you know how? 

 

D: No. Do you think I'm crazy? 

 

P: No. 

 

D: Do you believe me? 

 

P: I believe that you believe that you're supposed to be here. And if you were dangerous, then Number One would let me know." 

Alla fine Picard chiede a Laris di accompagnare Dahj nella sua stanza per la notte, mentre lui resta solo ad osservare la collana di Dahj.



-Figlia: In un altro sogno Picard si sveglia e, alzandosi dal letto, nota che Data sta dipingendo nel suo giardino. Vestito della vecchia uniforme da capitano dell'Enterprise, lo raggiunge e quando Data nota la sua presenza gli chiede di aiutarlo a finire il quadro. Picard dice di non sapere come, ma Data sostiene che non è vero e gli porge il pennello, mentre Picard osserva il dipinto, raffigurante una ragazza incappucciata, il cui volto non è noto. Picard si sveglia dal sogno e scopre che Dahj se ne è andata nel cuore della notte, mentre nota nel suo studio un quadro simile a quello visto nel sogno, dove però la ragazza è di spalle. Spinto da un senso di consapevolezza, si reca all'archivio centrale della Flotta Stellare a San Francisco, dove, con l'aiuto dell'ologramma Index, riesce ad accedere ad una stanza dei suoi effetti personali, tutti oggetti visti nel suo periodo sull'Enterprise (lo striscione del giorno del capitano, un modellino della Stargazer, nave su cui ha prestato servizio come pilota, una bath'leth e diversi riconoscimenti di carriera). Picard sembra interessato a un particolare oggetto, trattasi di un quadro regalatogli da Data nel 2369, assieme a quello appeso nel suo studio; l'opera in questione ritrae una ragazza, il cui viso è identico a quello di Dahj e stando all'archivio, l'opera si intitola "Figlia", facendo presagire un collegamento importante fra la ragazza e Data.


-Una persona speciale: A Parigi Dahj continua la sua fuga e si sofferma per contattare sua madre, a cui racconta quanto le è successo. La madre cerca di confortarla e le dice di tornare da Picard, ma Dahj resta sorpresa, visto che non le ha mai parlato di Picard. Lei la invita a tornare da lui, al fine di restare al sicuro e così Dahj, con un incredibile velocità di calcolo, riesce a scoprire che Picard si trova a San Francisco. I due si incontrano in una piazza vicino agli archivi e Picard si sente sollevato nel vederla. Dahj è spaventata, convincendosi di soffrire di schizofrenia, ma Picard le dice che invece lei è una persona molto speciale e importante per lui:

"P: In fact, you might be very special. I had a dear friend. Commander Data. He was an android. 

 

D: Like the ones who attacked Mars? 

 

P: No, no. Not at all. The word << android >> conjures up all kinds of things for people. Forget them. Commander Data was a highly decorated Starfleet officer. And he sacrificed his life for me. On our last mission together. It was over two decades ago now. But he was also an artist. A painter. 

 

D; Why are you telling me this? 

 

P: Because, Dahj, he painted you. Exactly as you are here and now. But he painted it 30 years ago. 

 

D: That's impossible. 

 

P: He named the painting "Daughter". 

 

D: Okay, look, your friend painted someone, but... 

 

P: You said it was like lightning seeking the ground, in your apartment. You knew what to do, even though you'd never done it before. [...] And you knew they were coming after you. And the hearing. And you tracked me. How did you track me? [...] Tracking me requires a security clearance, which you don't have. I think the attack on you might have acted as some kind of wake-up call. Like a positronic alarm bell. 

 

D: No. No, I was born in Seattle. My dad was a xenobotanist. And our house was full of orchids. He spliced two genuses and he named the offspring after me. Orchidaceae Dahj oncidium. Yellow and pink. 

 

P: That's a beautiful memory. And it's yours. No one can touch it or take it away. But you must look inside, deeply and honestly. Have you ever considered the possibility that... 

 

D: I'm a soulless murder machine? 

 

P: That you are something lovingly and deliberately created. Like Dahj oncidium. 

 

D: You're telling me that I'm not real. 

 

P: No, I'm not. If you are who I think you are you are dear to me in ways that you can't understand. I will never leave you." 

Picard le suggerisce di andare insieme all'istituto Daystrom per vedere se è collegata a Data e lei gli svela di essere stata appena ammessa come membro dell'istituto, una cosa che sorprende Picard. A un tratto Dahj capisce che l'hanno trovata e insieme a Picard fuggono da un gruppo di uomini vestiti con delle strane uniformi. Nonostante sia affaticato, Picard riesce a starle dietro, finendo sul tetto di un edificio, dove quegli uomini, armati di disgregatori li raggiungono. Dahj li affronta in combattimento e riesce a togliere la maschera di uno di loro, un Romulano. Un'altro morde una strana capsula, sputando un acido corrosivo su di lei, che la brucia. Picard urla spaventato, ma l'arma danneggiata di Dahj esplode, uccidendo Dahj e sbattendo Picard a una certa distanza.


-Una nuova missione: Picard si risveglia nella sua tenuta, curato da Laris e Zhaban. Picard racconta loro della morte di Dahj, ma loro gli dicono che la polizia ha detto che era solo su quel tetto, e che è sempre stato da solo, domandandosi se la ragazza non abbia usato qualche sorta di occultamento, attivato per via dell'imminente pericolo. Picard, disperato, decide così di tornare ad agire, stanco di stare a guardare:

"She was a synthetic. The assassins were Romulan. She came here to find safety. Like you and Zhaban. Like me. She deserved better from me. I owe it to her to find out who killed her and why. [...] Sitting here, all these years, nursing my offended dignity, writing books of history people prefer to forget. I never asked anything of myself at all. [...] I haven't been living. I've been waiting to die." 

Picard si reca all'istituto Daystrom, nell'isola di Okinawa, dove si incontra con la dottoressa Agnes Jurati. Picard le chiede se è possibile creare un sintetico fatto di carne e ossa e lei prende la sua domanda in maniera scherzosa, accompagnandolo nella vecchia ala di ricerca sintetica avanzata, ormai in disuso a seguito del bando e in particolare perchè i sintetici che hanno attaccato Marte sono stati fatti in quei laboratori, e al momento il loro compito è di occuparsi della ricerca puramente teorica. Poi gli mostra l'androide B-4 disassemblato, spiegando come il tentativo di Data di copiare la sua memoria in lui prima della sua morte sia stato fallimentare, dato che B-4 era meno avanzato di Data. Da allora nessuno ha più tentato di replicare la scienza del dottor Soong e Jurati dice a Picard di essere stata reclutata da Bruce Maddox (personaggio apparso in The Next Generation in situazioni relative a Data e alla sua natura cibernetica) a tale scopo, ma che a seguito del bando, lui sparì. Jurati afferma che ogni androide dovrebbe essere creato partendo dal cervello di Data e notando la collana di Dahj in mano a Picard resta sorpresa, spiegando che i due cerchi sovrapposti sono il simbolo della clonazione neuronica frattale, una teoria a cui Maddox stava lavorando, secondo cui si poteva fare un androide nuovo, basato sulle conoscenze e i ricordi di Data, ricostruendo una parte del suo nucleo positronico. Picard sostiene che Dahj sia figlia di Data, creata da Maddox e ripresa dal quadro "Figlia", sottolineando come Data avesse sempre voluto una figlia (ci aveva già provato in The Next Generation). Jurati dice che è possibile creare un androide femmina dal neurone positronico di Data e che vengono create in coppia, una notizia che fa' tirare a Picard un respiro di sollievo, visto che la sorella gemella di Dahj è ancora viva.


-Una minaccia ancora più grande: Un trasporto romulano attracca in un sito di reclamazione, dove un giovane romulano, Narek, cammina in compagnia di una ragazza, Soji Asha, non altri che la sorella gemella di Dash. Lui nota la sua particolare collana, identica a quella di Dahj e la ragazza racconta che è un regalo di suo padre, una copia di quella che sua sorella possiede. Narek le parla del fratello deceduto un anno prima e Soji decide di ascoltare la sua storia. L'episodio si chiude con la scioccante rivelazione che il sito non è altri che un cubo Borg danneggiato.

VERDETTO

Il primo episodio di Star Trek: Picard è risultato essere un prologo molto solido, che getta buonissime basi per lo sviluppo dell'intreccio centrale della stagione, grazie a effetti speciali notevoli, inquadrature cinematiche e una scrittura più lirica e dialogata, rispetto allo stile offerto da altre iterazioni Trek, come ad esempio Star Trek: Discovery, sottolineato in particolare nelle scene dove Picard è protagonista, complice la pacata e profonda interpretazione di Sir Patrick Stewart. Le storyline aperte sono diverse e tutte di certa intensità, e questo primo capitolo riesce benissimo nel compito di svelare quanto basta per attirare l'attenzione del pubblico. Certamente chi ha visto le vecchie gesta di Jean-Luc Picard in TV avrà notato come ci siano agganci notevoli alle sue passate vicende, come il suo unico legame con Data, con la sua complessa natura da androide, finora inimitabile, la presenza di un personaggio secondario come Bruce Maddox, con una dinamica tutta da scoprire, la distruzione di Romulus avvenuta nel 2387, arrivando poi agli elementi di background più nuovi, come l'attacco su Marte ad opera dei sintetici, con conseguente bando contro le forme di vita sintetiche, i primi evidentissimi segni di decadenza sociale della Federazione, ovvio riflesso del contesto in cui viviamo, l'incapacità di Picard ad accettare il cambiamento (già evidenziato in passato) e la vicenda di Dahj e dell'interesse dei Romulani per lei, così come la rivelazione che questi ultimi possiedano tecnologia Borg, rendendoli ancora più pericolosi. Insomma dopo tanta attesa, questa serie si è rivelata superiore alle aspettative, e nonostante la durata dell'episodio piuttosto limitata per un pilota di questa portata, l'esperienza si è rivelata altamente soddisfacente. Non ci resta che attendere i prossimi episodi per capire come la storia si muoverà e dove ci condurrà la nuova intrigante missione di Jean-Luc Picard.


Nel secondo episodio, intitolato "Maps and Legends", Picard continuerà la sua ricerca di Soji Asha, inconsapevole del fatto che si trovi con i Romulani, e ciò lo porterà in contrasto con la Flotta Stellare e a rivolgersi a persone fuori dai ranghi, come Raffi Musiker e Agnes Jurati, già incontrata ad Okinawa.



Ci vediamo con la recensione del prossimo episodio! Continuate a seguirci!

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Articolo di Ada Bowman

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